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Estratto del documento

Pirro, re dell'Epiro, intervenne successivamente in Italia meridionale su richiesta delle

città greche minacciate dall’espansione romana. Con il suo esercito, che includeva gli

imponenti elefanti da guerra, ottenne alcune vittorie contro Roma, ma a costo di

pesanti perdite, dando origine alla celebre espressione "vittoria di Pirro". La sua

campagna in Sicilia, volta a contrastare Cartagine e a unificare l’isola sotto il suo

controllo, si rivelò altrettanto difficile: dopo un iniziale successo, perse il sostegno

delle città greche, stanche del suo autoritarismo, e fu costretto a ritirarsi.

Questi eventi segnarono una fase cruciale nella storia del Mediterraneo occidentale.

L'incapacità di Agatocle e Pirro di creare un'alternativa stabile al dominio cartaginese

e romano aprì la strada al definitivo confronto tra le due potenze. Roma, con la sua

tenacia e la capacità di adattarsi alle nuove sfide militari, consolidò progressivamente

il proprio controllo sull'Italia meridionale e, dopo la Prima Guerra Punica, anche sulla

Sicilia, diventando la principale potenza della regione.

Un passo indietro

La Guerra Cremonidea

L'evoluzione della Confederazione greca compì un ulteriore passo avanti grazie al

conflitto che scosse la Grecia nel decennio successivo, scatenato dalle ambizioni di

Antigono II Gonata. Le sue mire espansionistiche nell'Egeo – come discusso nel

capitolo precedente – suscitarono le preoccupazioni dell'Egitto tolemaico, che

all'epoca esercitava il proprio protettorato sulle isole della regione.

Sfruttando il timore di un ritorno all'egemonia macedone, Tolomeo II riuscì ad

attirare nella sua orbita l'ambizioso Areo I di Sparta e altri stati interessati a contenere

l'influenza di Antigono. Il conflitto che ne derivò, noto come Guerra Cremonidea,

prese il nome dal politico ateniese Cremonide, che nel 267 a.C. promosse un'alleanza

contro la Macedonia. Tuttavia, lo stesso Cremonide si rivelò poco incisivo nel

sostenere la coalizione, e il suo limitato intervento contribuì alla vittoria macedone.

Areo I non riuscì a conquistare Corinto, saldamente difesa dalla guarnigione

macedone, e Atene, dopo un lungo assedio, capitolò nel 262 (o 261) a.C., accettando

la presenza di un presidio nemico fino al 229 a.C.

La Pirateria e l'insicurezza dei mari

Uno degli effetti collaterali, ma non meno rilevanti, dei conflitti tra i Diadochi fu il

venir meno di un controllo stabile sulle rotte marittime, sia nell'Egeo che lungo le

coste dell'Adriatico. L'assenza di un potere egemone in grado di garantire la sicurezza

dei mari favorì il ritorno della pirateria, un fenomeno endemico del Mediterraneo sin

dall'antichità.

Alcuni sovrani, tra cui i Lagidi, sfruttarono i pirati per rafforzare le proprie flotte,

mentre regioni come l'Illiria, Creta e la Cilicia divennero veri e propri centri operativi

per i predoni del mare. Tuttavia, i più attivi in questa fase furono gli Etoli, che verso

la metà del III secolo a.C., grazie all'accesso al mare, trasformarono la pirateria in una

delle principali fonti della loro economia. La vastità del fenomeno è testimoniata dai

trattati di asylia, accordi stipulati con città dell'Egeo e dell'Asia Minore per garantire

l'immunità dalla pirateria.

Le tensioni nel Peloponneso: l'avanzata degli Achei e la crisi di Sparta

Nella seconda metà del III secolo a.C., lo scenario politico greco conobbe un

profondo mutamento con l'ascesa della Lega Achea, fino a quel momento rimasta ai

margini delle grandi vicende geopolitiche. Il suo consolidamento alterò gli equilibri

della penisola, ponendola in contrasto con la Macedonia e con Sparta, ridefinendo le

future dinamiche politiche della Grecia.

La Lega Achea

Fondata in epoca arcaica, la Lega Achea fu rifondata nel 281 a.C. a Patrasso e

inizialmente comprendeva una decina di città. La sua vera espansione iniziò con

Arato di Sicione, che nel 251 a.C. liberò la sua città dal dominio tirannico e la fece

entrare nella Lega.

Negli anni successivi, Arato riuscì a sottrarre alla Macedonia la città di Corinto,

cacciandone la guarnigione macedone, e a estendere l'influenza achea su Argo,

Epidauro, Megara e sulla Confederazione Arcadica. Questo successo rese la Lega

Achea un'entità politica sempre più strutturata, dotata di un proprio sistema monetario

e di un unico sistema di pesi e misure.

Dal punto di vista istituzionale, la Lega Achea era governata da un'assemblea

generale, che si riuniva presso il santuario di Zeus Elio a Egion, e da un Consiglio

federale con rappresentanti delle città membri. Il comando militare e le decisioni più

rilevanti erano affidati allo stratego, eletto annualmente. Arato ricoprì questa carica

ben 17 volte, confermando il suo ruolo di leader indiscusso della coalizione.

A differenza della Lega Etolica, che era più popolare e legata agli strati medi della

popolazione, la Lega Achea era dominata dalle élite urbane, che ne orientavano la

politica in senso più conservatore.

Il successo degli Achei portò inevitabilmente a uno scontro con la Macedonia, che si

sentiva minacciata dalla loro espansione. Questo spinse la Lega Achea a stringere

un'alleanza con Tolemeo III d'Egitto e con Sparta, rafforzando la propria

posizione.

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
6 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/02 Storia greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Wiandante di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Tempio Antonio.