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La piena cittadinanza fu riservata a soli 9.000 cittadini e furono abolite le misure che favorivano la
partecipazione di tutti alla vita politica e religiosa. Non mancarono le ripercussioni per i politici
antimacedoni: Iperide fu giustiziato, mentre Demostene si suicidò prima di venire catturato.
Verso una definizione dei nuovi assetti
A circa un anno dai primi accordi per la spartizione del potere, ebbero inizio le lotte fra i successori di
Alessandro.
Gli accordi di Triparadiso (321) Quando Cratero lasciò l’Asia per prestare aiuto ad Antipatro a Lamia,
Perdicca ne approfittò per aumentare il suo potere e trascinò con sé Eumene. La sua ambizione lo
portarono in una direzione sbagliata: decide di attaccare l’Egitto e viene assassinato durante la campagna.
Nel frattempo anche Cratero, tornato in Asia per fermare Perdicca, muore in uno scontro con Eumene. Nel
giro di poco tempo due tra i grandi supervisori erano scomparsi e ciò rese necessario rivedere gli assetti del
potere. L’incontro avvenne a Triparadiso e Antipatro viene scelto come unico reggente, mentre Antigono
fu nominato stratego dell’Asia con il compito di proseguire la guerra contro Eumene; Tolemeo si vide
confermare il controllo sull’Egitto, mentre a Seleuco venne affidata la satrapia di Babilonia.
La morte di Antipatro (319) Gli equilibri non durarono a lungo. Antipatro muore nel 319 e lascia la sua
eredità a Poliperconte, compagno d’armi. Decisione che suscitò le ire del figlio Cassandro, che scatenò una
guerra a cui presero parte anche gli altri diadochi.
Anche Atene passa dalla parte di Cassandro e la democrazia che si era insediata nell’anno precedente
adesso lascia il posto a un regime più conservatore: fu stabilito un limite di censo di 1.000 dracme per la
partecipazione alla vita politica. Tuttavia, la città conobbe un periodo di prosperità sotto la guida di
Demetrio del Falero, governatore scelto da Cassandro: egli riassettò le finanze, limitò gli sperperi e
promosse un censimento della popolazione. Presso Tolemeo contribuì anche alla fondazione della grande
Biblioteca di Alessandria e del Museo.
Negli stessi anni Poliperconte trova l’appoggio di Olimpiade, madre di Alessandro esiliata in Epiro. Al suo
ritorno riuscì a far uccidere Filippo III Arrideo, la moglie e una serie di nobili macedoni, lasciando Alessandro
IV come unico erede.
Nel 316 muore anche Eumene a opera di Antigono.
La pace del 311 Questa nuova situazione suscitò le ambizioni del Monoftalmo. Dopo aver conquistato la
satrapia di Babilonia, costringendo Seleuco a fuggire, Antigono si proclama reggente e dichiara che le città
greche dovevano essere libere, autonome e prive di guarnigioni straniere. Il suo non era un vero e proprio
interesse per le poleis, piuttosto uno slogan che potesse attirare le simpatie delle città sottomesse a
Cassandro e portarle contro di lui.
Il primo a comprendere l’intelligenza di questa mossa fu Tolemeo, che non esitò a fare lo stesso. Per
rafforzare la sua posizione favorì addirittura la nascita di una lega che riunisse molte isole dell’Egeo e
soprattutto le Cicladi, conosciuta col nome di lega dei Nesioti.
In questi anni Antigono combatte su due fronti: contro Cassandro in Grecia e nell’Egeo e contro Tolemeo
per il controllo di Siria e Palestina. Fu la sconfitta a Gaza che lo costrinse a chiedere la pace.
Gli accordi raggiunti nel 311 risultarono deludenti per il Monoftalmo, che si vide riconoscere solo il titolo di
stratego dell’Asia, ma non quello di reggente. A Tolemeo veniva confermato il controllo d’Egitto, a Lisimaco
la Tracia e a Cassandro la reggenza della Macedonia, ma solo fino alla maggiore età di Alessandro IV.
Questo fu il motivo del suo assassinio qualche anno dopo. La sua morte decreta la fine della stirpe di
Alessandro Magno.
La nuova geografia politica
Un anno dopo gli accordi del 311, l’impero risultava ormai diviso in cinque regioni ben distinte e governate
autonomamente:
- L’Egitto di Tolemeo;
- La Macedonia e Grecia di Cassandro;
- La Tracia di Lisimaco;
- L’Asia occidentale di Antigono;
- Infine, la satrapia di Babilonia. Seleuco vi torna dopo la battaglia di Gaza, ed è da qui che avvierà la
conquista dei territori dell’Asia orientale.
Le campagne di Antigono fino alla battaglia di Ipso (307-301) Dopo alcune campagne fallimentari in
Oriente, il Monoftalmo si mosse verso il Mediterraneo. Grazie a una spedizione del figlio Demetrio egli
ottenne il controllo di Atene, che passò con entusiasmo dalla sua parte.
Atene recupera la democrazia.
Il secondo grande successo del Monoftalmo avviene l’anno successivo, quando Demetrio riuscì a strappare
a Tolemeo l’isola di Cipro, base strategica per il controllo della Siria. Il gesto ebbe un significato profondo
perché con esso Antigono intendeva rivendicare la piena eredità di Alessandro e lo dimostrò andando
contro l’Egitto. Una spedizione fallimentare tuttavia: l’Egitto rimase a Tolemeo, che assunse il titolo di re.
Respinto dall’Egitto, Antigono tentò di consolidare il suo controllo sul Mediterraneo impadronendosi di
Rodi. L’assedio si risolse in un nulla di fatto. L’isola riuscì a resistere anche grazie all’aiuto di Tolemeo.
Uno dei motivi che accelerarono la fine dell’assedio furono i successi militari di Cassandro in Grecia che
minacciavano le posizioni di Antigono. Nel 303 Demetrio rientra nella penisola e si assicura il controllo di
Corinto; l’anno successivo nasce una nuova lega ellenica, su modello di quella di Filippo e Alessandro. La
differenza in questo caso, però, è che la nuova confederazione nasce come punto di partenza, uno
strumento per dare l’assalto a Cassandro.
Ben presto anche le iniziative di Antigono ebbero le sue conseguenze: Cassandro si mosse a sua volta e con
lui si schierarono Lisimaco, Tolemeo e Seleuco che disponeva di ben 400 elefanti. Lo scontro decisivo
avvenne in Frigia, a Ipso, dove gli eserciti di Lisimaco e Seleuco sbaragliarono quelli di Antigono. Il
Monoftalmo muore sul campo, mentre Demetrio fugge in Grecia.
Si estingue la generazione dei diadochi Con Antigono scompare anche il suo regno: l’Asia minore passa
a Lisimaco, fatta eccezione per alcune zone di Licia, Panfilia e Pisidia che vanno a Tolemeo. A lui rimase
anche la Siria meridionale, anche se questa sarebbe toccata a Seleuco stando agli accordi di pace. Questa
situazione non fece altro che generare una serie di conflitti fra Tolemei e Seleucidi.
Privato del regno, il figlio di Antigono rimase padrone del mare, sostenuto da isole dell’Egeo, Cipro e alcune
basi sulle coste d’Asia Minore. L’ultima grande occasione gli fu offerta con la morte di Cassandro nel 297:
approfittando di questo momento di debolezza, Demetrio riuscì a eliminare tutti i pretendenti al trono di
Macedonia e a farsi incoronare re nel 294.
Lisimaco e Pirro invasero la Macedonia e nel frattempo lo stesso Lisimaco riesce a conquistare quelle città
sulle coste dell’Asia Minore, mentre Tolemeo rioccupa Cipro. Demetrio cade nelle mani di Seleuco nel
tentativo di recuperare quanto perduto, e lo tenne prigioniero fino alla sua morte nel 283.
Nello stesso anno muore Tolemeo I e due anni dopo Lisimaco cade in uno scontro con Seleuco. Anche
quest’ultimo, tuttavia, ebbe un destino tragico: cade vittima di Tolemeo detto Cerauno.
26. I regni ellenistici nel III secolo
La Macedonia
Dopo la morte di Seleuco la Macedonia visse alcuni anni di incertezza, prima che sul trono si insediasse
stabilmente la dinastia degli Antigonidi, cioè eredi del Monoftalmo.
Il lungo regno di Antigono Gonata In quello stesso anno, l’esercito aveva acclamato re l’assassino di
Seleuco e vano fu il tentativo di Antigono Gonata (figlio di Demetrio) di sbarrargli la strada. Il conflitto tra i
due sarebbe stato deciso da un evento imprevedibile: l’invasione dei Celti nella penisola nella quale
Tolemeo trovò la morte, lasciando la Macedonia in preda al saccheggio. I Celti si spinsero fino alle Termopili
per poi ripiegare, e fu proprio sulla strada di ritorno che vennero sconfitti da Antigono. Il prestigio ottenuto
gli consentì di avere la meglio su altri pretendenti e farsi riconoscere re.
Sotto di lui la Macedonia conobbe un periodo di prosperità e rafforzò il suo controllo sulla Grecia. Oltre alla
Tessaglia, la sua influenza raggiunse Corinto, Calcide e Demetriade.
Ben presto Antigono cercò anche di riguadagnare quella supremazia nell'Egeo, ma Tolemeo II, allarmato da
queste intenzioni, riuscì a coalizzare Sparta e Atene contro la Macedonia. Da questa guerra, detta
“cremonidea”, le posizioni macedoni uscirono rafforzate, ma lo scontro con l'Egitto si fece più aspro.
Negli ultimi anni del suo Regno, il Gonata dovete fare anche i conti con gli Etoli In Grecia centrale e gli Achei
nel Peloponneso.
La rinascita sotto il regno di Antigono Dosone la svolta si ebbe con l'ascesa al trono di Antigono
Dosone, reggente per conto del giovane Filippo, figlio di Demetrio II. E grazie all'alleanza con gli achei, il
Dosone ricostituì una vasta alleanza di stati greci sotto l'egemonia macedone riportò una vittoria a Sellasia.
Questo fu l'ultimo grande momento nella storia della Macedonia, infatti antico muore nel 221 lasciando il
trono al giovane Filippo V, Colui che perderà il duro scontro con Roma.
L’Egitto dei Tolemei
L'Egitto acquisto molto presto una sua precisa fisionomia territoriale e dinastica grazie al governo dei
Tolemei. Tolemeo I per riuscì a mantenere stabile la sua autorità sull’Egitto. E il nucleo centrale di questo
regno si mantenne sostanzialmente immutato anche sotto i suoi eredi; cambiamenti significativi si
registrarono invece nelle aree su cui cercarono di stabilire la propria influenza, come l'egeo, L'Asia minore e
soprattutto la Siria meridionale.
L'interesse per quest'ultima regione, che gli accordi di pace avevano assegnato a Seleuco, ha due ragioni
fondamentali: essa garantiva una protezione contro l'accesso militare via terra al bacino del Nilo e, allo
stesso tempo, contribuiva a fornire all’Egitto quei beni di cui era povero: legname per le navi, uomini
addestrati per gli equipaggi ed empori.
Ai primi scontri, che videro contrapposti Tolemeo II e Antioco I, seguirono sei guerre dette siriache. La
terza, innescata per problemi dinastici, vide il trionfo di Tolemeo III e i territori controllati dall'Egitto
raggiunsero la loro massima estensione. Tuttavia, già con Tolemeo IV ha inizio il declino dello stato lagide.
I Seleucidi
Dopo la morte di Seleuco, la sua eredità fu raccolta dal figlio Antioco I che dovete affrontare nemici sia
esterni che interni ai suoi confini.
Il primo pericolo venne dai celti, chiamati in Asia dal re Nicomede di Babilonia,