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La conquista di Roma

Roma conquistò territori e sottomise popoli e, fin dal V secolo a.C., dovette affrontare il problema di come porsi, in quanto città vittoriosa, nei confronti dei popoli vinti o delle realtà statuali con cui veniva in contatto.

La progressione territoriale di Roma non seguì schemi rigidi, ma utilizzò strumenti giuridici diversi, optando di volta in volta per l'uno o per l'altro a seconda delle differenti situazioni. Non era ininfluente la valutazione dell'atteggiamento tenuto dai vari popoli verso Roma. Inoltre, la diversità delle soluzioni era imposta dalla varietà etnica e politica delle comunità e dall'ineguale grado di sviluppo dei paesi conquistati.

La politica di Roma non fu accogliente nei confronti dei Latini, degli Italici o dei provinciali. Le proposte presentate in senato o le richieste avanzate dagli alleati di riconoscimento del contributo da loro dato alla potenza e alla grandezza di Roma non furono tutte accolte.

La prosperità della res publica caddero vuoto. I socii furono costretti a una guerra per vedere riconosciuto il diritto alla cittadinanza. Roma non poteva immediatamente accordare a tutti i popoli vinti la piena cittadinanza e l'integrazione nella res publica romana perché le sue istituzioni ancora ancorate al modello della città stato non sarebbero stati in grado di sostenere un governo diretto su aree troppo vaste. Pertanto essa gestì con grande cautela l'allargamento della cittadinanza - graduale processo di assimilazione dell'Italia con Roma (inizio nel IV a.C. e fine negli ultimi decenni della repubblica).

  • di svolta - 148-146 Momento a.C. = distruzione di Corinto e Cartagine porta alle prime ammissioni in Oriente e in Africa.
  • 133 a.C. - Roma acquistò il suo primo territorio al di là dell'Egeo = Pergamo divenne provincia d'Asia.
  • 197 a.C - penisola iberica = Spagna Ulteriore e Spagna

Citeriore.

  • 118 a.C. → fondazione di Narbona, la prima colonia romana in Gallia.
  • 102 a.C. → Cilicia.
  • 96 a.C. → i re di Cirene e di Bitinia lasciarono in eredità a Roma i loro regni.
  • 64 a.C. → Pompeo creò la provincia di Siria.

Repubblica = 14 province.

7.2 Annessione o federazione

Due soluzioni si offrono a Roma: l’annessione o la federazione.

La tendenza alla federazione si manifestò nei rapporti coi Latini → all'inizio della sua storia Roma era parte della federazione dei popoli latini. Qui i rappresentanti di tutti i popoli deliberavano sulla politica comune ed eleggevano i magistrati federali.

  • → Svolta nei rapporti con i Latini 496 a.C., sconfitta dei Latini presso il lago Regillo. I loro rapporti con Roma sarebbero stati regolati da un trattato (foedus Cassianum) che prevedeva la mutua assistenza in caso di guerra e parità di diritti.
  • 338 a.C. → i Latini richiesero a Roma
parità nelle cariche e nella gestione della politica. Di fronte al rifiuto romano, mossero guerra e subirono la sconfitta definitiva. Roma impose lo scioglimento della lega Latina e incorporò direttamente sul suo territorio le città più ostili.
  • Creazione di una federazione di nuovo tipo → le città erano unite a Roma da trattati, ma non potevano avere alcun rapporto tra loro.
Questo sistema venne esteso all'Italia → alcuni territori vennero annessi direttamente, diventando ager romanus, mentre i cittadini furono assorbiti nel corpo della cittadinanza che, però, non sempre era concessa optimo iure, ossia nella sua completezza di diritti. Altri popoli, invece, vennero portati alla condizione di socii o foederati.

Tutti i trattati avevano come caratteristica il fatto che uno dei due contraenti era Roma, che stava bene attenta a impedire che s'instaurassero tra i socii Italici legami reciproci che potessero mettere a rischio la

sua posizione egemonica. L'autonomia istituzionale Roma, per le città greche d'Italia, come anche per quelle italiche, rispettò dei singoli centri finché essi si attenevano alla sostanza politica dei loro trattati e non forzò l'assimilazione. finanziari → dalle fonti si I singoli trattati prevedevano forniture di contingenti militari e contributi ricava che gli alleati fornivano il 50% della forza che Roma metteva in campo. II secolo a.C. → il territorio italico controllato da Roma era di due tipi: Metà del 1. Romano. 2. Alleato. A questa duplice condizione del territorio corrispondevano però tre diversi tipi di stato giuridico per gli abitanti: 1. Cittadinanza romana optimo iure. 2. Civitas sine suffragio. 3. Cittadinanza autonoma degli alleati. 8. LO STATUTO DELLE PERSONE 8.1 I cittadini romani Era cittadino chi nasceva da giuste nozze (matrimonio che rispondesse alle norme fissate dal diritto) tra padre o madre entrambi romani o

tra padre romano e madre latina o peregrina, a patto che avessesi traduceva all'esterno nell'uso deiil diritto di connubio. La qualità di civis tria nomina: unpraenomen, un nomen e un cognomen.Tutti gli schiavi affrancati (liberti) ricevevano autonomamente la cittadinanza romana. La primacittadino → non poteva accederegenerazione di ex schiavi non godeva di tutti i diritti politici delalle magistrature e il suo voto non sempre aveva lo stesso peso del voto del normale cittadino.vennero iscritti nelle tribù → iscritti nelle sole quattro tribù urbane e avevano,Anche libertiindipendentemente dal loro grande numero, la possibilità di influire solo quattro voti. Leconcessioni della cittadinanza ai peregrini, invece, furono piuttosto limitate in età repubblicana.

8.2 I contenuti della cittadinanza romana

La cittadinanza romana è un insieme di diritti civili e politici, cui corrispondono doveri. Il cittadinogode:

  • Del diritto
di ogni guerra, veniva concessa una parte del bottino ai cittadini romani. Inoltre, i cittadini avevano il diritto di partecipare alle assemblee pubbliche, di esprimere le proprie opinioni e di influenzare le decisioni politiche. I cittadini romani godevano anche di alcuni diritti sociali, come il diritto di accesso all'istruzione e alla cultura, il diritto di partecipare alle festività religiose e il diritto di ricevere assistenza legale in caso di necessità. In conclusione, i cittadini romani avevano una serie di diritti civili, politici e sociali che garantivano loro una posizione privilegiata nella società romana. Questi diritti erano riservati solo ai cittadini romani e non erano estesi agli schiavi o agli stranieri.della repubblica, il servizio militare fu assicurato dai volontari stipendiati che erano pur sempre cittadini romani. Un cambiamento di cittadino romano poteva cessare di essere tale se subiva una capitis deminutio, condizione giuridica. 8.3 Civitas sine suffragio La Civitas sine suffragio (IV secolo a.C.) è una cittadinanza concessa a popoli conquistati o annessi, ma senza il diritto di voto. Essa escludeva, negando il voto, la partecipazione politica e l'accesso alle magistrature, prevedeva però gli obblighi militari e finanziari dei cittadini. Non si sa bene se in questa condizione della cittadinanza senza suffragio si debba vedere un beneficio o una punizione o un'integrazione coatta. Ciò non impedì comunque che si trattasse di una passerella verso l'integrazione completa. 8.4 I Latini I latini, in piena età repubblicana, hanno uno status particolare: godono di loro proprie leggi, devono contribuire con denaro e contingenti diuomini alle campagne militari romane, ma in cambio chi si fruiscono di ius connubii e ius commercii (sia tra loro sia coi romani) e di ius migrandi → trasferiva a Roma poteva richiedere ed ottenere individualmente la cittadinanza, facendosi iscrivere in una tribù romana. Molti Latini di conseguenza confluirono in Roma, creando dei seri problemi alle città da cui provenivano che si videro aggravate di oneri → la loro popolazione calva ma i contingenti militari e i contributi che dovevano a Roma restavano immutati. Si tentò di limitare l’abbandono delle città latine imponendo a chi se ne andava a Roma di lasciare un erede nel luogo di origine. A partire dalla fine del II secolo a.C., venne concessa la piena cittadinanza romana a chi rivestiva una magistratura nella propria città. Di colonie latine non ne furono più dedotte in Italia dopo Aquileia o Lucca. Tuttavia, una nuova condizione sembra apparire nell’89 a.C. quando con una legge.proposta da Gneo Pompeo Strabone, allora non facente parte dell'Italia. Lail ius Latii fu concesso alle comunità della Gallia Cisalpina, legge prevedeva che tutti coloro che rivestivano in esse una magistratura acquisissero la cittadinanza romana. Lo stesso ius Latii fu accordato a varie comunità della Gallia Transalpina, poi Narbonese, che vennero da allora considerate colonie. 8.5 I peregrini → Peregrini non erano cittadini romani, ma appartenevano a comunità straniere. La loro condizione dipendeva dal rapporto che Roma aveva instaurato con la loro città. Se facevano parte di una civitas autonoma, ne erano cittadini a pieno diritto; se la loro città era stata distrutta dal punto di vista politico e amministrativo, essi non godevano più dei loro diritti locali e la loro condizione era fissata da Roma. Se erano peregrini dediticii, ossia appartenenti a popoli nemici che, vinti, avevano fatto deditio in fidem populi romani, non potevano più

alcun modo accedere alla cittadinanza.Lo straniero mancava, quindi, di una tutela giuridica a meno che non fosse coperto da un trattatointernazionale stipulato tra Roma e un’altra civitas o da un legame di ospitalità.Roma, per tutta l’età repubblicana, procedette con grande cautela nella concessione della cittadinanza agli stranieri socii italici restarono peregrini fino al 89 a.C. ed ottennero l’integrazione nella civitas romana solo con lo scontro militare. Si dovette attendere il 49 a.C.perché la cittadinanza fosse data anche a tutta la Gallia Cisalpina, che poi nel 42 a.C. cessò di essereuna provincia e divenne parte dell’Italia.242 a.C. venne creato il pretore peregrino con il compito di risolvere il contenzioso giudiziario tra Romani e stranieri.

9. LO STATUTO DELLE COMUNITÀ

L’urbs, la comunità locali, di antica origine o di nuova fondazione, si trovavano in condizione

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
68 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/03 Storia romana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Nadia1996 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia romana 1 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Cesaretti Paolo.