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Capitolo 4: SCUOLA DI COMUNICAZIONE

4.1 Affermare l'inevitabilità del cambiamento è una costatazione che tutti possono fare, la quale allo stesso tempo rinvia anche alla banalità che è propria della maggior parte delle tecnologie. Il mondo cambia velocemente, quel che è difficile è indirizzarlo e ciò dipende da noi. La trasformazione in atto è attaccata dalla politica "culturale" dei signori della complessità, in lotta per il controllo socioeconomico dei territori del nostro pianeta. È necessario misurare il nuovo su due piani distinti: sia delle intenzioni, nascoste o dichiarate che siano; sia degli effetti che essa provoca completamente. L'idea dominante che abbiamo della grammatica della tecnologia è vecchia. Le grammatiche della nostra realtà sono intese come entità immobili, contrapposte all'infinita varietà di progetti, macchine e testi. Per superare la crisi.

sarà bene superare la dicotomia tra tempo dell'ideazione e tempo della realizzazione. Il processo che andava dal progetto alla realizzazione risulta stravolto. Le idee saranno davvero tali solo quando si porranno come idee-cose, configurandosi sempre più come manufatti che hanno in sé gli strumenti per trasformarsi in cose; mentre le cose, ponendosi finalmente come cose-idee, offriranno tutti dispositivi necessari per definirsi, correggersi e trasformarsi: insomma per dare vita idee nuove. In questo scenario, la comunicazione svolge un ruolo fondamentale, a cominciare dalla scuola.

4.2 La scuola CIN segna a comunicare

La scuola è l'ambiente di comunicazione per eccellenza. La comunicazione è "dentro" ogni prodotto formativo; la comunicazione efficace è come il potere: tanto più è forte tanto più è inavvertita. La comunicazione opera per educare al fatto che l'unica comunicazione possibile è di

tipo strutturato, trasmissivo e combinatorio, maigenerativo di saperi. Essa invece dovrebbe incentivare il processo di ricerca continuo versola conoscenza. Chi tenta di far emergere i punti di domanda per costruire un dialogo apertocon gli allievi, lo fa per facilitare la trasmissione di conoscenze consolidate. La matriceculturale delle domande che dovrebbe prevalere è invece quella che ritiene che ognigenerazione, per poter contribuire fattivamente al rafforzamento dell’umanità, assuma dasubito un’impostazione critica di messa in discussione dell’intero assetto interpretativo edoperativo della realtà, così come le generazioni precedenti lo hanno strutturato e consolidatoin saperi e pratiche. La comunicazione formativa scolastica invece consolida il modellotrasmissivo; questo modo di fare scuola blocca l’affermazione di un modello dicomunicazione capace di aprire al futuro. La comunicazione è sempre stata importante

percostruire e organizzare una società; in questa prospettiva la scuola opera su due fronti: uno della creazione di una cultura condivisa, mentre l'altro dell'educazione su cos'è la comunicazione trasmissiva e gerarchica e come funziona. È indispensabile separare contenuti e comunicazione, poiché questa deve essere efficace per tutti i contenuti indipendentemente dalle materie. La scuola di oggi educa a non essere creativi: esserlo vorrebbe dire imparare ad appropriarsi dei saperi, sapendo che questi non sono acquisiti una volta per tutte. La nostra è una scuola non all'altezza dell'epoca che viviamo perché replica l'uomo vecchio e non crea quello nuovo (cioè l'impianto comunicativo resta di tipo trasmissivo-gerarchico-emulativo). La scuola è il persuasore occulto per eccellenza, l'intera società tende a porse come essa. I docenti possono scegliere cosa comporre e gli allievi possono

Esercitare un'intelligenza replicata; infatti oggi i "bravi insegnanti" sono quelli che "fanno studiare", aprescindere da come.

4.3 Il professor Toschi è stato studente della Scuola Città "Pestalozzi", nel quartiere fiorentino di Santa Croce, e li ha vissuto un'esperienza comunicativa bel lontana dai modelli oggi dominanti:

  1. Non si stava a sedere molto perché per pensare ci si deve muovere;
  2. Non si avevano libri di testo perché i libri se li facevano gli studenti per sé stessi e per gli studenti che sarebbero venuti;
  3. Non c'era una classe di appartenenza ma si stava in tante classi;
  4. Si studiava in vari luoghi facendo attività tra loro molto diverse, con un grande spirito di collaborazione;
  5. Le spiegazioni non esistevano senza domande, senza le quali non si poteva andare avanti;
  6. A seconda dei pensieri che dovevano essere approfonditi si scriveva e si reggeva su carta, legno, terra e rame,
usando attrezzi diversi;
g) Il percorso era dall'immaginario alla realtà;
h) C'era la convinzione di stare facendo qualcosa di importante;
i) Si chiedeva aiuto sia agli insegnanti che ai compagni, soprattutto durante le prove di verifica, ed i libri erano sempre a disposizione per essere consultati;
j) L'esercizio della memoria era terribilmente selettivo perché quello che si doveva ricordare era altro dal memorizzare;
k) Si stava di turno in portineria dove si sbrigavano le commissioni dei vari uffici;
l) Si studiava recitazione perché la finzione era una cosa molto seria.
Alle medie il professore è andato alle "Carducci", scuola ritenuta molto seria, trovandoci una comunicazione molto diversa:
a) Domandare significava non aver capito perché non si era stati attenti;
b) Chi si muove e non sa applicarsi;
c) "Una materia alla volta, non confondiamoci le idee";
d) La grammatica è premessa indispensabile per tutti i testi.che cosa c'è scritto non è poi tanto importante;) I temi possono essere di fantasia ma a condizione che indichino qualcosa di sensato. La maggior parte degli alunni usciti dalla scuola "Pestalozzi" si trova, non in un'altra scuola, ma in un altro mondo, che dava un significato diverso rispetto a quello a cui erano abituati. Tipologie diverse di comunicazione rimandano a valori diversi e a contenuti diversi. Molti ritengono quello della "Carducci" un modello superato ma tanto rimpianto. I contenuti come categoria educativa e formativa stanno scomparendo perché non sentiamo più nostre le domande, i progetti, i valori morali ed etici da cui quei contenuti erano scaturiti. Questo perché i contenuti sono i figli illegittimi delle domande che poniamo al mondo, e la libertà creatrice dell'uomo consiste nella possibilità di fare domande. Le grammatiche nuove stanno scrivendo testi nuovi, sperimentando a partire

Dalla conoscenza delle grammatiche esistenti. Il nostro presente è segnato dalle debolezze delle generazioni successive alla dopoguerra che hanno mal interpretato il bagaglio d'obbiettivi sorto a metà '900. Si è consolidato un modello trasmissivo di comunicazione che è posta come strumento di trasporto e baratto della conoscenza: la conoscenza sia trasformata in ignoranza. La nuova socialità si costruisce con la comunicazione critica; la comunicazione è il mezzo per cercare di costruire il mondo che vogliamo.

La comunicazione a scuola, per tutti i giovani in transito verso il mercato del lavoro, dovrebbe essere uno stile di vita fatta di valori e progetti, individuali e sociali, con cui orientare anche le scelte tecniche. Le nuove tecnologie si presentano a essere sintomi della crisi piuttosto che risorse preziose. La comunicazione è uno strumento in mano a forze conservatrici, ma al tempo stesso è una grande generatrice di

realtà nuove. Un nuovo umanesimo è già dentro di noi e nelle cose, sta solo aspettando di emergere strutturalmente, e se ancora non è divenuto sistema è perché viene ostacolato. La scuola può quindisvolgere un compito fondamentale, nonché il docente e lo studente possono avere un ruolo centrale per la rifondazione sociale. La verità non è cosa da svelare ma è da costruire attraverso una duplice azione individuale e sociale: da una parte di ricerca e sperimentazione locale, dall’altra di continuo confronto a livello globale. Oggi siamo schiavi di protocolli, procedure e processi autoreferenziali di cui non si valuta né la natura degli obiettivi né il loro senso etico. Il nuovo paradigma della realtà si basa sull’interazione continua e generativa tra opposti. La “buona comunicazione” opera almeno su quattro piani:
  1. Crea cose-idee-cose che, progettando un futuro migliore, ne

Rappresentano gli strumenti operativi per attuarlo;

Genera saperi, competenze adeguate al salto di sistema in atto;

Attiva e garantisce un processo generativo reciproco tra grammatiche e testi della realtà;

Crea una comunità di cultura conflittuale con quella oggi dominante.

La scuola nuova, se è tale davvero, non avrà bisogno per esistere di un consenso da parte della maggioranza, perché se questa sarà quella giusta troverà la forza per governare finché essa, nel ciclo naturale della società futura, sarà soppiantata dall'altro. Bisogna far vivere prima in piccolo ciò che si vuole diventi un sistema. Per progresso si intende un testo ancora tutto da scrivere e l'uomo ha il diritto ed il dovere di partecipare alla creazione di questo mondo, interrogandosi se quanto sta generando è cosa buona o no.

La comunicazione deve passare dall'infinitamente piccolo (del nostro agire

Individuale e dipiccole comunità) all’infinitamente grande (tutti gli esseri umani). Bisogna usciredall’esperienza personale e confrontarla a livello sempre più ampio, nel tentativo di costruireun nuovo tessuto sociopolitico ed economico. In questo scenario, l’azione comunicativa delpiccolo ha un ruolo centrale. Si ha l’obbligo di entrare nel particolare e di uscire nel generale,mutando continuamente prospettiva così da valutare entrambe le misure della realtà.

La scuola non ha saputo cambiare la propria comunicazione in funzione di una nuovasocietà, ma ha pensato di salvaguardare i vecchi privilegi con azioni di restyling. Lacomunicazione si basa almeno su quattro elementi: le grammatiche; i testi; le relazioni el’ambiente comunicativo, espressione degli altri tre, la quale distingue ogni epoca.

La scuola nuova è là dove c’è un maestro ed un allievo che credono nel valore e nel sensodi quello che fanno.

da una comunicazione unidirezionale e statica, sono stati superati dall'avvento delle nuove tecnologie digitali. Oggi, grazie all'uso diffuso di internet e dei social media, la comunicazione è diventata bidirezionale e dinamica. Attraverso i blog, i forum, i social network e le piattaforme di messaggistica istantanea, le persone possono interagire tra loro in tempo reale, condividere informazioni, opinioni e esperienze. Questo ha portato ad una democratizzazione della comunicazione, in cui tutti possono avere una voce e partecipare attivamente al dibattito pubblico. Inoltre, le nuove tecnologie hanno reso possibile la creazione e la diffusione di contenuti multimediali, come video, immagini e audio. Questo ha arricchito ulteriormente l'esperienza di comunicazione, rendendola più coinvolgente e interattiva. Tuttavia, nonostante i numerosi vantaggi offerti dalle nuove tecnologie, è importante fare attenzione all'uso che se ne fa. La comunicazione digitale può essere fonte di disinformazione, cyberbullismo e violazione della privacy. È quindi fondamentale educare le persone ad un uso responsabile e consapevole delle nuove tecnologie. In conclusione, il progresso nella comunicazione è stato determinato dall'evoluzione delle tecnologie digitali. Questo ha portato ad una comunicazione più interattiva, dinamica e coinvolgente. Tuttavia, è importante utilizzare queste tecnologie in modo responsabile e consapevole, al fine di evitare eventuali rischi e abusi.
Dettagli
A.A. 2018-2019
38 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ilariabrandolini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie e tecniche della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Tarchi Marco.