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POTERE STATO ELITES

Il potere: i precursori da Aristotele, Macchiavelli, Hobbes fino ai pensatori contemporanei (Weber e

 Lassewell)

Lo stato: filosofi politici (Locke, Tocqueville, Hegel, Kelsen)

 Le èlites: i classici del primo novecento (Mosca, Pareto e Michels)

 Gli oggetti della scienza politica

Come abbiamo detto, nel corso degli anni l’oggetto e il metodo della scienza politica sono cambiati,

anche se non sono stati cancellati: essi sono sempre suscettibili di variazioni e di approfondimenti.

Per quanto riguarda l’oggetto, il primo oggetto, anche se mai in maniera esclusiva, dell’analisi politica è

stato il potere, il potere inteso nella modalità della sua acquisizione, nel suo uso da parte degli uomini,

nella sua concentrazione e distribuzione, nella sua origine/fonte e nella sua legittimità del suo esercizio.

Lo studio del potere, soprattutto nella sua definizione in senso “politico”, è rimasto centro di ogni analisi

politica da Aristotele a Macchiavelli, da Weber ai politologi contemporanei.

Il potere sembra un fenomeno più persuasivo di altri, più generale e generalizzato, più diffuso ma

meglio caratterizzante dell’attività politica, proprio per essere pervasivo.

Tuttavia, per quanto il potere sia rimasto oggetto importante della scienza politica, è stato con il tempo

sostituito dallo studio dello Stato, come oggetto centrale delle analisi. Questo è avvenuto soprattutto

negli ultimi due secoli quando l’esperienza politica occidentale ha visto nascere gli stati nazione e lo

stato ha così sostituito il potere nelle analisi politiche sia classiche che moderne.

Nelle analisi classiche (da Machiavelli a Hobbes), il problema principale era quello di creare un ordine

politico, che si poteva fare attraverso il controllo del potere all’interno di confini ben definiti dello Stato;

nelle analisi più moderne invece il problema è consistito nella creazione di uno Stato con determinate

caratteristiche ( pluralista per Locke, democratico per Tocqueville, forte per Hegel, capace di assicurare

un compromesso fra le classi sociali per Keslen o in grado di decidere in situazione di emergenza per

Schmitt). Sono cosi emerse due tradizioni analitiche: quella anglosassone, che presta attenzione ai

processi sociali più che alle configurazioni sociali, e quella continentale di analisi delle strutture statuali,

cioè di studi istituzionali. Nella prima tradizione il diritto costituzionale non trova posto e prevalgono le

consuetudini, la prassi e la common low, mentre nella seconda è un elemento centrale dei processi

politici.

Una volta consolidatesi le formazioni statuali, gli studiosi continentali decisero di rivolgere la loro

attenzione alle modalità di formazione, di ricambio, di sostituzione delle classi dirigente. In questo

modo iniziò un filone d’analisi che vedeva come oggetto dell’analisi politica le elities. Questo filone fu

molto fecondo nel contesto italiano: si ricordino le analisi classiche famose di Mosca, Pareto e Michels.

I metodi della scienza politica

Nel frattempo, gli studiosi della politica si erano ripetutamente posti anche il problema del metodo, vale

a dire delle modalità con le quali raccogliere informazioni, vagliarle e filtrarle per combinarle in

generalizzazioni e spiegazioni. Cosi anche il metodo ha una usa evoluzione.

A lungo la fonte di ogni dato e di ogni spiegazione era stata la storia politica, variamente interpretata e

utilizzata.

Con Machiavelli il metodo subisce un primo cambiamento: egli infatti inizia a far riferimento non solo

alla storia politica, ma anche all’osservazione del presente e di ciò che accade in esso al fine di descrive

il più oggettivamente possibile “la realtà effettuale”. Si passa dunque da una semplice osservazione

della storia politica ad una osservazione della realtà fattuale.

Da allora, molti studiosi seguiranno Machiavelli nell’utilizzare il metodo dell’osservazione (analisi della

democrazia americana di Tocqueville), ma non per questo la storia perderà il suo ruolo in quanto font

privilegiata di materiale sul quale fondare generalizzazioni e teorie.

Un ulteriore cambiamento nel metodo si ha tra il XIX e il XX secolo, quando nel mondo mitteleuropeo

avviene una vera e propria rivoluzione scientifica (Einstein, Freud, Circolo di Vienna), che influenzerà

anche la scienza politica e le scienze sociali. Con essa infatti, si manifesta l’ambizione di imitare le

scienze naturali, di replicarne le tecniche d’indagine, di produrre spiegazioni e generalizzazioni fondate

sul principio di causa-effetto, aventi forza di legge, proprio come nelle scienze naturali. Si passa dal

metodo dell’osservazione ad un metodo basato su tecniche di indagine.

Nel prosequio di questa fase, la scienza politica come disciplina autonoma non riesce ad affermarsi

stabilmente e rischia addirittura la scomparsa a causa di due fattori importanti:

- … a causa del fascismo e del nazismo che schiacceranno ogni riflessione politica e faranno

retrocede di decenni tutte le scienze sociali

- … a causa della spinta verso una unificazione di tutte le scienze sociali intorno ad un metodo

condiviso.

Tuttavia, l’autonomia tanto ricercata dalla scienza politica verrà ridata da altri sviluppi

- grazie al manifestarsi dell’autonomia del politico in esperienze lontane ma importanti (come il

New Deal, il nazismo e lo stalinismo), tutte bisognose di un’analisi politologica.

- grazie al diffondersi di analisi di antropologia politica su società definibile come senza Stato ma

nient’affatto senza politica.

seguito a questi sviluppo diventa pressante la necessità di ridefinire il soggetto della scienza

In

politica, che non poteva essere né semplicemente il potere né lo Stato, e di ridefinire che cosa fosse

politica e scienza: ciò avvenne grazie David Easton.

Il metodo scientifico

Dallo studio della storia all’osservazione della “realtà fattuale” (macchiavelli)

Tra ottocento e primo novecento le innovazioni nelle scienze naturali generano volontà di imitazione:

sperimentazione tecniche di indagine, produzione di spiegazioni e generalizzazioni (Weber)

Il positivismo nelle scienze sociali (Durkheim):

-dall’osservazione della realtà alla formulazione di leggi sociali

Il neo-positivismo e la critica dell’induttivismo ingenuo (Popper):

-La falsificabilità cioè criterio scientifico-in filosofia nella scienza, criterio per distinguere le asserzioni

scientifiche da quelle che non lo sono, perché le prime sono in linea di principio …

David Easton: ridefinizione di politica e il sistema politico

Con David Easton giunge a compimento un lungo discorso su che cos’è la politica e su che cosa è

scienza e con esso viene evidenziato il nuovo oggetto della scienza politica, il sistema politico.

Secondo Easton, la politica non può essere espressa unicamente come potere sia perché è comunque

necessario differenziare le varie forme di potere e sia perché la politica non può essere ricercata né

esaurita nell’analisi dello Stato.

Per quanto riguarda il potere, da un lato il potere come oggetto di studio della scienza politica conduce

ad un ambito troppo vasto, quando non è specificamente politico; dall’altro riguarda un ambito troppo

limitati poiché la politica non consistente solo in conflitti risolti dal ricorso al potere ma anche in forme

di collaborazione, di consenso ecc.

Per quanto riguarda lo Stato, esso rappresenta una forma storica di organizzazione politica che è

apparsa di recente e può scomparire: vi è stata politica prima della nascita di uno stato, vi sarà anche

dopo quando esso sarà sostituito da altre forme organizzative, e vi è politica anche a livelli inferiori e

superiori a quelli dello Stato.

 Da questo ragionamento deriva la sua definizione di politica, che è “attività di assegnazione

imperativa di valori per una società, liberata del tutto dei rapporti con lo stato”. Questo significa che

non vi è appunto necessaria e obbligata coincidenza fra l’attività politica e una determinata forma

organizzativa: vi è politica anche nelle società stato, vi è politica ovunque si assegni dei valori

(organizza. sindacali, nell’ambito del parlamento ecc.)

Luogo privilegiato della politica diventa per Easton il sistema politico, un sistema di interazioni, astratte

dalla totalità dei comportamenti sociali, attraverso le quali i valori vengono assegnati in modo

imperativo per una società.

La scienza politica diventa così per Easton non più lo studio della politica ma del sistema politico, che

diventa il nuovo oggetto dunque della disciplina. La scienza politica diviene dunque lo studio delle

modalità, complesse e mutevoli, con le quali i diversi sistemi politici procedono all’assegnazione

imperativa dei valori.

Sistema politico e le sue componenti secondo Easton

Easton afferma che ogni sistema politico è formato da tre componenti:

a) la comunità politica è quell’entità composta da tutti coloro che sono esposti alle procedure alle

norme, alle regole e alle istituzioni del sistema politico, ossia al regime. È composta dunque tutti i

sudditi.

La comunità è l’elemento del sistema che cambia più raramente in sostanza, soltanto nei casi di

secessioni e di annessioni: ex. 1991 divorzio di velluto tra la Slovacchia e la repubblica Ceca, che posto

fine alla comunità politica detta Cecoslovacchia.

b) il regime, strettamente legato alla comunità politica, è l’insieme delle procedure, delle regole,

delle norme e delle istituzioni del sistema. Un regime può avere componenti democratiche, autoritarie,

totalitarie.

Principalmente è composta da tre fattori:

1-Principi: norma, regole, procedure, valori.

2-Istituzione: strutture di rappresentanza come parlamento, governo.

3-Rendimento: attività effettuata nell’ambito e nei limiti dei principi.

I cambiamenti di regime solo relativamente più rari rispetto ai cambiamenti delle e nelle comunità, ma

tutt’altro che inesistenti.

c) le autorità sono i detentori del potere politico, coloro i quali detengono il potere politico e sono

autorizzati dalle regole, dalle procedure e dalle istituzioni a produrre “assegnazioni imperative di

valori”.

Alle autorità viene riconosciuta la facoltà e il diritto di decidere in che modo le risorse prodotte da

quella società e ambite dai suoi componenti (cariche, lavoro, ricompense monetarie e di prestigio ecc.),

e in base a quali considerazioni, verranno assegnate alle persone, ai gruppi, e alle varie associazioni.

Fondamentale

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
22 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ely_04 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienza della politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trieste o del prof De Giorgi Elisabetta.