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Diversificazione produttiva

La diversificazione produttiva può avvenire secondo due modalità:

  • L'azienda espande la produzione seguendo linee produttive simili al core business dell'azienda principale, come tecnologia, distribuzione o mercato (correlata).
  • L'azienda espande la produzione non seguendo le stesse linee produttive (non correlata o conglomerate).

Nella seconda metà del 900 si ha una predominanza di strategie offensive. Le multinazionali (MNE) si espandono in aree geografiche lontane, oltre i confini nazionali, realizzando un vantaggio competitivo basato sulle loro capacità in altri Paesi.

Le aziende scelgono i Paesi in cui creare una filiale in base a diversi fattori:

  • Costi di manodopera bassi.
  • Tariffe esistenti all'estero.
  • Essere i primi ad entrare nel mercato (first movers).
  • Adeguarsi alla domanda locale.

Nel fine 800, durante la piena Rivoluzione Industriale, si ha una grande diffusione di multinazionali da parte di imprese provenienti dalla Gran Bretagna, Francia, Olanda e Germania.

N.B. Gli Stati Uniti non sono menzionati perché non sono parte del contesto descritto.

Le multinazionali sono aziende che operano in diversi paesi, sfruttando le risorse naturali e il vasto mercato presente in ogni nazione. Tuttavia, negli anni '30 si verificò una crisi di sovraproduzione che rappresentò un problema per queste aziende.

Un tipo particolare di multinazionale è la Free Standing Company, che ha la sede legale nel paese di origine ma sposta tutta la filiera produttiva in un altro paese. Questo modello continuò ad essere utilizzato fino al 1920.

Negli anni '20, le multinazionali continuarono a moltiplicarsi, ma seguendo il modello tradizionale con sede legale e filiera produttiva nel paese di origine e una filiale all'estero.

Tuttavia, nel 1929 si verificò la Grande Depressione, una crisi economica mondiale che colpì duramente le multinazionali. Le crisi delle multinazionali si protrassero anche negli anni '30 e '40.

Dagli anni '50 in poi, le multinazionali iniziarono a moltiplicarsi con caratteristiche diverse, soprattutto provenienti dagli Stati Uniti e si espansero nei paesi più sviluppati come l'Europa.

Dagli anni '80 agli anni '90 si verificò un vero e proprio boom delle multinazionali. Nel 1980, cadde il muro di Berlino e intorno al 1990 si assistette alla liberalizzazione dei capitali.

Un altro modello di multinazionale è il conglomerato, che si caratterizza per la diversificazione produttiva.

Questo tipo di struttura si trova nei Paesi di nuova industrializzazione (Asia orientale e Sud America).

Normalmente la conglomerata avviene nella fase finale di crescita - in questi Paesi è una forma precoce di industrializzazione. → il processo di industrializzazione dipende dal contesto

Si scelgono settori a tecnologia matura (es. semiconduttori, componenti delle auto). → Il loro obiettivo è di esportare, poiché nelle fasi iniziali sono poveri quindi è necessario per conquistare nuovi mercati.

Ad esempio, in Giappone: Zaibatsu (conglomerate giapponesi) dal 1968 - 1945 - grandi gruppi di imprese che appartengono alle famiglie mercantili. Esiste una house bank (banca privata che finanzia tutte le imprese). Esistevano le caste (abolite nel 1968). Gli unici che facevano affari erano i mercanti. Quando il Giappone perde la guerra (1945) vengono aboliti i Zaibatsu dagli USA (che occupano il Giappone). Nel 1952 ritorna la sovranità.

giapponese.Dal 1950 al 1953 c'è la Guerra di Corea - gli USA usano il Giappone come base militare.Gli USA non si preoccupano dell'economia in generale perché pensano alla guerra.Quindi nel 1952 si ripristinano le conglomerate, Keiretsu, non più di proprietà delle famiglie, ma a proprietà diffusa.Caratteristica delle Zaibatsu e delle Keiretsu è la flessibilità, perché:
  1. mercato segmentato;
  2. diversa organizzazione della produzione e del lavoro.
Flessibilità la gestione delle varie imprese non avviene a livello centrale ma a livello singola impresa (del gruppo), ogni impresa deve essere autonoma. Obiettivo di produzione non sul singolo operaio, ma sul gruppo di lavoratori - il lavoro è intercambiabile (non c'è la divisione scientifica del lavoro) - il ruolo del lavoratore è importante.In Corea, è il governo che decide i settori in cui investire.Le imprese coreane

dovevano ottenere dei risultati per poter esportare.2028/04/2023 - 12Siamo nella metà del 1980.

La specializzazione flessibile:

  • è efficiente quanto la grande impresa;
  • dequalificazione del lavoro nella catena di montaggio (il lavoratore non completa il lavoro ma è solo parte del processo);
  • organizzazione produttiva in reticoli territoriali di piccole imprese;

Nasce il distretto industriale, modello tipico italiano, è un entità socio-territoriale in un area geografica circoscritta di una comunità di persone, o di una popolazione di imprese (di solito piccole e a gestione familiare).

Caratteristiche:

  • al di fuori del distretto abbiamo una rete stabile di fornitori e clienti che si relazionano con il distretto stesso.
  • la Banca concede i finanziamenti necessari alle imprese.
  • queste piccole imprese industriali sono specializzate in una o più fasi tipiche del distretto.
  • Ci sono valori e regole condivise accettate e seguite
da tutti.
  • le risorse umane sono la caratteristica principale del distretto.
  • minore accettazione delle innovazioni.
  • la produzione del distretto è, di solito, di alta qualità; c'è una grande impresa parliamo diQuando al centro del distretto 4° Capitalismo - multinazionali tascabili (MNEsPocket).
  1. Riv. Ind. la fabbrica:
    • è un sistema lavorativo dove c'è degrado;
    • ambiente malsano;
    • bassi salari;
    • sfruttamento.

Nel 1830 circa, nascono i sindacati (cartismo) chiedevano dei cambiamenti nel sistema elettorale, suffragio universale e stipendio dei politici.

Nel 1840 circa, ci sono leggi a tutela dei lavoratori, poiché, grazie ai sindacati, nascono i partiti politici (es. associazione nazionale cartista), per migliorare la condizione degli operai.

Imprese cooperative:

  • associazioni di individui autogestite e volontarie per raggiungere obiettivi di carattere economico, politico e sociale;
  • valori fondanti

come l'eguaglianza (1 socio, 1 voto), la solidarietà e aiuto reciproco; • si diffondono in vari paesi con diverse caratteristiche: - in Italia cooperative sociali; - in Francia cooperative del lavoro; - in Germania cooperative di credito. Nel '800 si assiste ad un allargamento dei mercati dei beni, del lavoro e della finanza (dei capitali). Crescita del commercio internazionale: • l'incidenza del PIL cresce (sempre più vero per i paesi più piccoli); • i costi di trasporto si abbassano; • cresce il benessere; • diversificazione produttiva; • favorisce la modernizzazione, si acquistano: - beni a tecnologia avanzata per imitarli; - risorse; - beni con tecnologia matura; • processo di multilateralizzazione degli scambi la compensazione tra export e import non viene più fatta tra rapporti bilaterali tra gli Stati, ma a livello aggregato (il complesso dell'export dell'import)= al

complessolasciando maggiori margini di manovre delle risorse;

  • si basa sul principio della divisione internazionale del lavoro (il Paese produce solo quello in cui è specializzato);
  • Dal 1820 al 1870 espansione significativa del commercio internazionale.
  • Nel 1870 arriva il grano americano in Europa (grazie alla ferrovia NY-SF) - scoppia la crisi.
  • Nel 1870 con la GG, vi è un moderato protezionismo, con dei dazi sui cereali.
  • La vera crisi nel commercio internazionale avviene tra la GG e il 1945.
  • Dagli anni '50 in poi, si ha una grande ripresa del commercio internazionale (niente più protezionismo);
  • Fino alla GG il paese leader è la GB.
  • Trattati bilaterali - per abbassare determinate tariffe (sui beni) che includono la clausola della nazione più favorita, fa si che si assista a una multilateralizzazione degli effetti del trattato bilaterale in questione. Cioè, il prezzo più basso fatto ad una nazione, sarà uguale per tutte.

le altre.Il movimento dei capitali cresce (multinazionali e Borsa).→Grande migrazione ottocentesca gli europei partono per gli USA, Canada e Sud America, ma anche, Australia,Nuova Zelanda e Nord Africa.Cause:• (nel lungo ‘800 la popolazione cresce del 243%)boom demografico - transizione demografica:- crolla il tasso di mortalità grazie a progressi in campo medico, alimentazione, igiene;il tasso di natalità costante per un po’, poi cala →- la popolazione aumenta.Il boom demografico provoca una pressione sulle risorse esistenti (poche) e una congestione sul mercato del→lavoro quindi si emigra;• politiche a causa di rivolte;• religiose.La grande migrazione dell’800 si verifica in due ondate migratorie:1. la prima fino al 1880 - i migranti vengono soprattutto dalla GB, Olanda e Scandinavia (Europa NordOccidentale):- per motivi linguistici;- i paesi erano ex colonie;- carestia delle patate (in Europa);i migranti vengono dall’Europa2.

La seconda dal 1880 alla GG - Sud Orientale.

Effetti:

  • convergenza dei salari e dei redditi nei paesi in cui si emigra e nei paesi di provenienza;
  • i paesi che accoglievano gli emigranti sono contenti perché serviva tanta manodopera.

Ad esempio, nel 1862, in USA emette l'Homestead Act - chi è sopra i 21 anni riceve della terra. Gli USA accettano tutti tranne gli asiatici;

Agenti facilitatori della migrazione:

  1. trasporti, calano i costi;
  2. leggi, la GB stabilisce il diritto di espatrio (in altri paesi vige ancora la servitù della gleba);
  3. aspetti sociali, con le reti di accoglienza (dai parenti) e gli agenti di emigrazione, ovvero soggetti che si trovano nel paese di destinazione e reclutano manodopera per il governo.

Ogni Paese deve prestare attenzione alla bilancia dei pagamenti, che registra tutti i pagamenti che il Paese fa all'estero, e tutti i pagamenti che ricevo dall'estero.

Tre casi:

  • pareggio: tutto ok;
  • influenza negativa

ma si deve intervenire; avanzo: squilibrio - ricevo più di quanto esporto - non c'è è• disavanzo (deficit): esce più denaro di quanto ne entra - o uso le riserve oppure chiedo dei prestiti - intervento necessario.

Rivoluzione del sistema finanziario

Ogni paese man mano che si evolve istituisce una Banca Centrale che:

  • emette banconote;
  • controlla e detiene le riserve monetarie metalliche e valutarie;
  • controlla il tasso di sconto (dalla BC alle altre banche) e i tassi di interesse (pol. mon. espansive e restrittive);
  • rapporti con il tesoro;
  • cambio fisso;
  • prestatore di ultima istanza, in situazione di crisi la BC finanzia le banche.

Borsa e diversificazione delle banche:

  • Casse di risparmio:
Dettagli
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A.A. 2022-2023
47 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher andrea-nardo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Tessari Alessandra.