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MA
▪ Picco dell’esordio:
▫ 15-25 anni nei maschi;
▫ 25-35 anni per le donne.
Età di esordio della schizofrenia, negli uomini e nelle donne Nelle donne:
▫ Decorso più favorevole;
▫ Minore incidenza di sintomi negativi;
▫ Miglior funzionamento globale a lungo termine;
L’esordio prima dei 10 anni di età e dopo i 50 è raro.
Fattori genetici e biologici Studi sui gemelli
Influenze genetiche Studi sulle adozioni
Studi di genetica molecolare
Fattori genetici
Studi familiari: 5% dei genitori e 10% dei fratelli di probandi schizofrenici sono affetti dal disturbo;
Studi sui gemelli: MZ: 38-72%; DZ: 10-15%;
Studi sugli adottivi: il numero di casi di malattia è superiore nei genitori biologici (15.8%) rispetto ai genitori adottivi
(1.8%) 58
Le teorie attuali pongono enfasi sull’interscambio geni
ambiente.
Fattori di rischio prenatale
Infezioni virali
▪ Particolare studiata è la relazione tra schizofrenia e
infezioni virali durante il periodo gestazionale;
▪ Il periodo di maggiore rischio per l’esposizione a
virus sembra essere il secondo trimestre di gravidanza;
▪ In questa fase, tutti i neuroni che comporranno la
corteccia cerebrale sono stati generati ma non sono ancora
migrati nelle strutture bersaglio né sono connessi in sinapsi.
Anomalie cerebrali strutturali e funzionali
Fattori psicologici e culturali
▪ Famiglia e recidive:
▫ Il tipo di comunicazione familiare avrebbe un ruolo nello sviluppo e nel mantenimento della patologia
Schizofrenica;
▫ Nelle famiglie con pazienti schizofrenici ci sarebbero infatti alti livelli
di emotività espressa e ciò sarebbe correlato con un elevato tasso di
recidive.
▪ Basso status socio-economico;
▪ Immigrazione;
▪ Uso e abuso di Cannabis.
Un modello diatesi-stress della schizofrenia
2. Disturbo Schizofreniforme: quadro sintomatologico equivalente a quello della Schizofrenia eccetto che per la sua
durata (il disturbo dura da uno a sei mesi) e per l’assenza del requisito che prevede un deterioramento del
funzionamento.
3. Disturbo Schizoaffettivo: un episodio di alterazione dell’umore e i sintomi della fase attiva della Schizofrenia 59
ricorrono insieme e sono preceduti o seguiti da almeno due settimane di deliri o allucinazioni senza rilevanti
sintomi della sfera affettiva.
A. Un periodo ininterrotto di malattia durante il quale è presente un Episodio Dell’Umore Maggiore (Depressivo
Maggiore o Maniacale) in concomitanza con il Criterio A della Schizofrenia. Nota: L’episodio Depressivo Maggiore
deve comprendere il Criterio A1: umore depresso.
B. Deliri o allucinazioni per 2 settimane o più in assenza di un episodio dell’umore maggiore (depressivo o maniacale)
durante la durata lifetime della malattia.
C. I sintomi che soddisfano i criteri per un episodio dell’umore maggiore sono presenti per la maggior parte della
durata totale dei periodi attivi e residui della malattia.
D. Il disturbo non è attribuibile agli effetti di una sostanza (per es., una sostanza di abuso, un farmaco) o a un’altra
condizione medica.
Specificare il tipo:
Tipo Bipolare: se le manifestazioni cliniche includono un Episodio Maniacale. Possono verificarsi anche Episodi
Depressivi Maggiori.
Tipo Depressivo: se le manifestazioni cliniche includono solo Episodi Depressivi Maggiori.
Specificare: Con Catatonia
▪ L’incidenza: 0.3-5.7 ogni 100.000 per anno;
▪ Prevalenza leggermente superiore nelle donne;
▪ Età di esordio: 24-27 anni;
▪ Nei familiari di I grado di pazienti, il rischio di schizofrenia è uguale a quello dei familiari di pazienti schizofrenici,
mentre il rischio di ammalare di disturbi dell’umore è inferiore a quello dei familiari di pazienti con DM non psicotica;
▪Il decorso è di solito episodico, con durata variabile degli episodi (maggiore nelle forme di tipo depressivo);
▪ L’esito a lungo termine sul piano psicosociale è migliore di quello della schizofrenia e peggiore di quello delle
sindromi affettive.
Lezione 13
4. Disturbo Delirante
“Sviluppo insidioso di un sistema delirante permanente e incrollabile, risultante da cause interne, che è
accompagnato dalla perfetta preservazione della chiarezza e dell’ordine di pensiero, volontà e azione”
Kraepelin, 1921
L’aspetto fondamentale del disturbo è un delirio persistente, sistematizzato, centrato su un unico tema, NON
associato a schizofrenia, disturbi dell’umore, affezioni cerebrali o uso di sostanze.
▪ Nessuna alterazione marcata relativamente a:
▫ Funzionamento sociale;
▫ Funzionamento lavorativo;
▫ Dimensione affettiva; 60
▪ La compromissione funzionale è inferiore a quella dovuta a schizofrenia;
▪ In condizioni di stress, il delirio assume maggior forza e può condurre a comportamenti dettati dalle tematiche
deliranti;
▪ Spesso il paziente dissimula e nasconde il delirio.
Criteri diagnostici per Disturbo Delirante
A. La presenza di uno (o più) deliri con una durata di un mese o più.
B. Il Criterio A per la Schizofrenia non è mai stato soddisfatto.
Nota Le allucinazioni, se presenti, non sono preminenti e sono correlate al tema delirante.
C. Il funzionamento, a parte l’impatto del (dei) delirio (i) o delle sue ramificazioni, non risulta compromesso in modo
marcato, e il comportamento non è chiaramente bizzarro o stravagante.
D. Se si sono verificati episodi maniacali o depressivi maggiori, questi sono stati brevi rispetto alla durata dei periodi
deliranti.
E. Il disturbo non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza o a un’altra condizione medica e non è meglio
spiegato da un altro disturbo mentale, come il disturbo di dismorfismo corporeo o il disturbo ossessivo-compulsivo.
Specificare quale:
▪ Tipo Erotomanico: quando il tema centrale del delirio è che un’altra persona sia innamorata dell’individuo.
▫ Si osserva per lo più in donne fra 40 e 60 anni, nubili e prive di relazioni sentimentali significative, di ceto sociale
modesto;
▫ La paziente si convince di essere amata da un uomo altolocato o comunque di ceto sociale più alto, di solito
sposato, e comincia a perseguitarlo con lettere, telefonate ecc.
▪ Tipo di Grandezza: quando il tema centrale del delirio è la convinzione di avere qualche grande (ma non
riconosciuta) dote o intuizione oppure di aver fatto qualche importante scoperta.
▫ Delirio inventivo: il paziente, insoddisfatto della propria occupazione, comincia a dedicarsi a progetti di ampio
respiro che gradualmente diventano il fulcro della sua vita;
▫ Delirio genealogico: dopo un lungo periodo di fantasticherie, il paziente finisce per convincersi di non essere il figlio
dei propri genitori, ma di qualche personaggio o casata importante.
▪ Tipo di Gelosia: quando il tema centrale del delirio dell’individuo è che il proprio coniuge o amante sia infedele.
▫ Interessa prevalentemente uomini di età matura (40-50 anni);
▫ Il paziente è continuamente intento a raccogliere prove dell’infedeltà del partner spiandola, controllandola,
esaminando la sua biancheria intima, sottoponendola a interrogatori sfiancanti;
▫ Il rivale rimane nell’oscurità, la rabbia è tipicamente concentrata sulla partner.
▪ Tipo di Persecuzione: quando il tema centrale del delirio comporta la convinzione dell’individuo di essere oggetto
di una cospirazione, ingannato, spiato, seguito, avvelenato oppure drogato, dolorosamente calunniato, molestato,
oppure ostacolato nel perseguimento di obiettivi a lungo termine;
▫ Forma più frequente;
▫ A capo della persecuzione c’è sempre una persona nota, un ex partner, un parente acquisito, un collega.
Il paziente, che già da tempo si sente sottovalutato e trattato ingiustamente, si accorge che le persone non lo
salutano più calorosamente come prima e lo evitano. Si irrita, diventa più diffidente e comincia a scrutare
attentamente il comportamento di chi lo circonda alla ricerca di significati nascosti. Si sente spiato e seguito
costantemente (corrispondenza, effrazioni in casa).
▪ Tipo Somatico/Dismorfofobico: quando il tema centrale del delirio coinvolge le funzioni o le sensazioni corporee.
▫ Ulteriore livello di gravità rispetto al disturbo da dismorfismo corporeo;
▫ Phillips (1998): il 41% dei pazienti con DDC presenta una tale assenza di insight da potersi considerare affetto da
DD;
▫ L’insight è una variabile dimensionale, anche nello stesso paziente.
▪ Tipo Misto: quando non predomina nessun tema delirante;
▪ Tipo Senza Specificazione:
▫ La prevalenza è stimata intorno allo 0,03-0,07%;
▫ Età d’esordio più frequente tra i 35 e i 40 anni;
▫ Lieve preponderanza nelle donne;
▫ Decorso cronico-fluttuante con periodi di remissione completa e recupero della critica. 61
5. Criteri diagnostici per Disturbo Psicotico Breve
A. Presenza di uno (o più) dei sintomi seguenti. Almeno uno di questi deve essere presente 1), 2) o 3):
1) Deliri;
2) Allucinazioni;
3) Eloquio disorganizzato (per es., frequenti deragliamenti o incoerenza);
4) Comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico.
B. La durata di un episodio del disturbo è di almeno un giorno, ma meno di un mese, con successivo pieno ritorno al
livello di funzionamento premorboso.
C. Il disturbo non è meglio spiegato da un Disturbo Depressivo Maggiore o da un Disturbo Bipolare con
caratteristiche Psicotiche oppure da un altro disturbo psicotico come schizofrenia o catatonia, e non è attribuibile
agli effetti fisiologici di una sostanza (per es., una sostanza di abuso, un farmaco), o a un’altra condizione medica.
Specificare:
▪ Con Marcato(i) Fattore(i) di Stress (psicosi reattiva breve): se i sintomi si verificano in risposta, a eventi che,
individualmente o globalmente, risulterebbero marcatamente stressanti per quasi tutti nell’ambito culturale
dell’individuo, in circostanze simili;
▪ Senza Marcato(i) Fattore(i) di Stress: se i sintomi NON si verificano in risposta, a eventi che, individualmente o
globalmente, risulterebbero marcatamente stressanti per quasi tutti nell’ambito culturale dell’individuo, in
circostanze simili;
▪ Con Esordio nel Postpartum: se l’esordio si presenta durante la gravidanza oppure entro 4 settimane dopo il parto;
▪ Con Catatonia.
▪ L’esordio si colloca tra i 20 e i 30 anni ma i dati di prevalenza sono scarsi perché, essendo il disturbo di breve
durata, raramente giunge all’osservazione clinica;
▪ Fattori predisponenti:
▫ DP paranoide;
▫ DP schizotipico;
▫ DP istrionico;
▫ DP narcisistico.
Diagnosi differenziale
Schizofrenia – Diagnosi Differenziale
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