X
e
∈
P (s) [0, 1] P (s) = 1
s∈S
• I risultati elementari sono in ogni esecuzione dell’esperimento si verifica
mutuamente esclusivi:
esito elementare.
uno e un solo
La coppia costituisce lo base per la modellazione di eventi.
(S, P ) spazio di probabilità,
Esempio: lancio di un dado a sei facce
Nel lancio di un dado equo, lo spazio campione è:
S {1,
= 2, 3, 4, 5, 6}
Ogni esito ha probabilità uguale: 1 per ogni ∈ S
P (s) = s
6
Verifica della proprietà di normalizzazione: 1
X ·
P (s) = 6 =1
6
s∈S 8
Simone Randino Teoria ed elaborazione dei segnali II modulo
Definizione di Evento
• Un è un dello spazio campione
⊆
E S S.
evento sottoinsieme
• Corrisponde a un gruppo di esiti per i quali vogliamo calcolare la probabilità che si verifichino.
• Se l’esperimento produce un risultato appartenente a diciamo che “l’evento si è verificato”.
E, E
• Anche i singoli esiti (risultati elementari) sono considerati eventi.
La probabilità di un evento è data da:
E X
P (E) = P (s )
i
∈E
s
i
Se è un evento, anche il sottoinsieme complementare ad esso è un evento di S.
E
Relazioni tra Eventi
• Due eventi e sono detti (o ) se non possono verificarsi con-
A B disgiunti mutuamente esclusivi
temporaneamente.
• Se invece possono verificarsi contemporaneamente, allora i due eventi sono non disgiunti.
• L’unione di due eventi rappresenta l’evento che si verifica se si verifica oppure (o
∪
A B A B
entrambi) ed è a sua volta un evento.
• L’intersezione di due eventi rappresenta l’evento che si verifica solo se si verificano con-
∩
A B
temporaneamente sia che ed è anch’essa un evento.
A B
Sia A un evento e B il suo complementare un altro evento allora è coincidente con lo spazio
∪
A B
campione e si dice evento non contiene nessun elemento ed è detto evento
∩
A B
certo, nullo.
Probabilità
Probabilità di un Evento: Assiomi
La probabilità è la misura assegnata a ciascun evento dello spazio campione in modo da
S
P (A) A
rispettare i seguenti assiomi:
1) la probabilità di un evento non può essere superiore a 1 né negativa
≤ ≤
0 P (A) 1
2) la proprietà dell’evento certo è unitaria
P (S) = 1
3) Se sono eventi a due a due disgiunti
E , E , E , . . .
1 2 3 per allora la probabilità che si verifichi almeno uno di essi (cioè che si
∩ ∅ ̸
(E E = i = j),
i j
verifichi , , è uguale alla somma delle probabilità di ciascuno:
E E . . .)
1 2 !
[ X
P E = P (E )
i i
i i
9
Simone Randino Teoria ed elaborazione dei segnali II modulo
Conseguenze degli Assiomi
Dagli assiomi si possono ricavare le seguenti proprietà:
probabilità dell’evento complementare
−
P (A) = 1 P (A)
a) probabilità dell’evento nullo
P (∅) = 0
b) probabilità dell’evento unione
∪ − ∩
P (E E ) = P (E ) + P (E ) P (E E )
c) 1 2 1 2 1 2
(sottraggo il termine finale perché nella somma considero due volte la probabilità
dell’avvenimento dell’evento in contemporanea)
• è la probabilità che si verifichi un singolo evento, indipendentemente da
Probabilità marginale:
altri eventi. oppure
P (E ) P (E )
1 2
• è la probabilità che due eventi si verifichino contemporaneamente.
Probabilità congiunta: oppure
∩
P (E E ) P (E , E )
1 2 1 2
Probabilità di un evento: definizione classica di Laplace
La probabilità di un evento si può definire, nel caso classico, come:
A N
A
P (A) = N
dove:
• : numero di casi favorevoli all’evento (tutti gli esiti che realizzano l’evento A)
N A
A
• : numero totale di casi possibili
N
Condizioni di applicabilità:
• Il numero di esiti possibili deve essere finito
• Tutti gli esiti devono essere ugualmente probabili
Per cui la definizione classica Infatti non si può utilizzare quando:
non è sempre applicabile.
• Gli esiti non sono equiprobabili (es. fenomeni sbilanciati o truccati)
• Lo spazio campione è infinito o continuo (esiti non numerabili)
• Non è possibile identificare chiaramente i casi favorevoli e possibili
Probabilità di un evento: definizione frequentista di Von Mises
N A
P (A) = lim N
→∞
N
Definisce la probabilità di un evento come il limite a cui tende la frequenza relativa dell’evento al crescere
del numero degli esperimenti.
Presenta due problemi:
1. non è possibile determinare la probabilità con esattezza;
2. se le prove non vengono effettuate nelle medesime condizioni la stima non è attendibile.
10
Simone Randino Teoria ed elaborazione dei segnali II modulo
Probabilità condizionata
La probabilità condizionata di un evento A rispetto a un evento B è la probabilità che si verifichi A,
sapendo che B si è verificato. P (A, B)
P (A|B) = P (B)
ha senso solo se B ha una probabilità non nulla di verificarsi.
L’ evento B diventa il nuovo spazio campionario di riferimento.
Eventi statisticamente indipendenti
Due eventi A e B sono indipendenti se il verificarsi di uno non influisce sulla probabilità dell’altro.
La definizione è: ·
P (A, B) = P (A) P (B)
due eventi sono indipendenti tra loro cioè il fatto che uno di essi si verifichi non modifica la probabilità
di verificarsi del secondo.
Per due eventi indipendenti la probabilità condizionata si può esprimere così:
×
P (A, B) P (A) P (B)
P (A|B) = = = P (A)
P (B) P (B)
Qual è la probabilità che si verifichi A sapendo che B è verificato? È la probabilità che si verifichi A
(aldilà di ciò che succede a B) poiché indipendenti.
Teorema di Bayes P (B|A)P (A)
P (A|B) = P (B)
Dimostrazione
Dalla probabilità condizionata sappiamo: ∩
P (A B)
P (A|B) = P (B)
∩
P (A B)
P (B|A) = P (A)
∩
P (A B) = P (B|A)P (A)
È utile quando si conosce quanto è probabile B dato che è accaduto A, e si vuole sapere quanto è probabile
A dato che è accaduto B.
Teorema delle probabilità totali
Questo teorema serve per calcolare la probabilità che un evento possa verificarsi in presenza di diversi
A
scenari alternativi e mutualmente esclusivi.
Supponiamo di avere una partizione dello spazio campionario cioè eventi tali che siano
{B },
, B , . . . , B
1 2 N
a due a due disgiunti e la cui unione sia l’intero spazio.
Allora, la probabilità di si può esprimere come:
A N
X | ·
P (A) = P (A B ) P (B )
i i
i=1 11
Simone Randino Teoria ed elaborazione dei segnali II modulo
Questa formula permette di determinare tenendo conto del contributo di ciascun evento sulla
P (A) B i
probabilità di pesato in base alla probabilità che si verifichi .
A, B
i
È particolarmente utile in problemi in cui dipende da diversi contesti o cause possibili.
A
Calcolo combinatorio
Disposizioni
Nel calcolo combinatorio, costruire una di elementi di classe significa formare un gruppo
n k
disposizione
ordinato di elementi scelti da un insieme di elementi distinti. Due disposizioni sono considerate diverse
k n
se cambia l’ordine degli elementi oppure se cambia almeno un elemento del gruppo.
In particolare, quando cioè quando si usano gli elementi dell’insieme per formare il gruppo,
k = n, tutti
si parla di permutazione.
• Si parla di se ogni elemento può comparire nel gruppo (cioè
disposizioni semplici una sola volta
Il numero di tali disposizioni è dato dalla formula:
≤
k n). n!
− − · · · −
D = n(n 1)(n 2) (n k + 1) =
n,k −
(n k)!
• Si parla di se ogni elemento può comparire nel gruppo.
disposizioni con ripetizione più volte
In tal caso, il numero totale di disposizioni è: ′ k
D = n
n,k
Permutazioni
Quando si ha nelle disposizioni, si parla di ovvero si considera ogni possibile
k = n permutazioni,
ordinamento dei elementi dell’insieme.
n
Permutazioni semplici
Il numero di di elementi distinti è dato da:
n
permutazioni semplici P = n!
n
Questa formula rappresenta il numero di modi in cui è possibile ordinare tutti gli elementi senza
n
ripetizioni.
Permutazioni con ripetizione
Quando alcuni elementi si ripetono, non tutte le permutazioni sono distinte. In questo caso si parla di
permutazioni con ripetizione.
Supponiamo di avere elementi totali, di cui:
n
• elementi uguali fra loro,
h
• elementi uguali fra loro ma distinti dai precedenti,
k
• elementi uguali fra loro e distinti da tutti gli altri,
p 12
Simone Randino Teoria ed elaborazione dei segnali II modulo
con Il numero di permutazioni distinte sarà:
· · · ≤
h + k + + p n. n!
r
P =
n,h,k,...,p · · · · · ·
h! k! p!
Combinazioni
Nel calcolo combinatorio, costruire una di elementi di classe significa formare un
n k
combinazione
gruppo di elementi scelti da un insieme di senza tenere conto dell’ordine. Due combinazioni sono
k n,
considerate diverse solo se cambia almeno un elemento del gruppo.
Combinazioni semplici
Il numero di di elementi distinti, presi alla volta (con si indica
≤
n k k n),
combinazioni semplici
con e si ottiene dividendo il numero di disposizioni semplici per il numero di permutazioni possibili
C n,k
all’interno di ciascun gruppo (cioè k!): − − · · · −
D n(n 1)(n 2) (n k + 1) n!
n,k
C = = =
n,k −
k! k! k!(n k)!
Questo numero si indica anche con il simbolo binomiale:
n
C =
n,k k
che si legge “n su ed è noto come
k” coefficiente binomiale.
Combinazioni con ripetizione
Quando è possibile scegliere più volte lo stesso elemento, si parla di In
combinazioni con ripeti
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