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Ci sono poi i francescani, un’idea meno inquadrabile e al limite dell’eresia, fondati da
Francesco d’Assisi, figlio di un ricco mercante umbro che ha poi una conversione profonda
e decide di lasciare tutto.
Con un piccolo gruppo di compagni si dedica alla preghiera con una spoliazione totale di
ogni proprietà e prestigio sociale, secondo l’esempio di Cristo. Verranno poi chiamati,
infatti, “frati minori”, per sottolineare come stiamo sotto a ogni ricchezza e potere.
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Altro elemento importante è la comunione con il creato come manifestazione della gloria
divina, emblematico il componimento di Francesco, il Cantico delle creature.
La comunità è problematica agli occhi delle gerarchie ecclesiastiche perché i componenti e
il fondatore sono laici e non hanno alcuna formazione religiosa, nonostante questo
Innocenzo III li approva perché erano sempre stati ben sottomessi alla Chiesa. Hanno una
rapida diffusione.
Dopo anni nasce la necessità di definire una Regola che verrà approvata nella sua seconda
versione, la Regola bullata (1223). Al cuore dell’ordine sta appunto la povertà, non solo in
forma individuale ma estesa a tutta la comunità che non può ricevere donazioni o
percepire rendite, ma deve vivere soltanto del proprio lavoro - sarà difficile da mantenere
per un Ordine tanto grande.
Normanni in Sicilia e nel Mezzogiorno
Cosa porta i normanni in Italia? La consuetudine al pellegrinaggio prima di tutto, via mare
e verso Gerusalemme, e la necessità di crearsi un patrimonio sfruttando le occasioni
offerte lungo il percorso come la Reconquista, in cui fare da mercenari.
I primi normanni arrivano intorno all’anno 1000 e trovano impiego come mercenari nei
potenti longobardi e bizantini.
Il passaggio decisivo lo vediamo trent’anni dopo (1030) quando il duca di Napoli conferisce
la signoria di Anversa a uno dei capi normanni per i servizi militari prestati, lo stesso
avviene a Oriente a un altro capo normanno che diventa conte di Apulia (Puglia
settentrionale, Campania e Basilicata), Guglielmo d’Altavilla.
Appoggiandosi a queste signorie, questi capi normanni agiscono in autonomia, si ritagliano
porzioni di territorio sempre più vaste, suscitando le preoccupazioni del papa che agisce
militarmente ma perde a Civitate (1059).
Roberto d’Altavilla, detto il Guiscardo - il più carismatico tra i capi normanni - negoziando
un accordo con il papa Niccolò II (1059), in cui il Guiscardo viene riconosciuto come
vassallo della santa sede e riceve l’investitura a duca di Puglia, Calabria e Sicilia.
Roberto, nel giro di pochi anni sottomette anche altre zone, ma di fronte alla conquista
difficile di tutta la Sicilia le forze normanne si dividono e Alessio I Comneno blocca
l’avanzata sul fronte orientale, mentre il fratello Ruggero continua l’avanzata in Sicilia fino
al 1091.
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In quella data, buona parte dell’Italia meridionale è in mano normanna, ma la
trasformazione in un’entità politica unica è molto lenta. Solo il figlio di Ruggero, Ruggero II,
otterrà la corona di re di Sicilia (1130), per cui dovrà aspettare l’occasione dello scisma
della Chiesa di Roma.
La monarchia di Ruggero II si basa sui giustizieri, direttamente alle dipendenze del re, che
amministrano i territori inviati nelle province, e sui baiuli che riscuotono il fisco nelle città.
La fedeltà dei baroni viene assicurata tramite la promulgazione dell’Assise di Ariano
(1140), un’assemblea dei maggiorenti del regno alla presenza del sovrano, introduce la
legislazione ispirata al diritto romano.
Palermo ne gioverà molto, diventando una delle città più ricche del meridione con una
corte importante. Mantenendo la dohana de secretis islamica, un ufficio centrale trilingue
(arabo, greco e latino), dove vengono convogliate le rendite delle imposte di tutto il regno,
sarà anche un regno trilingue.
Porta avanti ulteriori conquiste che portano Malta e alcune città tunisine sotto il dominio
normanno, dovrà però quindi affrontare le ostilità degli imperatori tedeschi e bizantini. Nel
1150 si teme infatti un’invasione, motivo per cui probabilmente viene redatto il Catalogus
baronum, che elenca tutti i baroni e i liberi possidenti con il numero di armati da fornire
all’esercito regio. Nonostante questo, l’invasione non avverrà.
Il regno passa poi ai discendenti che contribuiscono a rendere del regno di Sicilia uno dei
più ricchi del periodo. Dopo però Guglielmo II la discendenza passa alla famiglia di
Costanza d’Altavilla (1189), ultima figlia di Ruggero, sposata con Enrico di Germania, figlio
dell’imperatore Federico.
Comneni a Bisanzio
Alessio I Comneno è un comandante dell’esercito che fa un colpo di stato (1081)
prendendo l’impero bizantino, che inizia con una fase di impegno bellico per ricostruire
l’impero.
Con la flotta veneziana respinge l’avanzata normanna, porta avanti campagne nei confini
balcanici che rende di nuovo sicuro, e poi si occupa di un lento recupero dell’Asia minore, in
cui approfitterà della prima crociata per recuperare territori nell’Anatolia, approfittando
anche della frammentazione della periferia selgiuchide. Annienta anche i bogomili
ottenendo quindi il prestigio dal clero.
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Porta anche varie novità nell’amministrazione ridistribuendo da prima dignità e cariche alla
sua famiglia creando un blocco di potere mai visto a Costantinopoli, cambia quindi anche
palazzo nella zona delle mura settentrionali.
Per consolidare il territorio usa il metodo della pronoia, simile all’iqta della dinastia
abbaside, in cui avviene una concessione di terre e diritti a individui che si impegnano in
servizio militare. Viene anche fatto uso massiccio di mercenari occidentali soprattutto
normanni.
C’è appunto grande vicinanza con le città marinare, soprattutto Venezia, che li appoggia
contro i normanni e per cui verrà premiata con la Crisobolla (1082), il privilegio di trasporto
delle proprie merci senza pagare la commukion, poi esteso anche a pisani e genovesi che si
inseriranno stabilmente a Costantinopoli. Questo è il retroterra di quanto accadrà con la
quarta crociata.
La dinastia dei Comneni va avanti per oltre un secolo, non portando molto avanti la
riconquista dell’Anatolia ma ottenendo la sottomissione del potentato crociato di
Antiochia. Si concentrano invece verso Occidente con Manuele in un lungo e infruttuoso
conflitto con i normanni, che suscita anche l’ostilità di Federico Barbarossa, alleandosi poi
con il papa Alessandro II e ottenendo infine una pacificazione nel 1177.
Con Andronico, la nuova minaccia selgiuchide alle porte, l’equilibrio politico crolla, viene
deposto e giustiziato nel 1185 e sostituito da Isacco II Angelo, seguito a sua volta da
quattro imperatori in una stagione di estrema incertezza.
Saladino
Saladino è il nipote dell’emiro di Nur Ad-Din, figlio dell’atabeg che prende Edessa nel 1144.
L’atabeg era un capo militare nella periferia dell’impero selgiuchide a cui era uso affidare la
tutela di un governo provinciale, che iniziano ad agire nel XII secolo con una certa
autonomia.
Saladino e lo zio emiro quindi si muovono per attaccare in Egitto e ottenere la
sottomissione del califfo sciita, quando muore però, Saladino ne blocca la successione,
ponendo fine al califfato sciita in Egitto.
Saladino governa quindi come plenipotenziario di Nur Ad-Din, il suo prestigio come colui
che ha riportato l’Egitto sotto il controllo del califfo di Baghdad sale, fino ad ottenere un
territorio molto vasto che va dalla Siria all’Egitto.
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Usa la jihad come arma contro i crociati nella battaglia di Hattin (1187) durante la
seconda crociata, riprendendo Gerusalemme e parte del regno crociato in Medio Oriente.
Sarà noto in Occidente come nemico temibile ma leale e magnanimo, simbolo del nemico
islamico nella propaganda crociata. Con lui nasce un nuovo stato sunnita fedele a
Baghdad, retto dalla sua dinastia ayyubita e centrato su Cairo, Damasco, Mar Rosso e
luoghi santi all’islam.
La Quarta Crociata
Viene lanciata da Innocenzo III, e si crea una vasta coalizione di grandi aristocratici europei
che concordano con Venezia l’afflitto della flotta verso l’Egitto. Le difficoltà organizzative
però comportano un minore numero di partecipanti e quindi la difficoltà a pagare Venezia,
che chiede in cambio il trasporto del doge (novantenne e cieco) e l’impegno a sostenere
alcune imprese militari collaterali per Venezia.
Una di queste è la riconquista di Zara, dove, dopo averla portata a termine, si incrociano
con le mire politiche di Alessio Angelo, figlio di Isacco Angelo, ormai deposto dal fratello.
Alessio Angelo vuole deporre lo zio e chiede aiuto ai crociati per questo - dato che la
sorella era sposa del fratello dell’imperatore Enrico IV, molto vicino al papa - i crociati
accettano. È un’occasione per Roma di estendersi al dominio orientale.
Con la benedizione del doge quindi i crociati si accampano a Costantinopoli e permettono
di spodestare lo zio, Alessio Angelo diventa l’imperatore Alessio IV. Che però non ha soldi
per pagare i crociati, che a loro volta devono pagare Venezia.
L’irrequietezza degli occidentali cresce con il malumore della popolazione bizantina che si
trova sotto potenziale assedio, dopo alcuni mesi di incertezza una congiura di palazzo
assassina Alessio IV e sale al trono il nuovo imperatore Alessio V.
Alessio V opera una dura politica sugli occidentali che esplodono nelle loro ostilità
saccheggiando Costantinopoli nel 1204 e infine scegliendo un nuovo imperatore:
Baldovino di Hainaut-Fiandre, dando inizio alla stagione dell’impero latino di
Costantinopoli.
Innocenzo III scomunica i crociati ma la revoca, e riconosce l’impero, quando loro
istituiscono un patriarca sottoposto al papa.
La situazione geopolitica che ne segue è incerta e frammentata. L’imperatore deve
dividere le conquiste con tutti i crociati ottenendo alla fine di regnare soltanto sulla città,
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mentre nascono altri due principati vassalli, e ⅜ vanno a Venezia insieme a controllo del
porto, arsenale e altri territori.
Mentre i territori periferici vanno a famiglie nobili greche in esilio.
Il risultato è un’estrema frammentazione del dominio bizantino in cui solo Venezia ne trae
vantaggi duraturi, i nobili latini perderanno i possedimenti con la conquista di
Costantinopoli nel 1261 da parte di Michele III Paleologo.
Il trauma del saccheggio è devastante, Costantinopoli viene saccheggiata per la prima volta
da cristiani sacrilegi, che fanno razzia non soltanto