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Estratto del documento

Le caratteristiche del suo pensiero si traducono in una distruzione programmatica delle certezze del

passato, mettendo capo alla delineazione di un nuovo tipo di umanità. Quest'opera di demolizione del

passato non si risolve in un semplice rifiuto delle teorie e dei comportamenti tradizionali, ma mette in

discussione l'intera civiltà occidentale e il tipo di uomo a cui essa ha dato origine (un uomo

sottomesso e risentito). A questo tipo di uomo Nietzsche propone un nuovo tipo di uomo: il

superuomo o oltreuomo.

Si possono riscontrare stili diversi per ogni periodo dei suoi scritti:

●​ negli scritti giovanili è ancora legato alla forma del saggio e del trattato; a partire da "Umano,

troppo umano", opta per l'aforisma cioè per l'illuminazione istantanea finalizzata a cogliere le

cose al "volo", che per essere capita esige un'arte delle interpretazione, ovvero una pratica

che Nietzsche chiama «ruminare»;

●​ Con "cosi parlo Zarathustra" segue il modello della poesia in prosa ricca di simboli e allegorie.

●​ Negli ultimi scritti prevale l'esposizione autobiografica e l'invettiva della polemica.

Questi diversi stili hanno come attributo comune un tono personale e coinvolgente, lo stesso

Nietzsche aveva affermato: «In tutte le opere che ho scritto, io ho messo dentro anima e corpo».

Un altro carattere comune è l'asistematicità, in quanto Nietzsche non ha mai dato un ordine alle sue

dottrine. Da ciò deriva la difficoltà d'interpretazione della sua filosofia.

-​ Le fasi del filosofare nietzschiano

L'opera di Nietzsche viene suddivisa in alcune fasi che possiamo considerare delle tappe transitorie di

un pensiero in divenire, non scansioni rigide.

●​ Gli scritti giovanili del periodo wagneriano-schopenhaueriano (tra i più importanti La nascita

della tragedia e le quattro Considerazioni inattuali);

●​ Gli scritti intermedi del periodo illuministico o genealogico (Umano, troppo umano e La gaia

scienza);

●​ Gli scritti del meriggio o di Zarathustra (Così parlò Zarathustra);

●​ Gli scritti degli ultimi anni o del tramonto (Al di là del bene e del male, Genealogia della

morale, L'Anticristo, Ecce homo).

-​ Il periodo giovanile

Tragedia e filosofia

La nascita della tragedia è un'opera composita in cui coesistono filologia, filosofia, estetica e teoria

della cultura. Il motivo principale è la distinzione tra apollineo e dionisiaco, i due impulso di base dello

spirito e dell'arte greci:

●​ Apollineo: scaturisce da un atteggiamento di fuga di fronte al divenire e trova espressione

nella cultura e nella poesia epica;

●​ Il dionisiaco:scaturisce dalla partecipazione al divenire (fedeltà alla terra), si esprime

nell'esaltazione creatrice della musica e della poesia lirica.

Nietzsche vede all'origine l'apollineo, e il dionisiaco come nato dal tentativo di sublimare il caos nella

forma, l'assurdo in qualcosa di armonico, rendere accettabile la vita. Nel mondo presocratico i due

spiriti erano separati e opposti; con la tragedia di Sofocle e Eschilo i due impulsi si armonizzarono fra

loro, dando origine a capolavori sublimi. Successivamente l'apollineo prevale sul dionisiaco e lo

soffoca. La decadenza della tragedia funge da spia rivelatrice della decadenza della civiltà

occidentale e trova il suo simbolo nell'opposizione tra spirito dionisiaco e spirito socratico, ossia un

uomo tragico (dionisiaco) (portato a dire sí alla vita) e un uomo teoretico (socratico) (portato a

violentare la vita con la sferza dei suoi sillogismi) . Nietzsche dice anche che con la filosofia di

Socrate si da inizio alla decadenza Il dionisiaco nietzscheano ha influenzato le manifestazioni

novecentesche della letteratura, della musica, del cinema e del teatro. Più dello stesso Nietzsche, il

Novecento ha evidenziato la profonda ambivalenza del dionisiaco, in cui convivono sia l'elemento

creativo che distruttivo, incarnando per antonomasia androgino, e rappresentando perfettamente la

contemporanea crisi del soggetto, di cui Nietzsche fu profeta e artefice.

Spirito tragico e accettazione della vita: la natura metafisica dell'arte

La celebrazione nietzscheana dello spirito tragico e dionisiaco coincide con una forma di celebrazione

della vita che, non può venir definita né "pessimista", né "ottimista", in quanto tende a porsi

programmaticamente al di là sia del pessimismo, sia dell'ottimismo. Da Schopenhauer Nietzsche

deriva la tesi del carattere doloroso dell'essere, ma respinge la tematica dell'ascesi. Infatti, alla

noluntas egli contrappone un atteggiamento di entusiastica accettazione dell'essere nella globalità dei

suoi aspetti. La vita è dolore, lotta, non ha ordine né scopo, il caso la domina.

Di fronte ad essa sono allora possibili due atteggiamenti:

●​ il primo è quello della rinuncia e della fuga (Schopenhauer);

●​ il secondo è quello dell'accettazione della vita cosi com'è ed è l'atteggiamento che mette capo

all'esaltazione della vita e al superamento dell'uomo.

La scelta di Nietzsche è essere discepolo di Dioniso, incarnazione di tutte le passioni che affermano

la vita. Dioniso e il simbolo del "sì" totale al mondo, è il Dio dell'ebbrezza e della gioia, il dio che

canta, ride e danza. Il mondo è per Nietzsche una sorta di gioco estetico e tragico e solo l'arte può

comprenderlo (natura metafisica dell'arte, che è strumento della filosofia). La rinascita della cultura

tragica è possibile con l'arte, in particolare la musica: l'artista wagneriano e il filosofo

schopenhaueriano sono i due fari ispiratori di rinnovamento.

Storia e vita

Tra il 1873 e il 1876 Nietzsche scrive le quattro "Considerazioni inattuali", un'opera di critica della

cultura contemporanea. Nella seconda, intitolata "Sull'utilità e il danno della storia per la vita", si

schiera apertamente contro lo storicismo e storiografismo, affermando che "un eccesso di storia,

indebolisce le potenzialità creatrici dell'uomo". La cultura contemporanea viene attaccata per aver

realizzato un'assolutizzazione della storia, che impedisce all'uomo presente di creare qualcosa di

nuovo, ovvero costruire il futuro, ma di proiettarsi solo al passato. In tal senso, egli non critica la storia

ma la assolutizzazione di questa, creata dagli idealisti e positivisti. Il filosofo possiede una concezione

della storia pessimista, in quanto la considera come un processo di decadenza che porta

inevitabilmente al nichilismo, ossia alla distruzione di tutte le credenze e alla negazione della stessa

vita; contrapponendosi, così, ai positivisti che considerano la storia con un processo necessario e in

continuo progresso. Per cui la storia è utile qualora è posta al servizio della vita ossia quando le

conoscenze acquisite nel passato vengono usate nel presente e per la costruzione del futuro; invece,

è dannosa quando si erige una sua assolutizzazione che porta l'uomo a pensare ed agire al passato.

Tutto ciò porta Nietzsche a descrivere tre modi di rapportarsi alla storia non dannosi, i quali

possiedono però un aspetto positivo e uno negativo:

●​ La storia monumentale: è propria di chi guarda al passato per cercarvi modelli e maestri che

non scorge nel presente. I lati negativi di tale atteggiamento sono molteplici, ma in particolare

c'è il rischio che avvenga una distorsione della storia, ossia i cessi di eliminare gli avvenimenti

negativi, esaltando solo quelli positivi.

●​ La storia antiquaria è propria di chi guarda al passato con fedeltà e amore. Il lato negativo è

che questo tipo di storia rimanendo ancorata al passato, impedisca all'uomo l'agile e gli

ostacoli in ogni progetto di cambiamento.

●​ La storia critica è propria di chi guarda al passato come a un peso da cui liberarsi per poter

vivere: sente la necessità di rompere con il passato, per potersi rifare da capo. L'aspetto

negativo di questo tipo di storia risiede nella sua presunzione di poter recidere il passato con

il coltello, dimenticando se noi siamo i risultati delle scelte delle precedenti generazioni e che

non è possibile liberarsi totalmente dal loro condizionamento.

Queste tipologie si dimostrano valide quando non usate unilateralmente ma in un approccio che le

integri tutte e tre.

-​ Il periodo illuministico

Con l'opera "umano, troppo umano", Nietzsche da avvio ad un nuovo periodo definito periodo

illuministico. Criticando le formule metafisiche di Schopenhauer e le tendenze artistiche di Wagner,

sostiene che lo strumento per arrivare all'essere non siano più la metafisica e l'arte, bensì la scienza.

Sottopone a giudizio proprio la metafisica, la ragione e l'arte: non valgono più come modi

fondamentali della verità, ma appaiono come divisione, che bisogna distruggere. Diviene così

illuminista non perché dà ciecamente ha fiducia nella ragione e nel progresso ma perché sottopone a

critica la cultura tramite la scienza=( metodo di pensiero). Con il termine scienza si intende un metodo

di pensiero in grado di emancipare gli uomini dagli errori che gravano sulle loro menti.

Il metodo genealogico

Il nuovo procedimento di pensiero proposto da Nietzsche si configura come un metodo critico e

storico-genealogico: critico perché eleva il sospetto a metodo di indagine, storico genealogico e che

ritiene che non esistano le realtà statiche o immutabili, ma che ogni cosa sia l'esito di un processo da

ricostruire. Il metodo critico e storico-genealogico è volto a risalire all'origine, alla matrice, per

comprendere i bisogni che hanno originato tutte quelle credenze che vuole distruggere.

La filosofia del mattino

Le figure con cui si concretizza questa filosofia illuministica sono lo spirito libero e la filosofia del

mattino. Lo spirito libero rappresenta il viandante, il vagabondo, cioè colui che servendosi della

scienza riesce a distaccarsi dai pregiudizi e dalle concezioni del passato, evitando di commettere

errori legati soprattutto alla metafisica. Il viandante riesce a emanciparsi dalle tenebre del passato

inaugurando una filosofia del mattino. La filosofia del mattino è appunto la filosofia basata sulla

condizione transitoria della vita è sul libero esperimento, che ha origine dal distacco del viandante dal

passato. Si tratta di una filosofia fresca, vergine, che non guarda alle credenze mistificate precedenti,

come la religione e la metafisica.

La morte di Dio e la fine delle illusioni metafisiche

Per comprendere l'espressione "morte di Dio" occorre innanzitutto tenere presente che cos'è Dio per<

Dettagli
A.A. 2011-2012
12 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessia.pergameni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Bancalari Stefano.