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SAPERI MINIMI
Prima parte
- Ambiente: è il contesto in cui opera l'impresa. Può essere remoto (vincoli che l'impresa deve seguire, condizionamento passivo) o immediato (relazioni quotidiane che caratterizzano l'impresa, condizionamento attivo). L'ambiente immediato può essere a sua volta competitivo o relazionale.
- Ambiente competitivo: è costituito da soggetti con cui l'impresa ha relazioni di natura commerciale e finanziaria, tali relazioni sono suscettibili di incidere direttamente sui risultati economici dell'impresa. Ne fanno parte questi soggetti: competitors, imprese partner, clienti, fornitori, finanziatori, ecc.
- Break even point: è il volume di produzione corrispondente all'incontro della curva dei costi totali con quella dei ricavi totali tracciate in funzione rispettivamente della quantità prodotta e venduta riferite a un determinato periodo di esercizio. È uno strumento utile per
Qe.4. Business plan: è il documento in cui viene descritto un progetto imprenditoriale definendone obiettivi, strategie, criteri di vendita, marketing e previsioni.
5. Capacità produttiva: corrisponde a quanto al massimo è possibile produrre.
6. Capacità produttiva effettiva: è la produzione massima ottenibile in condizioni reali di funzionamento stabilite ex ante (dato stimato dall'imprenditore dell'impresa possidente l'impianto).
7. Capacità produttiva nominale: è la produzione massima ottenibile da macchine e impianti in un tempo base in cui, per definizione, non si verifichino interruzioni o rallentamenti e si hanno condizioni ideali di funzionamento (dato stabilito dal costruttore dell'impianto).
8. Conoscenza: viene definita anche know-how e può essere di varia natura. In base al modo in cui trasmettola conoscenza, può essere: TACITA (o implicita/contestuale): non la apprendo suilibri, è legata alla propria esperienza, cultura e al contesto in cui si nasce, cresce e si lavora, èacquisita in maniera spontanea e inconsapevole vedendo come si comporta un’altra persona oESPLICITA (o esplicita/codificata): è una conoscenza scritta in modo che possa essere trasferita erispettata. 9. Costo: è il valore dei fattori produttivi impiegati. 10. Costo fisso: è il costo che non varia al cambiare del volume di produzione (quantità prodotta),infatti i costi fissi vengono sostenuti dall’impresa anche in caso di chiusura dello stabilimentoproduttivo o di non funzionamento degli impianti (es.leasing, affitto). 11. Costo totale: è l’insieme dei costi fissi e dei costi variabili (CT= CF + CV). 12. Costo variabile: è il costo che varia in base alla quantità prodotta e che l’impresa sostienesolo se e nella misura
in cui produce e vende (CV = Cvu x Qp).
13. Creatività: è la capacità di dare risposte a nuovi e vecchi problemi, è una risorsa fondamentale per la nascita dell'impresa e lo sviluppo dell'innovazione x realizzare un nuovo prodotto (non esiste innovazione senza creatività).
14. Decentramento produttivo: è una strategia attinente al processo produttivo, si decentra una fase del processo, una componente del prodotto o la capacità produttiva.
15. Dimensionamento della capacità produttiva: il problema di dimensionamento della capacità produttiva (problema di quanto produrre) per cui è necessario individuare un livello di capacità produttiva ideale, livello che deve permettere il raggiungimento di determinati obiettivi: minimizzare i costi unitari di produzione, minimizzare il rischio di non assorbimento del prodotto. Ogni impresa dovrà valutare la forma della propria curva di domanda per decidere a quale
livelloadattare la capacità produttiva.
16. Distretti produttivi: zone geografiche in cui si concentrano molte imprese appartenenti allo stesso settore che competono o collaborano tra loro.
18. Economicità: è la capacità di minimizzare i costi, è sinonimo di efficienza economica (rapporto tra ricavi e costi).
19. Economie da sfruttamento: spiegano la relazione diretta tra produzione e livello dei costi. Si verificano quando i costi unitari di un prodotto diminuiscono al crescere della quantità prodotta per effetto della ripartizione dei costi fissi su un maggior volume di produzione. Questa relazione vale però solo nel breve periodo perché i costi fissi non sono costanti, possono aumentare perché magari l’impresa acquista un impianto o diminuire a causa di un disinvestimento ad esempio.
20. Economie di apprendimento: si basano sul concetto di miglioramento dello svolgimento del lavoro col ripetersi dell’esecuzione del
lavoro stesso (più si ripete la stessa cosa, più si è veloci emeno si spreca). Questo tipo di economia si basa sull’acquisizione di esperienza dallo svolgimento del lavoro ed è stata studiata nell’industria aeronautica statunitense dove hanno registrato una diminuzione costante delle ore di lavoro necessarie alla realizzazione di uno stesso velivolo nel tempo.
21. Economie di scala: i costi totali unitari di produzione diminuiscono per effetto di una dimensione produttiva maggiore. A differenza delle economie da sfruttamento la capacità produttiva non è data, ma aumenta (più macchinari, più stabilimenti, ecc).
22. Economie di scopo: si basano sull’idea che la somma di 2 o più attività svolte in comune è minore della somma dei costi delle stesse attività svolte separatamente.
23. Efficacia: è il grado di raggiungimento degli obiettivi prefissati, che per l’impresa sono le vendite,
fatturato e quota di mercato (fatturato impresa/fatturato di tutte le imprese del settore), l'impresa può anche mirare alla customer satisfaction attraverso dei questionari che permettono all'impresa di capire dove migliorare, confrontandosi anche con i competitor per vedere la sua posizione rispetto all'intero mercato.
24. Efficienza economica: ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, cioè cercare di utilizzare al meglio le risorse. L'efficienza economica è la dimensione monetaria (R/C: a parità di C, aumento i R oppure diminuisco i C a parità di R in modo da aumentare l'efficienza). Se miglioro l'efficienza, vado a migliorare anche la redditività, la loro relazione è data da (R-C)/I (il loro legame incide sul numeratore, il capitale investito non può cambiare).
25. Efficienza tecnica: capacità di massimizzare gli output e minimizzare gli input. Tramite un meticoloso studio del ciclo
produttivo è possibile ottimizzare le risorse riducendo scarti e sprechi è inoltre possibile ottimizzare l'organizzazione del lavoro riducendo gli sforzi per uno stesso output aumentando la mole di output a parità di ore di lavoro. Avere minori costi incide sulla leadership di costo, l'impresa riuscirà a praticare prezzi minori.
26. Elasticità: capacità di un'impresa o di un impianto ad adattarsi a variazioni quantitative della domanda senza un aggravo dei costi. Se un'impresa riesce a variare la produzione in base alla domanda senza un aggravo dei costi, allora è elastica. L'impresa è competitiva in termini di costo, leadership di costo.
27. Fiducia: definita anche come trust-based view che è fondamentale se consideriamo l'impresa come un sistema relazionale. La fiducia consiste nell'attesa di un comportamento benevolo della controparte (si parla della teoria del love marketing).
28. Filiera
di produzione: è l'insieme degli stadi di produzione che intercorrono da un input iniziale ad un output finale. 29. Flessibilità: è la capacità di un'impresa o di un impianto ad adattarsi a variazioni qualitative della domanda. Un'impresa flessibile riesce a soddisfare le esigenze del mercato. L'impresa è competitiva in termini di differenziazione. 30. Imprenditore: è la persona che esercita professionalmente un'attività economica organizzata ai fini della produzione e dello scambio di beni o di servizi. 31. Imprenditorialità: è l'insieme delle qualità e caratteristiche proprie dell'imprenditore. 32. Impresa: è un'organizzazione stabile di persone e mezzi in cui vengono svolti processi di produzione di beni o servizi da scambiare con entità esterne al fine di produrre ricchezza. 33. Impresa artigiana: è l'impresa che, esercitata dall'imprenditore artigiano.ha come scopo prevalente lo svolgimento di un'attività di produzione di beni, anche semilavorati, o di prestazioni di servizi. L'impresa artigianale ha una produzione unica e personalizzata.
34. Impresa industriale: è l'impresa che, combinando in modo opportuno uomini, macchine, scorte di materiali, energia, conoscenze tecniche e metodi organizzativi, trasformano materiali, energia e servizi in prodotti commercialmente competitivi. L'impresa industriale ha una produzione di grandi quantità di prezzi uguali (standardizzata).
35. Integrazione orizzontale: è la strategia con cui l'impresa amplia la propria capacità produttiva (decentramento della capacità produttiva).
36. Integrazione verticale: è la strategia con cui l'impresa decide di effettuare un'espansione integrando stadi di produzione adiacenti a valle o a monte (decentramento delle fasi).
37. Leadership: è l'autorevolezza che modifica il
comportamento degli altri individui, ottenendone la loro adesione senza far ricorso a meccanismi di autorità formale. 38. Managerialità: è il complesso delle qualità, delle capacità, delle caratteristiche di un manager, con particolare riferimento a doti di dinamicità e pragmatismo, a chiarezza di vedute e di intenti. 39. Margine di contribuzione: è la quantità economica che resta disponibile dopo aver coperto i costi variabili per coprire, totalmente o parzialmente, i costi fissi e per formare eventuali utili. 40. Organigramma: è un modello che ripartisce compiti e responsabilità. 41. Produttività: è la capacità di utilizzare al meglio una certa risorsa data dal rapporto output/input. 42. Produzione: in senso stretto, è il processo fisico di trasformazione di risorse (INPUT) in beni materiali (OUTPUT). In senso allargato, è il processo di creazione di beni e servizi per il soddisfacimento.delle necessità umane.
43. Profitto: quota del reddito spettante all’imprenditore. Il profitto è una grandezza eventuale e residuale.