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LEGATURA

Essendo il libro un oggetto prestigioso, il più delle volte, fino al 700 la legatura assicurava una maggiore resistenza e durabilità. Dalla metà del 400 si rilegano i libri a stampa di lusso con del tessuto (velluto, damasco) e, talvolta, con argento e oro (tecnica del marocchino), quelli meno prestigiosi con pelli (scrofa, vitello); vengono poi incise le legature con ferri (si rappresentano disegni, cornici o il monogramma IHS iesus hominum salvator ades). Il processo consisteva nella consegna dall'editore a legatorie in varie città (i costi di trasporto erano alti) di fogli sciolti; talvolta, però, si aspettava il cliente, dal momento che alcuni preferivano avere rilegature personalizzate. Inutile dire che con la comparsa della stampa si moltiplicano le legatorie nelle città, perlopiù universitarie; d'altra parte però si diffondono anche legature più economiche di bassa qualità, soprattutto con la crisi di.

fine 500→ si sostituiscono le asticelle di legno con fogli di cartone, si sostituiscono le decorazioni fatte coi ferri a mano con quelle a blocco, si utilizza un rullino per ripetere motivi (di solito per le cornici). Nel 6-700 le rilegature perdono sempre più le decorazioni che si limitano solo alla parte in vista negli scaffali (il retro, la parte allungata), mentre nell'800, con l'abbassamento dei prezzi e la maggiore velocità si rinuncia definitivamente→ rilegatura alla rustica (brossura).

ASPETTI ECONOMICI (faccio un elenco di cose perché è fatica fare un discorso che fili):

  • torchio= 9-30 lire
  • caratteri=10-70 lire (in base al tipo e alle condizioni)
  • carta=10-30 lire a risma (20 pacchi da 25 fogli)

Sono gli editori o i librai che incaricano gli stampatori (esistono comunque editori-librai, editori-stampatori ecc.), i quali diventano in un certo senso "salariati", e che ricevono i fondi per far funzionare l'attrezzatura. Dal XV al XVIII

Una buona carta supera i costi di un interastampa - costa più far funzionare l'attrezzatura che comprarla - i caratteri si usurano spesso - i più poveri stampano perlopiù libri di rapida circolazione o libri religiosi più vendibili. - per vendere di più gli editori fondano tipografie in tutta Europa LAVORANTI (o a cottimo → pagati a cottimo; o di coscienza → pagati al mese; lavorano circa 12 ore al giorno)

Maturazione del tipografo: Garzone (15-20 anni) possibilmente che sappia il latino, talvolta il greco, firma il contratto, e diventa tipo uno stagista. → gli si da alloggio, ma deve fare i lavori peggiori, → dopo l'apprendistato, diventa lavorante → inizia a viaggiare in cerca di lavoro, esperienza e contatti per il futuro; eventualmente si sposa, dal momento che in apprendistato non ci si può sposare → finito il viaggio si apre una stamperia o si lavora

per un maestro nella città natale

Come si lavora:

ogni torchio ha 4 lavoranti: 1 compositore (quello che compone la pagina coi caratteri), 2 torcolieri (quello che usa la forza per pressare il foglio sulla pagina con la platina) 1 apprendista;

talvolta si può aggiungere 1 correttore, ma solo nelle migliori officine. (il correttore è colui che si occupa della correzione della pubblicazione prima che venga pubblicata; a volte è il compositore a volte è solo correttore (nelle migliori officine); esempi di correttore sono Giovanni Andrea Bussi (correttore di pannartz e sweynheym) o Erasmo (correttore di Froben); i correttori iniziano ad essere nominati nel frontespizio per assicurare il prestigio dell'opera; difficilmente vengono usati nelle opere di larga circolazione perché queste non avevano bisogno di essere perfettamente corrette, e il lavoro costava)

La componente del lavoro di squadra è fondamentale, ma molto spesso può creare problemi causati

in primis dalle difficili condizioni di vita di questi lavoratori (lavorano tanto, sono precarie guadagnano poco); si parla di scioperi o proteste da parte di gruppi di lavoratori, che non giovano ai maestri. Il clima di contrasto con i maestri, oltre che dalle condizioni di lavoro, era alimentato anche dall'assunzione di massa di apprendisti, assunti dai maestri perché non erano pagati. (Questo problema viene risolto progressivamente con la limitazione delle assunzioni di garzoni; il numero è diverso in base al luogo). Proteste dei lavoratori continuano quando le loro condizioni di vita rischiano di venir meno, e iniziano ad aumentare apposta i requisiti per l'assunzione (più competenze, conoscere bene anche il greco ecc.) MAESTRI Solitamente ex-lavorante, il maestro è colui che dirige e da il buon esempio all'interno delle stamperie. Se si fa notare viene "assunto" da un editore, e inizia a lavorare per lui, purché abbia un'attrezzatura.

affidabile (in primis tanti caratteri), ma almeno non in modo regolare (non più alla giornata). Solitamente il maestro è anche il correttore, talvolta è lui l'editore o il libraio. Sia lavoratori di vario genere (legatori, stampatori ecc.) sia maestri si organizzano in CORPORAZIONI per tentare di tutelare i propri interessi; lo stato predilige le corporazioni di librai ed editori, dal momento che sono coloro che possono mantenere il tutto stabile.

EDITORI

l'editore è colui che si occupa dell'edizione, decidendo tutte le caratteristiche del libro da stampare (formato, impaginazione, illustrazioni, decorazioni, ecc.), finanziando gli stampatori e i librai, scegliendo le opere da pubblicare.

Barthélemy Buyer (Lione, editore stampatore libraio, raccolte giuridiche e libri in volgare perlopiù): Di famiglia ricca egli riconosce subito le potenzialità della nuova arte, e accoglie nella

sua casa Guilliame Le Roy, uno stampatore. Nel 1473 la sua prima pubblicazione è il "compendium breve" del cardinale lotario. Egli riesce, nel corso della sua vita, ad intrecciare stretti rapporti con altri editori, librai e stampatori grazie alle fiere di Lione; muore nel 1483. Antoine Vérard (Parigi, editore-libraio, Libri di lusso). Egli, a differenza del primo, finanzia stamperie già stabili (non accoglie stampatori a casa dal nulla); si ricordano Du Pre e Bonhomme a cui affida per es. il "decameron". Jean Petit (Parigi, editore-libraio) anche lui sfrutterà, come Verard, il nuovo metodo di affari che consiste nel finanziare stamperie già attive, affittando torchi e anticipando costi. Figlio di ricchi macellai, Petit diverrà a inizio 500 il dominatore del mercato parigino, baluardo dell'umanesimo parigino e grande editore degli studenti. Giunta (Firenze, famiglia di editori, librai, stampatori). Inizialmente, a inizio 500, Filippo aFirenze; il fratello LucaAntonio si espande a Venezia, fonda una stamperia, ereditata poi da suo figlio Tommaso; questa diverrà concorrente con una stamperia fiorentina istituita da cosimo de medici. Giacomo, il cui zio è Luca Antonio, fonda una casa editrice a Lione, e diviene capo della Grande Compagnia dei Librai Lionesi, espandendosi poi anche in GER,SP,Pargi. Anton Koberger:(Norimberga, editore-stampatore, libri teologici e diritto → scolastici) lavorerà con Amerbach di Basilea per coprire più terreno possibile Plantin(Anversa, editore-stampatore) Di origini francesi apre una stamperia ad Anversa, tuttavia nel 1562 rischia il fallimento a causa delle conseguenze della rivolta anti-spagnola; riuscirà ad affermarsi grazie alla fiducia del re di SpFilippoII, che accoglie la sua idea di pubblicare la "Bibbia poliglotta", e lo finanzia; tuttavia questi fondi arriveranno in ritardo causando problemi economici a Plantin, ma proclamando la sua fama.

1566 si deve trasferire a Leida dove aprirà un'altra stamperia, sempre rimanendo in contatto con la prima, gestita da Moretus. Tornerà ad Anversa nel 1585, e morirà nel 1589.

STAMPATORI UMANISTI

Molti studiosi hanno intrapreso la via della stampa per avere la totale sovrintendenza sulle proprie pubblicazioni; tra questi gli umanisti che hanno dato vita alla "Riforma della Scrittura", il movimento culturale che esalta i classici attraverso la stampa:

Johannes Amerbach (Basilea): lavora per Koberger e si occupa dei libri dei Padri della Chiesa.

Aldo Manuzio (Venezia): di origini laziali, apre un'officina a Venezia (1494) dove vi era stato un esodo di greci, alcuni dei quali entreranno a far parte della sua stamperia. In società con Andrea Torresani e con Pietro Francesco Barbarigo, si specializza in testi classici (greci e latini) e, per compensare, pubblica dizionari e grammatiche.

Per imparare le lingue morte. Importante sarà l'edizione dell'"Epistole devotissime" di St. Caterina, dove spoilererà, attraverso un'immagine di St. Caterina (p.63 del Braida), un nuovo carattere che utilizzerà in futuro, creato insieme al calligrafo Francesco Griffo da Bologna: il corsivo (per la prima volta uno stampatore chiederà il privilegio su un carattere). Altre novità di Manuzio sono il non mettere note o commenti e l'utilizzare l'in-ottavo non solo per opere liturgiche o di devozione, ma anche per opere letterarie in modo da facilitarne la diffusione; sarà in questo formato che costituirà la sua famosa raccolta di opere classiche in latino e greco. Non mancano tra le sue pubblicazioni anche autori contemporanei o di opere in ebraico. Nel 1507 Manuzio sospende la sua attività, ma la riprende dopo alcuni "affronti" riguardo l'utilizzo delle sue idee: Filippo Giuntagli ruba

l’idea dell’in-8 mentre Griffo riesce a scipparli l’utilizzo del corsivo(Manuzio aveva il privilegio), dal momento che anche lui aveva acquisito quel privilegio essendo uno dei creatori. Manuzio muore nel 1515. Josse Bade(Lione): fiammingo di origine si trasferisce a Ferrara per studio, infine a Lione dove diverrà professore. Inizialmente lavora con Threschel(famoso editore di Lione), acquisendo anche una certa autonomia nelle scelte di pubblicazione, per poi lavorare, alla morte dell’editore, per Jean Petit; muore nel 1535. Altri umanisti sono Estienne(Parigi), Morel, Vascosan ecc., tuttavia vi sono anche librai che hanno contribuito alla diffusione delle idee umaniste, come Sebastien Gryphe a Lione. Si ricorda anche E
Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
23 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Bellet_1202 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Tinti Paolo.