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Integrazione laterale o asimmetrica

• Attività svolte precedentemente da produttori di beni e servizi complementari

La catena del valore comprende le attività tra loro concatenate che contribuiscono a trasformare gli input dell'impresa in output aventi un valore per il mercato.

La catena esterna del valore scaturisce dalla concatenazione delle catene di valore delle singole imprese e delinea la struttura di una filiera produttiva in tutte le sue fasi.

Le imprese che partecipano in gran parte o a tutte le fasi della catena del valore del settore si dicono "verticalmente integrate".

Le imprese che si occupano solo di un'attività si dicono "verticalmente specializzate".

La scelta volta a internalizzare o esternalizzare ed eventualmente come fare, dipende dalla capacità dell'impresa di svolgere le diverse attività creando più valore.

Si ha una grey zone tra le strategie alternative quando si trova

Un equilibrio ottimale nello svolgimento delle proprie attività sfruttando un modello ibrido.

Le modalità di integrazione sono:

  • Integrazione totale: non si fa ricorso al mercato = si internalizza completamente la fase produttiva o distributiva.
  • Integrazione parziale o mista: si deve ricorrere anche al mercato perché non si è autosufficienti = si integra l'internalizzazione di alcune attività con le forniture esterne o le distribuzioni esterne.
  • Quasi integrazione: si integra attraverso modalità di crescita esterna, quindi facendo leva su imprese terze (es. Calzedonia vende con una rete di franchising).

Es. Ferrero si è integrata a monte rilevando l'attività di un'azienda italiana leader nel commercio e nella lavorazione delle nocciole, poi ha comprato il primo produttore asiatico di nocciole.

I vantaggi dell'integrazione verticale sono:

  1. Entrare in business attrattivi.
  2. Integrare informazioni.

Conoscenze e tecnologie poste a diversi livelli della filiera produttiva migliorando il coordinamento e potendo svolgere un'azione di influenza e indirizzo sulle attività poste a monte o a valle: integrazione nell'industria alimentare.

Es. Alce Nero: lo yogurt biologico bianco intero con "Latte Fieno STG" Alce Nero è preparato utilizzando solo "Latte Fieno STG" biologico italiano proveniente da piccoli allevamenti delle Alpi dell'Alto Adige. Inditex è integrata perché il fatto di uscire sempre con nuovi modelli richiede un coordinamento molto stretto tra tutti gli attori della filiera.

Ridurre l'incertezza nel reperimento degli input o nel collocamento degli output (riduzione costi informazioni).

Contrastare il potere contrattuale di fornitori e acquirenti.

Es. Pepsi si è integrata a valle per alcuni anni acquistando Taco Bell, Pizza Hut, KFC che poi sono state scorporate da Pepsi.

per creare una società autonoma la Tricon GlobalRestaurant diventata in seguito Yum! Brands Inc., ed ha tentato di espandersi a monte producendo lattine. Ridurre i costi di produzione eliminando passaggi intermedi e sovrapposizioni (costi di stoccaggio, trasferimento, manipolazione): lavorazione acciaio e lamiera d'acciaio, pasta di legno e carta, raffinazione petrolio e prodotto petrolchimici. Es. Ferrero e acquisizioni nel business della lavorazione delle nocciole. Alzare le barriere all'entrata bloccando l'accesso a nuovi entranti. Es. caso Ferrero Oltan o Luxottica che ha acquistato rete distributiva LensCrafters. Difendersi dai concorrenti consolidati bloccandone lo sviluppo e le prospettive di crescita. Es. assunzione di competenze distintive e assunzione del controllo su asset ed attività critiche. I vantaggi dell'integrazione verticale rispetto alla capacità di creare valore, nel caso dell'integrazione a monte sono: (3) - controllare laqualità ed il coordinamento degli input- migliorare l'ideazione e la progettazione del prodotto- sviluppare delle conoscenze tecniche esclusive nel caso dell'integrazione a valle sono: (4) - snellire i circuiti di distribuzione - garantire una distribuzione coerente all'immagine del prodotto, aumentando la visibilità dell'impresa - sviluppare le informazioni critiche sul consumatore finale - dare la possibilità di creare relazioni forti con i clienti finali I costi dell'integrazione verticale sono: (6) - Aumento delle barriere all'uscita. - Difficoltà di bilanciamento delle attività verticali: differenze nella scala efficiente minima delle varie fasi. - Mancanza di incentivi al miglioramento (diverso il caso di quasi-integrazione). - Difficoltà di accesso alle conoscenze dei fornitori o dei canali distributivi esterni a causa dell'essere divenuti concorrenti. ed in particolare le 2F (vantaggi)quindi dell'esternalizzazione): Perdita della flessibilità, particolarmente grave se la domanda è instabile e vi sono veloci cambiamenti tecnologici di prodotto che richiedono complesse combinazioni di competenze tecniche. Perdita di focalizzazione, infatti nasce la necessità di sviluppare competenze molto diverse, tra le quali quelle manageriali dovute alle diversità strategiche dei business.! molto pericoloso perché un'impresa specializzata nella produzione di un determinato componente detiene un elevato livello di competenze specifiche e soluzioni tecnologiche più adeguate rispetto ad un'impresa non focalizzata in quello specifico business l'impresa è troppo integrata verticalmente potrebbe non essere competitiva Quando invece l'impresa ricorre ad un'integrazione verticale parziale, persegue 2 benefici: 1) usare le informazioni interne per negoziare i prezzi sul mercato e

difendersidall'opportunismo 101

Appunti di Maia Miragliotta

2) avere la possibilità di mantenere le pressioni competitive sulle unità integrate minacciando un maggior ricorso all'esternalizzazione, al contrario può incorrere in 3 problemi:

  1. il non raggiungimento della dimensione efficiente di capacità interna ed esterna
  2. l'esistenza di problemi di coordinamento e specificità di prodotti tra dentro e fuori
  3. la duplicazione di sforzi di monitoraggio

Come scegliere le modalità di integrazione

Le imprese che operano a diversi stadi della filiera verticale svolgono attività, di conseguenza lo sono anche le decisioni che vengono assunte nei diversi stadi del sistema del valore.

Il coordinamento necessario per gestire l'interdipendenza può essere raggiunto con:

  • il meccanismo esterno del mercato, dove gli scambi avvengono su mercati spot (o a pronti) oppure vengono regolati da contratti

che specificano quantità, qualità, date di consegna e tolleranze nessuna integrazione è i meccanismi intermedi (o ibridi) tra mercato e gerarchia, dove si instaurano modalità di crescita esterna (es. franchising, licensing, joint-venture) quasi integrazione il meccanismo interno di organizzazione gerarchica, dove si instaurano modalità di crescita interna integrazione parziale o mista.

I modelli di relazioni verticali possono essere rappresentati a seconda del grado di formalizzazione e del livello di coinvolgimento:

  • dall'integrazione verticale pura (bassa formalizzazione perché si fa tutto all'interno dell'impresa; alto coinvolgimento)
  • ai contratti a lungo termine (alta formalizzazione perché si specificano tutte le condizioni; basso coinvolgimento perché si usa il mercato)

Le tipologie ed i limiti dei contratti

I contratti, che si usano per identificare tutti gli eventi possibili, possono essere

contratti:

  1. Spot di mercato, che definiscono ammontare e tempi dello scambio. Diffusi nel settore petrolifero e nei settori delle materie prime per la facile valutazione della qualità del bene e la presenza di molti venditori/compratori.

  2. A garanzia. Diffusi nel settore automobilistico e nei settori dei beni durevoli per l'incapacità dell'acquirente di valutare la qualità del prodotto ex-ante.

  3. Sequenziali e a lungo termine, che definiscono le condizioni dello scambio per un periodo di tempo definito, al termine del quale è possibile rinegoziare; poiché bisogna prevedere nel periodo tutte le circostanze che potrebbero accadere sono o troppo rigidi o troppo vaghi. Diffusi nei settori dei beni complessi e con un'incertezza circa la loro evoluzione.

L'efficacia dei contratti dipende dalla completezza che è influenzata negativamente da:

  • nell'identificazione di tutte le contingenze che
RAZIONALITÀ LIMITATA DEGLI ATTORI potrebbero emergere nella transazione. della transazione • DIFFICOLTÀ di SPECIFICARE/MISURARE la PERFORMANCE chiaramente. • ASIMMETRIA INFORMATIVA Gli approcci teorici all’integrazione verticale Le principali teorie che aiutano a comprendere se e come integrarsi verticalmente sono: a) la teoria dei costi di transazione, come teoria migliore per capire i rischi di rivolgersi ad altri; si basa sul controllo: minimizzare i comportamenti opportunistici b) la resource based view, come teoria migliore per capire quando è meglio rivolgersi ad altri; si basa sulle risorse: vedere se esistono imprese più performanti Le 3 C dell’integrazione verticale, ovvero le tre variabili da analizzare quando si è pronti alla scelta make or buy, sono: = possedere o saper sviluppare competenze distintive in attività ad alto valore COMPETENZE aggiunto spinge le imprese ad integrarsi verticalmente in tali attività.resource based view vi si focalizza per spiegare la necessità di ricorrere o meno all'integrazione verticale: la prima valutazione dovrebbe riguardare la verifica dell'esistenza di imprese terze in grado di svolgere l'attività in modo più economico o più efficace grazie a risorse e competenze di valore, rare, inimitabili, insostituibili e non acquisibili, di cui l'impresa non dispone: - se la risposta è no, l'impresa si dovrebbe integrare potendo decidere se coinvolgere o meno un'impresa terza - se la risposta è sì, l'impresa dovrebbe valutare la possibilità di affidarsi a parti terze individuandone i rischi ed i costi = in generale, quando le attività sono svolte: COORDINAMENTO tra
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A.A. 2022-2023
113 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher maia.dance di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Strategia d'impresa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Odorici Vincenza.