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Upanishad e testi buddhisti: la consapevolezza del carattere effimero

dell’esistenza degli individui e il conferimento all’uomo di una realtà più

profonda e immutabile da raggiungere una volta superate le apparenze

Perché ricordare Schopenhauer - 1788 -1860

Prenderà seriamente questo scontro con Hegel

Pensiero particolare, scontroso, misogino, antisemitismo. Critica la frivolezza e

stupidità delle donne del tempo.

Ha riportato, dopo anni di storia della filosofia occidentale, la grande

sapienza orientale, e questo reingresso possiamo farlo rientrare nel Velo di

Maya → Divinità dell’inganno indiana. Per Schopenhauer la realtà è un

inganno, una finzione, il mondo fenomenico è una rappresentazione del

soggetto in quanto fenomeno, ma la realtà profonda, l’essenza noumenica

della realtà sarà la volontà di vivere. tra le 2 cose è come se ci fosse un telo

dell’inganno che non ci fa vedere l’essenza profonda che si nasconde al di là

di quello che appare. questo velo andrà squarciato perché l’essenza profonda

che si nasconda va al di là del mondo come volontà e rappresentazione →

titolo: mondo che va interpretata in maniera duplice

- rappresentazione: in maniera fenomenica, sapere scientifico

- volontà: ingresso di un filone che andrà al di là dei fenomeni

Schopenhauer 3

Ha il coraggio di, dopo la discussione della propria tesi, scontrarsi con Hegel.

Ma, quando lui ottiene una libera docenza. Ha il coraggio di mettere le lezioni

lo stesso giorno e ora a quelle di Hegel → non si presenta nessuno, sospende

le lezioni

Critica ai 3 ottimismi

ottimismo metafisico-cosmico: s'intende il fatto che il cosmo sia regolato,

una struttura perfetta fatta da un dio per noi.

Ateismo molto forte,

nessun dio, religione, concezione, ci salva. c'è un cosmo ateo, religioni =

finzioni, menzogne che nascondono la nostra vera natura che è la

sofferenza, dolore, desiderio che ci conduce alla noia. costruiamo queste

visioni per assicurarsi ma non c'è nulla -> nietzche

Ottimismo sociale: richiamo ad Hobbes. S è hobbesiamo, forte sfiducia nella

società. L’ottimsmo sociale è il concepire la società come aver fiducia nella

collettività, nell'altro, che tutto funzioni, che siamo buoni. siamo egoisti,

volontà irrazionale che ci guida, non siamo altro che delle belve che in

qualsiasi momento possiamo manifestare una volontà inconscia e irrazionale

infinita:guerra

Ottimismo storico: è il modo di concepire la storia come disegno

razionalistico che si struttura per un miglioramento. per S non c'è, anche

questa è un'illusione, ogni storia si presenta come il ripetersi della stessa

tragedia.

Il mondo come volontà e rappresentazione

È l’opera più importante di Schopenhauer

Risponde alla domanda “Che cos’è il mondo?”

Per Kant la distinzione fenomeno-noumeno non implicava alcuna svalutazione

della nostra conoscenza del mondo;

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Per Schopenauer invece c’è per l’uomo l’impossibilità di cogliere la realtà come

essa è, poiché l’uomo è destinato ad una visione illusoria, il mondo come

rappresentazione è una realtà ingannevole

Il mondo come rappresentazione è lo sguardo dello scienziato, delle scienze,

fisico-materiale di come viene elaborato il fenomeno. Qui abbiamo la visione

scientifica del mondo. il mondo come rappresentazione è l'occhio scientifico

che struttura i fenomeno kantianamente attraverso lo spazio-tempo e con la

categoria di causa.

Distacco da kant e hegel → il mondo come costruzione fenomenica non racchiude

l'essenza della realtà, c'è altro: perveniamo a questo altro grazie al nostro corpo, il

velo di Maya può essere squarciato grazie all’esperienza corporea.

Prende il corpo e lo analizza da un punto di vista fenomenico o noumenico/volontà

Il corpo come rappresentazione è un oggetto tra gli oggetti, un fenomeno, e come

tutti gli altri sottosta alle leggi spaziotempo-causa e il mondo come

rappresentazione, però il mondo x S sta tra i 2 modi di interpretare la realtà

(cartesio).

Attraverso un processo di autocoscienza e intuizione, quindi non più dall'esterno

ma dall'interno, io percepisco che c'è qualcosa di invisibile: riflettendo su noi

stessi comprendiamo che la vera essenza della realtà è nascosta dal corpo (velo

di maya), qualcosa che avvolge l’essenza e che comprendo con autocoscienza.

Siamo manifestazione di una volontà infinita universale. Dall'interno capisco che

sono qualcosa che esce dall'aspetto matematico fisico, l'essenza della realtà è

una volontà irrazionale perché noi siamo manifestazione finite di qualcosa di

infinito che è la volontà irrazionale. Noi non siamo la volontà, siamo

manifestazione finita, volontà particolari che affermano ogni volta sempre una

volontà di vivere universale cieca nel cosmo che non vuole altro che

l'affermazione di se stessa → per questo è una tragedia.

La metafisica non è scienza ma è ineliminabile la volontà dell'uomo di andare oltre

le apparenze. Il mondo come rappresentazione per Schopenhauer è menzogna,

finzione di una realtà profonda che si cela e che noi possiamo solo intuire con un

processo di autocoscienza , rivela una natura di sofferenza, dolore ecc

si distacca da kant

Schopenhauer 5

L’elemento che permette di cogliere il noumeno è il corpo. Il corpo sottosta alle

leggi della fisica come gli altri oggetti, ma tramite un processo autocosciente

capisco di essere manifestazione particolare della volontà in quanto processo

intuitivo

Attraverso l’autocoscienza cogliamo l’autentica essenza della realtà che è la

volontà

cose

rappresentaz (occhio scientifico del mondo): è un corpo che sottosta alle

leggi della fisica in maniera meccanica

(se il corpo è considerato dall’interno) dall’esperienza del corpo stesso

però attraverso un atto inuitivo mi colgo come qualcosa di diverso, come

manifestazione della volontà in maniera particolare, perché solo la volontà

è aldilà di spaziotempo, causa - irrazionale, unica, non ha scopo - la

volontà è l’unica ad andar oltre il principio di ragion sufficiente

siamo manifestazione finita di una volontà infinita

La volontà di vivere anima tutto ciò che esiste, anche gli esseri umani

La volontà ha delle caratteristiche, gli esseri umani ne hanno altre: l’essere

umano non può, secondo S, realizzare pienamente l’essenza della volontà. La

volontà ci utilizza per realizzare i suoi scopi; lo scopo della volontà è solo

quello di perpetuarsi, è nell’esistere, l’affermarsi, è cieca e irrazionale.

questa necessità di autoconservazione si manifesta come un’eterna lotta per

la sopravvivenza nel mondo naturale → visione pessimistica della vita, tutte

le creature sono condannate a vivere nel dolore fino alla morte

LA STORIA E’ IL RIPETERSI DELLE STESSE TRAGEDIE

vita come pendolo che oscilla tra dolore e noia

Quando noi, in quanto esseri mancanti, desideriamo, il desiderio è qualcosa

che ci contraddistingue, aspiriamo verso qualcosa perché siamo mancanti. il

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volere significa desiderare. il desiderio è quell’elemento che emerge e che ci

dice che noi manchiamo di qualcosa.

la gratificazione che abbiamo quando raggiungiamo un obiettivo è solo un

appagamento momentaneo

il piacere si trasforma in noia, per l’assenza di un fine a cui tendere

Il suicidio

Schopenhauer esclude il suicidio, non annulla la volontà di vivere.

1. è inutile, se ci togliamo la vita non stiamo facendo altro che toglierci soltanto la

nostra vita individuale, ma se ne nascono altri e la volontà divivere si realizza

continuam, cosa ho cambiato del destino della volontà di vivere? mi sono tolto

solo la vita

mi contrappongo alla volontà in maniera individuale, non risolvo la grande

questione di estirpare la volontà di vivere

2- il sucidio riafferma la volontà di vivere: se mi tolgo la vita, do ragione alla

volontà di vivere perché è come se avessi di fronte 2 scelte: vivere desiderando o

non vivere

trovare la via per vivere estirpando la volontà. non devo togliermi la vita, devo

vivere in maniera diversa

togliendomi la vita è come se non avessi trovato un modo alternativo di vivere che

possa spezzare la catena del desiderio

dalla soppressione di un unico individuo non riceve alcun danno, perché essa

continua a esistere

riafferma la volontà di vivere, tra la scelta di vivere desiderando o non vivere

togliendoci la vita perdiamo

Sconfiggere la volontà di vivere scartando il suicidio

In 3 modi posti in maniera gerarchica, esprimono il miglior grado di risoluzione:

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arte: forma in cui si interrompe la catena del desiderio in maniera provvisoria

(ascoltando musica, scrivendo poesie ecc). Terminato l’effetto

dell’elaborazione artistica, si ritorna nel mondo fenomenico della sofferenza →

nell’esperienza estetica non perseguiamo alcun fine

etica: ha origine dalla compassione, non più dall’intelletto come Kant, perché

ragione e intelletto sono sottomessi alla volontà.

Attraverso la compassione comprendiamo che anche gli altri esseri sono

soggetti alla volontà, simili a noi

→ può motivare

la giustizia, per cui possiamo frenare l’affermazione della nostra volontà per

non negare quella degli altri, non far male agli altri, perché consideriamo

l’altro facente parte del nostro stesso destino di sofferenza,

→ Può motivare la

carità (agàpe), che consiste nel far bene agli altri non egoisticamente e

sacrificarsi

→ all’agàpe

si contrappone l’éros, il sentimento egoistico che ha come unico fine

l’accoppiamento.

Forma di liberazione

più profonda dell’arte, ottica in cui si condivide un destino, aiutando gli altri si

fuoriesce dalla dimensione di egoismo e atrocità che ci definisce come

esseri umani

nirvana/ascesi: per arrivare alla completa assenza di volontà (noluntas) si

possono compiere pratiche ascetiche, quindi il digiuno, castità, povertà. Si

riduce al minimo tutto quello c

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Publisher
A.A. 2007-2008
9 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher busia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi del Molise o del prof Parisi Marco.