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STORIOGRAFIA
Molto importante per ricostruire la storia greca è il suolo che la scrittura ebbe nella Grecia del V secolo. La poesia Arcaica in particolare ricoprì un ruolo fondamentale nell'ambito politico e grazie a quella possiamo ricostruire certi assetti politici sia antecedenti che posteriori, un esempio sono le poesie di Solone. Successivamente però troviamo un aumento dei resoconti storici da parte di autori greci. Dal quinto secolo ne contiamo ben 15, che sono moltissimi considerando che la maggior parte sono andati perduti. Alla fine del 1800 un filologo tedesco cercò di creare una raccolta di tutti questi resoconti, i quali ci pervengono in parte tradotti in tedesco e in parte inglese. Qui si parlerà in particolare di Tucidide, il quale riporta resoconti prettamente politici e militari, ed Erodoto che riporta anche gli usi e costumi locali delle culture multiple di cui parla.
Erodoto nacque ad Alicarnasso durante il governo Perisiano. La sua
sciocco tradurre gli eventi accaduti con spiegazioni mitologiche, quanto invece sarebbe stato più saggio esprimerli razionalmente, con l'obiettivo finale di "salvare il Mito rendendolo più umano".
L'opera di Erodoto è divisa in Logos e non era destinata alla lettura o alla scrittura, quantopiù al racconto. Le sue fonti sono molteplici e per lo più orali, solo 12 scritte, e cito "io voglio raccontare ciò che viene detto, ma non è mio dovere credere a tutto". Questo è ben visibile nel II libro in cui parla delle piene del Nilo di cui ci vengono riportate 3 cause differenti e che lui giudica più o meno veritiere, ma non per ciò le omette. Lui si rende comunque conto che non può muoversi con certezza nella storia perché le molteplici versioni dei fatti sono ambigue. Per questo motivo Erodoto ritiene che siano affidabili maggiormente, e quindi con minor margine di errore, quegli
eventi che accaddero entro le 3 generazioni a lui precedenti. La “storia” per i greci era fluida e di fatto divisa in 2 parti, mito e memoria, con un intermezzo di Vuoto. Nonostante ci sia una forte critica al mito come si vede dal resoconto di Troia, raccontata sia dai persiani che da fenici con cause diverse, nell’opera di Erodoto troviamo riferimenti religiosi. Ad esempio Serse, a suo dire, fu sconfitto perché peccò di Ubris giacché unì ciò che gli dei avevano sparato, facendo riferimento al ponte di navi per unire gli stretti. Comunque Erodoto ci riporta della guerra persiana per un motivo specifico. Egli era costretto ad appellarsi alla storia passata per poter capire quella presente che vedeva l’Impero Ateniese in Ascesa rapida sullo sfondo greco. Non è un caso che nella sua opera riporta certi racconti come se fosse un uomo del futuro che narra eventi passati.
Tucidide Tucidide nacque ad Atene in una famiglia aristocratica
che possedeva terreni e miniere in Tracia. Dopo essere stato colpito dalla pestilenza divenne stratego. Dopo essere stato battuto dagli spartani ad Anfipoli, Tucidide fu esiliato per 20 anni nei quali si poté dedicare alla sua opera. È divisa in 8 libri, che furono però organizzati dai filologi ellenistici. Di fatto non concluse mai l'opera che fu affidata a Senofonte che probabilmente integrò appunti nel libro, come desunto dai libri 4-5-8 che presentano soltanto documenti e nessun dialogo. Per alcuni invece la presenza di documentazione e non di dialoghi è sintomo dell'esperimentazione nello stile di scrittura da parte di Tucidide. La base da cui partì fu Erodoto, infatti inizia a narrare là dove lui si era fermato, con fatti storici antecedenti alla guerra del peloponneso nella così detta pentecontaetia, ovvero il cinquantennio che precedette gli scontri tra la lega delio attica e quella peloponnesiaca. Purtroppo però leCiò che lui riteneva fosse il contenuto e l'intenzione di chi avesse pronunciato quelle parole come se fossero state loro. ⅓ dell'opera è composta da dialoghi che Tucidide ritiene importanti per quella che lui considera la narrazione storica e oggettiva. Sta di fatto che però non fu molto fedele a questo ultimo tratto. Mentre molti dialoghi si pongono in Tesi e Antitesi, quelli di Pericle sono sempre incontrastati, unici portatori di verità.
Nel primo libro troviamo i capitoli metodologici che vanno dal 20 al 23 e riportano il lavoro dello storiografo in quella che è un vero e proprio processo archeologico che si dipana sin dai tempi di Minosse. L'obiettivo di questi capitoli è mostrare come si possa, o debba procedere, per giungere alla verità. Dal cap 24 fino al 25 ci illustra le cause da lui ritenute Occasionali della guerra del Peloponneso, ovvero lo scontro che vede frapporsi Corcira e Corinto. Dal 56 al 66 troviamo le
vicende che vedono la città di Potidea in Calcide assediata dagli Ateniesi dopo il tentativo di defezionare dalla lega. Dal 67 al 125 partono i dialoghi, o meglio, i dibattiti, che vedono 4 protagonisti. Prima i Corinzi accusano Sparta di immobilismo di fronte alla sempre pronta Atene, poi troviamo Atene che sostiene la sua legittimità di potere visto il ruolo chiave che ebbe nella guerra contro i persiani. Successivamente re Archidamo di Sparta invita alla prudenza e successivamente un Eforo sosterrà la violazione degli accordi da parte degli Ateniesi ed invita l'assemblea a votare. Dal secondo libro inizia la guerra. Nella pentecontetia però Tucidide ci tiene a sottolineare che in realtà la vera causa della guerra fu il timore di Sparta nei confronti della sempre maggiore potenza di Atene. LA GUERRA DEL PELOPONNESO Le Cause Del Conflitto I primi attriti si svilupparono più che fra Atene e Sparta, tra Corcira (colonia di Corinto) e Corinto. La causadei conflitti fu la colonia di Epidamno che di fatto era una polis comune alle due poleis precedentemente nominate. Qui uno scontro che vide il popolo contro gli oligarchi portò ad un attacco da parte di questi ultimi che si erano riorganizzati insieme ai barbari per tornare dall'esilio. I cittadini chiesero aiuto alla più vicina Corcira che però non intendeva mettere a rischio la sua preziosa flotta e che quindi negò l'intervento. A questo punto l'oracolo di Delfi consigliò loro di chiedere aiuto a Corinto che prontamente partì con una flotta. I corciresi sentita la notizia partirono anche loro per Epidamno che però rifiutò il loro aiuto, al che corcira si alleò con gli oligarchi nell'assedio della città. Corinto sentita la notizia mandò sussidi per costruire accampamenti per coloro che volevano lasciare la città di Epidamno e molti altri greci intervennero in loro aiuto. IniziaronoCosì le trattative fra le due potenze ma Corinto non poté accettare l'allontanamento della sua flotta dalla sua colonia. A questo punto furono dispiegate le navi e gli opliti che si fronteggiarono in una prima battaglia navale da cui uscì vincitrice Corcira, grazie all'intervento Ateniese. Inoltre la colonia corinzia di Potidea, che faceva parte della lega delio-attica decise di defezionare ma Atene cercò di indebolirla imponendole di abbattere le mura e di non accogliere più gli epidemiurghi mandati da Corinto annualmente. Vedendo che queste cose non accadevano Atene si diede all'assedio. Nel 432 Atene chiuse persino i porti a Megara in tutti i territori della Lega. Questo di fatto era un gravissimo affronto nei confronti della lega Peloponnesiaca. A Sparta viene convocato il consiglio della lega, qui iniziano vari dibattiti, con Corinto che rimprovera Sparta di immobilità, mentre Atene rivendica il diritto di fare come le pare.
perché lei fu brava contro ipersiani. Al che prende parola Archidamo che consiglia cautela mentre un eforo denuncia lastoltezza di Atene e la violazione dei patti. A questo