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INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE
Informazione e comunicazione sono due termini spesso usati come sinonimi ma presentano significati e
implicazioni diverse.
In Italia, non esiste una legge che definisca esplicitamente la differenza tra informazione e comunicazione.
La legge n. 150/2000 disciplina le "attività di informazione e comunicazione delle pubbliche
amministrazioni", ma non fornisce una distinzione precisa tra i due termini.
L'uso quotidiano e la polisemia dei termini "informazione" e "comunicazione" rendono difficoltosa una loro
definizione precisa. La loro complessità è amplificata dal loro ruolo fondamentale nella società
contemporanea.
Etimologia e significati:
Informare: deriva dal latino "informare", che significa "dare forma". Ha due significati: figurato
• (dare notizia, mettere a conoscenza) e letterale (indirizzare secondo un'impronta). L'informazione è
un processo unidirezionale da una fonte a uno o più destinatari.
Comunicare: deriva dal latino "communicare", che significa "mettere in comune". È l'atto di
• condividere, rendere partecipe, essere in relazione con qualcuno. La comunicazione implica la
partecipazione e la costruzione di un significato comune tra due o più soggetti.
Differenze chiave: INFORMARE COMUNICARE
Dimensione Oggettiva Soggettiva
Mira a condividere significati e
Mira a trasmettere dati e notizie. costruire relazioni.
Scopo Colmare una lacuna o rendere Costruire una visione del mondo
intelligibile una situazione condivisa e influenzare il
complessa. comportamento del ricevente
Rapporto tra Unidirezionale (fonte-destinatario) Bidirezionale e interattivo
i soggetti Modifica la visione del mondo del
Influenza il comportamento del
Effetto destinatario e induce un certo
destinatario comportamento
Misurato dal numero di soggetti
Misurato dal numero di soggetti
Successo che modificano il proprio
informati comportamento
* Due amici discutono di un film e
Esempi * Giornalista fornisce una notizia decidono di vederlo insieme
Può avere l'obiettivo di indurre il
Influenza del Dovrebbe essere neutrale e ricevente a comportarsi in un certo
mittente obiettivo modo
* Permette la condivisione di
* Trasmissione di dati e notizie in significati e la costruzione di
modo neutrale e obiettivo. * relazioni. * Può essere utilizzato
Punti di Facilita il rapporto del ricevente per persuadere o motivare il
forza con la realtà che lo circonda. * Può ricevente. * Può essere utilizzato
essere utile per prendere decisioni per creare una visione del mondo
informate. comune.
* Può essere visto come * Può essere visto come soggettivo
impersonale e distaccato. * Può e influenzato dalle opinioni del
non essere efficace se il ricevente mittente. * Può essere meno
Punti di non ha le conoscenze o le efficace se non c'è una relazione di
debolezza competenze necessarie per fiducia tra il mittente e il ricevente.
comprendere le informazioni. * * Può essere utilizzato per
Può essere utilizzato per distorcere la realtà o per
manipolare o propagandare. ingannare.
Elementi della comunicazione
Per avere un atto comunicativo sono necessari 7 fattori:
Emittente:
1. La fonte che produce il messaggio.
Messaggio:
2. L'informazione trasmessa, codificata secondo un sistema di regole.
Referente:
3. Il tema o contenuto del messaggio.
Codice:
4. Il sistema di segni e regole utilizzato per trasmettere il messaggio.
Contesto:
5. La situazione in cui il messaggio è inserito e a cui si riferisce.
Canale:
6. Il mezzo fisico che permette la trasmissione del messaggio.
Ricevente:
7. Colui che riceve e interpreta il messaggio.
Importanza del feedback:
La comunicazione si considera completa solo quando il ricevente fornisce un feedback all'emittente.
La formula di LASSWELL
Il modello di Lasswell (detto anche delle 5W), elaborato nel 1948, rappresenta uno dei primi tentativi di
sistematizzare la comunicazione.
Si basa su cinque domande chiave: chi dice cosa, in quale canale, a chi e con quale effetto?
Chi dice? (Who): Soggetto
1. Identifica l'emittente del messaggio.
Cosa dice? (Says what): Messaggio
2. Definisce il contenuto del messaggio.
In quale canale? (In which channel):
3. Specifica il mezzo utilizzato per trasmettere il Mezzo
messaggio.
A chi? (To whom): Ricevente
4. Indica il destinatario del messaggio.
Con quale effetto? (With what effect):
5. Misura l'impatto del messaggio sul Effetti
destinatario.
Lo schema di Lasswell associa ad ogni domanda un settore di ricerca specifico nella comunicazione di
massa.
Limiti del modello:
Visione asimmetrica: La comunicazione è vista come un processo unidirezionale, con un emittente
• attivo e un ricevente passivo.
Intenzionalità: Si presume che la comunicazione sia sempre finalizzata a ottenere un certo effetto.
• Isolamento dei ruoli: I ruoli di emittente e ricevente sono considerati indipendenti dai rapporti
• sociali.
Il modello di Lasswell riprende le idee del suo saggio del 1927 sulla propaganda politica, vedendo la
comunicazione di massa come uno strumento di potere.
Critiche al modello:
Mancanza di contesto: Il modello non considera il ruolo del contesto socioculturale nella
• comunicazione.
Passività del ricevente: Il ricevente è visto come un soggetto passivo, privo di autonomia.
• Visione deterministica: Il modello implica una visione deterministica della comunicazione, dove
• l'effetto è predefinito dall'emittente.
Evoluzioni successive:
Gli studi successivi sulla comunicazione hanno superato i limiti del modello di Lasswell, evidenziando la
natura complessa e interattiva della comunicazione.
Punti di forza del modello: Punti di debolezza del modello:
Semplicità e chiarezza. Visione riduttiva della comunicazione.
• •
Utilità come strumento di analisi iniziale. Mancanza di considerazione del contesto e
• • delle relazioni interpersonali.
Stimolatore di ricerche successive.
• Scarsa attenzione al feedback e
• all'interazione.
Il modello di Lasswell, pur con i suoi limiti, ha avuto un ruolo importante nello sviluppo degli studi sulla
comunicazione. Ha contribuito a focalizzare l'attenzione sui diversi aspetti del processo comunicativo e ha
aperto la strada a ricerche più raffinate e complete.
SHANNON e WEAVER: La teoria matematica della comunicazione
La teoria matematica della comunicazione è stata elaborata da Claude Elwood Shannon e Warren Weaver
nel 1949 (entrambi ingegneri della Bell TelCo). La teoria sottolinea l'importanza di ottimizzare la
trasmissione di segnali in un contesto di rapida evoluzione tecnologica, ponendosi come obiettivo primario
lo studio delle condizioni per migliorare l'efficienza di tale processo.
Visione lineare e unidirezionale: La comunicazione è descritta come un processo sequenziale che va dalla
fonte al destinatario, senza prevedere feedback o interazione. Si configura come una catena di eventi in cui
l'informazione viene codificata, trasmessa attraverso un canale, decodificata e infine compresa.
Componenti del modello:
Fonte: L'origine dell'informazione, che può essere un individuo, un'azienda o un qualsiasi altro
• soggetto.
Trasmittente: Colui che trasforma l'informazione in un messaggio codificabile, adattandola al
• canale di trasmissione prescelto.
Canale: Il mezzo fisico che permette la trasmissione del messaggio, come ad esempio un cavo
• telefonico o un'onda radio. Qui si colloca il concetto di “rumore” ossia una qualsiasi interferenza
che può distorcere o corrompere il messaggio durante la sua trasmissione.
Ricevitore: Colui che decodifica il messaggio ricevuto dal canale, traducendolo in informazioni
• comprensibili.
Destinatario: Il soggetto a cui è rivolto il messaggio e che ne recepisce il significato.
•
L’obiettivo di questo modello è quello di studiare le strategie migliori affinché il messaggio arrivi sano e
salvo al destinatario. La teoria prevede tre ordini di problemi legati all’analisi della comunicazione:
Livello A: problemi tecnici per la corretta trasmissione tecnica della comunicazione;
1. Livello B: problemi semantici per la corretta comprensione del messaggio;
2. Livello C: problemi inerenti l’efficacia in termini di ricezione e comprensione da parte del
3. ricevente.
I limiti del modello di Shannon e Weaver:
Focalizzazione sulla trasmissione: Il modello si concentra principalmente sulla trasmissione del
• segnale, trascurando la complessità della comunicazione umana a livello interpretativo e
relazionale.
Passività del destinatario: Il ruolo del destinatario è ridotto a mero ricevente del messaggio, senza
• considerare la sua attiva partecipazione nella decodifica e attribuzione di significato.
Assenza di contesto: Il modello non tiene conto del contesto sociale, culturale e psicologico in cui la
• comunicazione avviene, fattori che influenzano considerevolmente la comprensione e
l'interpretazione del messaggio.
Mancanza di feedback: Non viene considerata la possibilità di un ritorno di informazioni dal
• destinatario al mittente, elemento fondamentale per una comunicazione efficace e interattiva.
Visione riduttiva del processo cognitivo: Il modello ignora le fasi e i limiti del processo cognitivo
• che intervengono nella decodifica del messaggio, riducendolo a una semplice operazione di
traduzione di codici.
Confronto con il modello di Lasswell:
Entrambi i modelli, pur offrendo una rappresentazione semplificata della comunicazione, evidenziano
l'importanza di alcuni aspetti chiave: la scomposizione del processo in diverse fasi, l'identificazione dei ruoli
coinvolti e l'analisi degli elementi che influenzano la trasmissione del messaggio. Tuttavia, entrambi i
modelli peccano di una visione riduttiva, non considerando la natura interattiva, dinamica e complessa
della comunicazione umana.
JAKOBSON: La teoria della comunicazione
La teoria elaborata da Roman Jakobson, linguista e semiologo russo del XX secolo, offre un modello utile
per comprendere la complessità del processo comunicativo e le implicazioni etiche che ne derivano,
attraverso sei differenti funzioni del linguaggio. L'analisi delle funzioni del linguaggio di Jakobson ci
permette di riflettere sulle implicazioni etiche della comunicazione. Ogni volta che comunichiamo, facciamo
delle scelte che possono avere un impatto significativo sugli altri. È importante essere consapevoli di questa
responsabilità e di utilizzare il linguaggio in modo responsabile, tras