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GOLDEN AGE

Lunga serie di miracoli economici. Crescita produttiva, che consente un catching up degli USA. Europa e Giappone andavano bene, Gran Bretagna più difficoltà.

Su cosa si basa questa crescita:

  • Nascono nuove istituzioni: che coordinano politiche economiche e che integrano l'Europa.
  • Precedente sottoccupazione: inizialmente le persone sono nella campagna, in questo periodo però si spostano nell'industria. La produttività dell'agricoltura rimane uguale (lavoro automatizzato), quella dell'industria cresce molto.
  • Vantaggi dell'arretratezza: USA erano più avanzati, c'è opportunità per l'Europa.
  • Liberalizzazione progressiva degli scambi: processo di integrazione, consente maggiore specializzazione del lavoro ed aumenta la concorrenza. Favorisce un utilizzo migliore della concorrenza.
  • Prezzi materie prime: bassi e stabili.

Riccardo Tronconi STORIA ECONOMICA A.S. 2022/2023

Speculazione finanziaria a basso livello, grazie ai cambi fissi e ai vincoli imposti alla mobilità dei capitali. I capitali che si spostano sono prevalentemente quelli internazionali a lungo termine.

Politiche economiche sono espansive: si è superata l'economia classica del pareggio di bilancio a tutti i costi. In alcuni casi di marca keynesiana, e quindi tramite il sostegno della domanda, in altri casi attraverso politiche industriali, che sostengono l'offerta.

Welfare state: idea che la crescita crea benessere per tutta la popolazione, ma non era effettivamente così.

Modelli:

  • Tedesco
  • Scandinavo
  • Americano: basato sul self made man. Se sei povero la responsabilità è tua. La tassazione è maggiore per i più ricchi.

Tra tutti i welfare Europeo è il più costoso la fine dei miracoli:

Tra i 60 e i 70 i salari si abbassano, seguono proteste sindacali. I prezzi delle materie prime cominciano a salire (crisi).

petrolifera del 1973): si hanno conseguenze in tutti gli ambiti che necessitano di petrolio, compresa l'agricoltura che era ormai meccanizzata.

USA torna a crescere più rapidamente dell'Europa negli anni 90. Perché? Il PIL dipende dalla produttività, dall'occupazione.

Il PIL è una misura giusta? Conteggia tutti beni e servizi prodotti all'interno di un'area su base annua. Con PIL pro capite si divide poi per numero abitanti. I beni pubblici vengono conteggiati a basso prezzo, perché non sempre portano un alto guadagno.

TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Produzione dispersa, senza bisogno di grande estensione verticale. Si diffonde il Toyotismo, con produzione flessibile e abbandono della catena di montaggio. Cambia il lavoro di ufficio per l'informatica, diventa più produttivo e meno specializzato. Cambia anche il mercato del lavoro, prima aveva forma a piramide, ora a clessidra (la classe media fa fatica, perché il lavoro ha generato

ricchezza solo per le fasce superiori. Non si è impoverita, ma non ha avuto vantaggi dalla crescita economica).

Eurodollari: le banche prestano denaro su cui guadagnano molto di più, aumentando così i propri profitti.

Come conseguenza si ha che negli anni 80 ci saranno molte crisi finanziarie, a causa degli eccessi di credito di paesi che non potevano restituire.

Innovazioni finanziarie per problemi di mancata restituzione: cartolizzazione, ovvero possibilità di vendere i propri crediti per recuperare liquidità; ....

Dagli anni 90 ci sarà liberalizzazione dei mercati internazionali dei capitali. Si supera Glass-Steagall Act, ora le banche possono usare i depositi dei clienti per i loro investimenti, ma non sono banche miste (no investimenti industriali a lungo termine). Non hanno cultura per investire nell'industria.

CAPITOLO 15 (Processo di integrazione europea):

Riccardo Tronconi STORIA ECONOMICA A.S. 2022/2023

Trattato di Roma e unione doganale

Nel giugno 1955, si

riunirono presso Messina i ministri degli esteri di tutti e 6 i paesi aderenti alla Ceca, ed emerse la proposta di creazione di un'unione doganale nel settore dei trasporti e dell'energia. Nel 1957 vennero firmati a Roma due trattati: - Cee/Mec: istituiva la comunità economica europea. Andava dunque ad abolire le barriere doganali interne e fece della comunità europea un soggetto unitario di negoziati internazionali sul piano commerciale. Solo alla fine del 1968 tutti i dazi vennero definitivamente aboliti. - Euratom: creava la Comunità europea dell'energia atomica. La Gran Bretagna rifiutava l'adesione ad entrambi i trattati. Il Mec ebbe molto successo, tanto che i paesi dell'Europa occidentale che non vi avevano aderito, formarono una seconda area denominata Efta, che abolisse i dazi interni, ma che lasciava autonomia ai singoli paesi di decidere i dazi verso l'esterno. L'Ue divenne il più importante.soggetto di commercio internazionale, superando anche gli Stati Uniti. Le importazioni ed esportazioni erano abbastanza bilanciate, rispetto a quelle che riguardavano USA e Cina e Giappone. Non subito si riuscì a creare un vero e proprio mercato europeo libero, a causa di diverse ragioni:
  • Movimenti di capitali: i controlli rimasero estesi fino al 1990.
  • Finanza: venne istituita la Banca europea degli investimenti per finanziare lo sviluppo, ma non si fece nulla per armonizzare il sistema bancario.
  • Lavoro: le persone avevano libertà di movimento all'interno dell'UE, ma non erano state formulate politiche sociali europee. Venne inoltre creato un Fondo Sociale Europeo (FSE) per facilitare l'aggiustamento degli emigranti nei nuovi paesi di destinazione, ma ebbe impatto del tutto limitato.
Adesioni successive Già dall'inizio degli anni 60, il successo dei 6 paesi del Mec indusse la Gran Bretagna e i suoi satelliti economici (Irlanda e Danimarca) a

Interessarsi nel presentare la domanda di adesione. Il negoziato potè concludersi solo nel 1972, dopo l'abbandono di De Gaulle alla politica, che esprimeva il suo veto nelle decisioni riguardanti la Gran Bretagna.

Per la Gran Bretagna il processo di inclusione non fu facile, in quanto venne a coincidere con la cessazione di Bretton Woods e la crisi petrolifera. Inoltre la Gran Bretagna si trovò in difficoltà nei confronti della politica agricola comune, che non dava vantaggi e causava esborsi.

Per Irlanda e Danimarca l'inclusione fu invece più facile. In particolare l'Irlanda, a seguito dell'entrata nell'Ue, attraverso un processo di sviluppo che lo portò a incrementare il reddito pro capite al livello dei migliori paesi europei.

Un secondo paese ad entrare nell'Unione fu la Grecia: vi aderì nel 1979, nonostante il suo reddito pro capite fosse molto inferiore rispetto alla media europea. Non ottenne grandi risultati dall'adesione.

Perché non riuscì a sviluppare grandi flussi di esportazione, ma restò comunque agganciato ai livelli degli altri paesi. Spagna e Portogallo presentarono richiesta dopo essersi liberati della dittatura, ma si temeva che il loro peso potesse rovinare gli equilibri raggiunti, difatti l'Unione si trovava in una fase di stallo. Le loro richieste vennero accettate nel 1985 ed entrambi i paesi furono lenti ad adattarsi alle regole e ai meccanismi economici dell'unione, ma ottennero un rilancio notevole.

Riccardo Tronconi STORIA ECONOMICA A.S. 2022/2023

I paesi aderenti all'Efta finirono per fare domanda all'unione, che rispose prontamente con la creazione dello Spazio Economico Europeo (1992), che aveva lo scopo di permettere a questi paesi AELS di partecipare al Mercato europeo comune senza dover essere membri dell'Unione.

Successivamente, nel 1995, Austria, Finlandia e Svezia vennero inclusi nell'Unione, mentre Svizzera e Norvegia decisero di restare nello

utilizzando la Politica Agricola Comune (PAC). La PAC prevedeva l'istituzione di un sistema di sostegno finanziario agli agricoltori, attraverso il pagamento di sovvenzioni dirette e l'implementazione di misure di mercato. La PAC aveva anche l'obiettivo di promuovere la modernizzazione dell'agricoltura europea, migliorando la produttività e la competitività del settore. Inoltre, la PAC prevedeva anche misure per la protezione dell'ambiente e la promozione dello sviluppo rurale. L'implementazione della PAC ha portato a una maggiore stabilità e sicurezza per gli agricoltori europei, garantendo loro un reddito adeguato e contribuendo alla sicurezza alimentare dell'Unione Europea. Oggi, la PAC continua a essere uno dei principali strumenti di politica dell'Unione Europea, anche se è stata oggetto di riforme nel corso degli anni per adattarsi ai cambiamenti del settore agricolo e alle nuove sfide globali.in due modi:
  • Integrazione diretta dei redditi.
  • Sostegno dei prezzi a livelli considerati sufficientemente remunerativi per le aziende agricole.
Dal 1960 si decise di delineare una politica agricola comune, e ci si accordò su un protezionismo basato sia sul sostegno dei prezzi di prodotti strategici, sia su dazi doganali fissati in modo compensativo (non ad valorem), ovvero imposti per controbilanciare i sussidi forniti ai produttori o agli esportatori dal governo del paese esportatore. Meccanismo: in primavera si fissavano i prezzi per l'anno successivo (poi tradotti nelle diverse monete); l'eccesso dell'offerta (il non venduto), veniva ritirato e stoccato in magazzini comunitari; tutto ciò che era contenuto in questi magazzini, per evitare che marcisse, veniva venduto al di fuori dell'Europa. Questo sistema entrò in vigore dal 1962, e veniva amministrato dal Feoga, ovvero il fondo europeo di orientamento e garanzia agricola. Il costo di questa

politica però, venne sostenuto primariamente dai consumatori, che pagavano prezzi più alti rispetto a quelli mondiali. Si trasformò l’Unione Europea da area prevalentemente importatrice ad esportatrice. Questo provocò reazioni negative da parte di USA e i paesi in via di sviluppo, che arrivarono ad applicare misure di ritorsione.

Crisi del sistema:

  1. Con l’abolizione dei cambi fissi, si riscontrarono difficoltà nella conversione dei prezzi fissati nelle varie monete. Si pensò allora a delle monete ‘verdi’, sulle quali si fissava un valore ogni anno, rispettato poi nei cambi. Le monete però nella realtà fluttuavano, e la differenza positiva o negativa dalle monete verdi, generava malcontenti.
  2. L’Ue si rese conto che gli interessi nei confronti dell’agricoltura avevano un’eccessiva prevalenza nel bilancio, ma questa non poteva più crescere. Molti altri problemi necessitavano poi di maggiore attenzione.

Siccome gli USA si

i prodotti agricoli, l'eliminazione delle restrizioni quantitative e l'apertura dei mercati agricoli. Questa riforma, nota come "Pacchetto MacSharry", mirava a rendere l'agricoltura europea più competitiva e a favorire la liberalizzazione degli scambi agricoli. Tuttavia, il Pacchetto MacSharry non fu accolto positivamente da tutti. Alcuni paesi, in particolare quelli con un'agricoltura più protetta, si opposero alla riduzione dei prezzi e all'apertura dei mercati. Al contrario, i paesi con un'agricoltura più competitiva e orientata all'esportazione, come i Paesi Bassi e la Danimarca, appoggiarono la riforma. Nonostante le resistenze, il Pacchetto MacSharry fu adottato nel 1992 e rappresentò un importante passo verso la liberalizzazione degli scambi agricoli. Tuttavia, i suoi effetti non furono uniformi in tutti i paesi europei e l'agricoltura continua a essere oggetto di dibattito e riforme.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
59 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rickytronky di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Besana Claudio.