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La cristianizzazione: la prima ondata

La diffusione mondiale del cristianesimo nell'età moderna scaturì dalle lotte religiose in Europa tra il XVI e il XVII secolo: i movimenti di Riforma, che si posero contro la corruzione e la temporalità della Chiesa cattolica romana, fondati da Calvino e Lutero, riscossero molti proseliti. Nel corso del Cinquecento, sorsero diverse confessioni protestanti e a fine Cinquecento la Chiesa cattolica condusse dure campagne contro i protestanti. I cambiamenti in campo religioso infusero negli animi europei l'impulso missionario, sia in cattolici che protestanti: l'Europa della Riforma divenne terreno di missione. Con la scoperta e l'esplorazione di nuove terre, nel Nuovo Mondo, le autorità religiose si sentirono investite da un mandato divino per diffondere la fede cristiana. La Chiesa cattolica fu tuttavia più efficace dei gruppi protestanti nell'attività missionaria, perché per i

Cattolici le missioni furono di importanza primaria e furono commissionate direttamente dagli Stati cattolici, quali Spagna e Portogallo, mentre i protestanti, quali Olanda e Inghilterra, agivano per compagnie private. Altro motivo di maggior successo cattolico fu la maggiore disponibilità di sacerdoti e suore che invece mai ebbero i protestanti, che rifiutavano quel genere di istituzioni ecclesiastiche. Dalla metà del Cinquecento al Seicento le suore fondarono numerose scuole atte all'indottrinamento. L'evangelizzazione andava in parallelo con l'assoggettamento militare dei conquistadores: molti nativi restarono dunque diffidenti, e difatti molti religiosi cercarono di proteggere i nativi dagli altri coloni. Le missioni americane subirono un netto cambiamento tra il 1570 e il 1580, con il consolidamento dell'autorità regia nelle colonie, che risultò in un controllo politico maggiormente severo: le colonie cercarono di riprodurre in America le

istituzioni dellamadrepatria, comprese le organizzazioni religiose. Altrettanto importante fu l'impresa missionaria autonoma dei gesuiti, condotta dalla seconda metà del Cinquecento, non affiliata a giurisdizioni ecclesiastiche, né ad autorità coloniali: i gesuiti ebbero un enorme successo in quanto crearono comunità in isole protette dai cacciatori di schiavi, e dunque offrirono protezione, e perché integrarono musiche e riti locali nelle pratiche di culto. La differenza tra l'esperienza missionaria cattolica in Africa e Asia e quella americana vide, nelle Americhe, una grande libertà di movimento degli ordini religiosi, che poterono evangelizzare con una certa insistenza, atto non possibile in Stati più forti e densamente popolati. A lungo termine, in Asia, i maggiori successi della cristianizzazione ebbero luogo nelle Filippine, di proprietà spagnola, mentre i portoghesi non diedero molto spazio ai rappresentanti religiosi.nelle proprie basi. Dalla metà del XVI secolo, anche il Giappone subì l'evangelizzazione, ma la reazione politica fu talmente violenta da conseguire in massacri ed espulsioni, e nella definitiva estirpazione del cristianesimo. Anche in Cina si tentò un'evangelizzazione di massa, ma questa si scontrò con la cultura e la politica cinesi, che condussero a un veloce tracollo delle missioni cinesi, avvenuto già nel XVII secolo. Sia olandesi che inglesi concentrarono invece le proprie attenzioni religiose solo sui coloni. Un missionario tradusse la Bibbia in algonchino, una lingua nativa, però le popolazioni locali interpretarono gli insegnamenti cristiani in base alla propria cornice culturale. La maggior parte dei convertiti in America, Africa, Asia continuò ad osservare tradizioni e pratiche religiose locali accanto ai nuovi doveri cristiani: all'estremo opposto vi fu chi abbracciò completamente fede cristiana, rinnegando.quella di origine. La conversione al cristianesimo comprese quindi unagrande varietà di esperienze. La tattica fu quella della fusione, condotta assieme ad una assimilazione graduale tra isistemi di credenze locali e le pratiche cristiane, tendendo infine a far rimanere solo le seconde. In America del Nord,i gesuiti adottavano lo stile di vita dei nativi, imparavano loro lingua, li seguivano nella loro quotidianità: questoconsentì ai gesuiti di penetrare nelle società di tutto il mondo, più a fondo di qualsiasi altro gruppo missionariocristiano. Sempre in America del Nord, i missionari protestanti e i puritani pretendevano che gli indigeni prima diconvertirsi, assumessero valori culturali europei: prima di diventare cristiani, i nativi dovevano diventare europei, e iprotestanti lasciarono in generale poco spazio al compromesso con le usanze indigene.● LA SECONDA ONDATA: TRA ORTODOSSIA E CONCILIAZIONECon la prima ondata vi era stata un'inizialediffondere l'Islam e il cristianesimo, ma per ottenere consenso si è permessa la mescolanza della fede ortodossa con le credenze locali. L'obiettivo della seconda ondata è stato quello di sradicare la mescolanza con pratiche estranee e di tornare ai fondamenti della religione, annullando i progressi dei sufi e dei gesuiti. Nel Settecento, l'Arabia è diventata il centro della riforma islamica: per attuare la riforma si sono condotte guerre contro tribù locali, si sono distrutti i templi sufi, influenzando anche l'Africa occidentale e l'India, dove l'ortodossia sunnita si è rivolta contro lo sciismo. La campagna contro il sincretismo del mondo musulmano è stata una fase peculiare dello sviluppo dell'islamizzazione. Gli imperi ottomano, mughal e safavide si erano islamizzati patrocinando l'istruzione, il culto e gli studi religiosi. Verso l'Ottocento, nelle società islamiche l'ortodossia stava trionfando sulla conciliazione. Perciò, nella seconda ondata si voleva diffondere l'Islam e il cristianesimo, ma per ottenere consenso si è permessa la mescolanza della fede ortodossa con le credenze locali. L'obiettivo della seconda ondata è stato quello di sradicare la mescolanza con pratiche estranee e di tornare ai fondamenti della religione, annullando i progressi dei sufi e dei gesuiti. Nel Settecento, l'Arabia è diventata il centro della riforma islamica: per attuare la riforma si sono condotte guerre contro tribù locali, si sono distrutti i templi sufi, influenzando anche l'Africa occidentale e l'India, dove l'ortodossia sunnita si è rivolta contro lo sciismo. La campagna contro il sincretismo del mondo musulmano è stata una fase peculiare dello sviluppo dell'islamizzazione. Gli imperi ottomano, mughal e safavide si erano islamizzati patrocinando l'istruzione, il culto e gli studi religiosi. Verso l'Ottocento, nelle società islamiche l'ortodossia stava trionfando sulla conciliazione.

Tornare al dettato originario del Corano contro la spiritualità sufi e contro il sincretismo. Questa ortodossia di purificazione di tornare al Verbo originale lo troviamo anche nei Puritani. Una fase di radicalizzazione nel contesto di questa purificazione è quella che vediamo maturare nel contesto dell'Arabia e Africa occidentale, in Sudan: i Wahhabiti sono i "puritani" dell'Islam.

Il riferimento spirituale è l'ulema Mu ammad ibn 'Abd al-Wahhāb, da cui il movimento religioso ha anche preso il nome: secondo lui i musulmani dovevano tornare alla nuda purezza degli insegnamenti del Profeta. Questo orientamento religioso diventa anche un'ideologia politica, e il Corano è la fonte normativa primaria.

Il Wahhabismo in Qatar, Arabia Saudita e Emirati Arabi è molto severo nel ruolo delle donne, per esempio, la patente alle donne è stata concessa solo nel 2018.

Forti spinte di rinnovamento emersero anche in India:

in opposizione alle politiche tolleranti ed ecumeniche di Akbar, autorevoli ulema chiedevano l'imposizione della shari'a e sottolineavano l'assoluta incompatibilità tra l'Islam e i sacrifici animali, la venerazione di santi e i riti hindu. Questo severo programma trovò il suo alleato principale in Aurangzeb. Nell'ambito ottomano vi erano tante minoranze di comunità precristiane: Zoroastriani, Samaritani, Yazidi, Drusi... Alcune di queste comunità sono ancora presenti, quindi non sono state perseguitate. Nadia Murad (premio Nobel per la pace 2018), Yazida, è stata schiava sessuale e ha avuto il coraggio di denunciare quanto accaduto. C'è stata una diaspora Yazida: sono stati accolti in Canada per fuggire dalle persecuzioni ISIS (che ha ammesso la schiavitù sessuale sulla base di una lettura del Corano). Nell'ambito del cattolicesimo, dalla metà del Cinquecento la Chiesa cattolica cominciò

A promuovere una riforma per eliminare i riti pagani e le usanze popolari, quali la venerazione degli spiriti della natura e la magia. L'ossessione per l'ortodossia cattolica si estese anche alle missioni in America, Asia, Africa, mentre i protestanti accettarono anche pratiche non cristiane. La purificazione fu attuata inviando inquisitori, per punire i trasgressori, e parroci, al fine di indottrinare le popolazioni. Nonostante ciò, i culti tradizionali in America, Asia, Africa rimasero resistenti ai tentativi di cristianizzazione, tanto è che ancora oggi fanno parte della cultura indigena.

I missionari protestanti, invece, come regola generale, non adottavano una strategia sincretistica. Perciò, si rivelarono meglio disposti ad accettare pratiche non cristiane. Solo i cattolici videro un problema nel sincretismo.

Dal XVI secolo, in Cina i gesuiti avevano buoni rapporti con le élite cinesi e la corte imperiale, perché gli imperatori portavano

Ammirazione e rispetto per la loro competenza in ambito scientifico. Inoltre, i gesuiti erano profondamente convinti della compatibilità tra confucianesimo e cristianesimo, in quanto il cristianesimo era da loro visto come origine pura del confucianesimo. Similmente, anche in India i gesuiti si ibridarono con testi, costumi, riti hindu. In Cina oggi c'è una comunità islamica che il governo cinese accusa di terrorismo e tiene sotto controllo: è la comunità turcofona degli Uiguri, mercanti che si erano trasferiti in quelle terre e che ora sono perseguitati nelle terre dello Xinjang. L'Amnesty International parla di "genocidio culturale", vi sono campi di rieducazione della comunità Uigura (educazione coatta).

In conclusione, dopo due secoli di attività missionaria nelle Americhe e in Asia, la Chiesa decise improvvisamente di respingere i riti e le usanze religiose di popolazioni locali, e indicò di mettere fine ad

Una strategia di evangelizzazione fino ad allora basata sulla conciliazione. Dopo la prima ondata di cristianizzazione nei nuovi mondi, le autorità ecclesiastiche si attivarono per liberare le comunità cristiane dagli elementi sincretistici, stessa cosa per l'islamizzazione.

LA COSTRUZIONE DELLA CONOSCENZA

L'etnografia

Conoscere il mondo esterno divenne un elemento essenziale del processo di espansione che ebbe luogo tra il 1400 e il 1800. Le cronache dei viaggi nonché i racconti e le descrizioni di terre e popolazioni lontane formarono un importante genere letterario. Oggi la storiografia considera queste fonti molto preziose perché forniscono un contenuto etnografico, cioè descrivono i costumi delle popolazioni e delle loro società dal punto di vista straniero. I viaggiatori di quest'epoca mettevano l'accento sulla loro presenza diretta tra le "altre" popolazioni, e ovviamente le osservazioni contenevano i

i europei furono di gran lunga coloro che produssero più racconti scritti sulle società straniere, ma qualcuno sicuramente si cimentò in questo genere anche nella Cina dei Ming e dei Qing, nel Giappone dei Tokugawa e nell'impero ottomano. L'etnografia europea, tuttavia, spesso era influenzata da pregiudizi culturali di chi scriveva.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
78 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ElenFrau22 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Luzzi Serena.