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OBBLIGATORIA
OPZIONALE
5. Modulazione (modulation) – Questa procedura cambia l’aspetto semantico e il punto
di vista della LP.
OBBLIGATORIA
OPZIONALE: it is not difficult to show – it’s easy to demonstrate.
6. Equivalenza (equivalence) – le lingue descrivono la stessa situazione con mezzi
stilistici o strutturali diversi (modi di dire e proverbi)
7. Adattamento (adaptation) – cambiamento culturale del riferimento culturale quando
una situazione nella cultura di partenza non esiste nella cultura di arrivo.
Le 7 procedure operano su tre livelli:
il lessico;
le strutture semantiche;
il messaggio.
In più si parla di:
ordine delle parole e struttura semantica;
connettori, che vanno oltre il lessicale.
L’analisi diventa più profonda se si parla di:
Servitù (servitude) – trasposizioni e modulazioni obbligatorie dovute a una differenza fra
i due sistemi linguistici (cambiamenti obbligatori)
Opzione (option) – cambiamenti non obbligatori che sono dovuti allo stile e alle
preferenze individuali del traduttore. (scelte stilistiche)
Per Vinay e Darbelnet, questa differenza è fondamentale in quanto è proprio l’opzione
che rappresenta la preoccupazione fondamentale del traduttore, il quale spesso si trova
dinanzi ad una scelta tra traduzioni e strategie traduttive per esprimere il messaggio.
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Nel passaggio da TP a TA, il traduttore deve:
- Individuare le unità traduttive;
- Analizzare il testo nella LP, valutando il contenuto descrittivo, affettivo e intellettuale
delle unità;
- Ricostruire il contesto metalinguistico del messaggio;
- Valutare gli effetti stilistici;
- Produrre e revisionare il TA.
Vinet e Darbelnet rifiutano l’unità traduttiva della parola singola, considerando invece
l’unità lessicologica (segmento più piccolo dell’enunciato i cui segni sono collegati in
modo tale da non essere tradotti singolarmente).
4.2 Catford e gli ‘spostamenti’ traduttivi
Catford – 1965 – A linguistic theory of translation
Catford si rifà a Firth e Halliday nell’analisi del linguaggio come comunicazione, che
opera funzionalmente nel contesto e su una serie di livelli diversi (fonologico,
grammaticale, lessicale ecc.) e gradi (frase, proposizione, parola ecc.).
Catford distingue la corrispondenza formale dall’equivalenza testuale (poi sviluppata da
Koller).
Corrispondenza formale = qualunque categoria della LA che si può dire occupare, il
più da vicino possibile, lo “stesso” posto nella economia della LA occupato nella LP da
una data categoria della LP. Questo concetto interessa una coppia di lingue.
Equivalenza testuale = qualunque testo o porzione di testo nella LA che si osservi in
una occasione particolare… essere l’equivalente di un dato testo o porzione di testo
nella LP.
Questo concetto interessa una particolare coppia TP – TA.
Quando i due concetti divergono, si verifica uno spostamento traduttivo. Gli
spostamenti traduttivi sono ‘allontanamenti dalla corrispondenza formale nel passaggio
dalla LP alla LA.’
1. Spostamenti di livello – Uno spostamento di livello (level shift) è un fenomeno
espresso da dalla grammatica in una lingua e dal lessico in un’altra. (aspetto dei verbi
russo tradotto in un’altra lingua) 19
2. Spostamenti di categoria (category shifts) – suddivisi in 4 tipi:
a – Spostamenti strutturali (structural shifts) = spostamenti nella struttura grammaticale
– I like jazz = Mi piace il jazz
b – Spostamenti di classe (class shifts) = da una parte del discorso a un’altra. – A
medical student – Studente in medicina
C – Spostamenti di unità, o grado (rank shifts) = l’equivalente traduttivo nella LA si trova
a un grado diverso rispetto alla LP. ‘Grado’ = unità linguistica gerarchica di frase,
proposizione, gruppo, parola e morfema.
D – Spostamenti intra-sistemici (intra-system shifts) = quando i sistemi di LP e LA sono
approssimativamente corrispondenti ma la traduzione implica la selezione di un termine
non corrispondente nel sistema TA.
Il modello di Catford è stato ampiamente criticato poiché i suoi esempi sono quasi tutti
idealizzati (inventati e non tratti da traduzioni reali).
4.3 Il contributo della Scuola Ceca sugli spostamenti traduttivi
Anni Sessanta-Settanta: Cecoslovacchia. Introduzione della funzione espressiva (o stile
di un testo). Levy si inserisce nella tradizione della linguistica strutturale della scuola di
Praga. Levy si occupa della struttura superficiale del TP e del TA dedicando particolare
attenzione alla traduzione poetica. Traduzione letteraria come uno sforzo sia riproduttivo
sia creativo con lo scopo di raggiungere un effetto estetico equivalente. Le
caratteristiche necessarie per raggiungere l’equivalenza sono il significato denotativo,
connotazione, arrangiamento stilistico, sintassi, ripetizione di suoni lunghezza vocalica e
articolazione. Secondo Levy il lavoro traduttivo del mondo reale è “pragmatico”.
Miko studia gli spostamenti di espressione sostiene che il mantenimento del carattere
espressivo, o stile del TP sia lo scopo principale del traduttore.
Popovic sottolinea l’importanza dello spostamento di espressione attraverso lo studio
delle norme si può studiare il processo traduttivo. Come Levy, mira a produrre
fedelmente la totalità estetica dell’originale.
4.4 Il processo cognitivo della traduzione
Grazie agli spostamenti traduttivi è possibile descrivere il fenomeno della traduzione.
Seleskovic e Lederer, con la loro teoria del senso, osservano e spiegano i processi
cognitivi dei traduttori stessi. Negli anni Sessanta studiano il processo cognitivo di un
interprete di conferenza e individuano tre fasi della traduzione: 1. Lettura e
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comprensione; 2. Deverbalizzazione (evitare calchi); 3. Riespressione (testo
comprensibile e scorrevole); 4. Verifica (valutazione).
21
5. Teorie funzionali della traduzione
5.0 Introduzione
Anni ‘70/’80, Germania – allontanamento dalle tipologie linguistiche degli spostamenti
traduttivi e la nascita di un approccio funzionalista e comunicativo all’analisi della
traduzione.
5.1 Tipologia testuale
KATHARINA REISS anni Settanta parte dal concetto di equivalenza ma prende in
considerazione il testo come elemento in cui cercare l’equivalenza. Il suo è un approccio
funzionale che mira a sistematizzare le valutazioni delle traduzioni. Reiss mette in
relazione le tre funzioni di Buhler con le loro corrispondenti dimensioni linguistiche e con
le tipologie testuali che vengono utilizzate.
Tipologia Informativa Espressiva Operativa
testuale Diventa
REISS vocativa/appellativ
a in BUHLER
Dimensione Logica Estetica Dialogica
linguistica
REISS
Aspetti della Pensiero Emozione Volontà
cognizione
umana
STIEHER
Fulcro del testo Incentrato sul Incentrato sulla Incentrato sulla
contenuto forma funzione
INUTILE appellativa
Funzione Informativa Espressiva Appellativa (tenta
linguistica (rappresenta (esprime di attrarre il
oggetti e fatti) l’atteggiamento ricevente del
COSERIU dell’autore) testo)
Il TA deve… Trasmettere il Trasmettere la Ottenere la
contenuto forma estetica reazione
REISS 22
referenziale desiderata
Metodo Prosa Metodo Adattativa, effetto
traduttivo semplice, identificativo, equivalente
esplicitazione adottare la
REISS se richiesta prospettiva
dell’autore del
TP
Per valutare l’adeguatezza di un testo di arrivo bisogna individuare:
1. Criteri intralinguistici (caratteristiche semantiche, lessicali, grammaticali, stilistiche)
2. Criteri extralinguistici (situazione, argomento, tempo, luogo, ricevente, mittente)
A volte la funzione del TA può essere diversa da quella del TP (discorso politico tradotto
per saperne di più sulle politiche di un paese)
5.1.1 Discussione dell’approccio basato sulla tipologia testuale
La critica al modello di Reiss sta nel fatto che spesso le tipologie testuali si
sovrappongono. Una biografia, per esempio, può essere collocabile a metà tra testo
informativo e testo espressivo.
I viaggi di Gulliver nasce come satira politica nel 18° secolo e oggi è invece considerato
un testo per l’infanzia.
La funzione del TP è quindi diversa da quella del TA.
Quando un testo è in realtà un ibrido che ingloba diverse tipologie testuali, Reiss
consiglia di tradurlo in ottica della funzione linguistica dominante.
5.1.2 L’approccio integrato di Mary Snell-Hornby
Translation studies: an integrated approach - Mary Snell-Hornby propone un approccio
traduttivo integrato. Prende in prestito l’idea dei prototipi per la categorizzazione delle
tipologie testuali. A seconda della tipologia presa in considerazione integra le aree di
studio relative a storia culturale e studi letterari e altri campi specializzati. Il suo schema
deve essere letto come un continuum, e va dal più generale (A) al più particolare (F).
Tuttavia nel suo modello è interessante il tentativo di riunire diverse aree della
traduzione e di gettare un ponte tra la traduzione commerciale e artistica. Tuttavia
questo tentativo di incorporare tutte le tipologie traduttive è spesso incongruente. Le
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discipline specialistiche infatti potrebbero essere adeguate anche al contesto di testi
letterari. Oppure l’oralità non può essere limitata alla traduzione letteraria.
5.2 Azione traduttiva
Holz-Manttari - modello dell’azione traduttiva
Translatorial Action & the Theory of the Translator’s Expertise - (translator as God)
[1984]
Lo studioso considera la traduzione come un’interazione umana mirata allo scopo e al
risultato che si concentra sul processo della traduzione in quanto composti di traduzione
del messaggio che a loro volta implicano una trasposizione interculturale.
La traduzione interlinguistica implica una serie di ruoli:
- iniziatore – società che ha bisogno della traduzione;
- committente – contatta i traduttori;
- produttore del TP - autore;
- produttore del TA - traduttore;
- utilizzatore del TA – colui che utilizza il TA per perseguire i propri scopi;
- ricevente del TA - fruitore.
Nelle operazioni traduttive il TP viene analizzato per il suo profillo di costruzione e
funzione. Le caratteristiche pertinenti sono descritte secondo la suddivisione tradizionale
fra contenuto e forma. Il contenuto è suddiviso in informazioni fattuali e strategia
comunicativa complessiva. La forma, strutturata dalla trama, è suddivisa in terminologia
ed elementi coesivi.
5.2.1 Discussione del modello dell’azione traduttiv