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MEZZI DI INTERVENTO PER LA RIDUZIONE DELL'INQUINAMENTO DELLE ACQUE
INTRODUZIONE
Andiamo ora ad esaminare delle soluzioni tecniche disponibili per migliorare la qualità delle acque reflue andando inizialmente ad analizzare quelli che sono gli interventi a monte. Il trattamento dei rifiuti implica comunque un costo rilevante, quindi, non è risolvibile semplicemente con un depuratore. Il problema va affrontato a monte e va risolto attraverso una revisione dei cicli e dei metodi di produzione in modo da adoperare e inquinare meno l'acqua. La ricerca di nuove soluzioni impiantistiche o produttive va indirizzata alla riduzione o eliminazione dei composti difficilmente eliminabili una volta immessi nell'acqua (o costosa eliminazione).
INQUINAMENTO DI MERCURIO NEL GOLFO DI TRIESTE:
La fonte principale di mercurio deriva dal particolato sospeso trasportato dal fiume Isonzo. Il suo principale affluente (Idrijca) drena i terreni mercuriferi presso Idrija (Slovenia), dove
più di 5 milioni di tonnellate di roccia, essenzialmente cinabro (HgS) sono state scavate nel corso di 500 anni di attività con conseguente contaminazione dei suoli circostanti e dei sedimenti fluviali.
Determinazioni sul contenuto di mercurio nel torrente Idrijca hanno evidenziato valori compresi fra i 100 e 300 mg/kg, con massimi che superano i 1.000 mg/kg.
Il golfo di Trieste rappresenta l’accettore finale del Hg, legato a portate solide e liquide trasportate dal Fiume Isonzo.
Il problema del mercurio è esteso anche ai sedimenti della laguna di Marano e Grado che è stata inoltre soggetta agli apporti del complesso industriale sito in Torviscosa dove la produzione di cellulosa, fibre tessili ed un impianto cloro-soda sono stati attivi a partire dal 1949 (apporto di circa 20 kg giornalieri) e si è attenuato attorno al 1970 (circa 6-7 kg giorno) per poi cessare nel 1984 dopo l’adozione di sistemi di recupero del Hg più efficienti.
Capiamo
A questo punto del corso l'importanza di valutare in maniera integrata un problema ambientale:
Indicatore 1: Hg nei sedimenti (1970-2011)
Nell'ecosistema marino, il maggior carico di inquinanti si rileva generalmente a livello dei sedimenti. Il valore limite di mercurio nel sedimento è fissato dallo "Standard di Qualità Ambientale" (SQA) riportato nella "Direttiva Quadro sulle Acque" che è di 0.3mg/kg. In generale, la quasi totalità dei siti presi in considerazione supera lo Standard di Qualità Ambientale (valori medi pari a 4,4 ± 3,9 mg/kg). In particolare, si evidenzia come il maggior grado di accumulo sia associato all'apparato deltizio del fiume Isonzo e in prossimità della bocca di porto all'ingresso della Laguna di Marano e Grado. Le determinazioni di MeHg effettuate da ARPA riportano una concentrazione media di 2,0 ± 0,9 ng/g, e non vi è correlazione diretta con il mercurio totale.
Indicatore
SQA giornaliero (20 ng/l). Tuttavia, sono state osservate variazioni significative dei livelli di Hg nel corso dell'anno, conconcentrazioni più elevate durante i mesi invernali e più basse durante i mesi estivi. Questo suggerisce un'origine stagionale dellaccontaminazione da mercurio, probabilmente legata alle attività antropiche e alle condizioni meteorologiche. Inoltre, è stataosservata una maggiore concentrazione di Hg nelle stazioni più vicine ai foci fluviali, indicando un possibile apporto di mercurioda queste fonti. Complessivamente, i risultati indicano la presenza di una contaminazione da mercurio nel golfo di Trieste e nellalaguna di Marano e Grado, anche se i livelli rilevati non superano i limiti di legge. Tuttavia, è importante continuare a monitorare ilcontaminante per valutare l'effetto delle attività antropiche sul sistema acquatico e adottare eventuali misure di mitigazione.Standard di qualità massimo ammissibile (60 ng/l). Come tendenza generale al problema dell'accumulo, le maggiori criticità riguardano i corpi idrici caratterizzati da un elevato carico di sostanza organica e da scarso ricambio idrico.
Indicatore 3: Hg nel biota (2001-2010)
Per quanto riguarda i molluschi bivalvi sono stati elaborati i dati di concentrazione delle seguenti specie eduli raccolte durante un periodo di dieci anni (2001-2010): Mytilus galloprovincialis (mitilo), Chamelea gallina (vongola adriatica), Callista chione (fasolaro o noce di mare), Tapes philippinarum (vongola verace filippina), Ensis minor (cannolicchio) e Chlamys glabra (canestrello bianco).
Le concentrazioni medie rilevate sono sempre inferiori al limite previsto dal regolamento comunitario (0,5mg/kg di Hg su peso fresco). Nonostante i limiti di legge siano rispettati i valori di mercurio di questa area risultano avere tenori maggiori rispetto al resto del mondo (0.10 mg/kg) e inoltre la popolazione
è significativamente esposta a bio-accumulo. Nella fase di valutazione dell’assunzionedi inquinamento da metilmercurio si deve tenere conto di una serie di parametri, tra cui: dati del monitoraggio, abitudini diacquisto dei prodotti ittici della popolazione, valori di tollerabilità ecc… Stando ai dati disponibili i maggiori acquirenti dei prodottiittici locali possono essere considerati sufficientemente protetti dai possibili effetti tossici ma è comunque necessario fareformazione e educazione sulla popolazione sulla scelta e sul consumo del pescato regionale.
TRATTAMENTO DI DEPURAZIONE DELLE ACQUE CIVILI
Distinguiamo innanzitutto un impianto di trattamento di reflui civili e uno di reflui industriali; nel primo caso la partepreponderante dell’inquinamento è la componente organica biodegradabile mentre nel secondo caso si parla di inquinantispecifici inerenti al processo produttivo di provenienza (e che richiedono trattamenti adeguati).
inquinanti si vanno a classificare attraverso dei parametri di carico:Lo scopo della depurazione è quello di effettuare su un refluo un trattamento appropriato, cioè il trattamento delle acque reflue urbane mediante un processo o un sistema di smaltimento che, dopo lo scarico, garantisca la conformità dei corpi idrici ricettori relativi obiettivi di qualità. Si riporta di seguito lo schema concettuale della depurazione dei reflui e gli stadi di interesse per la depurazione di liquami di origine domestica:
È evidente che, dopo ogni stadio di trattamento, la qualità del refluo migliora, fino ad arrivare alla completa idoneità allo scarico. Quindi abbiamo un percorso a stadi (step-by-step), che deve progressivamente rimuovere gli inquinanti dal refluo, con progressivo consumo di energia. Sappiamo inoltre che se "togliamo" qualcosa dal refluo, poi ci troveremo a dover trovare una corretta collocazione o destino per i materiali che
togliamo (bilancio di materia). La logica del processo parte dalle operazioni "più facili" e meno onerose, ed affronta successivamente gli aspetti più difficili del problema. I liquami destinati allo scarico finale in acqua correnti vengono di solito sottoposti a trattamenti primari e secondari. Un trattamento terziario più o meno completo è invece riservato ai liquami destinati all'immissione in acque lacustri, costiere ed estuariali. Nel corso dei primi due trattamenti, e talvolta anche nel terzo, si formano ingenti quantità di fanghi semiliquidi e facilmente putrescibili i quali costituiscono un grave problema, essi devono essere quindi resi inoffensivi e smaltiti. TRATTAMENTO PRIMARIO Le acque residue di origine domestica contengono sostanze indesiderabili, che si trovano allo stato di soluzione vera e propria, oppure di dispersione colloidale, o infine di sospensione. È evidente che il primo passo verso la purificazionedell'acqua di fognadeve consistere nella sua chiarificazione, che si ottiene mediante l'allontanamento delle sostanze sospese. Questa operazionepresenta difficoltà diverse a seconda delle dimensioni dei solidi sospesi:Le sospensioni acquose rientrano nella categoria dei miscugli meccanici, i cui componenti si possono separare appunto con mezzi meccanici. Non è tuttavia pensabile di poter conseguire la chiarificazione di un liquame cloacale con una sola operazione, poiché le sostanze in esso sospese hanno la più diversa natura, e possiedono peso specifico e dimensioni differenti.Occorre anzitutto separare le sostanze solide grossolane mediante grigliatura, e sottoporle successivamente a triturazione; una volta sminuzzate, esse vengono reimmesse nei liquami, e subiscono il trattamento previsto per le sostanze sospese fini.Le sostanze silicee devono essere allontanate, perché potrebbero provocare usura o anche gravi avarie delle parti più.delicatedell'impianto; si esegue perciò un'operazione di de-sabbiatura, che sfrutta la differenza di peso specifico tra i detriti silicei e le sostanze organiche sospese. Anche le sostanze grasse ed oleose potrebbero ostacolare lo svolgimento dei processi di depurazione; esse possiedono un peso specifico inferiore a quello dell'acqua, e su ciò si basano i metodi di disoleazione e sgrassatura. Rimangono ora in sospensione soltanto le sostanze organiche fini, le quali vengono separate mediante un processo di sedimentazione, che sfrutta opportunamente la forza di gravità. In linea teorica, sarebbe possibile separare le sostanze sospese fini mediante filtrazione meccanica; tuttavia, questo metodo viene applicato molto raramente negli impianti di trattamento di acqua di fogna domestica, perché i filtri si intasano facilmente, ed inoltre le sostanze organiche da essi trattenute possono dar luogo a putrefazione. Grigliatura e triturazione L'operazione digrigliatura dovrebbe essere eseguita con precedenza assoluta su tutte le altre; tuttavia, spesso i liquami giungono all'impianto di depurazione ad una quota inferiore rispetto a quella operativa, e pertanto si rende indispensabile il loro sollevamento. I liquami vengono perciò fatti affluire in una vasca di raccolta, dalla quale sono poi pompati alla quota dove giace l'impianto. Uno dei mezzi di sollevamento più usati è la "vite senza fine", che utilizza una coclea in grado di sollevare sia liquidi, che solidi:
Il tipo più semplice di griglia consiste in un'armatura recante una serie di sbarre metalliche parallele distanti tra loro di una lunghezza inferiore alle dimensioni dei corpi solidi che si desidera trattenere; tale armatura viene parzialmente immersa nella corrente liquida. Una griglia di questo tipo necessita di operazioni di pulizia manuali, sono stati messi appunto metodi di pulizia automatici per migliorare le prestazioni.
La grigliatura ha l'obiettivo di trattenere solidi grossolani non sedimentabili e solidi grossolani sedimentabili. La griglia viene sempre installata internamente al canale di arrivo.