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ANTIOCO DI SIRACUSA
Storia della Sicilia
Scrisse "..." con la narrazione che iniziava da Cocalo (re dei Sicani) e terminava con il congresso di Gela del 424. Egli, dunque, apparteneva a quella generazione successiva a Erodoto, che va anche collocata fra i contemporanei di Tucidide.
Come suggerito da Dionigi, il lavoro di Antioco aveva alla base una ricerca di attendibilità e chiarezza nella narrazione degli eventi. I frammenti superstiti si riferiscono alla storia dell'Italia prima dell'arrivo dei greci e soprattutto alla fondazione di colonie in Sicilia e in Magna Grecia (Crotone, Metaponto, Taranto e Siracusa). È opinione comune che Tucidide si fosse basato sul suo racconto per realizzare "l'archeologia siciliana".
FILIPPO DA SIRACUSA
Nasce nel 430 e fu un personaggio di spicco nella vita politica e militare, diventando un acceso sostenitore di Dionisio I; dopo l'esilio venne riabilitato da Dionisio II.
Storia della
Gli ultimi anni alla stesura della sua opera storica: "Sicilia". Quest'ultima iniziava con il mitico regno di Cocalo per giungere al 362/363: ¡ i primi 9 libri arrivavano a narrare la conquista di Akragas da parte dei cartaginesi¡ i 4 successivi erano dedicati alle vicende legate a Dionisio I¡ gli ultimi 2 libri trattavano il regno di Dionisio II [Cicerone ne ha un'opinione positiva, mentre Dionigi di Alicarnasso no, poiché lo considerava solo come un imitatore di Tucidide che però non era riuscito ad avvicinarsi al suo modello] TIMEO DI TAUROMENIO Nacque nel 350. Durante il periodo del suo esilio, Timeo si dedicò all'attività storiografica e compose la maggior parte delle sue opere. La sua morte è collocata circa nel 260. Polibio ci informa che Timeo si occupò con grande cura della cronologia della sua opera le "Storie della Sicilia" (o "Storie siciliane") composta da 164 frammenti.Kokalos e giungeva fino alla morte diconservati: l'opera parte dal mitico Agatocle. Nonostante le vicende di Sicilia costituiscano il tema centrale delle sue opere storiche, mondo italico Cartagine Timeo allargò il suo sguardo al e a, dedicando numerosi excursus. Uno dei tratti più importanti dell'opera di Timeo è proprio quest'interesse Romaverso, della quale, Timeo non ne descrisse solo le origini, ma ne seguì gli sviluppi fino alla prima guerra punica. Da un punto di vista metodologico l'indagine storica per Timeo era la ricerca dellaverità; è lo stesso Polibio che sottolinea come l'autore di Tauromenio eraparticolarmente attento agli aspetti cronologici e alla precisione nel reperire e analizzare i documenti. Timeo era un erudita di grande cultura, che non esitò mai a confrontarsi con i suoipredecessori. I tratti caratteristici della sua narrazione sono: patriottismo l'acceso.
anti-tirannico atteggiamento che si radica nelle vicende personali, eventi straordinari e meravigliosi, il gusto per gli che lo avvicinano così alla "drammatica" storiografia, timore per la religione, il forte retorica, il ruolo fondamentale della , che si traduce in una serie di discorsi pronunciati da importanti personaggi politici che hanno suscitato anche il severo giudizio di Polibio. Timeo, infatti, li avrebbe redatti senza prestare attenzione alle mirando parole realmente pronunciate o al senso reale di ciò che fu detto, piuttosto a mettere in luce le proprie capacità oratorie rispetto a riferire ciò che di cui si parlò effettivamente. [Nel complesso, l'immagine dello storico siciliano appare fortemente negativa].
Nuovi orizzonti: storiografia relativa a popoli non greci. L'interesse per i popoli non greci nasce molto prima dell'età ellenistica con le opere di impulso dalla campagna
asiatica di Erodoto e di Ecateo, ma riceve un nuovo Alessandro. La dimensione universale raggiunta che raggiunse il suo impero aprirà prospettive più ampie alla cultura dell'epoca. ECATEO DI ABDERA Storia dell'Egitto Scrisse "" che costituisce la fonte principale della trattazione di Diodoro e il secondo lavoro di sintesi sull'Egitto dopo il II delle di Erodoto. L'opera comprendeva una sezione di cosmologia e teologia locale, una descrizione geografica, una parte dedicata ai re e, infine, la presentazione di usi e costumi egiziani. Qui la caratteristica principale è una visione decisamente positiva e idealizzata dell'Egitto, indicato come punto d'origine di tutte le culture, inclusa quella greca. MANETONE DI SEBENNITO Storia dell'Egitto Scrisse la sua "" in greco, in modo da renderla più accessibile a un pubblico più vasto. L'aspetto piùInteressante sta nel fatto che la sua opera si basa su una documentazione locale in geroglifico. Purtroppo, le forti manipolazioni cui è stata sottoposta nei secoli rendono difficile individuarne i contenuti originali; è dunque plausibile che alle liste dei re si accompagnasse anche una tradizione storica.
BEROSSO DI BABILONIA Storia babilonese Contemporaneo di Alessandro, la sua opera "..." era originariamente documentazione locale divisa in 3 libri e basata su...; la dedica ad Antioco I indicava vicinanza alla corte e sintonia con la sua linea politica.
MEGASTENE Indikà Scrisse i suoi "..." occupandosi non soltanto sull'India, ma anche sulla sua relativa: geografia, flora e fauna, usi e costumi, amministrazione, filosofia e storia, mitologia, osservazione diretta e dalle informazioni ottenute dai sacerdoti e intellettuali di corte.
Poiché egli era particolarmente attento ai fatti meravigliosi, gli storici
dell'antichità (fama non interamente giustificata). Hanno etichettato la sua opera come inattendibile.AGATARCHIDE DI CNIDO Scrisse: "Storia dell'Asia" in 10 libri "Storia dell'Europa" in 49 libri, che attualmente ci è nota perché venne largamente usata da Diodoro Siculo "Sul Mar Rosso" in 5 libriUno sguardo verso Roma La crescita di Roma nel corso del III sec. suscitò interesse e reazioni nella produzione storiografica. Roma non compare tuttavia all'improvviso: la sua presenza nella tradizione mitologica greca si coglie già in Antioco di Siracusa ed Ellanico di Lesbo, con Teopompo ad esempio che già nel IV sec aveva dato notizia della discesa dei galli in Italia e della presa della città, ma si tratta in tutti i casi di brevi accenni. Per questo (la più vicina sotto il punto di vista motivo sarà la storiografia occidentale geografico e quindi la più sensibile a.
cogliere i mutamenti in atto ) a produrre le primeopere che narravano la storia di Roma.
FILINO
La prima guerra punica viene narrata da Filino, la cui opera venne fortemente criticata da Polibio per la sua parzialità e il suo aspro atteggiamento antiromano.
SILENO DI CALATTE e SOSILO DI SPARTA punto di vista
Entrambi scrissero le vicende della seconda guerra punica sotto un cartaginese, poiché entrambi furono al seguito del generale punico per tutta la durata della spedizione. Polibio usa un giudizio tagliente nei loro confronti, definendo i chiacchiere da bottega di barbiere”. Loro scritti non opere storiche, ma “FABIO PITTORE
Membro di una delle famiglie patrizie romane più importanti, Pittore visse in prima seconda guerra punica unopersona la e nel 216, dopo la disfatta di Canne, fudegli ambasciatori inviati a Delfi per consultare l’oracolo di Apollo.
Annali l’arrivo di Eracle in Italia e si
Egli scrisse gli “ ”, che narravano estendevano
dalla fuga di Enea da Troia fino al suo presente. Pittore usava come fonti opere precedenti, tradizione orale romana, ma anche documentazione pubblica e privata. La trattazione, a causa di questi elementi, risultava più ampia per la parte mitica e per la storia recente. L'atteggiamento imperialisticoFabio fornisce un a favore di una condotta difensiva che è imposta dai pericoli esterni. La sua opera mira a riportare nella giusta luce l'immagine di Roma e a trasmetterne cultura e tradizioni anche al raffinato pubblico greco.CINCIO ALIMENTOContemporaneo di Pittore, egli visse all'epoca della seconda guerra punica. Fu una figura politica di primo piano e partecipò all'assedio di Locri. Lui stesso informa di essere stato prigioniero dei cartaginesi (circostanza che gli offrì l'opportunità di essere stato colloqui diretti con Annibale).seguiva il modello indicato da Pittore. La sua opera affrontando lo stesso arco cronologico; TUTTAVIA, egli se ne distanzia.per la data della fondazione di Roma.CAPITOLO 1 - POLIBIO
La vita
La vita e le opere di Polibio sono strettamente legate alla vicenda storica e ai profondi mutamenti che segnarono la Grecia tra la fine del III e l'inizio del II sec.
Polibio nasce nel 205 a Megalopoli, città che era già stata da tempo il centro principale della Lega achea.
Il III sec., caratterizzato dalle lotte fra i diadochi per il consolidamento dei propri domini, aveva visto il progressivo affermarsi di popoli che fino a quel momento erano rimasti ai margini della vita politica greca: ad esempio, Achei ed Etoli approfittarono della debolezza di Atene e Sparta e dei conflitti fra la Macedonia e l'Egitto tolemaico per estendere la loro area d'influenza e innalzarsi a nuove potenze.
Agli inizi del II sec. la figura di maggiore spicco nella Lega achea era quella di Filopemene, che ne guidò le sorti nella difficile fase dei primi contatti e poi dell'alleanza con Roma. Il padre dello storico,
Licorta, più volte stratego, era suo amico e quando Filopemene morì, fu il giovane Polibio a riportare a Megalopoli l'urna con le sue ceneri. Cresciuto all'interno delle élites politiche, Polibio seguì le orme paterne percorrendo una notevole carriera, ma, il suo comportamento durante la terza guerra macedonica, che vide la vittoria dei romani su Perseo, fu segnato da alcune incertezze che gli costarono la deportazione in Italia. (Questo atteggiamento tiepido verso il potente alleato occidentale è stato spiegato come conseguenza della linea politica seguita da Polibio, la stessa promossa da Filopemene, che, pur nella fedeltà agli ideali achei, cercava di mantenere un equilibrio tra le potenze in gioco).