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L'ISLAM
Muhammad, l’origine: Maometto (Muhammad) nacque intorno al 570 d.C. alla Mecca, nell'odierna
Arabia Saudita. Orfano fin da bambino, fu allevato dallo zio Abu Talib e divenne un mercante onesto e
rispettato. Sposò Khadija, una ricca vedova, che lo sostenne nella sua missione.
Intorno al 610 d.C., a 40 anni, Maometto ricevette la sua prima rivelazione dall'arcangelo Gabriele nella
grotta di Hira. Iniziò a predicare il monoteismo e la sottomissione a Dio (Allah), incontrando resistenza
da parte dei leader della Mecca. A causa delle persecuzioni, nel 622 d.C. emigrò a Medina (Egira),
evento che segna l'inizio del calendario islamico.
A Medina, Maometto divenne leader politico e religioso, unificò le tribù arabe e combatté diverse
battaglie contro la Mecca, che conquistò pacificamente nel 630 d.C. Dopo aver consolidato l'Islam
nella penisola arabica, morì nel 632 d.C. a Medina. Il suo messaggio è raccolto nel Corano,
considerato la parola di Dio dai musulmani.
Sunniti e Sciiti: l'Islam non è mai stato un blocco unico e compatto. Fin dalle origini, infatti, è stato
attraversato da profonde divisioni, la più antica e significativa delle quali è quella tra sunniti e sciiti.
Questo conflitto ebbe inizio poco dopo la morte del profeta Muhammad e riguardava la gestione
politica della comunità islamica. Già nel VII secolo, le tribù arabe si divisero su chi dovesse ereditare
la leadership, non tanto religiosa quanto politica, della nuova fede.
Sunniti: la maggioranza dei seguaci di Muhammad che sostenne la nomina di Abu Bakr, amico del
Profeta e padre di sua moglie Aisha, come primo califfo. La spuntarono sugli sciiti.
Sciiti: il cui nome deriva dall'espressione shiaat Ali ("partigiani di Alì") – ritenevano che la successione
spettasse al marito di Fatima, cugino e genero di Muhammad.
Kharigiti: in generale, rifiutano il carattere dinastico del leader islamico ma preferiscono una scelta in
base al miglior musulmano. Caratterizzata da diverse tendenze, alcune delle quali estremiste.
Prospettiva europea: gli europei non conoscevano bene i musulmani, non per indifferenza ma per
totale chiusura, come attestato dalla Chanson de Roland, in cui sono chiamati ladroni, Saraceni,
Ismaeliti (termine derogatorio), Maometto è un eretico (Dante nell’intera Commedia lo inserisce in
solo 6 versi in cui lo mette nella melma come un'anima con un taglio che fa uscire le viscere,
dimostrando un disinteresse totale e al massimo un opposizione al personaggio).
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Fondamenti religiosi: si impernia su alcuni aspetti fondamentali: 1) centralità del monoteismo e
dell’ammonimento escatologico nel messaggio religioso del Profeta, seguendo leggi fisse ma
sincretiche delle altre religioni ebraiche; 2) primato della Legge, il cui rispetto è condizione
imprescindibile ma sufficiente, come rileva Bianca Scarcia Amoretti, per «essere considerati soggetti
dell’entità statale», cioè ik califfato; 3) egemonia della lingua araba, che da un lato sostituisce il greco
come lingua dell’amministrazione e d’uso, ma diventa anche il veicolo principale per integrare le élite
dei paesi che, a mano a mano, vengono conquistati; 4) libertà di ricerca in ambito teologico,
filosofico e tecnico-scientifico; 5) riconoscimento della pluralità delle confessioni, stabilendo un
protocollo di diritti e doveri delle varie comunità religiose verso lo stato.
-Le tradizioni da seguire dai fedeli sono: l’osservanza della fede; 2) le 5 preghiere giornaliere rivolte
verso la Mecca; 3) l’elemosina per i più poveri (zakat); 4) il digiuno durante il Ramadan; 5) il
pellegrinaggio alla Mecca, almeno una volta nella vita.
- Iconografia vietata: Dio non può essere rappresentabile, essendo eterno, onnipotente e
incomprensibile. Per questo è vietato rappresentarlo in alcun modo, nemmeno con delle iconografie;
perciò, le Moschee non hanno mosaici o affreschi.
- Jizya: i musulmani permettevano a chi professava religioni monoteistiche rivelate (cristiani ed ebrei
soprattutto, poi anche zoroastriani) di praticare la loro religione, a costo di pagare questa tassa allo
stato. Rispettavano queste religioni anche perchè avevano la stessa radice, permettendo agli ebrei di
commerciare liberamente (i pagani non venivano tollerati). I sottoposti della tassa erano definiti
dhimmi, vale a dire membri della ahl al-dhimma, “gente protetta”.
- Umma: insieme di tutti i sottomessi, tra i quali non vi è differenza, e tutti si rivolgono a Dio con le
stesse forme di vita religiose.
- Jhiad: sforzo dell’uomo religioso di cadere in comportamenti negativi (secondo la morale islamica),
quindi battaglia con sé stessi. Non è una guerra santa: il termine ricorre 39 volte nel Corano, solo 10
riguardano la guerra; si tratta di un'interpretazione strumentalizzata; nonostante sia scritto che
l’eretico debba essere convertito pacificamente, la guerra è intesa in senso difensivo dagli attacchi
altrui (Es. Crociate, da qui nasce questo concetto di guerra santa).
Urbanizzazione: l’islam nacque nelle città, come La Mecca e Medina, e fu proprio l'ambiente urbano
a favorire la sua espansione, sviluppando o risollevando le città stesse. Si innestò su tradizioni urbane
ellenistiche, romane e persiane, rielaborandole e innovandole. Alcuni centri divennero veri e propri
poli della cultura e del commercio: Cordova, Toledo, Siviglia, Raqqa, Damasco (capitale Omayyade),
Alessandria, Il Cairo, Tunisi, al-Mahdia, Baghdad, Kufa, Samarcanda, Bukhara, Nishapur, Kabul e
Palermo (avamposto strategico nel Mediterraneo).
Queste città prosperavano grazie a quattro fattori: il potere politico, la posizione strategica, il
commercio e la cultura. Rispetto alle città europee dell'epoca, che tra il IX e il XII secolo erano poche
e poco sviluppate, i centri islamici erano vere metropoli, con alcune che superavano il mezzo milione
di abitanti e altre che arrivavano persino al milione. L'urbanizzazione islamica non fu casuale ma il
risultato di una pianificazione precisa. Le dinastie musulmane promossero la fondazione di città con
un disegno politico chiaro. Un esempio emblematico è Baghdad, costruita nel 762 per volontà del
califfo al-Mansur, con una pianta circolare perfetta e un'organizzazione simbolica che la collegava alle
antiche tradizioni urbane di Babilonia e Ctesifonte.
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Sincretismo culturale: la civiltà islamica si sviluppò come un vasto e dinamico crocevia culturale,
unendo popoli e saperi da diverse tradizioni – greca, persiana, indiana e cinese – grazie all'arabo come
lingua comune. Baghdad divenne un fulcro intellettuale con la Casa della Sapienza, dove il califfo al-
Mamun promosse la traduzione delle opere classiche, diffondendo scienze come matematica,
astronomia, medicina e filosofia. Gli intellettuali islamici non si identificavano con una singola patria,
ma con il dar al-Islam, una vasta comunità spirituale.
Commercianti musulmani: disponevano di tecniche avanzate basate sul credito e su strumenti
finanziari come le hawala, anticipando sistemi bancari moderni: utilizzavano contratti di società e di
compartecipazione agli utili, mentre il commercio si sviluppava nei bazar, centri economici e sociali
dove si effettuavano transazioni, aste e cambi di valuta. Le reti mercantili si estendevano dal
Mediterraneo all’Asia, con mercanti specializzati per area geografica. Gli ebrei svolgevano un ruolo
chiave grazie a comunità collegate tra loro e all’uso sistematico delle informazioni, con la
corrispondenza come strumento strategico per il commercio. L’ingresso di mercanti italiani,
autorizzati rafforzò ulteriormente i collegamenti commerciali tra Oriente e Occidente.
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STORIA DELL’ISLAM DAI RASHIDUN AI SELGIUCHIDI (632-1153)
-Califfato Rashidun (632-661): dopo la morte di Maometto nel 632, i suoi successori, i "califfi ben
guidati" (Rashidun), governarono un impero in rapida espansione. Sotto Abu Bakr, Umar, Uthman e
Ali, conquistarono la Persia, il Levante e l’Egitto. Tuttavia, tensioni interne, culminate nell’assassinio
di Ali e nello scontro tra sunniti e sciiti, portarono alla fine del califfato e all’ascesa degli Omayyadi.
-Califfato Omayyade (661-750): con capitale a Damasco, il califfato Omayyade creò un impero che
andava dalla Spagna all’India. Riforme d’amministrazione e la solida burocrazia ne consolidarono il
potere. Tuttavia, il malcontento tra i non-arabi musulmani, le rivolte sciite e la crescente opposizione
Abbaside portarono alla sua caduta nel 750, con la sopravvivenza di un ramo in al-Andalus.
-Califfato Abbaside (750-1258): gli Abbasidi, con capitale a Baghdad, inaugurarono un’epoca d’oro
culturale e scientifica, rafforzando il commercio e le arti. L’estensione del califfato portò problemi
gestionali già dal 900. La difficoltà nelle comunicazioni e le spinte autonomiste indebolirono il potere
centrale, mentre burocrazia, esercito e fiscalità, un tempo strumenti del califfo, divennero strumenti
dei governatori locali. L’introduzione dell’iqta nell’XI secolo – assegnazione di imposte a funzionari
come compenso – aggravò il deficit statale e aumentò la frammentazione politica.
- Sultanato Selgiuchide (1037-1153): per garantire la sicurezza del califfo, si sviluppò la schiavitù
militare, con soldati turchi e di altre etnie addestrati e islamizzati, ma il sistema si deteriorò: capi
militari ambiziosi acquisirono autonomia, come i Ghaznavidi in Afghanistan e i Selgiuchidi, che nel
1055 presero Baghdad con Toghrul Beg. Con la vittoria nella Battaglia di Manzikert (1071) contro i
Bizantini, i Selgiuchidi consolidarono il loro dominio, relegando il califfo a un ruolo simbolico e
spirituale, affermando il sultanato come nuova autorità effettiva.
- Frammentazione: la frammentazione del potere portò alla nascita di potentati autonomi in Iraq,
Siria e Giazira, indebolendo l’unità del califfato e favorendo l’emergere di signori della guerra. Sorsero
i Samanidi in Asia centrale, i Fatimidi in Nord Africa ed Egitto (sciiti, fondarono Il Cairo nel 969,
facendone un centro politico e culturale e controllando il commercio nel mar Rosso) e i Buyidi a
Baghdad (sciiti, che dominarono dal 945 senza perseguitare i sunniti, promuovendo invece cultura e
infrastrutture). Le dinastie rivali investirono in istruzione e arte: Baghdad, Il Cairo e Cordova divennero
centri di sapere, con biblioteche, scuole e ospedali.
- Nishapur capitale: tra il X e l'XI secolo fu un importante centro culturale. Nonostante un periodo di
declino economico, la città si espanse fino a venti chilometri quadrati e contava tra 200.000 e 500.000
abitanti, superando di gran lunga le città europ