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Barbarossa e gli schieramenti in Germania
Quando si parla di Barbarossa dobbiamo pensare all'area tedesca che era divisa in ducati (Franconia, Sassonia, Baviera, Lorena e Svevia). All'interno di questi ducati si crearono 2 schieramenti:
- Guelfi - il termine viene dal castello bavarese di Welf. Quindi riguarda la casata di Baviera.
- Ghibellini - prende nome da un castello svevo, Waibligen, appartenente quindi alla casata di Svevia.
Questi due schieramenti arriveranno anche in Italia ma perdendo la connotazione che li lega ai castelli. I guelfi saranno chi appoggia il papa e i ghibellini appoggiano l'imperatore.
Tornando in Germania, le casate Bavaresi e di Svevia sono dunque in contrasto e non trovano accordo su chi dovrebbe essere il successore di Enrico V, finché nel 1152 Federico Barbarossa diventa re di Germania e li mette tutti d'accordo.
Barbarossa nella sua figura riunisce le due casate: duca di Svevia da parte di padre e duca di Baviera da parte di madre. Diventa imperatore e il suo...
Il progetto è di dare nuova forza all'autorità imperiale. Il primo atto di cui si serve è la dieta di Costanza (1153) in cui dichiara che il potere politico e potere spirituale devono collaborare su un piano paritario. Inoltre, ribadisce i propri diritti nell' eleggere i vescovi tedeschi. La dieta è un incontro che l'imperatore svolge con i membri più importanti del regno. Nel mondo papale è concilio, in quello temporale è dieta.
I comuni risposero in maniera diversa al potere imperiale: Lodi e Cremona appoggiarono l'imperatore, ciò gli alienò Milano che era in contrasto con le 2. Inoltre in Toscana trovò l'appoggio di Pisa (grazie alla posizione strategica della sua flotta per la conquista del sud). Tutti questi comuni si erano impossessati dei poteri che appartenevano agli imperatori. Percependo la prepotenza di Milano, Federico rivendica i Luria Regalia (=diritti imperiali). Questi regalia sono
prerogative che in teoria spettano al re ma che col tempo erano stati usurpati dalle città comunali. Queste regalie hanno a che fare soprattutto con le tasse e la fiscalità e precisamente sono:
- Riscossione delle imposte
- Amministrazione della giustizia
- Difesa del territorio
Federico si rende conto che ha a che fare con un mondo nuovo dalle dinamiche diverse rispetto a quelle tedesche. Le città comunali sono grandi, autonome e in grado di autogestirsi e amministrarsi. Ma lui essendo imperatore non accetta quest'autonomia e vuole assoggettarle al potere imperiale, anche perché sogna di conquistare il mediterraneo e porre fine ai normanni "usurpatori" senza un passato alle spalle.
Dunque ha il bisogno di riconquistare i poteri imperiali e inizia la sua aspra campagna nei confronti dei comuni attraverso atti di natura giuridica.
Affida ai giuristi di Bologna (luogo in cui ha sede una delle università più importanti di diritto) il
Compito di stilare un elenco di tutti i diritti regi che spettano all'imperatore. Questi giuristi, nel 1158, emanano un testo molto corposo chiamato Costitutio de regalibus (Costituzione sulle regalie) e la presentano alla dieta di Roncaglia. Dell'elenco fanno parte:
- Il diritto di battere moneta
- Nominare i magistrati
- Imporre tasse e pedaggi
- Imposte sul commercio
- Utili derivanti dal pagamento di multe
- Utili derivanti da un patrimonio senza eredi
Nello scontro tra Federico e i comuni interviene il papa che sia allea con i comuni. Nel 1162 l'imperatore rivendica Milano e la rade al suolo. A questo punto i comuni vicini a Milano si uniscono e fondano la Lega Lombarda nel 1167. Questi si alleano con il papa Alessandro III e a lui dedicheranno una città, Alessandria. Città che Federico cercherà spesso di assalire.
Alessandro III afferma la superiorità spirituale rispetto a quella temporale, quando invece Federico aveva parlato di parità.
E allora si vedranno da entrambe le partimosse e battaglie per affermare la propria posizione. Una di queste è la battaglia di Legnano del 1176 che vede la vittoria dei comuni alleati col papa e la sconfitta dell'esercito di Barbarossa. In seguito a questa sconfitta Federico capisce di dover trattare e trovare una soluzione diplomatica e nel 1177 firmerà la Pace di Venezia con i comuni e il papa a fare da arbitro. Una tregua che durerà circa 6 anni. Inoltre Federico strategicamente, per non perdere i sudditi a lui fedeli, si pente ed evita la scomunica. Nel 1183 segue la Pace di Costanza nella quale Federico riconosce l'autonomia dei comuni e gli concede di poter gestire le proprie libertà cittadine. In cambio i comuni dovevano pagare un'indennità una tantum e poi un tributo annuale. Si impegnano a dare all'imperatore il "fodro" che in un primo tempo era il foraggio ma poi divenne una vera e propria tassa. Il comuneIl comune nacque in rappresentazione a tutta la cittadinanza ma pian piano i milites divennero un élite che godeva di privilegi e ricchezze maggiori rispetto ai semplici cittadini. Allora nacque il populus (popolo) un gruppo di opposizione che cercava di recuperare la vocazione iniziale dei comuni. Contestavano l'esenzione alla fiscalità dei milites, il risarcimento dei danni subiti in guerra e una giustizia meno a loro favore. Si ebbe il passaggio dal comune consolare al comune podestarile. I consoli furono sostituiti da una nuova magistratura: il podestà (unico e con un mandato breve di soli 6 anni), questi doveva essere straniero per garantire l'imparzialità.
I normanni in Italia e gli Angioini
Quando i normanni arrivarono in Italia trovarono una situazione frammentaria. Nell'anno 1000 il mezzogiorno era in mano a Bisanzio, nelle zone interne vi era dominazione longobarda e la Sicilia era in mano agli arabi.
Gli storici hanno fatto
Diverse ipotesi sull'avvento dei normanni nella nostra penisola:
- Un probabile incontro con Melo di Bari, signore longobardo.
- Invitati come mercenari dal principe di Salerno che era in lotta contro Bisanzio. I normanni erano abili combattenti ed erano disposti a lottare per chi pagava meglio. È plausibile dunque che il loro arrivo non fu casuale, inoltre intorno all'11 secolo furono spinti al viaggio trovando la motivazione nel pellegrinaggio. Individuarono come meta il santuario di San Michele al Gargano, San Michele era un santo caro ai normanni perché era un guerriero. Mont Saint Michelle è dedicato proprio a lui e venendo a sapere dell'esistenza di un santuario anche in Italia meridionale decisero di andare a visitarlo.
- I normanni inizialmente si stanziano in 2 nuclei:
- 1030 il principe di Capua concede a Rainulfo Drengot la Contea di Aversa, provincia di Caserta. Rainulfo così dal mercenariato si inserisce nel gioco politico dei principi meridionali.
agli arabi e quindi con questo stratagemma il papa affida a Roberto il compito di conquistarla, per recuperare anche parte dei territori persi a seguito dello scisma.
Nel 1061 Roberto il Guiscardo, affiancato dal fratello Ruggero I, inizia la conquista della Sicilia a partire da Messina. Questa impresa durerà un trentennio, 1061-1091.
I normanni sono ancora violenti mercenari e quindi i Siciliani che volevano essere liberati dal dominio arabo si ritrovano ad essere assediati e depredati e dopo una serie di vittorie, nel 1072 (dopo un assedio di un anno), cade Palermo che divenne la loro capitale. Qui i normanni poterono sfruttare il lascito del dominio arabo, che consisteva in risorse agrarie e una tradizione di governo e cultura.
L'isola viene divisa tra i 2 fratelli:
- A Roberto toccano Palermo, metà Messina e parte del Valdemone.
- A Ruggero l'altra metà di Messina, Mazara e la parte di Calabria già ottenuta.
La sovranità spetta a Roberto.
mentre Ruggero è "homo" del fratello e legato a lui da un vincolo feudale. Nel 1085 Roberto il Guiscardo muore e nascono dei contrasti: da un lato si contesta la legittimità di Ruggero che non era stato nominato, dall'altro lato il figlio di Roberto, Ruggero Borsa, non era considerato in grado di reggere insieme tutti quei possedimenti, al contrario Ruggero I era capace. Più volte, infatti, Ruggero aiutò il nipote e pian piano in cambio si fece cedere territori della Sicilia e della Calabria. L'ascesa di Ruggero I fu favorita anche dal papa Urbano II che nel 1098 gli concede la carica di "legato apostolico". Carica che gli concede, soltanto per la Sicilia, il potere di controllare le istituzioni ecclesiastiche. Avendo subito il dominio arabo, in Sicilia non c'erano le diocesi, dunque il compito di Ruggero era quello di latinizzarla. Ruggero inoltre stabilì la propria sede in Calabria. Alla morte diRuggero l'eredità venne raccolta dalla moglie Adelaide o Adelasia del Vasto. Adelasia si trasferisce prima a Messina e poi a Palermo, insieme a lei arrivano anche una serie di longobardi provenienti dalla Padania, ciò contribuirà allalatinizzazione della Sicilia.
Nel 1113 Adelasia va in sposa a Gerusalemme a Baldovino di Fiandra, Baldovino è bigamo e ha voluto Adelasia solo per le sue ricchezze. Lei ritorna in Sicilia e si rinchiude in un convento a Patti, dove morirà.
Quando nel 1127 muore senza eredi l'ultimo duca di Puglia e Calabria, Ruggero II afferma la sua ascesa. Fu proprio lui a unificare tutti i territori del Mezzogiorno peninsulare e a dar vita allo straordinario Regno normanno di Sicilia. Un regno ex novo con una vera e propria corona, il padre Ruggero I non era re ma soltanto conte.
Ruggero II nel 1130 viene investito dalla dignità regia, e poi nella notte di Natale, in ricchiamo a Carlo Magno.