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Estratto del documento

Cividale del Friuli, Museo Archeologico Nazionale, fibula a secolo

“S” VI-VII secolo

Decorazioni auree

Troviamo qui due tipi di decorazioni auree:

⧐ Lavorazione a filigrana: tecnica molto antica, due fogli di metallo più o meno preziosi, avvolti su

sé stessi e saldati sopra una placca metallica in modo da ottenere una decorazione.

⧐ A sbalzo: consiste nell'incisione a rilievo di una sottile lamina metallica (rame, argento, oro,

alluminio) di figure, forme, scritte e motivi decorativi, ottenuta premendo e incavando la

superficie del metallo con strumenti a punta viva o arrotondata.

Roma, Museo dell’Alto Medioevo, ornamento di sella,

tecnica a sbalzo, appartenuto a un personaggio di

Corredi da Castel Trosino (Ascoli Piceno), tecnica a altissimo rango

sbalzo e a filigrana 54

Crocette auree

Sono state trovate nelle Necropoli longobarde in Italia, che hanno restituito una grande quantità di questi

manufatti, sbalzati in lamina d’oro.

Venivano cucite, attraverso i fori all’estremità, nel sudario funebre del defunto, come simbolo cristiano di

salvazione – i longobardi apprendono questa consuetudine dalla popolazione locale – ma all’inizio vi

imprimono motivi dello stile animalistico.

Cividale, Museo Archeologico Nazionale crocetta aurea

Al centro un ungulato e nei bracci una decorazione astratta

nastriformi.

Verona, Museo di Castelvecchio crocetta aurea nastriforme

Decorazione nastriforme ottenuta in una lamina molto più ampia,

quindi solo dopo aver ultimato la lavorazione è stata tagliata nella

forma di croce.

Cividale, Museo Archeologico Nazionale Crocetta di Gisulfo (†

581)

Appare come dettaglio decorativo un volto chiomato, alternato a

decorazioni e pietre rare (granato, lapislazzuli, acquemarine).

Una prima interpretazione dice che sia la combinazione delle teste

decapitate esibite come trofei dei nemici.

Viene associata la figura di Cristo (imago Christi) come simbolo di

vittoria e prosperità.

Spada da Nocera Umbra

Spada con decorazione aurea, l’elsa ampiamente lavorata con motivi nastriformi. È stata usata la tecnica

della damaschinatura - tecnica di lavorazione che consentiva una grande flessibilità alla lama, a volte

risulta visibile in quelle che sono delle piccole onde più scure sulla lama.

Elmo di Agilulfo

Identificazione

⧫ Titolo: frontale elmo Agilulfo 55

⧫ Datazione: fine e inizio VII secolo

⧫ Committenza: re Agilulfo

⧫ Dove: Italia

Analisi formale

Frontale dell'elmo di Agilulfo re dei longobardi, si tratta di un prodotto di corte,

databile tra il 591 e il 616. Si ispira alla romanità.

Realizzata a sbalzo, rifinita a cesello su bronzo dorato.

Ricorso a temi della tradizione classica interpretati con il nuovo linguaggio

dell’arte del VII secolo.

È circondato da una serie di fori che servivano per applicare il frontale appunto

a un elmo da parata in cuoio, ma è ancora aperto il dibattito se sia un reimpiego

o realizzato ad hoc.

Infine la lingua scritta è un maldestro tentativo dei barbari di usare e interpretare il latino.

Analisi iconografica

Vittorie Parte centrale Laterali

Accanto a destra e a sinistra Alle estremità a destra e a sinistra

Il trionfo di Agilulfo, identificato da

un’iscrizione. Posizionato frontalmente vediamo due personaggi per lato

vediamo due vittorie alate, di cui più grande degli altri, nell’atto di che portano due corone diverse al

una ha un corso e l’altra benedire con la mano destra e con la re, questo allude all’intenzione di

un’insegna che porta scritto sinistra poggia sulla spada. Affiancato Agilulfo di riunire l’Italia sotto il suo

“victuria”. da due personaggi con scudo. dominio. Due torri chiudono sui lati.

Cripta di Sant’eusebio

Passò dal culto ariano a quello cattolico. 56

Identificazione

⧫ Titolo: cripta di sant’Eusebio

⧫ Datazione: VII secolo

⧫ Committenza: //

⧫ Dove: Pavia

Analisi formale

Troviamo riprodotti nell’architettura gli

elementi di gioielleria, come ad esempio nella

cripta della chiesa di Sant’Eusebio a Pavia.

Volta a crociera dotata di pilastri robusti e

capitelli.

Lo troviamo nel capitello con una

decorazione che richiama l’oreficeria, in particolare alle fibule a cicala - simbolo di immortalità e quindi

anche di rinascita. Presumibilmente policromato e decorato. Non sono state ritrovate tracce di stucchi,

ma è probabile che fossero incastonate delle pietre.

Le cicale le ritroviamo anche negli abiti imperiali di Childerico - re franco del V secolo - ritrovati nella sua

sepoltura. Jean-Auguste-Dominique

Invece nel ritratto di Napoleone sul trono imperiale del pittore francese

Ingres realizzato nel 1806, le vesti di Napoleone riportano una decorazione rappresentante delle api.

Questo è dovuto a un errore dato dallo studioso che ha analizzato la tomba di Childerico, che ha letto

come api le rappresentazioni delle cicale.

Le api hanno una simbologia diversa → prosperità. 57

Copertina dell'Evangeliario di Teodolinda

Identificazione

⧫ Titolo: copertina evangelario di

Teodolinda

⧫ Datazione: inizio VII secolo

⧫ Committenza: Teodolinda moglie

di Agilulfo

⧫ Dove: tesoro duomo di Monza

Analisi formale

Coperta che copre il testo sacro,

composta da due tavole in oro che

fungono da rivestimento del

Vangelo.

Le due tavole sono decorate con

un simbolo crucifero (croci espanse) con decorazioni geometriche in tecnica cloisonné e pietre

cabochon. 8

Negli spazi di risulta troviamo il reimpiego di una serie di cammeo antichi non riferibili a questo periodo,

salvo per due (vedi immagine) inseriti poi nel Settecento.

Il tutto è il risultato del sincretismo dalla tradizione tardo romana e della cultura barbarica.

Altare di Ratchis

Identificazione

⧫ Titolo: altare di Ratchis

⧫ Datazione: prima metà VIII secolo

⧫ Committenza: Ratchis duca del Friuli

⧫ Dove: chiesa di San Giovanni Battista,

Cividale

Analisi formale

Altare a cassa a forma di parallepipedo

con la superficie in pietra d’Istria, la

stessa usata per il Mausoleo di

Teodorico.

In origine doveva essere completamente policromato e arricchito da pietre preziose incastonate nelle

rosette e nella cornice del frontale, che è decorata con motivi nastriformi.

Nel frontale vediamo un Cristo imberbe e benedicente in mandorla sostenuta da cherubini, sopra il capo

di Cristo è presente la mano di Dio.

Ha un carattere espressionistico molto forte ed estremamente semplificato, le figure sono

sproporzionate, per esempio le mani e le braccia degli angeli sono molto più grandi di quanto dovrebbero

essere. Molto lontano dal naturalismo.

Inoltre tutti gli spazi vengono riempiti dalla decorazione, come se la pienezza desse un valore aggiunto.

8 Cammeo: gioiello realizzato con incisione a sgraffio di una conchiglia solitamente. 58

Nei lati vediamo una decorazione presente su tutti e 4, in cui ritroviamo la scena dell’Adorazione dei magi

e della Visitazione, dove è praticamente impossibile distinguere le figure data la loro rappresentazione

similare con queste teste quasi filiformi.

Per questo la Madonna è distinta da un simbolo crucifero sulla fronte.

È presente un epigrafe che ricorda che faceva parte della chiesa di San Giovanni.

La parte retrostante è decorata da croci che stanno ai fianchi di questo spazio cavo che probabilmente

fenestella

era una e consentiva l’accesso alle reliquie che stavano all’interno, così come nell’altare di

Vuolvinio.

Chiesa di Santa Sofia a Benevento

Identificazione

⧫ Titolo: chiesa di Santa Sofia

⧫ Datazione: 760, fondazione di

Arechi I principe di Benevento

(seconda metà VIII secolo)

⧫ Autore: anonimo

⧫ Committenza: Arechi I

⧫ Dove: Benevento

Analisi formale

Nacque probabilmente come cappella

palatina collegata a un monastero

benedittino.

Ha una pianta particolare generata dall’intersezione di due impianti diversi, uno circolare e uno a stella, e

quindi può essere considerata mistilinea. 59

Semi-circolare nella zona presbiteriale dotata di 3

piccole absidi, mentre nella parte centrale ci sono una

serie di colonne che sorreggono un tiburio con cupola.

Mentre nell’area laterale risulta frastagliata come ad

emulare la tenda del re longobardo.

All’interno 6 colonne (con capitelli fitomorfi) sono

disposte ai vertici di un esagono centrale che

sorreggono gli archi a tutto sesto su cui è impostata la

cupola (quella originaria, prima del terremoto del 1688,

era a spicchi e coperta da un tiburio piramidale).

L’esagono centrale è circondato da un deambulatorio

scandito da due colonne in corrispondenza dell’ingresso

e otto pilastri quadrangolari.

Nel complesso ne risulta un complicato movimento

pluridirezionale.

Nell’intradosso delle due absidi laterali vi è una

decorazione affrescata che probabilmente apparteneva a un grande ciclo che apparteneva a tutta la

struttura. La datazione è molto discussa, ci sono due teorie:

⧐ La prima è che vengano datati al primo impianto (762).

⧐ Oppure all’847, che riconduce all’anno di un altro terremoto.

Fu infatti compromessa da un terremoto del 1688 e fu demolita, per poi notare varie aggiunte in epoche

diverse (schema a destra).

9

Lacerto di affresco riconducibile al VIII secolo sul catino absidale.

9 Lacerto (frammento): la definizione di frammento implica che ci sono problemi di ricostruzione iconografica e iconologica,

e/o ricollocazione nel suo luogo originario. Quando si parla di dipinto danneggiato si dice «lacerto pittorico». 60

Arte carolingia (IX-X)

In questo periodo c’è un revival del classico, una reinterpretazione dei modelli antichi che assumono un

Renovatio Imperii Romanorum

forte significato simbolico, per influenza dell’ideale del , che aveva lo

10

scopo utopico di rifondare l’impero romano ma plasmato sui valori del cristianesimo.

⧫ In generale l’architettura carolingia si rifà ai modelli paleocristiani quindi alla pianta basilicale, ma

viene adottato un nuovo elemento che è la cripta.

⧫ Sempre per quanto riguarda l’architettura, nella parte occidentale

delle strutture religiose, viene inventato una struttura chiamata

westwerk . Si tratta di un blocco verticale, un parallelipipedo

contornato da due torri angolari e addossato al corpo anteriore

delle chiese che è orientato verso occidente. Un ambiente volto a

ospitare i personaggi di rilievo che si rivolgevano verso la zona

absidale nei momenti liturgici (uno lo troviamo in Germania

nell’abbazia di Corvey).

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
109 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/01 Storia dell'arte medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher robyn_94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Pala Andrea.