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Capitolo 4: Teorie della selettività

Klapper - La comunicazione persuasoria di massa tende, di norma, ad agire più in direzione del rafforzamento e della modificazione di lieve entità. Tale affermazione deriva dalla ricerca di Lazarsfeld sullacampagna elettorale del 1940, dove si evince che solo il 5% degli intervistati aveva effettivamente cambiato idea sulle intenzioni di voto - i media avevano dunque un effetto di rafforzamento e non di cambiamento delle idee delle persone.

Conclusioni: "l'esposizione cristallizza e rafforza più che non converta" (p.248)

Rassegna: Klapper, J.T. (1960), The Effects of Mass Communication, The Free Press, Glencoe (trad. it., Gli effetti delle comunicazioni di massa, Etas Kompass, Milano 1964)

Conseguenze: negli Stati Uniti mise fine alle preoccupazioni circa gli effetti manipolatori dei media, tanto da far parlare lo stesso autore di ragionevoli basi per coltivare un sano ottimismo.

I media non

riuscivano ad aggirare i meccanismi della selettività:

I media non riuscivano a superare le barriere rappresentate dalle relazioni personali.

Il rafforzamento di opinioni o atteggiamenti preesistenti veniva considerato un dato positivo coerente con una visione della società fortemente integrata, che non veniva minacciata nella sua stabilità.

Il successo delle teorie di Klapper portarono altri studiosi (Gitlin, 1978) a parlare addirittura di un paradigma degli effetti limitati dei media -> l'esposizione selettiva divenne la spiegazione comunemente adottata per dare conto della difficoltà a trovare conferme del potere dei media.

L'affermarsi di approcci e teorie riconducibili al powerful media determinò una graduale dismissione dell'esposizione selettiva come chiave di lettura del rapporto tra offerta mediale e individui fino quasi a scomparire del tutto nel corso degli anni Settanta e Ottanta.

A partire da questi e altri

Gli elementi Bennett e Iyengar (2008) formularono la loro provocatoria domanda sulla presenza di un ritorno a una nuova era degli effetti limitati. Si parla di NUOVA ESPOSIZIONE SELETTIVA. "I canali informativi sono aumentati e contemporaneamente sono diventati più individualizzati. È ancora possibile concepire i 'mass media' o il concetto è diventato obsoleto a seguito della frammentazione dell'audience e del suo isolamento rispetto alla sfera pubblica? Questo nuovo ambiente prefigura il ritorno al tempo degli effetti limitati? Se stiamo cercando una nuova era degli effetti limitati, come possiamo distinguere quelli del periodo precedente?" (Bennett e Iyengar, 2008). La selettività nel caso delle "echo chambers" è un fenomeno che è stato segnalato e studiato inizialmente nel contesto dei legacy media - in particolare in quello della galassia della Fox News con i suoi programmi apertamente schierati con le posizioni più radicali del Partito.

repubblicano.Cass Sunstein ---> il fenomeno delle Echo Chambers entra sotto i riflettori per via dei suoi studi, lo descrive nell’intento di individuare gli effetti di internet e delle comunicazioni digitali sulla democrazia, tra questi troviamo:

  • la rete consente la presa di parola di tutti i soggetti
  • diffusione di una massa indistinta di informazioni
  • disintermediazione dai media tradizionali e dalle strutture informative.

Principali conseguenze della diffusione delle echo chambers:

  • Rischio di estremismo violento = persone che hanno le medesime idee possono esaltarsi a vicenda e promuovere campagne d’odio comunicative -cybercascade- nei confronti di gruppi con idee opposte
  • Polarizzazione politica = autosegregazione dei votanti in gruppi in cui si condividono le stesse idee, rendendo complicato arrivare a decisioni politiche ragionevoli
  • Mutazione delle forme di consenso = anche se le echo chambers non rappresentano la
maggioranza, l'influenza che esse hanno nel dibattito pubblico porta i politici a sviluppare modalità specifiche di relazione con queste comunità.
  • Esaltazione dei meccanismi di partisanship = le convinzioni politiche incidono sempre di più su alcune scelte individuali
  • Riconoscimento delle fake news = sempre più difficile riconoscere notizie false, perché le echo chambers provocano cascate informative che portano alla diffusione online di notizie false. Sustein ---> le echo chambers sono un ambiente che è ad alto rischio di propaganda e manipolazione politica che produce un indebolimento della democrazia. Una soluzione che propone è quella di fare incontrare queste persone con idee diverse e contrastanti con le loro, abituandoli così ad una sensibilità per le differenze di convinzione.
Nelle dinamiche comunicative, un ruolo essenziale è giocato dal pregiudizio di conferma (confirmation bias), ovvero la tendenza a cercare, interpretare ed elaborare informazioni in modo da confermare le proprie convinzioni preesistenti.tendono a preferire informazioni coerenti con opinioni e disposizioni preesistenti. A suavolta, tale euristica alimenta l'esposizione selettiva, un fenomeno inizialmente osservato nelle campagneelettorali e consistente nell'esporsi a messaggi che confermino i propri convincimenti per ridurre ladissonanza cognitiva tra i propri convincimenti e il contenuto cui si è esposti. Studi sul News Feed di Facebook ---> l'equilibrio che si crea tra algoritmo, rete sociale connessa e pratichequotidiane dipendenti dalla biografia di uso del mezzo genera un ambiente informativo complesso e ineditoche definisce un'agenda quotidiana nella quale l'omofilia rientrerebbe come una variabilecomportamentale, come accade nella vita quotidiana e non come elemento predominante. Brundige ---> Tesi dell'inavvertenza: l'esposizione selettiva in rete è meno presente rispetto all'esposizionea un'eterogeneità di opinioni: gli utenti.

Online non prestano particolare attenzione con chi interagiscono, interagendo con idee opposte e affini. La creazione delle echo chambers, quindi, è un fenomeno che non rappresenta una realtà necessaria ma una possibilità legata ad alcuni gruppi di utenti. L'autosegregazione di un soggetto all'interno di un echo chambers deve essere considerata come una scelta di quest'ultimo.

Il concetto di filter bubble viene utilizzato in letteratura per definire i meccanismi online di polarizzazione dell'informazione prodotti dalle logiche degli algoritmi nei social media e dai motori di ricerca. L'attenzione si pone, dunque, su delle peculiari logiche di filtraggio introdotte dalle affondances di piattaforme e ambienti digitali regolate principalmente da algoritmi. Gli algoritmi sono al centro del software che utilizziamo per produrre oggetti culturali ed hanno, inoltre, un ruolo essenziale nel diffondere questi oggetti culturali in rete.

nonché nella predisposizione degli strumenti che utilizziamo per cercarli e recuperarli. Sono, inoltre, diventati fondamentali per analizzare ed elaborare l'enorme quantità di dati generati dai social media. Il nostro stesso comportamento online finisce per collocarci all'interno di bolle di filtraggio (filter bubble) nelle quali si autodefinisce il nostro consumo di informazioni e degli altri contenuti. Il meccanismo di funzionamento è legato alla popolarità: più sei popolare, più hai visibilità, più hai probabilità di entrare negli argomenti di tendenza (trading topic), in un ciclo che continua infinitamente, o almeno fino a quando non viene scalzato dal nuovo trend del momento. Filter bubble (inconsapevole) vs esposizione selettiva (consapevole):
  1. Processo centrifugo dei filtri porta a isolarsi in un contesto iper-personalizzato.
  2. Invisibilità selettiva: il processo decisionale dell'algoritmo non

è visibile e spesso i cittadini non sono consapevoli che sia all’opera.

Ingresso passivo nella bolla: non sappiamo come e quando operano gli algoritmi.

In contrappunto a questa visione di completa automatizzazione algoritmica che genera bolle di esistenza informativa, troviamo posizioni come quella di Clay Shirky (2008), che indica come il filtraggio sia oggi sempre più di natura sociale e da ricondursi alle persone che selezionano per le persone. Accanto quindi agli algoritmi, troviamo le molte realtà di social filtering (o collaborative filtering) – dall’utilizzo di piattaforme come Dig al tagging dei contenuti – che rappresentano una forma di selettività prodotta socialmente.

Doctorow ---> allo sviluppo di reti logiche algoritmiche e filtri, corrisponde uno sviluppo di risposte tecnologiche da parte degli utenti che nel tempo possono trasformarsi in attitudini culturali.

La logica dei filtri rappresenta un’opportunità utile.

che vengono esposte a contenuti selezionati in base ai loro interessi, preferenze o comportamenti precedenti. La personalizzazione autoselettiva è il risultato delle scelte individuali degli utenti, che cercano informazioni che confermano le loro convinzioni e evitano quelle che le mettono in discussione. Questo tipo di personalizzazione può portare alla formazione di "bolle informative", in cui le persone sono esposte solo a contenuti che confermano le loro opinioni preesistenti, limitando la diversità di punti di vista. D'altra parte, la personalizzazione preselezionata è guidata dalle piattaforme online, che utilizzano algoritmi per selezionare e presentare contenuti in base ai dati raccolti sugli utenti. Questo tipo di personalizzazione può essere utile per fornire contenuti rilevanti e di interesse per gli utenti, ma può anche portare a una limitazione della diversità di informazioni a cui le persone sono esposte. La ricerca di Zuiderveen Borgesius e colleghi ha evidenziato che entrambi i tipi di personalizzazione possono influenzare la diversità di informazioni a cui le persone sono esposte online. La personalizzazione autoselettiva può portare a una maggiore polarizzazione delle opinioni, mentre la personalizzazione preselezionata può limitare l'accesso a informazioni diverse e contrastanti. In conclusione, la personalizzazione online può avere effetti significativi sulla diversità di informazioni a cui le persone sono esposte. È importante comprendere come vengono disegnati i filtri e quali porzioni di conoscenza vengono rese disponibili per garantire una maggiore diversità di punti di vista e una migliore comprensione del mondo che ci circonda.che ha sollevato dubbi sulla teoria degli usi e gratificazioni. Alcuni critici sostengono che questa teoria non tenga conto del contesto sociale e politico in cui si verificano le scelte dei media. Altri sostengono che la teoria sia troppo individualistica e non consideri il ruolo delle strutture di potere nella formazione delle preferenze dei media. Nonostante queste critiche, la teoria degli usi e gratificazioni rimane uno strumento utile per comprendere come le persone utilizzano i media per soddisfare i propri bisogni e desideri. Essa ci aiuta a capire perché alcune persone preferiscono determinati tipi di contenuti mediatici e come queste preferenze influenzano il modo in cui interagiamo con i media. In conclusione, la teoria degli usi e gratificazioni ci offre uno sguardo approfondito sulle motivazioni e le gratificazioni che le persone cercano attraverso l'uso dei media. Nonostante le critiche, questa teoria rimane uno strumento prezioso per comprendere il rapporto complesso tra individui e media.mette in dubbio la credibilità di questa teoria, a lui si aggiungono Pavitt(2010) e Holbert (2017) il quale aggiunge che secondo lui si tratta più di un framework piuttosto ché di una teoria scientifica.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
66 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lisa010101 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia avanzato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Ciampolini Roberta.