CAPITOLO 9: INCIDENZA E TRASLAZIONE DELLE IMPOSTE
Le imposte, pur se pagate formalmente da chi deve farlo per legge, molte volte gravano e ettivamente su altri
soggetti che sopporto l'onere nale. È necessario distinguere tra incidenza legale stabili dalle norme, della
quale si occupano in prevalenza i giuristi, e una incidenza e ettiva dell'imposizione, che viene studiata dagli
economisti. Il processo economico tra le due forme di incidenza è la traslazione delle imposte, che permette
a coloro che pagano l'imposta secondo la legge di trasferirla in tutto o in parte ad alti soggetti. Poiché il
trasferimento delle imposte avviene tramite la variazione dei prezzi dei beni e servizi che vengono forniti sul
mercato, è evidente che il fenomeno della traslazione dipende essenzialmente dal meccanismo della
formazione dei prezzi. A seguito dell'introduzione di un'imposta l'equilibrio esistente pre-tax si modi ca,
dando luogo a un processo economico di aggiustamento della domanda e/o dell'o erta che determina un
nuovo equilibrio post-tax. Di conseguenza, la traslazione dell'imposta dipende dalla forma di mercato che si
sta analizzando.
Traslazione d'imposta e curva d'o erta
Nel caso di un'imposta speci ca sulle vendite, tale imposta aumenta il costo di produzione di ogni unità
prodotta: vale a dire, aumenta il costo marginale. La curva dei costi si innalza, per ciascuna unità di prodotto,
di un ammontare pari all'imposta speci ca mentre la curva di domanda rimane Imitnuldld?????
Un primo caso è quello di un bene prodotto a costi crescenti. L'aumento del costo marginale a causa
dell'imposta provoca un aumento del prezzo e ciò fa ridurre la quantità venduta. Questa minore quantità è
prodotta a costi marginali più bassi: di conseguenza, il prezzo aumenterà, ma in misura inferiore all'imposta.
in conclusione, l'imposta si trasferisce in parte sul compratore e grava per la parte restante sul produttore.
Questo caso è detto di traslazione parziale.
Un secondo caso è quello di o erta a costi costanti: ossia, quanto l'impresa è in una situazione nella quale il
costo marginale e quello medio non variano al variare della quantità prodotta. In seguito a un'imposta
speci ca, l'aumento del prezzo riduce la quantità venduta. Questa minore quantità è prodotta allo stesso
costo di prima dell'imposta: quindi, non vi alcuna variazione di costo, e la variazione del prezzo sarà pari
all'ammontare dell'imposta. In conclusione, l'imposta si trasferisce tutta sui consumatori e si ha una
traslazione totale.
Traslazione d'imposta e curva di domanda
Relativamente agli e etti traslativi sulla curva di domanda, esistono 4 casi. Ipotizzando un'o erta a costi
crescenti, abbiamo che:
1. nel caso della domanda anelastica, la variazione del prezzo è maggiore di quella nel caso di domanda
elastica. Poiché l'imposta è la stessa in ambedue i casi, il suo ammontare può essere trasferito in misura
diversa secondo l'andamento della domanda. Infatti, la riduzione delle vendite dipende esclusivamente
dall'andamento della domanda: quanto più questa è elastica tanto maggiore è la riduzione delle vendite e,
di conseguenza, più elevata è la riduzione dei costi al diminuire della produzione. Al contrario, nei casi di
domanda più rigida la riduzione delle vendite è minore e tanto più i venditori sono in grado di tenere il
prezzo più elevato e trasferire l'imposta ai compratori. In conclusione, l'imposta graverà tanto di più sul
consumatore quanto più è rigida la sua domanda.
2. Nel caso in cui la domanda sia perfettamente rigida, la variazione del prezzo è pari all'imposta e si ha una
traslazione totale in avanti sul compratore.
3. Nel caso di domanda perfettamente elastica, non potendo veri carsi una variazione di prezzo in quanto
un suo minimo aumento annulla la domanda mentre una minima riduzione rende la domanda in nita,
l'imposta grava totalmente sul venditore il quale, avendo i costi più alti nella misura dell'imposta ridurrà la
quantità.
Traslazione nel caso di o erta costante
Nel caso di o erta costante è la domanda che si adegua all'o erta e sono i compratori che ssano il prezzo.
In tal caso, il prezzo di equilibrio non può mutare essendo in concreto ssato dai consumatori. Di
conseguenza, il venditore non è in grado di trasferire l'imposta e deve necessariamente addossarsela.
Traslazione nel monopolio
In assenza di imposte, l'equilibrio del monopolista è in corrispondenza dell'uguaglianza tra ricavi marginali e
costi marginali. L'introduzione di un'imposta speci ca provoca un innalzamento dei costi unitari e quindi il
prezzo aumenta e la quantità diminuisce. L'aumento del prezzo indica che l'imposta si trasferisce in parte al
consumatore, secondo l'elasticità della domanda.
In monopolio, l'imposta ad valorem modi ca la curva di domanda e quella di ricavo marginale; dopo
l'introduzione dell'imposta, la quantità scambiata si riduce e il prezzo aumenta. A di erenza del caso di
concorrenza, in monopolio imposta speci ca e imposta ad valorem non sono equivalenti: con l'imposta ad
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valorem, a parità di gettito, il prezzo di mercato è inferiore e la quantità scambiata è più elevata, mentre, a
parità di prezzo e quantità, l'imposta ad valorem genera un maggior gettito.
Conclusioni
La traslazione delle imposte è connessa con il meccanismo di formazione dei prezzi e, di conseguenza, la
prima causa che ne condiziona il risultato è la forma di mercato nel quale il governo introduce l'imposta.
Una seconda causa è l'andamento della domanda e dell'o erta: in particolare, il maggior onere dell'imposta è
sopportato da chi ha un comportamento economico con maggiore rigidità.
Molti altri fattori sono quelli che in uiscono sulla traslazione, ed essi dipendono dalle diverse condizioni del
mercato.
In ne, la perdita di benessere dell'intera collettività è sempre più elevata dell'ammontare di risorse che,
tramite le imposte, sono trasferite allo Stato a causa del costo di ine cienza allocativa dell'imposizione.
CAPITOLO 11: L'IMPOSTA PERSONALE SUL REDDITO
De nizione della base imponibile: Imposta reale e imposta personale
Un'imposta reale sul reddito colpisce separatamente le diverse categorie di reddito; è chiamata imposta
cedolare e ha minori costi di amministrazione, essendo la sua organizzazione più semplice. Questa forma
d'imposta è stata molto usata ed è adottata dai Paesi con un'amministrazione scale poco e ciente. In Italia
è stata impiegata no alla riforma tributaria del 1972-1973.
Un'imposta personale viene calcolata sul reddito complessivo del cittadino ed è chiamata imposta sintetica;
la sua base imponibile può essere determinata tenendo conto anche delle caratteristiche soggettive del
contribuente. È intuitivo che tale imposta permette: di tener conto della situazione personale del contribuente;
di concedere un reddito minimo esente d'imposta valutato secondo le circostanze; di applicare un'imposta
progressiva, vale a dire un'imposta la cui aliquota aumenta con l'aumentare del reddito complessivo del
contribuente fondata sul principio della capacità contributiva.
Tre modi di intendere il reddito
Scelta l'imposta personale a carattere sintetico, va de nito il conetto di reddito da assumere come base
imponibile. Il reddito è essenzialmente un usso di potere d'acquisto durante un arco di tempo ssato,
generalmente l'anno.
La de nizione più naturale è quella che fa riferimento alle fonti del usso di potere d'acquisto.
• Da questo punto di vista si ha un reddito prodotto che coincide con la nuova ricchezza prodotta
dal soggetto espressa dalla somma delle remunerazioni ottenute per i servizi produttivi prestati
(salari, interessi, pro tti, rendite).
• Il usso di potere d'acquisto può essere valutato anche dal lato degli usi del reddito stesso. Da
• questo punto vista nasce il concetto di reddito entrata, vale a dire ogni incremento di ricchezza del
soggetto, di qualsiasi provenienza, è considerato reddito anche se non prodotto dal soggetto
stesso.
In una situazione sempli cata, ove l'unica fonte di potere d'acquisto è la remunerazione dei fattori e il suo uso
è solamente in consumi e risparmi, i concetti di reddito prodotto e di reddito entrata coincidono. Nella realtà i
due concetti producono rilevanti di erenze di trattamento tributario dei redditi acquisiti dalle persone
secondo le circostanze concrete.
c. Una terza de nizione di reddito è quella di reddito consumato o speso, all'interno del quale il risparmio
viene automaticamente esentato dalla tassazione nel caso di imposta sintetica sul reddito.
Reddito e ettivo e reddito normale
Il reddito e ettivo è quello di cui il contribuente ha la disponibilità, ossia la possibilità concreta di utilizzarlo,
nel periodo d'imposta considerato. Tale disponibilità può essere calcolata secondo due diversi criteri
contabili: in base al principio della competenza, cioè entrate economicamente maturate ma non
concretamente incassate o riscosse nell'anno considerato; in base al principio di cassa, cioè entrate
e ettivamente realizzate e incassate o riscosse nell'anno considerato.
La de nizione di reddito normare è più complessa, in quanto è volta a cogliere le potenzialità reddituali di un
contribuente con riferimento a: abilità e tecniche di produzione medie, con cui si stimola la produzione e non
si aggrava la tassazione del reddito nelle annate di minore attività; un intervallo di tempo più ampio dell'anno
solare cioè il reddito permanente. Il reddito permanente è il reddito atteso dal contribuente nell'intero ciclo
vitale.
Altri redditi
Vi è il problema, tanto economico quanto normativo, se considerare reddito alcune voci quali:
I redditi in natura sono i compensi non monetari corrisposti ai prestatori d'opera quali dipendenti e
• dirigenti. Se i cosiddetti fringe bene ts sostituiscono spese personali dell'individuo per la
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soddisfazione di propri bisogni costituiscono reddito personale del dipendente da includere nella
base imponibile; se i fringe bene ts vengono considerati spese per motivi di lavoro vanno inclusi
nella spesa aziendale.
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