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Tra il 1550 e il 1750 – l’età d’oro della repubblica delle lettere
L’ideale da essa vincolato sopravisse per tutto il settecento, ma, sotto la spinta di
fattori nuovi e in particolare del ruolo politico rivendicato dai letterati, subì una
profonda trasfoemazione: la repubblica delle lettere divenne la Repubblica dei
philosophes
Solidarietà fra gli uomini di studio, socialità. Non si limita a curare i suoi interessi
privati, ma si serviva la causa comune dei letterati.
Mondo medievale – le università, il sapere di carattere internazionale. Nel
rinascimento – i cenacoli eruditi – l’accademia platonica. Ma si trattava di piccoli
gruppi ancora isolati, legati agli ambienti universitari o alla chiesa – appartenenza
alle istituzioni.
Il ritorno alla lettura dei testi della patristica – riforma pritestante - Lacerazione del
mondo cristiano – un contraccolpo negli ambienti eruditi, la consapevolezza che nel
campo intelettuale esisteva una comunità esente da divisioni confessionali.
se da un lato le guerre civili che in quegli anni devastarono l’europa e il consolidarsi
delle barriere nazionali ne frenarono lo slancio, dall’altro essa prese colpo proprio
grazie a tali opposizioni a lacerazioni interne: venne infatti pensata come uno stato
ideake contrapposto allo stato reale e capace, almeno in teoria, di ignorare le
frontiere e i confini, diventando il regno della pace e dell’armonia.
Erasmo: filosofo, nel considerare le cose e gli uomini, deve guardare al mondo come
alla partia comune
Anche se per Erasmo l a comunità dei dotti era indossolubilmente legata alla
ritrovata unità dei cristiani. Philosophia Christi
Jean Le Clerc:
la repubblica delle lettere è uno stato a parte: si mantiene estraneo alle guerre che
oggi affliscono una parte cosi considerevole dellEuropa, e i dotti delle nazioni
belligeranti vi convivono pacificamente, a meno che non sorga tra loro qualche
controversia letteraria. Ha le sue dispute e le sue guerre particolari, dove non si
distrugge altro che carta e inchiostro. basata sull’etica e sulla ragione, che
Leibniz: società internazionale e cosmopolita,
si sarebbero rese garanti della vera saggezza e del buon governo . Progresso
scientifico per anticipare regno di dio e penetrare la sua armonia.
Hobbes: la guerra di tutti contro tutti. Rinuncia al diritto di decidere la propria
condotta.
Bacone: nuova atlantide – 1627 – descrive la società dei dotti chiamata “Casa di
Salomone”
Riconoscimento dell’aurorità degli antichi – negazione del principio
dell’autorità(bacone)
Novum Organum Scientiarum – metodo basato sull’espirenza e sull’induzione
Contrapposizione allo studioso solitario di Cartesio: egli respingeva l’idea della
collaborazione intellettuale, dell’unione tra diverse intelligenze.
Il principio baconiano del progresso del sapere attraverso la collaborazione prevalse
sull’ideale del genio isolato capace di distruggere e ricostruire tutto il sapere
fidandosi solo nella forza della sua ragione: dalla seconda metà del seicento la casa
di salomone cessò di essere una pura utopia per diventare il modello organnizzativo
dell’attività scientifica. Fu alla base delle prime accademie scientifiche dell’età
moderna.
Spirito critico nell’esegesi biblica: separare la lettera dal senso
Oratoriano Richard Simon, considerato il fondatore dell’esegesi biblica moderna,
applicò il metodo inaugurato da Spinoza. Aquisizione della conoscenza storica –
dedurre il pensiero degli autori. Seguendo questa via, Simon giunse alla conclusione
che il testo della Bibbia era guastato dalle molte contraddizioni e lacune dovute ai
copisti. Laplanche – a suo giudizio, era dunque impossibile stabilire qualsiasi nesso
certo fra la lettera e il senso.
Bayle, dizionario storico-critico:
la differenza che c’è tra loro e noi è che nel secolo passato ci si piccava di essere
eruditi assai più che nel nostro.....ci si agrappava al senso letterale di un autore
perchè non si aveva la forza di elevarsi fino allo spirito e conoscerlo a fondo. È
quello che facciamo oggi, perchè siamo più ragionevoli e meno sapienti, e
apprezziamo più il semplice buon senso che le doti male impiegate.
Già nel Seicento il polyhistor smise di esistere a causa del numero sfonfunato di libri
stampati, vecchi e nuovi. Nella seconda metà del seicento l’enciclopedismo fu
sentito come un esercizio deleterio. Seconda metà del seicento – la trasformazione
del polyhistor in specialista.
Il nuovo cittadino della repubblica delle lettere non pretendeva più la conoscenza
universale bensi coltivava una disciplina particolare.
Ma di lì a mezzo secolo fu L’Alembert a lanciare una nuova ricomposizione espressa
nel progetto dell’enciclopedia, ossia l’insieme delle conoscenze ottenute in campi
diversi e riunite dal principio dalla intelligibilità di tutto il reale.
Tentativo cartesiano di annullare la validità di storia in quanto campo di conoscenza
probabile. Alla validità esclusiva della conoscenza matematica Arnauld ha
contrapposto la certezza morale. Per difendere la storia(in primo luogo la storia
sacra) lui ha proposto l’istituzione del metodo, il progetto, che sarebbe priseguito
nel futuro portando alla modificazione profonda della scienza storica, permettendole
di occupare suo proprio posto nel campo di sapere. La storia nuova non era solo la
memoria, ma si fondava sulla critica e esame razionale dei fatti.
Filosofia sperimentale
La corrente fisico’teologica del sei-settecento cercò la conciliazione tra le scienze
nuove e la teologia. Secondo queste teorie, la teologia può basarsi sulle
ossergvazioni della fisica sperimentale e gli esperimenti del fisico possono essere
ispirati a considerazioni di ordine teologico.
La metà del settecento scandiva la fine dell’età d’oro. Il primo sintomo e la prima
causa fu la frammentazione. Tra i dotti si delineavano gli eruditi, i cultori delle
scienze esatte, più stimati dei primi, i terzi – begli spiriti. La repubblica delle
scienze si affiancava alla repubblica delle lettere.
La contrapposizione tra scienza popolare. Nasce un violento antagonismo. Per gli
scienzati di professione quella era la scienza dei ciarlatani.
D’altra parte si attaccava il dispotismo delle Accademie e si denunciava
l’aristocrazia del sapere. Cosi la repubblica delle lettere si svuotava dal suo
significato universale e diventava il vessillo degli interessi di parte.
Felicità, progresso, libertà, giustizia, ragione. Spirito di servizio e di utilità
La politicizzazione della Republica delle lettere, critica dello stato assoluto,
allontanamento dalla posizione apolitica.
Negando con il suo stesso agire quella separazione dello stato che aveva legittimato
la sua esistenza, essa perdeva ogni ragion d’essere in quanto stato particolare.
L’idea di Dio in quanto inevitabile punto di arrivo nello studio del libro della natura,
presente in Leibniz e Newton, non scomparve per nulla, ma passo in secondo piano
a vantaggio di una visione più terrena. Il progresso scientifico, perseguito attraverso
una ricerca osessiva della verità, condusse all’instaurazione di una sorta di
religiosità laica, favorita dal trionfo della ragione e dall’incrollabile fiducia nel
progresso. La missione dei dotti diventa allora quella di servire gli uomoni in questa
vita, adoperandosi per la loro felicità terrena.
L’umanità cessava di aspettare l’intervento salvifico di un Dio trascendente e
diventava artefice della sua liberazione.
Cartesio, invitato a Stoccolma, non era per nulla entusiasta all’idea di “andare a
vivere nel paese degli orsi, tra ghiacci e dirupi” . un giovane filologo olandese Isaac
Vossius in Svezia eveva l’impressione di trovarsi al di fuori del mondo conosciuto
Adrien Baillet, pur denunciando la teoria dei climi come puro pregiudizio, affermava:
“la tenacia nello sforzo, la costanza nello studio e il sentimento religioso possono
plasmare lo spirito umano, ingentilirlo e renderlo più perfetto, ma non ne mutano la
naturle costituzione. Perciò i tedesci, nei loro scritti, restano sempre tedeschi.”
Sull’italia, un filologo olandese Nikolas Heinsius: un tempo i romani chiamavani
barbari tutti noi ultramontani. Quanto a me, sono convinto che se continuano di
questo passo, tra poco saranno loro gli ultramontani, quelli da considerare i barbari”
“il spostarsi continuamente dei centri intellettuali – lo spirito vagante”
In molti testi la repubblica delle lettere è presentata come una società di eguali.
Furono sopratutto alcuni scontri polemici a fornire l’occasione per denunciare
quanti, nello stato dei dotti, aspiravano a diventare tiranni, dittatori e principi.
All’interno di questo stato, le distinzioni secondo le quali era ordinata la società del
tempo si annulavano davanti al principio unificatore della ragione.
Mutazione epistimologica seicentesca, quando Bacone, Mersenne e Cartesio
postularono “l’eguaglianza delle intelligenze”: il sapere, non più riservato a un’elite
di iniziati o di eletti, diventava accessibile a tutti e ognuno, a suo modo, poteva
contribure ai suoi progressi.
La repubblica delle lettere, tuttavia, finiva per essere uno stato aristocratico nel
quale non si entrava liberamente. Ci si entrava dopo “le prove”. Per un giovane
studioso la commendatitia era spesso il mezzo migliore per procurarsi nuove
entrature e avvicinare i potenti.
La repubblica delle lettere era la società essenzialmente maschile. Altre alle
preoccupazione che lo studio avrebbe reso le donne troppo indipendenti e le
avrebbe avvicinate al libertinaggio, nell’epoca era comune credere che
biologicamente le donne non avrebbero mai ottenuto i risultati considerevoli negli
studi.
Dal momento che la donna era fredda e umida (teoria dei temperamenti a secondo
della combinazione degli elementi), le era preclusa ogni profondità di pensiero: nella
miglior delle ipotesi, poteva accedere alla conoscenza delle lingue, che dipende
dalla memoria.
Illuminismo: scientific lady nell’inghilterra, le salonnieres in Francia.
Alla vigilia della rivoluzione francese in tutta la francia con la popolazione di ventisei
miglioni di abitanti le accademie accoglievano duemilacinquecento persone
Dinastie nella repubblica delle lettere. Fra i professori dell’università di lipsia nel
seicento e nek settecento ci fu sempre un Carpzov. Per oltre un secolo i Cassini
dominarono l’astronomia.
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