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Una teoria, questa, che ha il merito di collocare gli eventi in Egeo all'interno
di uno scenario più ampio, ma che resta fondata su un'unica causa e che come
cale non riesce a spiegare un fenomeno storico di vasta portata.
Come rendere conto in definitiva di una simile catastrofe e soprattutto del Il crollo di società
fatto che l'area interessata risulti così ampia? Il repentino collasso di società complesse
complesse, fenomeno questo conosciuto sia nel mondo antico sia nel mondo
moderno - si pensi al dissolvimento dell'impero sovietico agli inizi degli anni
novanta del secolo scorso - è un tema sul quale esiste un ampio dibattito e che
va analizzato anche facendo uso di modelli teorici e analogie storicamente
fondate. Può risultare utile il confronto con eventi, come le invasioni, per i
quali esiste una documentazione archeologica e filologica. È il caso per esempio
dell'invasione dei Celti (Galati) in Anatolia centrale nel III secolo a.C., o
dell'invasione slava della Grecia nel VI secolo d.C.: tali esempi possono costituire
modelli di fronte ai quali saggiare la validità dell'ipotesi dell'invasione.
Nello stesso tempo bisogna avere ben presente che il crollo della società palaziale
in Egeo rappresenta un evento di tale portata storica che non si può
ricondurlo, come troppo spesso si è fatto, a un'unica causa. È verosimile
infatti pensare che si sia verificata la concomitanza di molteplici fattori. Tra
questi, va considerata anche la possibilità che il sistema abbia racchiuso al suo
interno una qualche debolezza strutturale. In altri termini, le ragioni del collasso
devono essere analizzate non solo in relazione alla distruzione fisica dei
centri palaziali, e dunque alla eventualità di fattori esterni, accidentali e non
(come eventi bellici, terremoti, o cataclismi climatici), ma anche tenendo
conto di una possibile debolezza, origine di instabilità, inerente al sistema. Se
infatti accettiamo lidea che il sistema palaziale era fondato su un elaborato
meccanismo di controllo, una delle ragioni del collasso può essere ricercata
anche in queste eccessive forme di centralizzazione e sfruttamento che avrebbero
reso in ultima analisi il sistema debole, facile cioè da distruggere: raggiunta
la massima espansione territoriale gli stati micenei non sarebbero più
stati in grado di sostenere il peso economico del loro apparato organizzativo,
fino a giungere al collasso.
In conclusione: molteplicità di fattori esterni e debolezza interna del sistema
sono gli elementi che possono rendere conto, anche se in maniera non capillare,
della fine della civiltà micenea.
In questo capitolo
• L'espansione della civiltà micenea nel Mediterraneo orientale e occidentale.
• L'importanza dei relitti di navi.
• Ipotesi sulla localizzazione della terra degli Ahhiyawa, menzionati nei testi ittiti:
sono gli Achei?
• Il crollo della civiltà micenea: le ipotesi. Molteplici fattori esterni e debolezza
interna.
Storia greca
Bibliografia
• Sul commercio nel Mediterraneo si veda N. H. GALE (a cura di), Bronze Age
Trade in the Mediterranean, Jonsered 1991; c. PULAK, The Cargo of the Uluburun
Ship and Evidence far Trade with the Aegean and Beyond, in L. BONFANTE, v. KARAGEORGHIS
(a cura di), ltaly and Cyprus in Antiquity: z500-450 BC, Nicosia 2.001,
pp. 13-60. Ancora sul commercio egeo cfr. E. H. CLINE, Tinker, Tailor, Soldier, Sai/or:
Minoans and Mycenaeans Abroad, in R. LAFFINEUR, w.-D. NIEMEIER (a cura di), Politeia.
Society and State in the Aegean Bronze Age, Liège-Austin 1995, pp. 2.65-87; B. E.