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Educazione di Cicerone
L'educazione di Cicerone si svolge a Roma:
- Per l'oratoria si ispirò a Crasso
- Per gli studi giuridici fece riferimento a Muzio Scevola
- Conobbe Apollonio Molone, futuro maestro di retorica di Giulio Cesare
- Per la filosofia si ispirava al mondo platonico portato a Roma dai filosofi greci in visita, conobbe così il filosofo Fedro
- Si avvicinò anche a Filone di Larissa, capo dell'Accademia Platonica di Atene, del quale però non condivideva la teoria del mondo e delle idee
- E Diodoto, il maggiore esponente della scuola stoica che fu ospite di Cicerone per tutta la vita
In una villa appena fuori Pompei è stato trovato un mosaico a fine '800 intitolato "L'accademia di Platone" in cui sono individuabili i seguaci dell'accademia e le loro impostazioni filosofiche. Parlano con il braccio destro scoperto e il tema scelto allude agli interessi letterari e filosofici del proprietario della villa. Si tratta di un...
Mosaico che rispecchia le tendenze dell'epoca in questione in quanto risale proprio a quel periodo. Tra i suoi compagni di studi, oltre a Sulpicio Rufo, ci fu anche Pomponio Attico, che divenne il migliore amico di Cicerone tanto che egli gli dedicò un epistolario. Quest'opera è un documento importantissimo perché non soltanto ci mostra la figura di Cicerone sotto varie sfaccettature, anche private, ma è una testimonianza di Roma, della vita sociale e culturale dell'epoca. Sempre con Attico, si occupò della traduzione della terminologia della filosofia greca in lingua latina, scrivendo il primo Dizionario di filosofia.
CARRIERA MILITARE
La sua carriera militare inizia con la Guerra Sociale, quando milita sotto Strabone e Silla.
CARRIERA FORENSE (81 A.C. - 80 A.C.)
La carriera forense inizia con due grandi difese:
La difesa di Pro Quinto (81 a.C.), per la quale Cicerone aveva come avversario Ortensio Ortalo, il più grande oratore.
del tempo. La difesa di Roscio Amerino (80 a.C.) accusato di parricidio, per la quale Cicerone aveva come avversari i sillani. L'accusatore di Roscio era Crisogono, liberto di Silla, ma dietro questa accusa c'era l'esigenza politica di espropriare le terre di Roscio che facevano gola ai veterani di Silla. In seguito a questa difesa, Cicerone è costretto ad allontanarsi da Roma. Parte per la Grecia e l'Asia minore insieme ad Attico e alcuni famigliari e qui interroga l'oracolo di Delfi sul come raggiungere la gloria. Le opere di Cicerone ci permettono, come abbiamo detto, di conoscere degli spaccati della vita romana dell'epoca ed è questa la situazione in cui Cicerone ci parla della carruca dormitoria, una carrozza di legno, coperta, molto scomoda, ma che permetteva di viaggiare anche di notte ed era l'ideale per i lunghi viaggi. Ovviamente l'abbigliamento di chi vi viaggiava era semplice, povero e prevedeva solo unaBisaccia per non essere ostruiti nei movimenti da pesi. Cicerone torna a Roma subito dopo la morte di Silla (78 a.C.) e inizia il suo cursus honorum.
QUESTURA (76 A.C. – 71 A.C.)
Dapprima fu questore in Sicilia (76 A.C. – 71 A.C.). Qui fece due cose molto importanti.
A Lilibeo scoprì la tomba di Archimede, una scoperta che lo emozionò in modo particolare. Descrive nelle sue opere come avesse scoperto la tomba, che seguì delle piste che la collocavano vicino Enna e che parlavano di un simbolo particolare, una sfera con il cilindro. Disse quindi di aver visto una colonna che sporgeva tra le sterpaglie e di aver visto scolpito il simbolo che cercava e di aver così trovato questa tomba, con delle iscrizioni in parte cancellate.
Seconda cosa importante che fece in Sicilia fu quella di occuparsi di Verre. Verre era un uomo molto crudele, lussurioso, che nonostante fosse stato denunciato più volte dai suoi stessi sudditi (si dice che a Enna non
esistesse donna che nonera stata seviziata da Verre) riusciva comunque a mantenere il suo ruolo grazie ai suoi mezzi finanziari che glipermettevano di praticare la corruzione. Cicerone intervenne in questa situazione e la sua oratoria spinse l'uomo afuggire.
PRETURADurante il suo periodo da pretore (66 a.C.) è importante invece l'orazione a difesa della Lex Manilia (Pro lege Manilia),che affidava l'imperium a Pompeo per sconfiggere Mitridate. Il Senato era contrario a questa cosa in quanto temevanoche poi Pompeo si rivoltasse contro di loro con l'esercito ad esso assegnato. Tuttavia, Cicerone difende questa scelta esottolinea come Pompeo fosse l'unica persona che veniva apprezzata dagli alleati quando era in visita nelle loro città,segno che non utilizzava l'esercito per i propri interessi.
CONSOLATO 21L'incarico più importante fu però quello di console (63 a.C.), con il quale Cicerone raggiunse l'apice della
sua carriera.Il primo degli avvenimenti che segnarono il suo consolato fu la congiura di Catilina (63 a.C.). Catilina era stato militare nell'esercito di Silla, ma era passato poi dalla parte della plebe e dei nobili decaduti ai quali prometteva radicali riforme. Questo aumentò quindi il suo consenso. Alle orecchie di Cicerone era però giunta la notizia che Catilina aveva radunato un esercito in Etruria che avrebbe scatenato durante le feste Saturnalia, mentre Lentulo e Cetego avrebbero aspettato dentro Roma per dare luogo al colpo di Stato. Cicerone aveva anche scoperto grazie a Fulva, amante di uno dei congiurati, che Catilina si era accaparrato le simpatie del popolo degli Allobrogi, in visita a Roma per ottenere migliori condizioni di alleanza, e che aveva messo per iscritto le promesse a loro fatte. Quando Catilina si presentò in Senato, Cicerone rivelò quanto aveva scoperto pronunciando la famosa "invettiva di Cicerone". Catilinariuscì a fuggire in Etruria dove cercherà con un atto eroico di sopraffare l'esercito romano nel Campo di Zoro (62 a.C.) guidato da Antonio Ibrida e Metello Celere, perdendo però la vita. Gli alleati di Catilina rimasti in città vennero invece catturati e uccisi barbaramente nel carcere di Mamertino. Su Cesare e Crasso si addensò il sospetto di aver partecipato o di aver dato manforte alla congiura di Catilina. Per l'occasione il fratello Quinto scrisse un volume su come vincere le elezioni. I consigli riportati in questa opera sono strettamente legati alla propaganda elettorale: acquistare una casa che sia un punto di ritrovo per gli amici ma al centro città, informarsi della vita e delle abitudini delle maggiori famiglie locali in modo tale che anche quando si faceva una normale conversazione si potesse dimostrare di conoscere gli interessi della cittadinanza, fare in modo i propri servi parlassero bene del padrone. DEBORAH MEDICI 65Questa ipotesi viene formulata anche da Cicerone a posteriori. Tuttavia, questo non era poi così lontano dalla realtà in quanto Vezio, uno dei congiurati, accusò direttamente Cesare, ma lo stesso Cicerone cercò di scarcerarlo. La congiura avrebbe anticipato il desiderio smodato di potere consegnando a Crasso la magistratura e a lui quella di magistrato.
Alla fine del suo consolato c'è un altro avvenimento, lo scandalo della Dea Bona (58 a.C.). La Dea Bona aveva dei rituali, i Damia, che escludevano la presenza degli uomini. Cesare era pontefice quell'anno, quindi i riti si svolgevano presso casa sua. Durante la festa, Clodio Pulcro, amante della moglie di Cesare, si travestì da donna e si introdusse nella casa del pontefice dove venne però riconosciuto dalla madre di Cesare. Clodio viene quindi sottoposto a un processo nel quale Cesare non deponrà per non creare spaccature nei populares, mentre Cicerone riuscirà a.
dimostrare la sua colpevolezza, facendolo esiliare.
Arrivato a questo punto, Cicerone si trovava in una posizione precaria. Aveva delle buonissime doti da oratore, ma la sua abilità militare era scarsa, le finanze insufficienti e le relazioni con le famiglie nobili nulle. In pratica non aveva nessuna protezione, cosa che a quel tempo era di fondamentale importanza. Per di più, aveva deciso di non appoggiare il triumvirato e l'accordo che i tre avevano fatto tra loro, ritenendolo indegno.
L'INIZIO DELLA FINE
La vendetta del triumvirato fu quella di far tornare Clodio a Roma, dove venne eletto tribuno della plebe. Clodio, come prima cosa, fece approvare una legge con valore retroattivo che condannava all'esilio chiunque avesse mandato a morte un cittadino romano senza passare per il popolo, come era successo per gli alleati di Catilina in carcere. Si trattava di una mossa politica manovrata da Cesare che stava partendo per la Gallia e cercava di allontanare un
avversario politico temibile. Cicerone venne quindi allontanato dall'Italia e le sue ville sul Palatino, a Formia e a Tuscolo vennero distrutte e le sue terre confiscate. Cicerone nel mentre, aveva già abbandonato Roma, consapevole di cosa sarebbe successo con il rientro di Clodio. Pompeo però si rese ben presto conto di non essere un abile oratore e di aver bisogno di Cicerone; quindi, gli concesse il perdono e lo riammise a Roma (57 a.C.). Ovviamente questa cosa aveva un prezzo, e Cicerone stesso ci disse di essersi trovato a quel punto nelle condizioni di pronunciare orazioni imbarazzanti a favore di vecchi avversari che però erano alleati dei triumviri. Tuttavia, l'amore di Cicerone per lo Stato e per Roma era tale che decise di pagare questo prezzo. L'anarchia a Roma aveva a questo punto raggiunto il suo apice. PROCONSOLATO Cicerone continuava a essere un personaggio scomodo a Roma, e potenzialmente pericoloso. Quindi decisero di eleggerlo proconsole.di Cilicia (51 a.C.). Qui condusse un governo mite ed equo e promulgò un editto che allontanava gli usurai dalla vita politica e limitava gli interessi nell'acquisto di denaro.
CESARE O POMPEO
A questo punto la situazione a Roma degenerava: Cesare voleva essere eletto console, ma Pompeo gli intimava di farlo in presenza; quindi, doveva sciogliere l'esercito ed entrare a Roma dove Cesare era certo qualcuno l'avrebbe ucciso. Decise quindi di attraversare il Rubicone dando vita alla guerra civile. In questa situazione, in Cicerone si alternarono diversi sentimenti: raggiunge Pompeo, ma si rifiuta di combattere e di guidare l'esercito, bensì cerca di riappacificare i due contendenti come, tra l'altro, gli avevano chiesto Cesare e Balbo. Questo rifiuto gli comportò l'accusa di tradimento e fu solo grazie
all'intervento di Catone che riuscì a tornare in Italia, dove sbarcò a Brindisi. Qui venne accolto da Cesare e non fu costretto a umiliarsi chiedendo il suo perdono. Cesare aveva sempre apprezzato Cicerone, amava la sua intelligenza,