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E
senza fessura alla condizione finale con la fessura.
O
UE-A i elastica untà di volue
energia per
↳ oggiunta del della superficie
volume nuova
superficiale
Us 4 cy energia
=
4 fessura
E superfici
C nuove
= > sup
-
superficiale
energia
y = 2)
priot
UtoT -UE Us Mc2
= y4
+
= + puvole US
propogoris
e rou
riesce a
dimimisece
amentando
· -
a Lunghezza difetto
Formula di Griffith
Se in un campione ho due difetti allora lo sforzo di rottura è determinato dal difetto più grande.
=
a ↑ Critica
I difetti del vetro
I difetti del vetro si trovano sulla superficie. Se asportiamo uno strato superficiale, rimuoviamo
anche parte dei difetti e aumentiamo la resistenza del vetro anche di 1-2 GPa
N.B per osservare l’aumento della resistenza, bisogna misurarla appena eseguito il trattamento
HF(corrosione controllata con acido fluoridrico) e toccare il campione con estrema calma questo
perchè i difetti sul vetro sono facilmente reintrodotti anche semplicemente maneggiandolo.
Principalmente i difetti del vetro si formano a causa del contatto con particelle dure e
acuminate, per questo le lastre di vetro si evita che stiano a contatto l’una con l’altra.
La prova di durezza che viene utilizzata per il vetro è la Vickers con penetratore di diamante a
forma piramidale con base quadrata 3
854
HV - comicaopplicato
-
1 10
= e
.
, marte
Modulo elastico del vetro
Il modulo elastico dei vetri dipende da due fattori:
• dall’energia dei legami atomici;
• dal fattore di impaccamento atomico.
L’aggiunta di ossido di silice non fa abbassare notevolmente E perchè è si vero che il legame
diventa più debole ma questo è compensato dall’aumento dell’ impaccamento.
N.B. Porosità: non influisce sul coefficiente di dilatazione termica
fa diminuire il modulo elastico
Tempra termica
La tempra termica del vetro si ottiene riscaldando il vetro ad una temperatura di 50-100°C
sopra la temperatura di transizione vetrosa ed operando un raffreddamento veloce e
controllato che permette di ottenere, a Tamb, uno sforzo residuo di compressione
superficiale. Come abbiamo visti i difetti si
formano principalmente in
superficie, quindi avere
compressione sulla superficie fa si
che prima di rompere un pezzo
bisogni superare anche questo
sforzo. E
8 GA-8c
= =
Possiamo arrivare ad ottenere
sforzi di rottura anche 2/3
volte più grandi
Origine delle tensioni residue
Materiale elastico
In un materiale elastico ad ogni gradiente di temperatura corrisponde un gradiente di sforzo.
Quando il componente torna in equilibrio termico si annulla anche il gradiente di sforzo.
SFORZO MASSIMO
EE
+ =
I EX(T2 Tr)
-
= -
Per il materiale elastico avviando il raffreddamento avrò prima una contrazione delle superfici
che verranno portate in trazione e per equilibrio il cuore messo in compressione, una volta
raggiunto l’equilibrio termico però tutti gli sforzi del materiale vengono annullati.
Materiale visco-elastico
In un materiale visco-elastico se le tensioni termoelastiche riescono ad annullarsi per
rilassamento viscoso e poi il materiale, raffreddandosi, perde la componente viscosa e si
comporta solo elasticamente, allora quando si annulla il gradiente di T si formano le tensioni
permanenti.
Nel campo visco-elastico a causa del raffreddamento ho trazione in superficie e
compressione al cuore, andando sotto Tg passo ad un comportamento elastico che fa si
che continuando a raffreddare mi rimangano dei gli sforzi permanenti applicati che sono di
compressione in superficie e trazione al cuore.
Andamento tensioni nei vetri temprati Proprietà:
• lo spessore dello strato superficiale in
compressione è circa 1/5 dello spessore
della lastra;
• lo sforzo di compressione aumenta di
ca 200MPa e quindi la resistenza del
vetro aumenta notevolmente;
• la TT va applicata su vetri spessi,
2-3mm per far si che si crei gradiente
termico;
• dopo TT i vetri non possono più essere
lavorati meccanicamente o riscaldati,
quindi le lavorazioni si preferisce farle
prima;
• la frattura del vetro temprato libera
tutta l’energia elastica immagazzinata
con le tensioni e questa porta alla
formazione di molti piccoli frammenti.
La tempra chimica
La tempra chimica di un vetro consiste in un processo di scambio ionico, che porta alla
formazione di uno strato superficiale del vetro a volume molare maggiore al vetro sottostante,
questo è dato dal raggio ionico diverso dei due elementi.
* Nat
K
es :
Superficie in compressione e per equilibrare il cuore va in trazione.
Il processo
La tempra chimica è un processo diffusionale che si effettua per immersione dell’oggetto da
temprare in un bagno di sali fusi. La temperatura alla quale si effettua il processo deve avere i
seguenti requisiti:
• deve essere superiore alla Tfus dei sali;
• deve essere sufficientemente elevata da permettere una diffusione in tempi ragionevoli (ore,
1-2gg);
• deve essere sufficientemente bassa da non permettere il rilassamento delle tensioni che si
formano;
In pratica si opera ca 50°C sotto il punto di tensione del vetro.
Il profilo di sforzo
• lo strato superficiale compresso a differenza
della TT è estremamente sottile(ca 100µm)
• lo sforzo di compressione è
elevato(600-800MPa)
Viene spesso utilizzata per temprare lenti di
occhiali
N.B con la tempra chimica posso temprare
anche vetri molto sottili e il vetro finale sarà
più soggetto a danneggiamenti
superficiali(graffi), difetti che arrivano più
facilmente in superficie.
SHOCK TERMICO
Sforzo massimo che si crea al raffreddamento Il materiale si frattura quando:
EE
W Eh(T1 ·
Ta) Ocritico
ST
=
= =
-
(T1-Ta)Crico ATcrinco =E
=
Se ∆T è elevato significa che posso raffreddare il materiale da alta temperatura senza arrivare
allo sforzo critico, quindi resiste bene allo shock termico. Il ∆T prende anche il nome di “RST”.
Misura ∆ sperimentalmente
Metodo della tempra in H2O
Si riscaldano i provini a temperature crescenti
e poi si temprano in acqua, infine si misura la
resistenza a flessione.
Quando la resistenza diminuisce sotto il 50%
allora si considera quel ∆T come critico
Note: questa prova non provoca la rottura del
provino ma solo l’allungamento dei difetti
Proprietà chimiche
Struttura dei vetri sodico-calcici
Se poniamo un vetro in una soluzione
acquosa, quello che osserveremo
all’interno del reticolo è che gli atomi di Not
Na+ escono dal vetro e vanno in a
soluzione e vengono rimpiazzati con
uno di idrogeno andando a formare un H +
gruppo OH .
•Questo processo diffusivo diventa Cat
sempre più difficile in quanto gli
scambi possibili diminuiscono volta per
volta.
•Processo reso lento a causa
dell’ingombro sferico degli atomi di
Ca 2+.
Resistenza chimica del vetro
Il vetro è un materiale che resiste molto bene alla corrosione e la resistenza chimica va a
misurare appunto di quanto si corrode un materiale.
ATTACCO ACIDO
Nalglon) HzOT
HzOTw) Nat(w)
gla) +
+ = ,
RBS = concentrazione elemento/ concentrazione elemento in superficie
Osservazioni:
• quando sono a 1 sul grafico significa che non ho superficie corrosa;
• quando sono in ambiente acido ho poca perdita di peso, mentre in ambiente basico ho molta
perdita di peso
Attacco acido: non dipende linearmente dal tempo.
Attacco basico: dipende linearmente del tempo.
HF attocca velocemente il vetra
O O F-sit
.
-St St
Si Si
S
O- ot
O
O D- 3 -
- -
- -
-
- -
f- N
I
X
(
of of -o
-o F
HF I
Ripetendo F
F
questo Si
-
pvolte aco
processo -
#
•HCl non è in grado di attivare perchè Cl è troppo voluminoso e non riesce a reagire con la silice e
rompere il legame quindi formerà solamente il gruppo OH.
•Vetro sodico-calcico è il meno resistente, mentre i vetro boro-silicato resiste molto bene perchè
può scambiare pochi Na BASICO
O O
O O
i i
st St
- -
+
N 0
Si Na Si-OH
S
O- -S-0-
O O
D- +
~
- - - -
-
Or - f-
01
( of
-o -o
L'ossigeno portante
OH da terminale
possa a
Proprietà ottiche: indice di rifrazione, n
L’indice di rifrazione, n, è dato dal rapporto tra la velocità della luce nel vuoto e la della luce
nel materiale in oggetto.
Legge nei Snell ed
2 e
=
L’indice di rifrazione misura l’interazione tra la luce(radiazione elettromagnetica) e gli elettroni
degli atomi che costituiscono il materiale.
Proprietà
• aumenta(diminuisce la velocità della luce nel materiale in esame) se aumenta la densità
elettronica, o la loro polarizzabilità(cioè se possono facilmente essere messi in oscillazione
dal campo elettromagnetico della luce—> se ho atomi con raggio atomico elevato significa
che saranno polarizzabili più facilmente)ovvero la facilità con cui gli elettroni possono
interagire con il campo elettrico.
Osservazione:
Se i due parametri che influenzano n sono polarizzazione e densità perchè il litio avente
raggio atomico molto piccolo e quindi densità alta si trova sopra il potassio che ha un
ingombro sferico più elevato?
• questo perchè in questo caso la densità influisce di più della polarizzazione sulla
determinazione di n
• Cs(cesio): raggio atomico elevato—> facilmente polarizzabile e quindi n alto
N.B. una radiazione luminosa sente che sta attraversando un’interfaccia solo se la dimensione
della seconda fase “d” è confrontabile alla lunghezza d’onda incidente.
Trasmittanza
Tutti i materiale, chi più chi meno, assorbono energia da un fascio di luce.
La quantità di energia luminosa per unità di superficie assorbita da un materiale è in funzione
dello spessore attraversato secondo la legge di Lambert-Beer:
In Be
-
e
-
Ia
ß = coefficiente di assorbimento —> dipende dalla lunghezza d’onda;
l = spessore attraversato (cammino ottico) —> solo se è elevato si può percepire il colore
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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