Approcci alla traduzione e all'autorialità
Alienazione, Naturalizzazione, Schleiermacher, Palese, Nascosto, Baker, Adeguatezza, Accettabilità, Toury, Estraniamento, Addomesticazione, Venuti, La storia
PERCHÉ SERVE STUDIARLA? Non bisogna dimenticare che:
- dietro il tradurre ci sono traduttori e traduttrici, che vivono di un'epoca precisa, di una lingua-cultura precisa, sottoposti a 'vincoli' (potere politico, economico, gusto, modelli letterari...)
- una traduttrice, un traduttore non è innocente. Fa delle scelte. È responsabile.
- la conoscenza della storia della traduzione e di alcune figure di traduttrici e traduttori può contribuire a formare la propria etica e creare una propria coscienza.
PROBLEMA DELLA CHIESA: tema traduzione letterale (parola per parola) VS spirito (senso per senso). La Chiesa cattolica romana censura e punisce ogni allontanamento dall'interpretazione riconosciuta come corretta dei testi sacri (Bibbia), fino ad addirittura giustiziare i...
traduttori.I ROMANI: la storia della traduzione inizia in età latina – i greci infatti non avevano mai dedicato attenzione alla traduzione, se non per scopi pratici - con Livio Andronico ed altri dopo di lui che puntavano innanzitutto ad una "romanizzazione" dei testi greci, ossia ad avvicinarli e renderli più fruibili per i lettori latini, ma allo stesso tempo di arricchire il latino stesso per mezzo dell'imitazione e importazione dei modelli greci. Le opere originali venivano così reinterpretate e rielaborate liberamente, al punto che potessero poi essere considerate come delle opere nuove; gli autori facevano ciò consapevolmente, dal momento che conoscevano la lingua degli originali e operavano in questo modo appunto per un esercizio pedagogico e retorico. CICERONE 106 a.C - 43 d. C. Avvocato, politico, scrittore, oratore, filosofo. Ha tradotto ma non è considerato un traduttore. Era un grande ammiratore della cultura.grecal'ha introdotta nel mondo romano). Creatore del lessico filosofico latino(traduceva da l' (ricerca dettagliata di un corrispondente dal linguaggio greco).Scrisse Libellus de optimo genere oratorum, un PERITESTO ("intorno" al testo) che segnal'inizio della riflessione sulla traduzione. Delinea il suo approccio, processo. No traduzione,ma eloquenza.Introduzione a delle traduzioni di discorsi di oratori greci. è stato uno dei primi a tradurre ASENSO. Era una persona che voleva emozionare e produrre riflessioni in chi ascolta.LESSICO: distingue tra interpres (traduttore alla lettera) e orator (chi traduce come unoratore, autore-> operazione creativa e libera nella ricostruzione linguistica del TA).Corrispondenza retoricamente elaborata, non letterale. Scegliere parole, ordine,combinazione giuste. DEFINISCE DIFFERENZA tra LETTERA e SPIRITO.Io ho infatti tradotto dai due più eloquenti oratori attici due discorsi; [...] hoTradotto da oratore, non già da interprete di un testo, con le stesse espressioni del pensiero, con gli stessi modi di rendere questo, con un lessico appropriato all'indole della nostra lingua. In esso non ho creduto di rendere parola con parola, ma ho mantenuto ogni carattere e ogni efficacia espressiva delle parole stesse. Ricalca posizione di Orazio: testi esteticamente piacevoli oltre che messaggio corretto influenza testi successivi.
SAN GIROLAMO: 347-420. Biblista, teologo, studia retorica e TRADUTTORE. Tradusse la Bibbia greco e aramaico in latino (Vulgata) ufficializzata nel Concilio di Trento. Fedele allo SPIRITO (traduzione del senso). PATRONO del traduttore (30 settembre giornata della traduzione). Ci mise 15 anni. Commissionata dal Papa (produrre una versione unica e canonica, c'erano molte versioni in circolazione). Viene contestata, accusa di ERESIA. La Chiesa contesta dicendo che, con un linguaggio troppo chiaro, si distacca troppo dall'originale.
compreso da un maggior numero di persone
Accusato di Ciceronismo
Epistola 57, Le leggi di una buona traduzione→ sintetizza la sua strategia e si difende dall’accusa (maniera inesatta) spiegando la sua tecnica. Vero e proprio trattato. Fa riferimento a Cicerone e a Orazio che considera suoi maestri.
Distingue in maniera netta modalità di traduzione (leggi della buona traduzione):
- testi laici traduce esclusivamente a senso
- testi sacri comportano alcune eccezioni. Fa più attenzione all’ordine delle parole
INTELLIGIBILITÀ fine ultimo traduzione. Importante che anche il popolo capisca.
MEDIOEVO: l’attività del tradurre fu intensa, anche se non esistono documenti teorici di grande rilievo. Con la decadenza delle lingue classiche e l’ascesa dei nuovi volgari ( → DINAMISMO LINGUISTICO), i centri di pratica della traduzione più importanti si spostano da Roma al mondo arabo-spagnolo (Scuola di Toledo): il modo di tradurre diventa
più fedele al testo originale, più da interprete. La traduzione inoltre gioca un ruolo molto importante per l'affermazione dei volgari, grazie alla traduzione dal latino. Non solo scopo pratico, ma si traduce per far circolare il sapere. Si abbandona un po' la concezione artistica (Cicerone, canone estetico, stile aulico). L'idea artistica viene a mancare, si è un po' più pratici nel messaggio. Si smette di imitare i modelli letterari antichi (aemulatio).
UMANESIMO: ritorno alla cultura classica. Nasce la necessità di riflettere di più sulla traduzione. Ricerca filologica più raffinata. Esigenza di giustificare un lavoro ritenuto non ben fatto. Si introduce la ricerca filologica e mostra dunque grande interesse anche per i problemi della traduzione.
LEONARDO BRUNI: 1370-1444, Firenze. Politico, scrittore e umanista. Scrive il primo trattato moderno sulla traduzione (De interpretatione recta, ca 1420), del quale obiettivo è
Il suo concetto di "traduzione fatta bene" viene esplicitato nell'introduzione, in cui critica gli errori fatti precedentemente e esprime la sua volontà di fare meglio. Offre 5 regole:
- Buona conoscenza della lingua di partenza, con particolare attenzione alla lettura.
- Sapere e dominare la lingua di arrivo.
- Affidarsi al giudizio dell'udito.
- Stile: sforzarsi di rispettare lo stile dell'autore da cui si traduce, con capacità analitica nel livello stilistico e retorico.
- Il buon traduttore deve insinuarsi sulle parole del traduttore e piegarsi ad esse, trasponendo i concetti in frasi.
È necessario avere una certa cultura per essere un traduttore, in quanto l'atteggiamento deve essere molto selettivo. A Bruni va attribuito anche un ulteriore merito per la storia della traduzione, in quanto egli introduce nel vocabolario la famiglia lessicale "traducere", cioè il termine moderno di "tradurre". Tale termine si afferma con un nuovo significato tecnico e con
una connotazione marcatamente dinamica che mancavano ai suoi predecessori. MARTIN LUTERO: '500, Germania. 1100 anni dopo, è in linea con Cicerone e San Girolamo e rifiuta la strategia parola per parola che considera spesso incomprensibile (e per questo è criticato dalla Chiesa). Usa la lingua del popolo (tedesco) che considera come l'unica in grado di tradurre "in modo conforme", comprensibile → GERMANIZZAZIONE. Sendbrief zum Dolmetschen, 1530: epitesto. La Lettera è scritta per difendersi: Lutero si scaglia contro i critici che hanno attaccato la sua traduzione del Nuovo Testamento (il "Testamento di Settembre" scritto nel 1522). XVII SECOLO: primi tentativi verso una teoria della traduzione → processo che ha un impatto anche sul lessico della traduzione. DRYDEN: 1680, Inghilterra. Ha un approccio prescrittivo (vuole stabilire/imporre regole). Elabora infatti unmodellotraduttivo triadico:
- METAFRASI: traduzione letterale, danzare su una fune con le gambe legate
- PARAFRASI: traduzione a senso (spirito), quella che lui predilige
- IMITAZIONE: traduzione molto libera, adattamento. Dà troppa visibilità al traduttore e non all'opera
DOLET (umanista francese): tipografo, scrittore, editore, traduttore.
Considerato il martire dei traduttori, visse una vita irrequieta e in pieno contrasto con le autorità, cosa che lo portò a morire sul rogo nel 1546 condannato per blasfemia, ateismo, sedizione e stampa di libri proibiti. Fu un ammiratore di Cicerone (si propone di scrivere un'opera a lui dedicata), visse anche a Padova, dove si trovava una libera università e venne a contatto con filosofie eretiche; a Tolosa (città notoriamente bigotta) tenne diversi discorsi polemici in pubblico.
La sua opera, relativa non più alla traduzione dal greco al latino, ma incentrata sulla traduzione verso il volgare,
Maniere de bien traduire d'une langue en autre, pare ispirata al modello bruniano, così come le sue 5 regole:
- capire senso e materia del TP;
- avere un'ottima conoscenza delle lingue (TA e TP);
- non tradurre parola per parola;
- usare una lingua comune (il volgare) e non termini latini/latineggianti;
- collegare parole in modo eloquente.
TYTLER: 1797, Inghilterra primo studio sistematico della traduzione in inglese. Idea di buona traduzione incentrata sullettore. Egli ha un'idea della traduzione come guadagno e perdita (concezione molto innovativa che sussiste ancora oggi). Elabora tre leggi o regole generali:
- la traduzione deve favorire la riproduzione completa delle idee del TP
- lo stile e il modo di scrivere devono avere lo stesso carattere del TP
- la traduzione deve possedere tutta la naturalezza del TP
Tytler stesso riconosce che le prime due leggi rappresentano due opinioni sulla traduzione ampiamente divergenti. Possono essere viste come i poli della
Fedeltà al contenuto e fedeltà alla forma, o persino come riformulazioni della diade senso per senso e parola per parola di Cicerone e San Girolamo.
ROMANTICISMO (1800)
SCHLEIERMACHER (Inghilterra)
Teologo protestante e traduttore. Fondatore della teoria della traduzione nell'ambito tedesco.
Nel 1813 scrive il saggio "Sui diversi modi di tradurre", nel quale espone la sua idea di traduzione come processo di alienazione vs naturalezza (estraniamento e addomesticamento), in cui si deve avvicinare il lettore del testo di arrivo allo scrittore del testo di partenza e dargli l'impressione di star leggendo il testo originale. Dipende dalla comprensione e istruzione del lettore (molto probabilmente diversa da quella del traduttore).
Potrebbe rendersi necessario un linguaggio specifico della traduzione, per esempio compensando in un punto con una parola creativa dove altrove il traduttore abbia dovuto accontentarsi di un'espressione trita che non può trasmettere.
l’impre-
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