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Estratto del documento

IV.

L'accesso alla vita politica fu scandito dall’appartenenza a una di queste classi: le principali

magistrature erano riservate a coloro che facevano parte della prima o, al più, delle prime due

classi, mentre ai teti era concessa solamente la partecipazione all’assemblea.

Per la prima volta viene introdotto un regime fondato sulla ricchezza e non sulla nascita.

Nonostante ciò, sul suo reale significato sussistono numerosi dubbi. In primo luogo, sorprende il

fatto che le prime tre classi comprendessero, tutte insieme, non più del 15-20% della

popolazione complessiva, mentre almeno l’80% dei cittadini venne confinato nell’ultima classe.

Secondo la tradizione, Solone fu autore di un vasto codice di leggi. Molte

Solone legislatore

leggi appaiono però tarde rielaborazioni di IV secolo e per questo non è possibile qui analizzare

le leggi soloniane, discutendone l’eventuale attribuzione al grande legislatore o a un periodo

successivo. Certamente non vanno ritenute originali le leggi che prevedono pene pecuniarie,

perché l’Atene del tempo non conosceva ancora l’uso corrente della moneta. È certo comunque

che esse riguardassero aspetti del vivere quotidiano, da aspetti strettamente economici a temi

riguardanti la famiglia, i funerali, il lusso. Da notare la legge che prescriveva per il cittadino

l’obbligo di schierarsi in caso di contese civili, anche quando il procedimento non lo riguardasse

direttamente. Ciò mira alla partecipazione del cittadino alla vita della propria comunità.

Pisistrato

Il compromesso cercato da Solone non ebbe alcun successo. Pochi anni dopo il suo arcontato,

Atene era di nuovo in preda all’anarchia.

Di un tale stato di crisi e di tante divisioni approfittò Pisistrato. Giovane, ricco e ambizioso, si

era distinto nella guerra che gli Ateniesi avevano intrapreso contro Megara per il possesso di

Salamina. Egli riuscì intorno al 560 a farsi una prima volta tiranno. Cacciato poco dopo, rientrò

ad Atene grazie ad un’alleanza con la famiglia degli Alcmeonidi, sancita da un matrimonio. La

rottura dopo breve tempo dell’accordo costrinse di nuovo Pisistrato alla fuga. Alcuni anni dopo

grazie a un esercito privato prese possesso ancora una volta della città, questa volta per

mantenere il potere fino alla morte, sopraggiunta nel 528.

Pisistrato governò rispettando l’assetto istituzionale ateniese e migliorando per molti aspetti la

città, tanto che molti ricordarono il periodo del suo governo come una sorta di età dell’oro.

Atene, infatti, conobbe un grande sviluppo culturale ed economico: datano a questo periodo le

prime monete ateniesi, con la testa di Atena sul diritto e una civetta sul rovescio. Della sua

azione di governo, ricorderemo:

• Lo sviluppo edilizio della città;

• La sollecitudine nei confronti della città: il miglioramento delle vie di comunicazione tra

Atene e le varie zone dell’Attica, la concessione di aiuti, l’istituzione di giudici itineranti,

perché i contadini dell’Attica con fossero costretti a recarsi ad Atene per ottenere

giustizia, con lo scopo di rendere meno marcate le differenze tra città e campagna.

Il suo potere era così saldo che alla sua morte nel 528 nessuno si oppose a che esso restasse

nell’ambito della famiglia, guidata dal figlio maggiore Ippia e da suo fratello Ipparco.

Il potere dei Pisistratidi conobbe il primo momento di vera crisi nel 514, quando una faccenda di

natura privata spinse due giovani aristocratici, Armodio e Aristogitone, a uccidere Ipparco; il

governo di Ippia si fece più sospettoso e i suoi rapporti con la popolazione di Atene si

deteriorarono. Egli riuscì a respingere un’iniziativa deglo Alcmeonidi, ma non poté nulla contro

un altro tentativo, nel 510, appoggiato dagli Spartani. Assediato sull’acropoli, Ippia, dopo una

breve resistenza, accettò di allontanarsi dalla città: il dominio dei Pisistratidi era durato

mezzo secolo.

Le riforme di Clistene

L'intento degli Spartani era quello di instaurare un governo aristocratico sotto la guida di

Isagora. Le cose non andarono come previsto: l’Alcmeonide Clistene costrinse Isagora all’esilio

e con l’appoggio del popolo operò una riforma profonda delle istituzioni ateniesi, che oggi

consideriamo come l’inizio del regime democratico di Atene.

La riforma toccò ogni aspetto istituzionale e contemplò una nuova organizzazione dello

spazio e del tempo. Fondamento della vita politica ateniese nella riforma clistenica

Dieci tribù, trenta trittie

tribù

erano le . In numero di dieci, prendevano il nome da eroi del mito suggeriti dall’Oracolo di

Delfi.

Ciascuna tribù era una creazione artificiale, formata su base territoriale. Il territorio della penisola

dell’Attica venne infatti diviso preliminarmente in tre parti: la fascia costiera, l’interno e il centro

trittie

urbano di Atene. In ciascuna delle tre parti vennero individuate dieci , per un totale di

trenta. Ciascuna tribù era formata appunto da tre trittie, una della costa, una dell’interno e una

della città.

A una tale creazione artificiale si sovrapponeva la suddivisione del territorio dell’Attica

I demi

demi

in . Impossibile dare una traduzione univoca del termine demo: a seconda dei casi, esso

poteva indicare un quartiere della città, un piccolo villaggio o un paese. Il cittadino acquisiva il

suo status attraverso l’iscrizione ai registri del proprio demo, con la conseguenza che il suo nome

venne accompagnato dal demotico e non più dal solo patronimico: un criterio di

denominazione neutro, basato sul luogo di nascita, si sostituiva alla tradizionale indicazione

dell’origine familiare. Tutti i cittadini potevano partecipare all’assemblea che si riuniva

L'assemblea e l’ostracismo

una quarantina di volte all’anno ed era sovrana su molte questioni fondamentali, specialmente

sulla guerra e sulla pace.

Di competenza dell’assemblea era anche una procedura molto particolare: l’ostracismo.

Una volta all’anno, l’assemblea ateniese si riuniva per decidere se fosse opportuno liberarsi di

qualche membro della comunità, pur senza accusarlo formalmente di alcun reato. Se la risposta

era positiva, in una successiva riunione ciascun cittadino scriveva su di un coccio di ceramica il

nome di chi avrebbe desiderato colpire. Chi otteneva il maggior numero di voti veniva

“ostracizzato”, vale a dire esiliato per dieci anni dalla città, senza perdere i suoi beni né la

possibilità di riacquistare i suoi diritti una volta trascorso tale periodo di tempo.

Tra il 487 e il 417 un gran numero di personaggi ateniesi di spicco fu colpito da ostracismo. Esso

era nato dal desiderio della comunità di liberarsi di personalità troppo “ingombranti”, sospettate

di aspirare alla tirannide. L’organo più innovativo era il consiglio dei Cinquecento, in cui

Il consiglio dei Cinquecento

sedevano 50 cittadini per ciascuna tribù, estratti a sorte. Essi rappresentavano anche i demi.

Questo organismo era incaricato di preparare l’ordine del giorno dell’assemblea. Era in grado di

gestire l’ordinaria amministrazione e di garantire quotidianamente la presenza dello stato: infatti,

50 consiglieri, a turno, assicuravano la loro presenza costante nella sede del consiglio per la

durata di una pritania, sorteggiando ogni giorno un presidente che, per quelle 24 ore, poteva

essere in qualche modo paragonato a un “presidente della repubblica”.

Esecutori delle decisioni dell’assemblea e del consiglio erano i detentori di

Le magistrature

archai che noi traduciamo con magistrati. Le sfere di competenza andavano dai compiti più

modesti (come la manutenzione delle strade) alla guida dell’esercito da parte del collegio dei 10

strateghi. Le cariche erano attribuite per sorteggio, erano collegiali e della durata di un anno.

Si può parlare di vera e propria democrazia?

Il significato delle riforme clisteniche

Probabilmente no: il potere delle famiglie aristocratiche non venne eccessivamente

compromesso.

Ciò che è importante notare è la miscela di tradizione e innovazione presente nell’opera

clistenica. Clistene innova le strutture politiche ateniesi ma mantiene in vita le strutture

preesistenti: oltre all’Areopago, potremmo citare anche le fratrie.

12. Grecia e Persia: la rivolta ionica

e le guerre persiane (499-479)

Oriente e Occidente

Il conflitto tra la Grecia e l’impero persiano va inserito in una prospettiva di lungo periodo. I

Persiani fanno parte, in un certo senso, della storia greca. La loro ingerenza sulle vicende delle

poleis rimarrà grande e le guerre fanno parte di una vicenda molto più lunga che si concluderà

con la conquista dell’impero persiano da parte di Alessandro. Di esse, conosciamo solo la

versione dei vincitori greci.

La vittoria risultò decisiva per trasmettere alle poleis una grande fiducia in se stesse.

L'impero persiano

Negli anni centrali del V secolo, la geografia politica del mondo cambiò radicalmente. I quattro

grandi regni orientali (Lidia, Media, Babilonia, Egitto) furono infatti abbattuti e il loro territorio

unificato nell’impero persiano.

Principale autore di questa straordinaria impresa fu Ciro il Grande, della dinastia degli

Achemenidi, che si impadronì in successione del regno dei Medi, della Lidia e infine Babilonia. A

tali conquiste suo figlio Cambise aggiunse l’Egitto. Fondamentale fu poi l’opera di

rafforzamento dell’impero intrapresa da Dario I.

I Persiani erano una popolazione di lingua indoeuropea, originaria dell’altipiano iranico. Di essi

colpisce la concezione religiosa, che si esprimeva nel culto del dio Ahura-Mazda. Fondatore e

codificatore del mazdeismo era ritenuto un sacerdote-filosofo dagli incertissimi contorni storici,

Zarathustra, forse da collocarsi tra il VII e VI secolo. La religione contribuì fortemente a

consolidare l’identità persiana, ma non fu mai il motore delle conquiste militari: un tratto

caratteristico dei Persiani fu infatti una larga tolleranza in materia di culto. Uno dei “segreti” del

successo persiano fu quello della grande capacità nel dare un’organizzazione efficiente alle

aree conquistate, attraverso la divisione in regioni dotate di amplissima autonomia

amministrativa, mentre l’unità dell’impero era garantita, oltre che dal Grande Re, da

un’unificazione di pesi, misure e monete, dall’adozione di una lingua “internazionale” e dalla

costruzione di numerose strade (Celebre era la Strada Reale di 2000 km).

Con tutto ciò i Greci d’Asia entrarono in contatto quando Ciro il Grande

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A.A. 2023-2024
63 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/02 Storia greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Benedetta-dea di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Nafissi Massimo.