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L’ESPANSIONE COLONIALE
Una caratteristica del mondo greco fu che i greci, a causa della mancanza di risorse
primaria, si spostarono lungo diverse regioni del Mar Mediterraneo stabilendo delle
colonie: la colonizzazione, infatti, interesserà la storia greca in tutto il suo sviluppo.
Le colonizzazioni cominciano a cavallo tra il VI e l’VIII secolo ed interessano in
particolare il bacino del Mediterraneo occidentale, come la Sicilia e l’Italia del SUD, che
i greci ribattezzarono Magna Grecia, con spedizioni che partono da varie zone della
Grecia, in particolare Corinto, Acaia e Ubea. La zona della Magnagrecia, tuttavia, fu
interessata da moti egei già nel II millennio: in precedenza però i moti, per lo più
micenei, erano per lo più frequentazioni e non stanziamenti; tuttavia, è possibile
parlare di una preconizzazione. Successivamente avranno luogo le spedizioni con
l’obiettivo di creare insediamenti. È bene fare una differenza tra due termini:
Metropolis, la città da cui ha luogo la spedizione, Apoikia, cioè il nuovo insediamento,
che è indipendente da punto di vista politico ma non culturale: questo è importante
poiché l’indipendenza distingue le colonie greca dalle altre spedizioni europee e non.
Le spedizioni solitamente avevano scopi agricoli, cioè, cercare nuove terre da coltivare
per l’incrementare la produzione di materie prime, e colonie commerciali, cioè utili per
stabilire contatti commerciali; tuttavia è vero anche la distinzione nel mondo tra
colonia agraria e commerciale è molto debole in quanto le zone colonizzare hanno
affacci sul mare e posseggono zone terriere. È interessante analizzare anche altri
fattori che portano alla ricerca di colonie: la polis Metropolis vive un momento di crisi
così si decide di allontanare una parte di cittadinanza; l’avvento di una dominazione
straniera non accettata da una parte di cittadini; la mancanza di volontà di sottoporsi
a un regime politico mal visto…
La spedizione coloniale ha un capo detto Ecista, un aristocratico che fonda la nuova
polis e che a cui vengono riconosciuto onori sacri. L’ecista, prima della spedizione, si
reca dall’oracolo di Delfi per conoscere il volere di Apollo sulla spedizione, che infatti
avverrà solo in caso di parere positivo. Le donne non partecipano alle spedizioni: esse
raggiungevano gli uomini una volta conclusa la spedizione oppure le “mogli” venivano
trovate tra le indigene del posto.
Una volta arrivati a destinazione l’Ecista analizzava il luogo che doveva soddisfare dei
requisiti: essere difendibile, doveva consentire l’attracco delle navi, doveva possedere
un corso d’acqua. Se i requisiti erano soddisfatti, allora si passava alla fondazione: si
dovevano costruire le mura, organizzare lo spazio tra santuari, pubblico e casa,
dividere il territorio in appezzamenti uguali da distribuire ai partecipanti alla
spedizione.
L’assetto delle colonie portò un arricchimento culturale dei greci verso i popoli
stranieri e viceversa.
IL MONDO GRECO DEL VII SECOLO
Nel VII i greci svilupparono una tecnica di combattimento basato sullo schieramento
militare che influenzò anche l’organizzazione delle città e che prende il nome di
oplitismo: gli studiosi si dividono tra chi pensa che la tecnica abbia avuto un’adozione
repentina, parlando perciò di rivoluzione, e chi pensa che sia stata adottata in modo
lento, riferendosi quindi ad una riforma. Antecedentemente vi era una differente
tecnica di combattimento, ossia il confronto tra capi; successivamente si passa allo
scontro tra schiere di fanti. Nell’oplitismo si utilizza lo scudo molto pesante con il quale
i guerrieri si coprivano, anche tramite l’utilizzo di armature; si impugnava col braccio
sinistro, perciò, per proteggere la parte destra ci si stringeva al compagno, creando
una falange, una schiera di uomini, che non andava rotta. La falange era lenta e
piuttosto statica. Vi era un flautista che permetteva alla falange di muoversi a ritmo
(troviamo riferimenti da Tirteo). Nel VII secolo le polis si adattano a questa strategia di
combattimento, quindi si necessitava di molti uomini che avessero però i soldi per
comprarsi l’armatura in quanto lo stato non forniva armi. Inoltre, i partecipanti alla
guerra, ribadivano il loro diritto di volere decidere le sorti della città così ogni polis
doveva dare la cittadinanza a più persone.
Un’importante evoluzione del VII secolo nelle polis riguarda il sistema giudiziario,
passando da leggi orali divine a leggi scritte. Tra il IX e il VIII secolo le leggi venivano
tramandate oralmente di padre in figlio, con i Re che assolvevano il ruolo di giudici. I
primi legislatori furono Zaleuco, Caronda, Licurgo e Draconte i quali ebbero rapporti
con Creta, dove si conservano le leggi più antiche. Sebbene inizialmente si pensasse
che le leggi scritte servissero per i poveri per difendersi dagli abusi degli aristocratici o
anche che esse furono scritte dagli aristocratici stessi per mostrare la loro superiorità,
sappiamo grazia alla teoria avanzata da Gagarin che, essendo mutato l’assetto politico
della polis, ora molto più articolato, non era più sufficiente rivolgersi all’aristocratico
per le controversie, ma vi era la necessità di norme che garantisse il regolamento della
società, con leggi dettagliate ed esaustive e soprattutto fisse, per vivere meglio
assieme la vita comunitaria. Le prime leggi vennero tramandate attraverso i testi
poetici.
Una forma di governo che si espanse nel corso dell’VII secolo in molte poleis fu la
tirannide. Essa non era vista in maniera negativa, come noi oggi concepiamo il
termine, ma per i greci era semplicemente una possibile forma di governo al pari di
monarchia o aristocrazia, ma ben presto il termine comincerà ad assumere una
coloritura negativa anche date le testimonianze di Aristotele e Platone. Tyrannis
significava infatti “potere assoluto”. Il tiranno ha un potere personale usurpato, cioè
preso in modo illegale, approfittando di una situazione di tensione sociale, favorendo
l’ereditarietà. I tiranni governano controllando le istituzioni attraverso uomini di fiducia
e allontanando i personaggi sgraditi. Con lo sviluppo della polis, aristocratici e
borghesi si scontrano e le tirannidi rappresentano l’espressione politica degli artigiani
in quanto vanno contro l’aristocrazia. In generale, il VII secolo vede la crisi della polis
aristocratica e dell’aristocrazia in generale, la quale non controlla più l’esercito e
subisce la tirannide.
Dal punto di vista economico, il VII secolo vede l’affermarsi della moneta, coniata per
la prima volta da alcune città dell’Asia Minore; inizialmente in argento,
successivamente vennero coniate anche in bronzo. Prima della loro comparsa si
fondava tutto sul baratto ma con la coniazione della moneta, con impressa
un’immagine e simbolo della poleis, essa dichiara la sua forza.
SPARTA ED ATENE IN EPOCA ARCAICA
- SPARTA –
L’immagine di Sparta è stata fabbricata e mistificata nel tempo, perciò, la sua analisi
non è semplice. Gli spartani appartengo al gruppo etnico dei Dori, i quali si insediarono
gradualmente in un territorio in grado di assorbire nuovi gruppi etnici. Dopo un primo
periodo di disordine interno, grazie all’intervento di Licurgo, al quale la sacerdotessa di
Delfi dettò il nuovo ordinamento costituzionale, la Rethra. Tuttavia, la figura di Licurgo
è mitica.
Sappiamo che Sparta era una diarchia (due re), i cui sovrano comandavano l’esercito e
lo guidavano assieme ad una schiera di 300 soldati; erano inoltre i detentori del culto
di Zeus. I re facevano parte della gherusìa, ossia il consiglio degli anziani composto da
30 uomini che aveva il compito di giudicare i reati più gravi. Successivamente venne
costituita una magistratura composta da 5 efori, uomini eletti annualmente che
avevano il compito di tenere in ordine la città. Infine vi era l’apella, ossia l’assemblea
del popolo che radunava i cittadini con pieno diritto di voto.
Lo scopo della Rethra, più che organizzativo, era quello di indicare una procedura di
selezione dei cittadini: la cittadinanza era molto importante, veniva concessa in
maniera molto ristretta e mai agli stranieri e spettava agli spartiati, cittadini a pieno
titolo; possedevano terre che non lavoravano direttamente e si dedicavano alla
formazione bellica sin dalla tenera età (nell’ultima parte della loro formazione, detta
Krypteia, aggredivano gli iloti considerati nemici di Sparta). Vi erano poi i perieci,
uomini liberi ma non cittadini che si occupavano di agricoltura, commercio e
combattevano nell’esercito. Infine, a Sparta vivevano gli iloti, ossia gli schiavi,
dichiarati nemici nella patria.
La formazione di Sparta avvenne simultaneamente alla sua affermazione nel
Peloponneso. L’egemonia spartana cominciò con la I Guerra Messenica tra il 743 e il
724 aC, alla fine della quale Sparta inglobò il territorio di Messene. Vi fu probabilmente
una seconda guerra causata dall’incapacità di gestire i nuovi territori. In seguito Sparta
entrò il conflitto con Tegea ed Argo e fondò la Lega del Peloponneso con Corinto e
Sicione. Nel V secolo Sparta è il centro dominante del mondo greco.
-ATENE-
La regione di Atene si unificò durante l’età buia. Inizialmente Atene era dominata da
famiglie aristocratiche il cui potere entra in crisi nel VII secolo. La prima figura politica
che vediamo emergere nel VII secolo è Cilone, che prova ad instaurare una tirannide
ma fallisce; successivamente, a causa di diversi scontri, Draconte promulga le prime
leggi di Atene, con le quali stabiliscono in particolare le pene per omicidio (i seguaci di
Cilone furono massacrati), che non spettano più alle famiglie ma allo Stato, facendo un
importante divisione tra omicidio volontario ed involontario.
Le crisi di Atene continuano anche all’inizio del VI secolo, dovute in particolare alle
condizioni di vita dei contadini e dei cittadini: i contadini in particolare lavorano per gli
aristocratici e devono versare loro una quota, ma se non riescono diventano essi stessi
proprietà degli aristocratici. Nel 594 Solone scrive una grande riforma per contrastare
gli scontri, nella quale evidenziamo due punti: la seischteia, ossia la restituzione delle
terre perse ai contadini e la liberazione degli schiavi; l’ordinamento censitario, la
divisione dei ceti in base alla produzione e non ai possedimenti. La nuova suddivisone
per classi divide i cittadini in: pentacosiomedimni, i più produttivi; i cavalieri; i zeugiti; i
Teti. Solone favorisce la mobilità sociale in quant