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CULTURA:
Nel medioevo la cultura si sviluppò in un quadro eterogeneo di tradizioni differenti,
dalla pervasività della cultura cristiana, dall’eredità della cultura antica e dal dominio
dell’oralità. Carlo Magno rivivificò la tradizione dell’impero romano grazie a un cenacolo
di doti intellettuali di corte. Giustiniano riprese il diritto codificato, lo avvio
nell’università dei secoli XI-XII. Nel passaggio tra l’antichità e il medioevo si ridusse
drasticamente la capacità di scrivere, la memoria, la trasmissione del sapere e si ebbe un
allargamento alla cultura orale di cui erano portatrici le popolazioni barbariche.
L’attitudine allo scritto fu diffusissimo nel mondo romano tra il I e il II secolo d.C. ma la
scomparsa delle scuole di grammatica e di retorica determinarono una discontinuità
epocale. Dal VI secolo alcune scuole cominciarono essere riaperte dalle sedi vescovili e
nelle campagne e pure alcuni monasteri. Le invasioni barbariche condussero, tra il IV e
l’VIII secolo, alla morte del latino dapprima nelle regioni periferiche dell’ex impero
d’Occidente e poi fino a quelle centrali come l’Italia. La lingua parlata assunse caratteri
originali, tra il VII e il IX secolo, fino a generare le lingue neolatine nelle regioni che
erano state romanizzate mentre le lingue d’altro ceppo nelle altre aree esterne. Il latino
rimase la lingua della comunicazione scritta in tutta l’Europa medievale. Il latino
medievale non fu lingua morta poiché le riforme scolastiche e amministrative promosse
in età carolingia ne emendarono molte corruzioni. Lo sviluppo economico delle città e
l’affermazione dei poteri monarchici furono all’origine, tra il XII e il XIII secolo, di nuove
istituzioni educative non più controllate dalle chiese ma promosse dai privati.
Nacquero le scuole di grammatica, dove si imparava a scrivere; scuole di apprendistato
organizzate dai mercanti; università dove,oltre a sviluppare le arti liberali e la
speculazione teologica, cominciarono a formarsi anche gli operatori del diritto e i
burocrati impiegati dell’amministrazione dei regni. Correlata a questa nuova
alfabetizzazione fu un fenomeno nuovo: la messa per iscritto di testi in lingua materna
per necessità pratiche per uso privato. In questo contesto nacquero anche le letterature
in lingua volgare, la poesia d’amore e la letteratura cavalleresca. Al rinnovamento
culturale promosso in età carolingia fecero seguito altri periodi culturalmente
omogenei. Tra il X e il XII secolo si diffuse il cosiddetto stile:
“ROMANICO” contraddistinto da un’edilizia massiccia in pietra ispirata a quella romana
e con la presenza, nelle chiese, di possenti pilastri di sostegno, di volte a crociera, di
spazi ridotti per le finestre e di una ricca ornamentazione scultorea nei portali dei
capitelli. In Francia settentrionale dal XII secolo come linguaggio artistico nacque il
cosiddetto stile:
“GOTICO” lontano dai modelli classici privilegia lo slancio verticale degli edifici, linee
più duttili ed eleganti, trionfo della luce attraverso l’uso di vetrate colorate e una visione
più naturalistica della realtà della pittura. Questo stile si impose ovunque nel tardo
medioevo come stile cortese distintivo della nobiltà cavalleresca e dei patriziati.
Dopo questo reagì l’umanesimo, sorto in Italia nel XIV secolo che si impose un
sistematico recupero della cultura dei modelli antichi e che sfociò poi nel Rinascimento
artistico e nelle innovazioni scientifiche e tecnologiche capaci di aprire un’epoca nuova
nella storia europea. VITA QUOTIDIANA:
Manufatti come utensili, arredamenti, abiti e strutture come edifici, case e spazi
rispondono alle esigenze della vita dell’uomo: l’alimentazione, l’abitazione, il vestiario.
Quando le popolazioni germaniche si stanziarono nei territori dell’impero portarono
l’uso del legno in società in cui erano preponderanti le costruzioni in pietra in laterizio.
Nell’alto medioevo fu il legno a prevalere come materiale edilizio principale mentre l’uso
della pietra si impose nuovamente solo a partire dal XII- XIII secolo.
La struttura della casa contadina era elementare:
- Formata da un unico ambiente polifunzionale,
- Pali infissi nel terreno,
- Pareti in argilla mista paglia e a ciottoli,
- Tavole di legno e zolle erbose come tetto.
Nelle dimore signorili il ricorso alla pietra fu più diffuso:
- Più di un piano,
- Avevano stanze private,
- Una sala adibita all’esercizio del potere,
- Locali di servizio,
- Una cappella privata,
- Accanto alla casa vi erano:
- Stalle,
- Cantine,
- Forni,
- Il granaio,
- Il pozzo,
- Magazzini,
- Laboratori,
- Alloggi per dipendenti.
Nel corso del medioevo ci fu la tendenza anche a servirsi di strumenti difensivi che
culminò poi con il fenomeno dell’incastellamento. L’espansione urbana avviata nell’XI
secolo portò al recupero progressivo della pietra del laterizio e allo sviluppo in altezza
degli edifici, vennero costruite anche finestre che si affacciano sull’esterno. I laboratori
e le botteghe divennero quasi sempre parte integrante dell’abitazione degli artigiani
mentre nelle città la presenza di un’aristocrazia militare coinvolta in violenti conflitti dà
luogo alla costituzione di case-torri. I patriziati, nati intorno al XIV secolo, prediligono la
costruzione di palazzi su più piani dotati di un cortile interno, di salone di
rappresentanza e di stanze private.
I mobili che arredavano le abitazioni conobbero nell’alto medioevo uno un
impoverimento dei materiali: stuoie, pelli, casse, pagliericci come letti corredavano le
case contadine mentre nelle dimore aristocratiche la decorazione era più ricca: panche,
sgabelli, tavoli in legno; tappeti e tende; mensole, scaffali; stoviglie; armadi e bauli che
contenevano biancheria e vestiti; letti che poggiavano sul telaio in legno.
Le abitazioni più abbienti si ornarono di pareti affrescate e di soffitti decorati oltre che
di un mobilio sempre più raffinato spesso in stile antico. Il letto fu contornato da
cassoni, predelle e baldacchini; nuovi ambienti come lo studio e biblioteca furono
arredati da rivestimenti in legno delle pareti.
La storia dell’abbigliamento è più difficile da sintetizzare perché anche in quell’epoca
ebbe una funzione plurale a seconda dei bisogni pratici, sociali e simbolici: nelle corti e
nelle città le aristocrazie investivano nel lusso a fini di ostentazione sociale, i vestiti a
strati, i tessuti ricamati in oro in argento, gli stracci esagerati, copricapi fastosi.
Dal XIII secolo le autorità contadine cominciarono a emanare delle leggi dette su
“SUNTUARIE” che cercavano di disciplinare gli eccessi nei modi di vestire in relazione
allo status di ogni individuo. Solo dal XI secolo si costruirono i bagni pubblici nelle città.
La cura del corpo fu affidata inizialmente alla medicina dei monasteri, influenzata dal
pensiero cristiano, che interpretava la malattia come segno di peccato e prediligeva la
salvezza dell’animo rispetto alla salute del corpo. In questo periodo farci si limitavano a
piante medicinali coltivate lavorate sempre ai monasteri. Dall’XI secolo grazie alla scuola
medica di Salerno vennero diffuse le conoscenze della medicina classica e araba mentre
le opere di Ippocrate e Galeno si impose una terapia fondata su dieta, su farmaci e su
chirurgia: la malattia era considerata un’alterazione degli umori del corpo, per averle
equilibrio bisognava dare importanza ai fluidi corporei e a rigenerare questi grazie a
salassi, abluzioni in vasche riempite ed influssi vegetali. Gli ammalati venivano chiusi in
edifici appositi e fu promosso dalla chiesa l’affidamento di questi monaci. Gli ospedali
accolsero solo gli infermieri ma anche poveri e pellegrini.
Nei primi secoli del medioevo si produsse l’incontro tra i regimi:
- Quello di tradizione romana (coltivazioni militari dell’aria mediterranea è fondato
sul consumo prevalente di pane, vino, olio)
- Quello di tradizione germanica (fondato sul consumo di carne, caccia, frutti
selvatici e rispecchiante il nomadismo delle popolazioni barbariche)
Le prescrizioni del cristianesimo favorirono l’integrazione imponendo periodiche
astensioni dai cibi grassi e periodi stagionali che ammontavano a circa 150 giorni di
magro nel corso dell’anno. I contadini godettero di un’alimentazione più variegata con
consumo di carne e latticini (alto e tardo medioevo). La specializzazione delle colture
cerealicole conseguente all’espansione agraria ridusse, nei secoli centrali del medioevo,
la varietà degli alimenti sulla tavola tavola.
il cibo divenne una questione di differenza sociale:
- Ricchi e nobili mangiavano carne, frumento, pane
- I poveri e i contadini avevano una dieta concentrata su cereali minori, legumi,
ortaggi
La ascesi monastica si concentra sul digiuno, sull’assenza sessuale, sulle privazioni
sensoriali che dovevano liberare l’anima dal rapporto con il corpo e volgerla a una
dimensione spirituale maggiore. Le riforme dell’XI e del XII secolo imposero il celibato
agli ecclesiastici e a tutti i religiosi che avessero ricevuto gli ordini sacri pur
continuando a tollerare il concubinato dei sacerdoti. Seppur condannata, nelle città
tardo medievali la prostituzione fu tollerata poiché era un male minore rispetto alle
trasgressioni più gravi come relazioni extra coniugali e peccati contro la natura nei quali
erano compresi gli atti sessuali non finalizzati alla procreazione: omosessuali, rapporti
anali e onanismo.
Sempre il medioevo diventò il calendario cosiddetto “Giuliano” che si basava sul ciclo
delle stagioni, si formava da 365 giorni e che fu suddiviso in 12 mesi. L’inizio dell’anno fu
individuato dai cristiani nel giorno del Natale, dell’incarnazione, della circoncisione o
della Pasqua. La VII secolo cominciò a imporsi la settimana che iniziava con la
domenica, giorno di sospensione dell’attività lavorativa, la cui festività fu annunciata e
sancita al concilio di Nicea del 325 d.C. Dal IV secolo cominciò a costituirsi il calendario
cristiano delle feste dei riti: c’erano due periodi più importanti a livello di liturgie:
- il ciclo natalizio
- Il ciclo pasquale
L’aristocrazia si distinse anche nelle pratiche di svago, erano tipiche le danze cortesi di
gruppo, il gioco degli scacchi e gli esercizi di spettacoli d’armi, a cominciare dai tornei
attestati dall’XI secolo, e che vedevano cruenti combattenti collettivi; nel XIII secolo si
trasformarono in esibizione di destrezza con armi smussate.
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