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RAPPORTI FRA UN ASSUNTO DI BASE E L’ALTRO
Caratteristiche assunti di base:
Esistenza di un capo. c’è sempre un capo, ma il capo può essere anche un’idea,
non si deve personificare per forza;
Si oppongono allo sviluppo del gruppo;
E usano l’azione: c’è un agito, non sono razionali, ma il linguaggio diventa
un’azione
Assenza di tempo: negli assunti di base non c’è tempo; ha una logica
atemporale (la logica simmetrica di Matte Blanco, la logica dell’inconscio).
Linguaggio
Gruppo di lavoro: è usato anche in modo
simbolico.
Assunto di base: il linguaggio si svuota, metti dentro l’altro le emozioni, è un
linguaggio emozionale.
Leadership
Gruppo di lavoro: il leader è il conduttore, il quale ha il contatto con la realtà. Il
interpreta
conduttore l’emozione, la rende esplicita (il gruppo sta attraversando
questa dinamica: es. mi sento come se fossi accusato di un atto empio). Il conduttore
non dirige, non è il direttore del gruppo, attraversa con il gruppo le emozioni e ha il
compito di svelarle – molto spesso attraverso la parola, ma non è detto che avvenga
per forza attraverso il linguaggio; es. con i bambini si può interpretare qualcosa anche
attraverso il linguaggio corporeo, non verbale, può essere un’interpretazione
corporea, quindi l’agito è al servizio del pensiero. Può diventare leader del
GAdB per alcuni momenti, ma deve ritornare ad essere il leader del GdL, per
condurre ad uno sviluppo, che non avviene del GAdB. Che cosa guida
Assunto di base: Può essere il conduttore, un’idea, un partecipante.
il gruppo? La leadership nasce dal basso: è il gruppo che fa emergere il suo leader in
funzione del gruppo. Non dipende dalle sue qualità, ma dalla sua valenza, cioè dalla
capacità di combinarsi in modo involontario con quella che è la necessità del gruppo.
Si diventa leader dell’azione non del pensiero. Si costituisce come il prodotto
dell’identificazione proiettiva il leader si trova al polo ricevente dell’identificazione
proiettiva. Il leader è in contatto solo con le dimensioni interne, emozionali.
L’analista spesso è visto come il leader del gruppo in assunto di base. Ma in realtà il
compito dell’analista è mantenere il contatto con la realtà.
Il capo del gruppo di lavoro ha il merito di mantenere il contatto con la
realtà esterna, ma al capo del gruppo di base non si richiede questa qualità.
Il capo del gruppo di lavoro è innocuo, privo di qualsiasi influenza sul gruppo, oppure è
un uomo con un rapporto con la realtà tale da conferirgli autorità. Il capo del gruppo di
base può coincidere con il capo del gruppo di lavoro, ma in realtà può esiste un altro
capo che è in grado di suscitare l’alleanza entusiastica del gruppo, ma che è incapace
di qualsiasi contatto con una realtà, che non sia quella delle richieste del gruppo di
base. Il gruppo può essere guidato da un individuo, capo solo perché ha una
personalità, che lo rende particolarmente adatto all'annullamento della sua
individualità (Le Bon parlava di un “automa che ha cessato di essere guidato dalla sua
volontà”), ed è così pervaso dagli stati emotivi del gruppo di base da disporre di tutto
il prestigio relativo ad un capo del GdL. Egli differisce dagli altri solo per il fatto di
essere l'incarnazione del capo richiesto dal gruppo di base
I tre gruppi di base sono ognuno costituito da un aggregato di individui che hanno in
comune le caratteristiche di uno dei personaggi della situazione edipica, che cambia a
seconda dell’assunto di base attivo. Quindi sul piano emotivo appaiono le figure
edipiche, ma in realtà comprendono una componente del mito di Epido, la Sfinge.
Il mito di Edipo ma dal punto di vista della sfinge spiega il mito di Edipo
• ma dal punto di vista del gruppo; la sfinge è come l’analisi di gruppo, è
portatrice di sventura, la sfinge ha predetto delle cose. Il vertice non è tanto la
sessualità, quanto la conoscenza. La sfinge predice la sventura, cioè la
conoscenza. La conoscenza è conoscenza rispetto alle emozioni. La conoscenza
è sofferenza, è conoscere profondamente la propria realtà emozionale
(questo è il lavoro analitico). L’emozionalità profonda, quella che poi chiamerà
O, origine.
Bion ci parla anche del Mito dell’Eden che legge come una sfida dell’uomo a
• conoscere (la famosa mela). Altro mito che cita Bion è il Mito della torre di
babele, è una sfida dell’uomo alla conoscenza. La conoscenza è come un
motore per l’uomo.
Voler conoscere, ma anche la paura di conoscere. Bion ci parla anche di -K (= meno
kappa) è un anti-legame, il desiderio di difendersi, un po’ un ottundimento mentale.
L’analisi è questo: è l’attraversamento di un dolore mentale attraverso la
conoscenza della propria emozionalità.
Analista come un mistico (Ricordiamo che Bion è nato in India) il mistico è
establishment
qualcuno che rivoluziona un paradigma, è quello che rompe l’ delle
istituzioni, è colui che ha la capacità di rottura dell’equilibrio; per Bion la rottura è
cambiamento catastrofico
sempre positiva. Il è il ribaltamento di un sistema, non
si sa se è positivo e negativo, se va in contro ad un cambiamento trasformativo
oppure no. L’analista ha fiducia in una condizione inconscia sconosciuta, non teme
l’ignoto e lascia espandere nel gruppo la sfera immaginativa.
In “Attenzione e interpretazione” degli anni ’70 non troviamo più la dicotomia tra
leader e gruppo di lavoro specializzato, ma la dicotomia tra MISTICO e ISTITUZIONE. Il
mistico è il leader che ha in sé un’idea innovativa; l’istituzione invece si fonda su
meccanismi di stabilità. Il leader, allora è colui che incarna la creatività, che contiene
una dimensione dirompente, un cambiamento che va a rivoluzionare il sistema, è
quindi un contenuto che ha bisogno di un contenitore che lo accolga →rapporto tra
leader e istituzione come rapporto tra contenuto e contenitore.
Non è l’analista che è l’esperto, non è in una posizione top, è al pari del gruppo, è un
componente del gruppo che attraversa le dinamiche del gruppo con il gruppo. Il
gruppo ha una concezione democratica, diceva Corrao. Non è il leader esperto, è
esperto soltanto nel senso che ha un compito, ma in termini di potere è il gruppo
che ha una funzione analitica, una funzione esperta. Quindi, è molto democratico
questo meccanismo e non a caso funziona. Quindi, è il gruppo che interpreta, non è
autointerpretante.
l’analista. Se parte del gruppo è in silenzio è un contesto Ogni
comunicazione del gruppo è un’interpretazione ogni comunicazione parla,
traduce
cioè, delle emozioni del gruppo. Le interpretazioni non hanno per forza a che
vedere con la parola. Tante persone unite producono un corpo che si esprime con tanti
registri. Questo aspetto del corporeo, del sensoriale, è molto forte nei gruppi, ci dice
tanto.
Cos’è un gruppo dl punto di vista della psicologia dinamica?
È uno spazio psichico, uno spazio relazionale, uno strumento, un vertice di lettura.
psicologia delle masse e analisi dell’io.
Il punto di partenza è Freud con
Differenza tra massa e gruppo: numerosità, fine comune o meno, elementi in
comune, dimensione organizzativa. Freud parla di masse e si chiede cosa succede
all’individuo che entra all’interno della massa. L’io si indebolisce e si tende a
regredire, avremo quindi un insieme di individui allo stesso grado di regressione
(Bion). Il gruppo come tutto = gruppo che funziona come un’unità malgrado i suoi
membri non se lo propongano e non abbiano coscienza, si riprende il concetto di
gruppo di Lewin “il gruppo è più della somma delle sue parti”
Parte da “Psicologia delle masse e analisi dell’Io” di Freud, che affonda le proprie radici
nella vita psichica del singolo l’altro è regolarmente
in ambito sociale. Scrive Freud, “
presente, come modello, come oggetto, come soccorritore, come nemico, e pertanto
la psicologia individuale è al tempo stesso, fin dall’inizio, psicologia sociale ”.
La questione teorica (nonché l’eredità freudiana) alla base del testo, riguarda
l’indagare cosa sia una massa, in che modo la massa influenza l’individuo, quali siano
le caratteristiche psicodinamiche della massa e come cambiano l’identità e i rapporti
all’interno della stessa. È necessario sottolineare, innanzitutto, che nella sua
trattazione Freud si occupa di legami libidici: il gruppo, si fonda, cioè, su legami
libidici e in particolare sulla prima forma di legame d’amore che è
l’IDENTIFICAZIONE, ovvero quel processo psichico per cui si assimila dell’altro
qualcosa e in base a questo nuovo assimilato, avviene una trasformazione.
i legami emotivi costituiscono l’essenza della psiche
A tal proposito Freud scrive: “
collettiva”. Per mostrare il destino di tali investimenti libidici, Freud analizza il
rapporto del gruppo con il capo; il capo è colui che raccoglie una formazione specifica
che è l’Ideale dell’Io.
Quindi ogni individuo cede una parte del proprio Ideale dell’Io al leader e in questo
modo si crea la condizione per un’identificazione comune. Quindi possiamo dire
che la massa è una moltitudine di individui che hanno assunto come ideale
dell’io lo stesso oggetto e in virtù di questa condivisione si sono identificati
tra loro. Si avrà quindi una riduzione del funzionamento dell’Io, che è sottomesso ad
un’istanza esterna (come accade nella dipendenza amorosa e nella dipendenza dall’
ipnotizzatore) I gruppi, quindi, sono tenuti insieme da un’identificazione comune
con il capo che rappresenta un’ideale comune (l’ideale dell’io personale viene ceduto
al leader, proiettando su di lui le proprie altre aspettative). Nel frattempo, la
componente razionale, l’Io, si indebolisce. “Totem e Tabù”
Ma come si arriva alla vera e propria socialità? testo del 1915 in cui
Freud spiega il passaggio dall’orda primitiva al gruppo sociale: un gruppo di fratelli si
coalizza cont