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La soluzione alla causa della guerra

Come risposta a questa causa della guerra gli ottimisti considerano come soluzione un processo politico dell'unione mondiale pacifico, mentre i pessimisti un' unione mondiale attraverso la guerra perché è quella che crea le unioni tra stati. Per entrambi l'estinzione della causa della guerra coincide in ogni caso con l'estinzione o l'alterazione della struttura anarchica delle relazioni internazionali - fiducia reciproca = in condizione di anarchia, non solo tutti gli stati devono fidarsi ma devono essere perfettamente razionali: In condizione di anarchia, senza un'autorità capace di garantire accordi cooperativi, non solo tutti gli agenti devono essere perfettamente "razionali", o "buoni", o "pacifici", ma credere che tutti gli altri lo siano ugualmente - ciò che conta è la condizione di anarchia, vincolata dalla condotta degli stati, incapaci di abolire la guerra perché incapaci di.superare questo vincolo- il limite della pace perpetua come massimo bene pubblico non riguardal'irrazionalità umana ma il fatto che l'anarchia ostacola la condotta collettivaverso tale obiettivo comune- stato di guerra come condizione reciproca consensuale degli stati: resta cheessi non hanno mai affermato l'abolizione dell'anarchia internazionale come invecehanno proclamato l'abolizione della guerra e infatti sono altre le vie percorse dagliStati per mantenere la stabilità internazionale e garantire, per quanto possibile, lapace nelle relazioni internazionali= ciò significa confondere la causa (anarchia) conl'effetto (guerra) e di conseguenza di fallire nello scopoStudiata la guerra bisogna capire quali sono le vie della paceLa guerra e le vie della pace: egemonia, equilibrio e sicurezza collettivaLa guerra non è un problema dal punto di vista internazionale ma lo è in quello nazionale,non è nemmeno solo un problema di potere ma anche di sicurezza e di equilibrio tra gli stati.data dalla presenza di un attore dominante che garantisce l'ordine e la stabilità nel sistema internazionale. L'equilibrio: si basa sulla distribuzione del potere tra gli stati in modo da evitare l'egemonia di uno solo. Gli stati cercano di mantenere un equilibrio di potere attraverso alleanze, accordi e negoziazioni. La sicurezza collettiva: è un concetto che si basa sulla cooperazione tra gli stati per garantire la sicurezza e la difesa comune. Gli stati si impegnano a difendere reciprocamente e a rispondere collettivamente in caso di minaccia o aggressione. Le vie della pace, quindi, rappresentano diverse strategie e approcci per mantenere l'ordine e la stabilità nelle relazioni internazionali. L'egemonia, l'equilibrio e la sicurezza collettiva sono strumenti utilizzati dagli stati per gestire i conflitti e promuovere la pace.

Uno di questi beni è politica egemonica crea stabilità - gli strumenti dell'egemonia non hanno a che fare solo con la pace ma con la storia della pace e della guerra: pace e guerre egemoniche. Ad esempio, il Papa non appoggia l'egemonia, preferisce un mondo multipolare. L'altalena è una sua figura metaforica dell'egemonia. L'egemonia come formalizzazione del pensiero politico con radici greche, viene utilizzata infatti nelle relazioni internazionali ma non dai diplomatici perché l'egemone è colui che conduce l'esercito, il comandante, colui che comanda. I greci definiscono l'egemonia come direzione suprema dell'esercito e per loro ha un'inclinazione benigna (definizione classica), però è un concetto negativo per i dialoghi diplomatici e per la realtà storica perché contrario all'idea dell'organizzazione del diritto e della pace (infatti non è mai stato accettato) - l'egemone.

è il primo tra pari capace di imporre un complesso di regole- è sbilanciamento delle forze= implica squilibrio delle forze- la potenza egemone è come uno stato-guida in grado di capeggiare gli altri stati edecidere per tutti, ricavandone benefici e impegni speciali- l’egemonia è un rapporto di direzione tra gli stati: tale rapporto dipende dallaforma gerarchica delle relazioni fondata sulla concentrazione di potenza(riconosciuta di fatto dagli stati ma non accettata dalla diplomazia)Differenza tra egemonia e impero/dominio:- la nostra analogia domestica sull’egemonia e sull’impero è differente perchéconsidera diverse fasi storiche1. se l’impero è la massima concentrazione di potenza coincidente con l’espansioneterritoriale, l’egemonia è la massima concentrazione di potere tra gli stati, nellerelazioni internazionali ma operando in modo invisibile, non appare2. l’ impero integra persone e

cose nella sua struttura politica, si espande per definizione, ingloba ciò che incontra, confina e divide territorialmente a differenza dell'egemonia che non identifica e non ha la struttura rigida dell'impero, né all'interno che all'esterno= l'egemonia domina su uno spazio ma senza appropriarsene in senso politico-giuridico- la politica imperialista in realtà adesso non si può fare siccome l'imperialismo è ormai un termine negativo che riguarda l'imposizione e la forza di potenza3. lo stato egemonico non cerca di assorbire le unità ridotte all'impotenza e non ha come fine la soppressione della libertà4. l'egemonia non si basa sul dominio, che è inteso come rapporto di coercizione costante basato sulla minaccia alla sicurezza e ai beni dei dominati ma opera in forma prevalentemente non coercitiva basata sulla protezione della sicurezza5. l'egemonia offre agli stati un diverso

grado di libertà di azione e un diverso impatto sull'anarchia (l'impero è alternativo all'anarchia) che è incompatibile strutturalmente con la stabilità = non muta l'intensità del controllo politico rispetto all'impero

L'impero e egemonia strutturano relazioni diverse tra gli stati: la forma imperiale che si forma sul domino si organizza sull'idea che il mancato riconoscimento della struttura gerarchica che un impero produce dia origine a danni sempre più rilevanti per chi non segue l'autorità = la forma imperiale con baricentro di coercizione costante ha a che fare con danni emergenti che vengono promessi a chi non rispetta la struttura della forma imperiale

L'egemonia si fonda su vantaggi cessanti se non segue la sua struttura gerarchica = impero crea danni emergenti mentre l'egemonia vantaggi cessanti - egemonia forma fragile perché non è strutturata come la

concettualizzazione di imperopolitica egemonica

La come politica positiva perché l'egemonia è produttrice di stabilità nelle relazioni internazionali e pace (egemonica)

Stabilità: tendenza di un dato assetto delle relazioni a perdurare e non a subire rilevanti variazioni per un certo periodo di tempo = condizione necessaria ma non sufficiente alla pace - egemone produce stabilità che non coincide però con la soddisfazione del bisogno di sicurezza e di certezza di cui tutti gli stati necessitano - egemonia forma tollerata di concentrazione di potenza: aumento di cooperazione, protezione e diffusione dei beni - la storia delle relazioni internazionali è una storia di egemonie: di stati che predominano sugli altri

L'egemonia come configurazione storica che gli uomini credono di riconoscere in certe fasi = fasi di egemonia come fasi di concentrazione di potenza in uno stato. Infatti gli Stati Uniti sono un egemone perché nessun altro stato ha una potenza comparabile.

Altro stato riesce ad esercitare la stessa influenza, lo stesso potere e lo stesso metodo di pagamento = asimmetria di potenza tra uno stato e tutti gli altri gerarchia.

I teorici dell'egemonia hanno in mente la presenza di = l'asimmetria di potenza, dei rapporti di forza (piramide) che porta a più stabilità politica (siccome in condizione anarchica non si sconfigge la pace) dovuta alla presenza di uno stato egemone riconosciuto informalmente come tale (gerarchia informale).

L'egemonia sviluppa un tipo di relazione tra lo stato egemone e gli altri percepita da tutti e ha a che fare con delle caratteristiche peculiari anche cooperative = la presenza di un egemone permette alle relazioni internazionali di essere coordinati passando per le scelte preponderanti dell'egemone che gli altri stati seguono.

L'egemone ha una sua legittimazione che deriva dal fatto che concentra a sé risorse che lo rendono inaffidabile, se non da una coalizione anti-egemonica.

(indefinibile)= fornisce delle risorse di coordinamento e quindi anche di cooperazione. Questo permette anche l'introduzione di una moneta comune, di una lingua franca internazionale, di un mercato aperto, di sicurezza collettiva, coordinamento delle scelte, certezza per il futuro, scambi culturali a livello globale che permettono un'omologazione culturale. Gli stati cooperano tra di loro solo fino al momento in cui l'egemone glielo permette- l'egemone produce beni pubblici: beni che possono essere sfruttati da tutti gli stati senza essere pagati da nessun prezzo, se non quello di essere sottomessi all'egemonia= stabilità come più grande bene pubblico- l'egemone controlla le infrastrutture globali materiali e immateriali (culturali e tecnologiche)= fa sì che l'egemone goda di vantaggi strutturali su tutti gli ambiti possibili e per tutti gli stati. Questi vantaggi ci sono infatti perché gli stati godono delle risorse, le sfruttano,

ci guadagnano e quindi di conseguenza lo seguono(dipendenza). Il mantenimento però di questa posizione ha un costo da pagare- lo stato egemone è coevo all’esistenza di un sistema economico internazionale=l’economia-mondo- in un mondo influenzato da uno stato egemone si ha più cooperazione internazionale- l’egemonia costa, ma costa di più il suo mantenimento= l’accumulazione di costi frena la stessa egemonia mentre gli altri stati godono dell’egemonia senza pagarne i costi- non esiste però una visione ottimale dell’egemonia

Guerre egemoniche: Il principio di instabilità della piramide dell’asimmetria di potenza ha a che fare con il declino e l’ascesa dell’egemone- storia di egemonia come ciclicità: si gira sempre intorno alla stessa storia di egemonia = il ciclo dell’egemonia segue il processo di ascesa-stabilità-declino(Gramsci)

Il principio di instabilità

dell'egemonia crea una crisi, rappresentata da costi

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
40 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/06 Storia delle relazioni internazionali

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher r.passanante di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle relazioni internazionali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Chiaruzzi Michele.