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SUPERIORITÀ ERODOTEA
La superiorità della posizione di Erodoto rispetto agli altri storici e pensatori
dell’epoca: come aristocratico, ma anche come storico.
TUCIDIDE
Diffonde un nuovo modo di vedere la scrittura: monografica, selettiva ed
magistra vitae),
incentrata sulle vicende politico-militari (= attraverso una
dettagliata cura al dettaglio, alla precisione della ricostruzione, alla critica delle
fonti d'informazione.
Se Erodoto era il padre della storia, Tucidide è il "nomothètes", inteso come
legislatore, codificatore delle regole principali -> tant'è che seguiranno le sue
orme, quel gruppo di storiografi greci definito da Momigliano come il "filone alto"
= da Senofonte a Polibio, e romani quali Sallustio, Tacito, Ammiano Marcellino (=
di età diverse).
Non si sa molto sulla vita di Tucidide, e quel poco che si conosce deriva da una
tradizione tarda e poco verificabile, nonostante lo storico stesso abbia lasciato
delle tracce autobiografiche: la fonte principale è l'erudito alessandrino di
Didimo, autore di "Hypomnèmata" a Tucidide + critica stilistica di Dionigi (
Alicarnasso) (V secolo
+ biografia dedicata allo storico da Marcellino
d.C/nonostante presenti molte contraddizioni) + anonima biografia premessa ai
manoscritti.
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Un grande dato biografico risale al 424, anno nel quale viene chiamato in difesa
della colonia di Anfipoli, minacciata, ma arriva in ritardo per salvare la città e
non ha potuto far altro che proteggere il porto di Eione.
La perdita della città in questione è stato un duro colpo per Atene, dal momento in
cui era un punto principale di e per l'economia.
Tucidide, cittadino ateniese, in qualità di stratego doveva avere nel 425/424, non
meno di trent'anni -> cio porta ad una possibile rinnovazione della sua data di
nascita al 455, che andrà verosimilmente spostata di qualche anno indietro,
intorno al 460.
Il padre, secondo Tucidide stesso, si chiamava Oloro, omonimo di un re trace
vissuto nella seconda metà del VI secolo, la cui figlia, Egesipile, sposó Milziade,
vincitore di Maratona.
A proposito della famiglia, se si tralasciano i diversi dubbi, si possono ipotizzare
dei legami che lo storico ha avuto in modo diretto con due tra le famiglie della più
alta aristocrazia ateniese e più alla lontana, con una dinastia regnante tracia.
In Tracia Tucidide aveva dei possedimenti nella località di Skaptè Hyle, dove
ottiene il diritto di sfruttamento delle miniere d'oro dell'area del Pangeo ->
probabilmente grazie alle relazioni nel territorio che viene assegnato a Taso, di
fronte alla costa tracia.
Lo storico afferma inoltre di aver assistito alla peste scoppiata ad Atene nel
430/429 e di esserne stato contagiato.
In un passo della sua opera, "secondo proemio", egli afferma di essere stato
costretto a un esilio ventennale, che si sarebbe protratto fino al 404/403. L'esilio
si sarebbe consumato, secondo lo storico, tra i Peloponnesiaci, ma altre tradizioni
biografiche parlano di Tracia (a Skaptè Hyle), Macedonia e persino Italia (Timeo).
Secondo Luciano Canfora, il secondo proemio sarebbe di Senofonte, editore del
testo tucidideo dopo la morte dell'autore. Se si desse ragione al primo, la teoria
degli eventi post-Anfipoli crollerebbe. Se invece si dà per vero, la versione dello
storico, si potrebbe vedere l'esilio come una conseguenza dell'insuccesso di
Anfipoli.
Quando la guerra finisce, Tucidide torna in patria, dove muore, ucciso da uno
sconosciuto -> secondo Pausania sarebbe stato ucciso sulla via del rientro ad
Atene. Una tradizione alternativa, riportata da Plutarco, afferma invece, che sia
morto in Tracia. A prescindere, per entrambe le idee, il corpo sarebbe tornato ad
Atene, per essere sepolto.
Nonostante l'idea dello studioso, l'esilio di Tucidide diventa quasi un simbolo per la
realizzazione dell'attività di storico: lo scriveva già Plutarco, ha ribadito in tempi
recenti e con il peso della sua autorità Momigliano del fatto che lo storico esule,
si presentasse separato dalla sua appartenenza civica e politica -> ciò viene
ribadito da Tucidide stesso nel secondo proemio, dove richiama la "tranquillità"
(besychia) che ha durante gli anni di “isolamento”.
Una possibile data di morte invece, si ricava da un'iscrizione del 398/397 trovata a
Taso, in cui compare come arconte un Lica, omonimo dello spartano di cui
Tucidide menziona la morte.
Tucidide ha ricevuto una buona educazione, la quale è stata un mix di tradizione
ed elementi più moderni, quali innovativi -> uso eccezionale della retorica, di cui
assimila le tecniche di presentazione e d'argomentazione, la rappresentazione
della discussione attraverso l'agèn dialettico. Si è concentrato anche
sull'approfondimento del linguaggio sofistico, nonostante si mantenga distanza
dal sofismo. Tuttavia si mantiene antitetico, dalla pratica culturale e dalla figura
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dell'intellettuale sofista.
Adotta inoltre, l'analisi sintomatologica media come categoria di comprensione
storica oltre che medica: insegnamenti della diagnostica e dal sistema di
interpretazione dei segni che tradiscono la sfera del "non apparente".
Punti di contatto e divergenze tra la storiografia tucididea e la letteratura
ippocratica sono stati messi in luce da tempo: in entrambe si coglie il bisogno di
costruire nuovi paesaggi culturali seguiti da una frattura nella fondazione di nuove
(dalla magia alla medicina in un caso, dalle tradizioni di
scienze e discipline
stampo logografico alla definizione del campo e delle modalità di ricerca storica
nell'altro).
Ma di chi ha appreso questi insegnamenti?
- Anassagora per la filosofia;
- per la retorica Antifonte;
ATTEGGIAMENTO NEI CONFRONTI DELLA DEMOCRAZIA
Presenta un atteggiamento critico verso le forme più radicali della democrazia,
nonostante non si sia fatto indietro dalla politica.
Nella sua visione non c'è molto spazio per l'intervento divino, e non per puro
ateismo, bensì per l'individuazione del campo di indagine possibile per lo storico:
la natura umana e le forze che ne muovono l'agire nella loro dimensione politica,
sociale, economica ma anche psicologica.
TALOSSACRAZIA
Il controllo marittimo e l’abilità nel commercio diventano elementi fondamentali
per misurare il potere di uno stato. Le innovazioni tecnologiche nella costruzione
di navi e la capacità di sfruttare le risorse territoriali diventano strumenti chiave
nel conflitto.
LA GUERRA DEL PELOPONNESO
Può essere schematicamente divisa in:
1) Introduzione alle Previsioni del Conflitto (Libro I): analisi approfondita delle
premesse storiche e politiche che hanno portato al conflitto tra Atene e Sparta.
1b) Archaiologia (libri 12-19): esplorazioni delle origini delle città greche e le
prime forme di organizzazione politica -> evidenziando l'evoluzione delle strutture
sociali e politiche, a partire dalle comunità primitive fino alle polis classiche, in
particolare
- le Talassocrazie: concetto chiave per comprendere l'egemonia ateniese,
evidenziando come il controllo marittimo abbia permesso ad Atene di accumulare
potere e risorse.
- dinamiche di potere: Tucidide analizza le relazioni tra le città, la competizione
per le risorse e l'influenza politica, sottolineando come questi fattori abbiano
generato rivalità e tensioni.
Da notare comeTucidide non si limiti a raccontare eventi, ma cerca di capire le
motivazioni alla base delle azioni politiche, stabilendo un approccio storico
analitico. L'idea di "aitia" (o causa) gioca un ruolo centrale, poiché Tucidide cerca
di identificare le cause profonde (pròphasis alethestate) del conflitto.
1c)Pentecontaetia (Libri 89-138): rappresenta un periodo di grande prosperità per
Atene, durante il quale la città raggiunge un'egemonia senza precedenti dopo le
guerre persiane:
- sviluppo economico e politico, dato accumulo di risorse, espansione
commerciale e rafforzamento della flotta.
- Tensioni emergenti: la crescita dell'influenza ateniese crea un ambiente di
instabilità, con città alleate che si sentono minacciate: culmine in crisi
diplomatiche, come quella legata al decreto di Megara di Pericle, che introduce
sanzioni economiche contro la città di Megara, aggravando i rapporti con Sparta e
i suoi alleati.
2) Narrazione della Guerra Archidamica (Libri II-V 24)
Il conflitto inizia ufficialmente con la guerra archidamica, nome derivato dal re
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spartano Archidamo II:
- Strategie militari: Atene, sotto la guida di Pericle, adotta una strategia difensiva,
sfruttando la sua superiorità navale; mentre Sparta cerca di invadere il territorio
attico.
- Effetti sociali e morali: la guerra porta a difficoltà economiche ed ad un
deterioramento della coesione sociale ad Atene. La peste che colpisce la città, ad
esempio, ha un impatto devastante sulla popolazione e mina la morale della città.
3) Anni della Fragile Pace (Libri V 25-83)
Questa fase segna un momento di relativa calma, interrotta da tensioni e conflitti
minori. È introdotta da un "secondo proemio", dove Tucidide riflette sulle
conseguenze del conflitto:
- Trattato di pace: introduzione di una fragile pace tra Atene e Sparta, tant'è che le
tensioni rimangono. Infatti la pace non riesce a risolvere le divergenze
fondamentali tra le due potenze.
- Dialogo tra Ateniesi e Melii: rappresenta un momento cruciale dell'opera, tale
per cui gli Ateniesi cercano di convincere i Melii, una città neutrale, a
sottomettersi, argomentando sulla necessità della forza e del potere. Il dialogo
infatti mette in evidenza i temi della giustizia (dikaiosyne) e della potenza
(ischus), ponendo interrogativi etici sulla guerra e le relazioni internazionali.
4) Spedizione Ateniese in Sicilia (Libri VI-VII)
Uno dei momenti più drammatici:
- Archaiologia siceliota: prima della narrazione della spedizione, Tucidide presenta
una breve storia della Sicilia, descrivendo le sue città e le dinamiche politiche.
- Esito disastroso: la campagna siciliana si conclude tragicamente per Atene, con
pesanti perdite di uomini e navi. Tucidide analizza le cause del fallimento,
attribuendole a una combinazione di ambizione e cattiva pianificazione, ma anche
alla sottovalutazione delle capacità militari dei Siciliani e dei loro alleati.
5) Anni 412-411 e il Colpo di Stato dei Quattrocento (Libro VIII)
Negli anni successivi, Atene affronta diverse crisi interne che minano
ulteriormente la sua posizione:
- Colpo di stato dei Quattrocen