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Le scuole umanistiche nel Rinascimento

Il marchese accettò, la scuola si chiamava "Casa gioiosa" edal nome traspare che la giocosità fu il metodo adottato perinsegnare. Gli studenti della scuola non erano solo italiani maanche europei e Vittorino diede la possibilità anche a fanciullipiù modesti ma portati per lo studio di frequentare la suascuola. Guarino Guarini: fondò una scuola convitto a Venezia e una aVerona. Conosce il greco perchè andò a Costantinopoli e fuallievo di Crisolora. A Verona accanto alla scuola convittofonda una scuola pubblica nella quale potessero studiare i figlidelle famiglie borghesi più ricche. La scuola aveva tre corsi:elementare (leggere, pronuncia, regole); grammaticale(grammatica, stili, dialettica); e retorica (comunicare,orazioni, esporsi). Chi usciva doveva potersi definire unmaestro. Queste scuole diffusero gli ideali degli studi humanitatis(studi umanistici) e furono importanti perchè formarono laclasse dirigente (pontefici,

maestri). Nonostante tutti i successi il periodo del 300/400 presentava delle lacune e tre particolari segnarono il passaggio dall'età moderna a età confessionale: scarsa alfabetizzazione; mancata attenzione per il popolo e mancanza di scuole per il popolo.

La chiesa colma queste lacune. La crisi della chiesa e l'attacco di Martin Lutero: La chiesa all'inizio del 1500 è in crisi per tre motivi: il Papa pensa troppo al potere politico; c'è troppo sfarzo e troppo lusso nella chiesa; c'è assenteismo da parte dei vescovi che non risiedono nelle proprie diocesi ma a Roma dal Papa o nelle loro case (questo porta all'anarchia nelle diocesi nelle quali non c'è ordine e i sacerdoti fanno quello che vogliono).

Inoltre il Papa Leone X commissiona la costruzione della Basilica di San Pietro e per finanziarla si inventa la vendita delle indulgenze: in cambio di un'offerta alla Chiesa ottieni il perdono dei peccati. I soldi

della vendita delle indulgenze però se li intascano i vescovi e dunque la Chiesa si rivolge a degli appaltatori privati per finanziare la costruzione della Basilica. Questo prestito però andava risarcito con i soldi del popolo che a volte venivano riscossi anche con violenza e torture. La Chiesa dunque era già fragile e a peggiorare la crisi sarà Martin Lutero con i suoi tre attacchi. Alla fine del 1400 Lutero ha una crisi perché ritiene che le proposte della Chiesa per l'autorealizzazione personale non siano sufficienti e dunque elabora il principio secondo il quale l'uomo non può fare nulla per ottenere la salvezza e non c'è nessun collegamento tra l'azione umana e la salvezza di Dio. La Chiesa viene attaccata sui suoi capisaldi. Gli attacchi di Lutero furono che: ogni fedele è sacerdote di se stesso (in questo modo viene meno la figura del sacerdote); i sacramenti sono 2: il Battesimo e l'Eucarestia (tutti glialtrisono invenzioni della Chiesa). Le teorie di Lutero si diffusero sempre di più grazie allastampa e il popolo si divise tra chi supportava Lutero e chi no. La risposta della Chiesa fu la scomunica tramite bolla papalema questo accrebbe soltanto di più il suo successo. In questa atmosfera intervenne l'Imperatore Carlo V che nel 1521 convocò la Dieta di Warms per decidere se scomunicare ulteriormente Lutero. Dalla Dieta ne risultò che era necessario scomunicarlo di nuovo ma Lutero riuscì a scappare grazie al Principe Federico di Sassonia che gli offrì un salvacondottoper il suo castello per proteggerlo. Nel 1526 venne convocata un'ulteriore dieta, la Dieta di Spira nella quale si afferma il principio di territorialità, secondo il quale ogni principe poteva scegliere se accettare o meno il Luteranesimo. In seguito con la Pace di Augusta nel 1555 si riconosce la frattura della Chiesa e si afferma il principio "cuius regio

"eiusreligio" secondo il quale ogni suddito doveva professare la religione del proprio principe e quindi non aveva libertà di scelta. Le conseguenze dell'attacco di Lutero a livello educativo furono un processo di alfabetizzazione (il fedele doveva poter leggere le Sacre Scritture da solo); chi aveva il potere aveva il dovere di istruire; l'educazione non deve partire dalla scuola o dai sacerdoti ma dalla famiglia.

Il Concilio di Trento:

Inizialmente Papa Clemente VII temporeggia nel convocare il concilio per motivi personali (avendo un figlio illegittimo sarebbe risultato ipocrita) e perché aveva paura di risultare debole davanti ai vescovi. Solo con Papa Paolo III viene convocato il concilio il 13 Dicembre 1545 a Trento. Gli obiettivi del Concilio erano 4: stabilire dogmi dottrinali; stabilire dogmi disciplinari; unificare la Chiesa e fare una crociata contro l'Islam. Si realizzarono solo i primi due obiettivi.

Il Concilio fu diviso in tre fasi:

- dal 45 al 47 con...

Il Papa Paolo III - dal 51 al 52 - con Papa Giulio III - dal 62 al 63 - con Papa Pio IV.

Nella prima fase del Concilio si cercò di capire quali fossero i problemi della Chiesa e in questa fase non parteciparono i vescovi luterani. In seguito, per un'epidemia di tifo, i vescovi si spostarono a Bologna.

Nella seconda fase i vescovi luterani poterono partecipare e si riprese ciò che era stato detto a Bologna e fu sintetizzato.

Dal 52 al 62 ci fu il pontificato di Paolo IV che riteneva il concilio inutile, l'unico modo per fare riforma era con un stampe autoritario e dunque crea il Tribunale dell'Inquisizione e l'Indice dei libri proibiti ma il suo metodo non ebbe risultati.

Solo con il Papa Pio IV si arriva ad una soluzione e si conclude il Concilio di Trento, ora resta solo da applicare ciò che è stato deciso.

Dal punto di vista dottrinale la Chiesa mostra chiusura perché nega tutto ciò che diceva Lutero: conferma i 7 sacramenti; ristabilisce

L'importanza del sacerdote, della messa e del matrimonio, ristabilisce l'esistenza di un collegamento tra l'azione umana e la salvezza di Dio. Dal punto di vista disciplinare invece mostra apertura perché impone l'obbligo ai sacerdoti di studiare in seminario; impone l'obbligo ai vescovi di risiedere nelle proprie diocesi e istruire i fedeli alle verità di fede; istituisce i libri di nascita, matrimonio e morte (per controllare il popolo cristiano). In questo periodo nascono i ghetti ebraici, c'è la lotta alla stregoneria e il Tribunale dell'Inquisizione.

Le scuole della dottrina cristiana: Negli anni '80 del Novecento gli studiosi si domandarono quale fosse il ruolo educativo della Chiesa nel 1500. Essa fondò le scuole della dottrina cristiana che si occupavano di alfabetizzare, dare una cultura di massa e istruire ai buoni costumi. La studiosa Miriam Turrini le definisce la più grande istituzione educativa di massa. Queste

scuole erano scuole pubbliche, popolari, gratuite nelle quali si alfabetizzava, si istruiva alle verità di fede e ai buoni costumi. L'obiettivo era preparare il perfetto cristiano alfabetizzato. Nel 1536 Castellino da Castelli con parroci e laici gira per Milano distribuendo mele ai fanciulli invitandoli a frequentare le loro scuole. In queste scuole ci studiavano fanciulli dai 6 ai 14 anni nei pomeriggi e nei luoghi di festa nei luoghi sacri. Le scuole erano organizzate da un priore e tre sottopriori di cui uno insegnava a leggere, uno a scrivere e uno era il silenziatore che insegnava la disciplina. C'erano anche altre figure come il pescatore che cercava i fanciulli da portare nelle scuole e i visitatori che andavano nelle strutture a controllare che fosse tutto ok. Queste scuole ebbero successo sia perché offrivano al popolo di migliorarsi sia perché i poveri non se la sentivano di rifiutare un'offerta del genere. In esse si insegnava a leggere ma non sempre.

A scrivere perché il materiale per farlo era troppo costoso. Si insegnava a leggere tramite cartelloni murali, libri di preghiera e sommalli. I valori appresi erano l'autocontrollo, la riservatezza, la responsabilità.

Dato che queste scuole conciliavano sia le esigenze della Chiesa derivanti dal Concilio di Trento sia quelle del popolo di istruirsi, i vescovi le finanziarono e le misero sotto il loro controllo. Da qui però iniziarono a perdere la loro autonomia e libertà.

All'inizio del 1600 persero definitivamente il loro potere perché Papa Paolo IV le mise sotto un'arciconfraternita e in esse non si imparava più a leggere e scrivere ma solo le verità di fede.

Cardinale Arcivescovo Carlo Borromeo:

Nasce da una famiglia ricca ed è il nipote di Papa Pio IV, il Papa della terza fase del Concilio di Trento. È considerato l'emblema e l'esecutore del Concilio di Trento. Viene ricordato per predicazione e catechesi.

di massa; intensificazione della vita liturgica; incremento delle devozioni popolari (processioni, pellegrinaggi); preparazione del corpo ecclesiastico in seminari in modo che potesse diffondere il messaggio religioso e istruire le nuove generazioni; controllo dell'educazione; risacralizzazione degli spazi della vita quotidiana (uso di simboli religiosi e costruzione delle chiese in modo che Dio fosse presente in ogni istante della vita del fedele). Borromeo va a lavorare a Roma dallo zio, a 25 anni diventa sacerdote e a 27 diventa arcivescovo della diocesi di Milano mandato da suo zio (Milano era lontana dalla vita religiosa ed edita all'economia e al commercio). Nel 1565 convoca un Sinodo (riunione di tutti i religiosi di un territorio) per spiegare le decisioni prese a Trento. Per realizzare i suoi obiettivi ricorse al contatto diretto con i sacerdoti; regolare tutto per iscritto e dunque ci furono molti documenti, istruzioni, avvertimenti; ricorse a organismi di controllo per

Con Borromeo la Chiesa prese il controllo totale dell'istruzione.

L'istruzione di base, elementare era gestita dalle scuole della dottrina cristiana o da maestri laici e privati a patto che conducessero una vita morale impeccabile e che la loro cristianità fosse confermata dal vescovo.

L'istruzione femminile avveniva nei collegi e educandati femminili. Ogni struttura adibita all'istruzione delle donne era gestita da congregazioni religiose (suore).

Nelle università le cattedre più importanti erano affidate ai religiosi, in particolare ai gesuiti.

Il modello di Milano di Borromeo sarà il modello da seguire in tutti gli altri contesti.

Dettagli
A.A. 2023-2024
15 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/02 Storia della pedagogia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher appuntiunidibbina di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Macerata o del prof Pomante Luigi Aurelio.