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DISTURBI DELLA CONDOTTA ALIMENTARE

Rapporto problematico con il cibo e ripercussioni di peso e forma corporea sulla stima personale. Più frequenti tra le donne, adolescenti, nei paesi industrializzati, nelle aree più urbanizzate (fast food? Pressioni sociali? Vita più sedentaria?) e in alcune categorie a rischio come atlete, ballerine. Aumento dell’incidenza è oggetto di dibattito).

Frequenta associazione con una storia di obesità (50%), omosessualità fattore di rischio. Tendenza a negare il disturbo e resistenza al cambiamento. Incidono fattori socioculturali (ideali di bellezza fisica), familiari (ereditarietà, stile di attaccamento, traumi), personologici (tratti di personalità ossessivi, narcisistici, di bassa autostima) e genetici (alterazioni biochimiche).

Sono gli unici disturbi psichiatrici che possono avere ripercussioni sulla funzionalità dei vari organi e apparati (cute, reni, ossa, muscoli, apparato gastrointestinale, cardiovascolare, ecc.).

endocrino) causare alterazioni ematologiche, metaboliche, cerebrali ed elettrolitiche.

Anoressia nervosa: incessante ricerca di magrezza, immagine distorta del corpo, paura estrema dell'obesità e limitazione del consumo di cibo, che portano a un peso corporeo significativamente basso, con estremo esercizio fisico e comportamenti di eliminazione (vomito, lassativi) che causano gravi complicazioni mediche. Alta incidenza nella fascia 15-19 anni. Il momento del pasto è vissuto con molta ansia, continuo monitoraggio del peso e difficile rapporto medico-paziente, umore inizialmente euforico poi tendenza a depressione, apatia. Comune associazione con disturbi dell'umore (depressione e distimia), disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi di personalità cluster C. È uno dei disturbi psichiatrici con più elevato tasso di mortalità (complicanze mediche e suicidio). Risoluzione completa nella metà dei casi, può evolvere in bulimia.

Esistono due tipi di anoressia nervosa: restrittiva (quantità di cibo ridotta, molto esercizio fisico) e abbuffate/eliminazione (binging/purging, limitazione del cibo ma anche regolari abbuffate ed eliminazioni). Differenza con bulimia: nella bulimia si conserva un peso normale, i disturbi dell'immagine corporea sono meno gravi. Bulimia nervosa: impulso incontrollabile a mangiare esageratamente, tendenza a controllare il peso (che resta normale), con diversi fallimenti dei tentativi. Disturbo dell'immagine corporea meno marcato che nell'anoressia. Convinzione di essere sovrappeso, perdita del controllo durante l'abbuffata, ingestione vorace e poi vomito autoindotto con sollievo. Spesso precedente anoressia, frequente lo schema semi-digiuno/digiuno/abbuffata, segretezza sul proprio comportamento, alterazioni dell'umore, abuso di lassativi e abusi diuretici, a volte atti autolesionistici, pensiero dominante su abbuffata e compromissioni attività quotidiane.

Per la diagnosi due episodi a settimana per almeno 3 mesi. Incidenza maggiore tra 20-24 anni. Binge eating disorder: regolari abbuffate incontrollate, senza eliminazione (differenza con anoressia) né eccesso di attività fisica. I soggetti sono normopeso, sovrappeso o obesi. Comorbidità con depressione, distimia, disturbo bipolare.

40. DISTURBI DISSOCIATIVI

Caratterizzati dalla sconnessione delle funzioni cognitive, affettive, mnemoniche, dell'identità e della percezione dell'ambiente. La funzione più compromessa è la coscienza. Si associa a maltrattamenti e abusi infantili (80%). Sono presenti incubi, flashback e sensazioni improvvise, comportamenti improvvisi, binge eating disorder, condotte di eliminazione e altre azioni utili a diminuire la sofferenza legata a traumi o lutti. I sintomi post traumatici sono direttamente proporzionali alla gravità dell'abuso, legati all'età e allo stile di attaccamento. Insorge

in modo spontaneo e con il tempo diventa una reazione automatica e incontrollabile. Le donne manifestano più spesso ansia, disforia, gli uomini iperattività, aggressività. Diagnosi in aumento.

Disturbo dissociativo di identità (identità multiple): presenza di due o più identità/personalità distinte in grado di assumere in maniera ricorrente il controllo del comportamento della persona e dimenticanza di notizie, fatti, caratteristiche personali. Diagnosi solitamente in tarda adolescenza. Per la sua comparsa serve un trauma e una predisposizione alla risposta dissociativa.

Il numero di personalità varia da 2 a 100, la media è 12. C'è una personalità dominante (host) e le altre (alter), il passaggio tra le varie è improvvisa, con cefalee e amnesie molto intense. Host e alter hanno caratteristiche diverse (nome, età, sesso, voce, grafia). L'host non ha consapevolezza della presenza degli alter.

Gli alter hanno consapevolezza dell'host. L'alter può provare amicizia oppure odio verso l'host (autolesionismo).

Amnesia dissociativa: incapacità di ricordare dati personali importanti, di solito legati a traumi o stress, non legata a patologie mediche o abusi di sostanze. Esordio improvviso a qualsiasi età, picchi con catastrofi naturali e conflitti. Può essere circoscritta (tutto il periodo) o selettiva (solo alcuni eventi) ed è anterograda (amnesia per quello accaduto dopo l'evento stressogeno). Generalmente di breve durata e termina all'improvviso. Consapevolezza di solito presente. Non c'è deterioramento cognitivo. Può essere dovuta a trauma cranico grave.

Fuga dissociativa: allontanamento improvviso da casa, con incapacità di ricordare il proprio passato e confusione circa la propria identità personale. Il fenomeno non è dovuto a sostanze o condizioni mediche. Legata a eventi stressogeni.

disturbi dell'umore del cluster B e storie di abusi sostanze. Esordio improvviso, con stato alterato di coscienza e assunzione altra identità. Non c'è consapevolezza, quando si risolve il paziente non ricorda cosa è successo durante la fuga.

Disturbo di depersonalizzazione: sensazione di essere un osservatore esterno dei propri processi mentali e corporei, correlata a traumi e forti stress. Esperienze transitorie vissute con angoscia, dejavu ansia, ossessioni.

41. DISTURBI DI ADATTAMENTO

Notevole sofferenza causata da uno o più fattori scatenanti facilmente identificabili (perdita del lavoro, lutti, fine di una relazione, insuccessi finanziari), non per forza eventi traumatici intensi come del DPTS. Può manifestarsi con umore depresso, ansia, cattiva condotta. Rischio suicidio medio-alto. Molto comune. Per la diagnosi servono sintomi emotivi o comportamentali entro tre mesi dal fattore scatenante, causare sofferenza notevole, compromissione sociale e lavorativa.

42.

DISTURBI PSICOSESSUALI Disturbi di identità di genere. Disfunzioni sessuali: anomalie del desiderio sessuale e delle modificazioni psicofisiologiche che caratterizzano le varie fasi del ciclo di risposta sessuale (eccitazione, plateau, orgasmo, risoluzione). Divisi in sei categorie: disturbi del desiderio, dell'eccitazione, dell'orgasmo, da dolore sessuale, disfunzioni da altre patologie. Utile la psicoterapia di coppia. Parafilie: disturbi della sessualità con intensi sessuali, fantasie o comportamenti che coinvolgono oggetti inanimati, partner non consenzienti o che implicano sofferenza e umiliazione per sé e per il partner. Per la diagnosi, durata minima sei mesi, disagio sociale, occupazionale. Per alcuni episodiche, per altri condizione obbligatoria per attivare l'eccitazione sessuale, per alcuni non è un problema personale ma di relazione con gli altri, altri provano sensi di colpa, vergogna, depressione. In certi casi seguono traumi e abusi, si.

Accompagnano ad abuso di alcol. Più comune negli uomini, alcune teorie paragonano le parafilie a tossicodipendenza o disturbo compulsivo. Il paziente mostra tolleranza, consapevolezza, ricerca continua del nuovo e perdita del controllo.

Tipi di parafilie: esibizionismo, voyeurismo, feticismo, frotteurismo, pedofilia, sadismo, feticismo da travestimento e altre non specificate (zoofilia, necrofilia, coprofilia).

Necessario distinguere da uso non patologico della fantasia come stimolo per l'eccitazione, fantasie e comportamenti sono parafiliaci quando portano disagio o menomazione. Tendono a diventare croniche, diminuiscono con l'avanzare dell'età.

44. DISTURBI DI PERSONALITÀ

Quando i tratti della personalità diventano talmente intensi, rigidi e disadattati che la persona ha problemi nelle relazioni con gli altri, in contesti sociali, familiari, lavorativi. A differenza di tutti gli altri, chi ha un disturbo non modifica i tratti caratteriali inefficaci.

che hanno creato ripetuti fallimenti e problemi. Interessano circa il 10% della popolazione. Nella maggior parte dei casi provoca problemi moderati, per altri 14 problemi psicosociali gravi che durano tutta la vita, alcuni hanno consapevolezza e chiedono aiuto, altri vengono indirizzati. Esordio solitamente in tarda adolescenza, alcuni si risolvono o riducono con l'avanzare dell'età, altri meno. Comorbidità con depressione, disturbo bipolare, d'ansia, somatoforme, da uso di sostanze, dell'alimentazione. Origine da fattori genetici e ambientali in ugual misura. Incidenza 10-20% della popolazione generale, 30-50% nella popolazione psichiatrica. Tipi di disturbi della personalità, suddivisi in tre cluster: Cluster A (apparire strani, eccentrici, bizzarri, con scarsa emotività, diffidenti, isolati). 1. Paranoide: diffidenza e sospetto immotivate, non riconoscono amicizia e fiducia, freddi nei rapporti, razionali, rancorosi, senza deliri. 2. Schizoide:isordine di personalità.5. Borderline: instabilità emotiva, impulsività, paura dell'abbandono,relazioni intense e instabili, comportamenti autolesionistici,ideazione suicidaria, rabbia incontrollata, sensazione di vuotointeriore, alterazioni dell'identità, difficoltà nel controllare leproprie emozioni. Comorbidità con disturbi dell'umore, abuso disostanze e disturbi alimentari.6. Narcisistico: grandiosità, bisogno di ammirazione, mancanza diempatia, sfruttamento degli altri per raggiungere i propri obiettivi,arroganza, senso di superiorità, invidia degli altri, fantasie di successoe potere illimitato. Comorbidità con depressione, disturbi dell'umoree disturbi dell'alimentazione.Cluster C (apparire ansiosi o paurosi)7. Evitante: evitamento di situazioni sociali, paura del giudizio altrui,insicurezza, bassa autostima, timore del rifiuto, isolamento sociale,temono di essere ridicolizzati o umiliati. Comorbidità con disturbi dell'umore e disturbi d'ansia.8. Dipendente: bisogno estremo di essere accuditi, paura dell'abbandono,subordinazione agli altri, difficoltà a prendere decisioni, mancanzadi iniziativa, paura di essere lasciati soli. Comorbidità con disturbi dell'umore e disturbi d'ansia.9. Ossessivo-compulsivo: perfezionismo, rigidità mentale, ordine e puliziaestremi, paura di perdere il controllo, eccessiva attenzione ai dettagli,rigidità morale, difficoltà a delegare compiti, tendenza all'accumulo.Comorbidità con disturbi dell'umore e disturbi d'ansia.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
16 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/12 Sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuseppem89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Territorio, mutamento sociale e patologie psichiatriche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Cambria Santino.