FICHTE SAID
= fare esperienza X uomini coincide con pensare + conoscere + agire.
> Fa quindi un analisi sia dal punto teoretico che pratico delle condizioni
trascendentali dell’esperienza, c(e rinviene nel principio dell’io.
Quando sono passivo di fronte alle cose non E come soggetto, esisto solo quando inizio a
concepirmi come pensante l’oggetto.
L’io nel momento in cui pensa (e pensa se stesso come condizione ultima del pensiero) sta
anche facendo qualcosa nel concreto e nel R, cioè si sta ponendo nell’essere come io.
Quindi l’io fa un’attività ben precisa: si conosce come soggetto e si pone come soggetto
rappresentante dell’oggetto nella realtà. L’io pensa la realtà e nel momento stesso in cui
pensa la realtà pensa se come soggetto. Fin qua ancora tutto ook.
Ma poi Fichte dice che l’io si scopre inevitabilmente ≠ dalle cose. Quindi si auto-produce in
quanto soggetto/io esterno. DAI BUFFONA VAI A PAG. 633-634.
L’io è ciò che esso stesso si crea e si produce [X Benito nostro duce ]. Atto in cui azione è
prodotto di azione coincidono è il momento in cui mi scopro io soggetto e divento
consapevole di me. Io è assoluto, pk. Non dipende da nulla, pk il prodotto di azione che
produce coincidono in lui. Lui è pensiero e pensato, quindi absolutus. Quel soggetto lì sarà
quindi anche libero/svincolata, oltre che origine e prodotto (assoluto) dell’azione. Bisogna
partire dalla libertà dell’io come fatto per spiegare che anche mondo materiale dipende da io.
È il compimento della rivoluzione copernicana di Kant. Ragionare su cosa significa per me la
mia coscienza della realtà, come mai io mi sento libero? Perché io sono radicalmente
diverso dalle altre cose in grado di pormi (produrmi) in essere come io in quanto R e non
necessità?
||N.B.
[esse sequitur operari]
Problema trascendentale e problema della libertà e io collante. Per Fichte l’IO è
pseudo-assoluto. 3 condizioni che stanno alla base della nostra esperienza:
Non devo ammettere in precedenza che l’ente IO esista, lo so già che ci sono e
che mi rappresento la realtà e me stesso (perché è proprio quando conosce e agisce
che l’IO si concepisce IO in quanto soggetto).
¡C’è un IO che pone se stesso, e nel momento in cui si pone esiste!
Nel momento in cui IO diventa consapevole di sé contrappone a sé ed in sé
stesso l’esistenza del nonIO. Quindi tutte le volte che IO si approccia alla realtà
tentata di far proprie tutte le cose che sono altre da me, tutti gli oggetti e i dati grezzi
della realtà in cui intervengo agendo [come la pasta cruda e i pomodorini che non
sono ancora pasta al sugo].
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