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CAP. 8 LA BARRIERA DI CONTATTO
L’uomo deve “sognare” un’esperienza emotiva mentre gli capita, sia che gli capiti nel
sonno sia che gli capiti da sveglio: la funzione alfa dell’uomo, sia nel sonno che nella
veglia, trasforma le impressioni sensoriali aventi rapporto con un’esperienza emotiva
cohere)
in eleminti alfa, che mentre proliferano, si condensano ( formando la barriera
di contatto. Barriera che è in continuo processo di trasformazione segna il punto di
contatto e di separazione tra elementi consci ed inconsci, generando la distinzione tra
di loro.
La funzione Alfa, attraverso il suo funzionamento, crea tale barriera, la cui natura
dipenderà dalla natura del rifornimento di elementi alfa e dal tipo di relazione che
sussiste tra di loro. Gli elementi Alfa possono condensarsi (cohere), possono costituire
un agglomerato, possono essere ordinati sequenzialmente ed avere l’aspetto di una
narrazione, possono essere ordinati logicamente o geometricamente. Mentre gli
elementi beta non hanno capacità di connessione.
La trasformazione degli elementi da consci ad inconsci e viceversa dipenderà dalla
natura della barriera di contatto.
Bion immagina la barriera di contatto come una membrana semipermeabile, luogo
dove avvengono le trasformazioni, ed è da questa membrana, e grazie alla funzione
Alfa che la rende possibile producendo elementi Alfa, che si potranno generare
meccanismi come quello della rimozione. La barriera di contatto protegge il
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funzionamento mentale perché relega gli elementi inconsci in una parte della vita
mentale. * preservando il funzionamento mentale da uno stato immerso nella
sensorialità (come avviene per lo psicotico).
Quando non si crea tale barriera, come nella condizione psicotica, troveremo lo
SCHERMO BETA che descrive il fallimento della funzione Alfa ed è formato da un
agglutinamento di elementi beta: in questo caso non c’è distinzione tra
conscio/inconscio, percezione/ allucinazione, sonno/veglia. In tale condizione si
abolisce la capacità di dare significato alle emozioni e quindi avremo prodotti
patologici come allucinazioni, deliri e oggetti bizzarri.
(dal cap.10) clinicamente si può supporre che la barriera di contatto si presenti come
qualcosa di simile ai sogni. Fa si che si stabilisca una relazione e permette di
continuare a credere che questa relazione è un evento reale, soggetto alle leggi della
natura, impedendo che questa credenza sia sommersa da emozioni e fantasie di
origine endopsichica; impedisce anche alle emozioni endopsichiche vengano
sopraffatte dal punto di vista della realtà. L’inconscio è reclutato dalla funzione alfa
con elementi alfa destinanti ad essere immagazzinati, a cui è vietato introdursi nella
coscienza nelle occasioni in cui il loro impatto sul controllo dell’uomo della situazione
costituita dalla realtà esterna determinerebbe un senso di futilità o sconnessione del
pensiero ordinato.
CAP.10 FENOMENI CLINICI, OGGETTI BIZZARRI, INVERSIONE DELLA FUNZIONE
ALFA
Grazie allo schermo beta il paziente psicotico è capace di suscitare emozioni
nell’analista, attraverso le sue associazioni, rappresentate da elementi dello schermo
beta, intesi a suscitare interpretazioni o altre risposte, non adeguate al bisogno di
ricevere l’interpretazione psicoanalitica, quanto al bisogno di provocare un
coinvolgimento emotivo (secondo Bion la teoria del controtransfert di Freud spiega il
fenomeno solo in parte, riconducendo il tutto a motivazioni inconsce dell’analista, non
tenendo conto del ruolo giocato dal paziente).
Il paziente non fa un discorso articolato, ma dà una chiara dimostrazione di non essere
in grado di capire lo stato mentale in cui si trova. Utilizza le parole per “sbarazzare la
psiche dall’eccesso di stimoli”, non è un discorso orientato ad un fine.
La sostituzione di uno schermo beta al posto di una barriera di contato è un processo
vitale. Grazie alle osservazioni dell’analista che costituiscono l’elemento che permette
il passaggio da una serie di particelle o elementi disparati ad una loro sintesi
(passaggio posizione schizoparanoide depressiva)
Il contributo dell’analizzando è costituito da una sostituzione della funzione alfa con
qualcos’altro, l’inversione della funzione alfa con l’inversione, le impressioni
sensoriali non vengono trasformate in elementi alfa, per essere utilizzate per i pensieri
onirici e per i pensieri inconsci di veglia e al posto della crescita della barriera di
contatto si verifica una sua distruzione. Gli elementi alfa vengono spogliati delle
caratteristiche che li differenziavano dagli elementi beta, ritradotti in elementi beta e
proiettati così da formare lo schermo beta. Equivale alla dispersione della barriera di
contatto, che comporta l’istituirsi di oggetti bizzarri. Oggetti diversi dagli elementi
beta originari (che designano solo le impressioni sensoriali, intese come una parte
della personalità che la percepisce e come la cosa in sé che le corrisponde). la
differenza sta nel fatto che gli oggetti bizzarri presentano delle tracce di io e di super
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CAP.11 IDENTIFICAZIONE PROIETTIVA, MELANIE KLEIN, REVERIE
Riprendendo la Klein l’attività nota come “pensiero” era un processo che serviva a
liberare la psiche dall’accumularsi degli stimoli, secondo il meccanismo
dell’identificazione proiettiva definito dalla Klein. Questa teoria afferma che esite una
fantasia onnipotente, la quale fa credere che sia possibile distaccare alcune parti di
personalità, indesiderate sul momento, anche se apprezzate in altre occasioni, e
riporle dentro un oggetto.
Fantasia onnipotente riscontrabile sia nella clinica che nell’inizio della vita, nella
relazione madre-bambino.
L’abilità del paziente di inserire nella realtà la propria onnipotente fantasia
d’identificazione proiettiva è direttamente proporzionale alla sua capacità di tollerale
la frustrazione: se non è in grado di tollerarla, la fantasia di identificazione proiettiva
troverà nella realtà, rispondenza proporzionalmente ridotte, che determinerà
un’identificazione proiettiva eccessiva (Klein).
Klein teoria delle relazioni oggettuali, primo oggetto con cui il bambino si
relaziona è il seno, scisso in seno buono e seno cattivo.
In una situazione fisiologica il bambino esperisce delle situazioni o sensazioni
spiacevoli (es. fame). Le esperienze emotive sono seno buono e seno cattivo, ma ciò
che viene segnalato agli organi di senso sono la componente fisica, il malessere
dovuto alla fame o alla sazietà (gli elementi beta cronologicamente sono anteriori
agli elementi alfa).
LA METAFORA DIGESTIVA Secondo Bion, lo sviluppo psichico, in analogia con
quello fisico che richiede un’alimentazione adeguata, richiede un buon funzionamento
alimentare psichico. Difatti, scrive Bion: possiamo dire che il latte è una sostanza
concreta che viene assorbita e digerita da un canale digerente; dal punto di vista
psichico l’amore della madre è simile al latte perché nutre psichicamente il bambino →
ciò significa che esiste un seno psicosomatico a cui corrisponde, nel bambino, un
canale alimentare psicosomatico. Questo seno è ciò di cui il bambino ha bisogno per
procurarsi non solo il latte, ma anche gli oggetti interni buoni. In tale situazione il
bisogno del seno è una sensazione analoga al seno cattivo seno buono,
Il bambino non ha consapevolezza di questo bisogno, il bisogno del ma
ha la consapevolezza di un bisogno non soddisfatto, sperimenterà frustrazione. Il
seno cattivo,
bisogno del seno è una sensazione, ovvero il il bambino sente di dover
mandare via un seno cattivo.
In tale situazione il bambino potrà evacuare il seno cattivo in qualcosa di reale, il
seno esistente, garantendo così un modello di id. proiettiva ben riuscito.
• Se la madre è assente, non si avrà l’incontro tra l’idea innata di seno (pre-
concezione) e l’esperienza dello stesso, per cui si avrà un seno cattivo, un non-
seno, un qualcosa da evacuare.
• Se la madre è presente può soddisfare il bisogno del bambino favorendo così
l’unione tra la pre-concezione ed esperienza percettiva; si avrà così la nascita
della concezione (qualcosa di percettivo, con un pensiero vero e proprio).
buona tolleranza alla frustrazione,
Se il bambino è dotato di una l’invidia non avrà
quote elevate e di fronte all’esperienza di mancato incontro con il seno, il bambino
potrà tollerare l’assenza e quindi comincerà a farsi un’idea di un qualcosa che in
passato aveva incontrato (il seno) e quindi nascerà il pensiero, il bambino tollera il
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vuoto, la non-cosa, e sarà in grado di trasformare questo vuoto in un pensiero. Il seno
“desiderato” non sarà più sentito come presenza di un seno cattivo, ma come idea di
un seno che non c’è. Questa mancanza è fondamentale per lo sviluppo di un concetto,
quindi del pensiero vero e proprio, che nasce dall’assenza e dalla capacità di tollerare
questa assenza, la non-cosa.
Seno buono e seno cattivo hanno qualità psichiche diverse. È molto più probabile che
venga riconosciuto come idea il seno cattivo (il seno desiderato, ma assente), che non
il seno buono, che viene connesso ad una cosa in sé, un oggetto reale.
un’intolleranza alla frustrazione,
Se invece c’è l’invidia e altre dimensioni di
distruttività hanno livelli molto elevati per cui il bambino non tollera questo vuoto ed
evacua questa sensazione nell’altro →si avrà così un’id. proiettiva ipertrofica, quindi
non un modello di id. proiettiva funzionale in cui la madre trasforma i dati indigeriti del
bambino in qualcosa di tollerabile, ma un modello di id. proiettiva disfunzionale in cui
il bambino evacuerà non solo gli elementi beta, ma tutto l’apparato per pensare i
pensieri; il bambino evacuerà quindi tutti quegli strumenti che potevano garantirgli la
nascita di un pensiero.
Avremo quindi in questo caso un fallimento della rêverie per cui il bambino non sarà
compreso nei suoi bisogni primari e re-introietterà non quella paura di morire
incombente che il bambino ha dalla nascita (legato, per es. alla fame) alleggerita e
trasformata dalla madre in una paura tollerabile, ma un terrore senza nome, una
sensorialità allo stato puro, qualcosa che non può essere contenuto né dal pensiero né
dall