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ESCURSIONE MONTEFLAVIO
Tavoletta 366, carta geologica 1:50.000, progetto CARG. La prima unità tettonica è l'unità di Monte Morra, sono dolomie Triassiche in sovrascorrimento sui calcari (e alcune dolomie) della base del giurassico (Hettangiano-Sinemuriano). Essi corrispondono alla piattaforma Liassica, che evolverà in parte come dominio di piattaforma Laziale-Abruzzese, e in parte si ribasserà andando a formare quello che diventerà il dominio Umbro-Marchigiano.
A causa della vicinanza al bordo della piattaforma carbonatica instabile, flussi torbiditici calcarei si sono andati ad intercalare a diversi orizzonti stratigrafici del bacino Umbro-Marchigiano (qui chiamato Sabino). Siamo saliti da Morricone a Monteflavio, abbiamo attraversato tutta una serie di dorsali (es. Monte Matano), poi salendo abbiamo visto rilievi e depressioni con andamento NO-SE (tipico andamento Appenninico). Le faglie ribassano la struttura verso Ovest. L'habitat di
Monteflavio si trova al limite tra l'unità tettonica 2 (Monte Castelvecchio/Monte Gennaro - calcare massiccio molto fratturato) e l'unità tettonica 3. Noi vedevamo un fascio di faglie orientate NE-SO di trasferimento (tear faults) che avevano a che fare con un segmento del fronte di sovrascorrimento dell'unità tettonica 1-2, sull'unità tettonica 3. Erano faglie associate al fronte di sovrascorrimento. Abbiamo esaminato il volume di ammasso roccioso intensamente fratturato nei pressi del fronte di sovrascorrimento. NB. La prima faglia vista era dovuta a regime estensivo? Abbiamo un volume di roccia interessato da fratturazione e fagliazione, a seguito di un certo campo di stress (regime tensionale compressivo o al massimo transpressivo), quando poi varia il campo di stress (centinaia di migliaia di anni dopo) il volume di roccia si deformerà in corrispondenza di superfici di discontinuità già esistenti. Per quanto riguardaLa faglia che abbiamo visto: una superficie prodotta da un campo distress compressivo (miocene superiore, tortoniano-messiniano al passaggio alPliocene) è stata riutilizzata in un regime di stress di distensivo. Quindi le faglie ad alto angolo non sono necessariamente legate a regime distensivo. Bisogna inoltre tenere presente che ciò che oggi noi vediamo ad alto angolo nella fase compressiva poteva essere a basso angolo e aver subito una rotazione di blocchi...
Pantanaccio costituito da materiale argilloso derivante dall'erosione e trasporto dei litotipi che si trovano lungo il fianco Occidentale della dorsale N-S Sere di Ricci. Costituita da calcari marnosi, marne calcaree, calcari e marne a posidonia, calcari diasprigni. I calcari marnosi (giacitura 80/25, immersione verso E) li abbiamo visti lungo tutto il nostro percorso. Poi abbiamo trovato il contatto fra essi e un banco di materiale calcareo tipico di piattaforma (con ooidi e peloidi). I calcari marnosi...
contenevano radiolari, filaments. Abbiamo poi attraversato una valle con andamento SSE-NNO che segue una linea di fratturazione o un limite litologico. La valle colà ad un certo punto non continua più perché a sinistra del sentiero c'era una faglia di trasferimento che metteva in contatto i calcarimarnosi con il calcare massiccio. A Passo la Croce c'era proprio la prosecuzione del fronte di sovrascorrimento. Abbiamo osservato un contatto tra il sovrascorrimento e la piega sinclinale coricata. Poi abbiamo camminato lungo il contatto tra la maiolica e calcari diasprigni fino ad arrivare a Fonte Nocelle (dove c'era un limite di permeabilità). Dove affioravano le Marne di Monte Serrone e vi era l'aria di ricarica di una sorgente.
Criterio di rottura di Hoek & Brown (1980)
Finora abbiamo visto due criteri di rottura per la roccia o l'ammasso roccioso:
- Criterio di Patton→ criterio bilineare che si riferisce soprattutto
Il criterio di rottura di Barton (modificato Barton e Chubey) si differenzia dal criterio di Patton per l'andamento bilineare. Fino a un certo valore di pressione si osserva il fenomeno della dilatanza del giunto, mentre per pressioni molto elevate si ha la rottura dei denti di roccia. Al contrario, nel criterio di Barton si osserva un andamento che ricorda una parabola.
Il criterio di Hoek & Brown si differenzia dagli altri criteri perché le prove sono sia monoassiali che triassiali. I dati sperimentali vengono riportati su un piano sigma 1 / sigma 3. Hoek & Brown hanno notato che tutti i punti di rottura si distribuiscono lungo una curva (andamento parabolico) con un'equazione specifica. L'intersezione della curva con l'asse delle x rappresenta la resistenza a trazione della roccia intatta.
con la provabrasiliana. Mentre il punto di intersezione della curva con l'asse delle y (sigma3=0) rappresenta la sigma C. Se andiamo a vedere il criterio di Hoek & Brown trasferito su un diagramma tau-sigma, vedremo che ha ancora una volta un andamento non lineare (parabolico) mentre il criterio di Mohr Coulomb è lineare. Per poter applicare il criterio non solo alla roccia intatta ma anche all'ammasso roccioso H&B hanno introdotto dei coefficienti (s, a, mb). 57 Per diversi tipi di rocce (carbonatiche, argilloscisti, rocce arenacee...) abbiamo diversi valori di m e s (dipendono anche dallo stato di ammasso): Nell'immagine sotto vediamo il confronto fra l'andamento dell'inviluppo per la roccia intatta e l'ammasso roccioso. Notiamo che la resistenza a trazione per gli ammassi rocciosi è pari a zero, mentre la roccia intatta ha resistenza a trazione non nulla (data dal valore negativo di sigma 3). 58 In realtà quella che vienechiamata coesione efficace non è una coesione, ma semplicemente C è un valore di resistenza per una sigma 3 pari a 0.
Quando si applica H&B? Quando ho un ammasso in cui la spaziatura delle discontinuità è tale che la struttura che vado ad inserire è molto più ampia della spaziatura. In questo modo posso considerare l'ammasso come un corpo a comportamento isotropo. In questo caso posso applicare GSI e H&B.
Quando ho invece spaziature di dimensioni simili a quelle della struttura che vado ad inserire, non posso considerare l'ammasso isotropo, quindi dovrò applicare il GSI e H&B con cautela.
Nella figura vengono identificati due problemi: 1. scavo in galleria e 2. open pit mine ovvero una miniera a cielo aperto (fronti di scavo artificiali che possono dare origini a instabilità di versante). I cerchi indicano quale è il rapporto tra la dimensione della struttura e lo stato di fratturazione dell'ammasso.
Se considero un elemento di roccia molto piccolo tale da avere roccia intatta, dovrò utilizzare ovviamente i parametri per la roccia intatta. Se ho un volume un po' più grande tale da avere un set di discontinuità non posso usare il GSI. Se ho più set di discontinuità posso usare il GSI ma con cautela. Se ho molte discontinuità che interessano la mia opera posso usare il GSI soprattutto se le proprietà dei giunti sono simili. Infine, se ho un ammasso intensamente fratturato si può sicuramente utilizzare il GSI. Quindi, se ho che in funzione della dimensione dell'opera ho un ammasso non fratturato non posso usare il GSI. Mano mano che aumenta lo stato di fratturazione posso usare il GSI con cautela.- L'ammasso rispetto alla scala del problema è marcatamente anisotropo (approccio Hoek & Bray) vado a studiare le singole discontinuità
- Ammassi isotropi, mi preoccupo del comportamento di tutto l'ammasso (uso...
GSI) Spaziatura elevata e galleria delle stesse dimensioni della spaziatura il problema è anisotropo. Se a parità di spaziatura ho un problema di scala molto più ampio non ho più un comportamento anisotropo. Devo sempre vedere il rapporto che c'è tra spaziatura e opera.
La deformabilità equivalente degli ammassi rocciosi:
Em - Modulo di Young dell'ammasso. Possiamo risalire all'Em sia dall'RMR di Bieniawski, sia dalla classificazione Q di Barton, che dal criterio di Hoek & Brown. D è il fattore di disturbo. Può andare da 0 (disturbo minimo) a 1 (disturbo massimo, es. in presenza di blasting (esplosioni)).
Elaborazione dei dati dei Point Load Test:
È un apparato di laboratorio ma anche di campo che consente di stimare indirettamente, tramite punzonamento, la resistenza a compressione semplice della matrice rocciosa (roccia intatta). Il martello di Schmidt consente di valutare lo stesso parametro ma sulla
superficie di giunto. L'apparato è una pressa con due coni (punzoni) che applicano una forza puntuale su un provino di roccia che può essere regolare (porzione di carota) o irregolare (blocchi raccolti direttamente in campagna). Azionando un circuito idraulico a olio i punzoni esercitano una forza che porta a rottura il campione. Con delle formule avrò una stima indiretta della resistenza a compressione semplice e della resistenza a trazione indiretta. Sullo strumento ci sono due manometri che consentono di leggere, quando il provino è arrivato a rottura, la forza che è stata necessaria per romperlo. Ogni prova segue degli standard di riferimento dell'American Society for Testing and Materials, che consente di eseguire la prova sempre nello stesso modo e quindi avere risultati riproducibili ovunque. Prima di eseguire la prova dobbiamo prendere le due dimensioni diametrali dell'area di base del provino per poter risalire alla superficie su cui lapressioneviene esercitata. 63Una volta determinata la dimensione dell’area di base, si passa a calcolare ildiametro D ovvero l’altezza del provino che corrisponde alla distanza fra i duepunzoni all’inizio della prova. La distanza tra le due punte la posso misurare dalrighello montato sullo strumento. Un’altro dato di input è la forza a rottura B cheleggo sui manometri quando il provino va a rottura. Dal test ricavo l’indice dipunzonamento Is tramite delle formule. Is 50 per provini standard (dimensionelineare di base pari a 50 mm).Poi posso correlare, tramite la retta nella tabella sotto, il valore di Is al valoredella resistenza a compressione semplice. Matematicamente moltiplico Is per 24(coefficiente angolare della retta)!Ma come ottengo Is? 64Per calcolare Is 50 moltiplico Is per F (correttore per un fattore di forma che miconsente di riferire il valore ottenuto ad un provino di dimensioni standard).Is è il valore provi