Anteprima
Vedrai una selezione di 12 pagine su 51
Riassunto esame Storia dell'arte medievale, Prof. Di Fabio Clario, libro consigliato Le ragioni della bellezza 2, dalla tarda antichità a Giotto, Antonio Pinelli Pag. 1 Riassunto esame Storia dell'arte medievale, Prof. Di Fabio Clario, libro consigliato Le ragioni della bellezza 2, dalla tarda antichità a Giotto, Antonio Pinelli Pag. 2
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia dell'arte medievale, Prof. Di Fabio Clario, libro consigliato Le ragioni della bellezza 2, dalla tarda antichità a Giotto, Antonio Pinelli Pag. 6
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia dell'arte medievale, Prof. Di Fabio Clario, libro consigliato Le ragioni della bellezza 2, dalla tarda antichità a Giotto, Antonio Pinelli Pag. 11
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia dell'arte medievale, Prof. Di Fabio Clario, libro consigliato Le ragioni della bellezza 2, dalla tarda antichità a Giotto, Antonio Pinelli Pag. 16
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia dell'arte medievale, Prof. Di Fabio Clario, libro consigliato Le ragioni della bellezza 2, dalla tarda antichità a Giotto, Antonio Pinelli Pag. 21
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia dell'arte medievale, Prof. Di Fabio Clario, libro consigliato Le ragioni della bellezza 2, dalla tarda antichità a Giotto, Antonio Pinelli Pag. 26
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia dell'arte medievale, Prof. Di Fabio Clario, libro consigliato Le ragioni della bellezza 2, dalla tarda antichità a Giotto, Antonio Pinelli Pag. 31
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia dell'arte medievale, Prof. Di Fabio Clario, libro consigliato Le ragioni della bellezza 2, dalla tarda antichità a Giotto, Antonio Pinelli Pag. 36
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia dell'arte medievale, Prof. Di Fabio Clario, libro consigliato Le ragioni della bellezza 2, dalla tarda antichità a Giotto, Antonio Pinelli Pag. 41
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia dell'arte medievale, Prof. Di Fabio Clario, libro consigliato Le ragioni della bellezza 2, dalla tarda antichità a Giotto, Antonio Pinelli Pag. 46
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia dell'arte medievale, Prof. Di Fabio Clario, libro consigliato Le ragioni della bellezza 2, dalla tarda antichità a Giotto, Antonio Pinelli Pag. 51
1 su 51
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

GLI ARABI e IL SACRO ROMANO IMPERO

Alla morte di Maometto nel 632 gli arabi, originali della penisola arabica, trovarono il nuovo credo dell’Islam una formidabile elegante identitario che consentì loro di conquistare l’impero persiano e di strappare a quello bizantino il

vicino oriente e l’Africa settentrionale.da allora il Mediterraneo si divise in due sponde contrapposti: sono i vari Stati arabi di religione mussulmana, sull’altra i regni romano barbarici l’impero bizantino di religione cristiana. gli stessi

anni franchi avevano preso il controllo dell’intera regione sotto guida del re Carlo sottomettendo i longobardi liquidando nel regno delle 774 che per le sue doti passerà alla storia come l’epiteto di magno dando vita a un regno che

ambiva a far rivivere l’impero romano d’Occidente che verrà sancito nel Natale dell’ottocento da Papa Leone III.

Carlo Magno rinnovo i fasti anche culturali dell’impero romano, sul piano amministrativo affidò proporzioni più o meno vaste dell’impero ai signori da lui sottomessi.a Carlo Magno succedettero vari imperatori carolingi che

regnarono per quasi un secolo, sia pure con numerose divisioni interne fino alla Bastia germanica di Sassonia. Tuttavia l’indebolirsi del potere centrale e la conseguente instabilità che già avevano caratterizzato il regno di successori

di Carlo avevano mutato i rapporti di forza, li imperatori cominciarono allora ad appoggiarsi all’altro clero nominando vescovi conti e loro fedeli ma in tal modo aprirono via allo scontro con il papato che a metà dell’XI secolo sarebbe

sfociata nella sanguinosa lotta per l’investiture.

A soli trent’anni dalla morte di Maometto la Persia, l’Armenia e metà della costa sud orientale del Mediterraneo erano già sotto il controllo dei califfi. Per questo motivo nel 661 il califfo fondatore della dinastia degli Omayyadi decise

di spostare la capitale da Medina a Damasco in Siria. Gli arabi non potevano vantare di una proprietà edizione architettonica pertanto gli edifici che cominciarono a costruire si rifecero inizialmente ai modelli dell’architettura romano

bizantina.

la Cupola sulla roccia di Gerusalemme fu realizzata nel 689 al 691, si tratta di una cupola ottagono di circa 60 m di diametro con all’interno due

ambulacri concentrici che delimitano uno spazio a pianta circolare coperto da una cupola sorretta da un tamburo. Solo gli ambulacri sono pavimentati: nella zona

centrale dell’edificio affiora la nuda roccia della collina che la cupola ricopre come una sorta di ciborio. La decorazione musi Iva originaria si conserva per circa

280 m quadri all’interno del complesso che fu poi rimossa nel XVI secolo. I mosaici superstiti raffigurano sono a sfondo dorato gioielli corone e soprattutto tralci

vegetali, poiché la decorazione presenta quelle che saranno le tue caratteristiche fondamentali dell’arte religiosa islamica

• il rifiuto dell’immagine umani e animali dettata dal ferreo monoteismo musulmano per timore di regressi verso l’idolatria pagana = la non raffigurazione della

divinità

• L’importanza attribuita alla scrittura che entra dal protagonista nella iconografia.

Sono anche presenti per 240 m di lunghezza le citazioni del Corano all’interno dei mosaici, e rappresenta un efficace sintesi dei principi della nuova religione

rivendicando un ruolo importante di Maometto come ultimo profeta di Dio

Moschea di Damasco venne costruita intorno al 706 e il 715 dagli Omayyadi , nonostante un violento incendio del 1893 e il complesso riesce a conservare

ancora gran parte il suo aspetto originario.pur essendo anche se ispirata a modelli classici bizantini le sue componenti sono tradizionali di una moschea:

• la sala di preghiera, divisa in tre navate da file di colonne con la nicchia aperta nella parete orientale verso la Mecca (direzione della preghiera)

• Il cortile porticato con al centro la fontana per le abluzioni

• Il minareto ovvero la torre svettante con la sommità di un piccolo terrazzo dal quale cinque volte al giorno si chiamano i fedeli alla preghiera.

I muri che ne delimitano il perimetro composti da blocchi di pietra squadrati, a due ingressi monumentali a sud e a nord come quelli del tempio romano di Giove,

mentre la sala di preghiera conserva l’aspetto della basilica bizantina di San Giovanni battista.

Dopo la conquista degli arabi il culto cristiano e quello musulmano convissero all’interno dell’edificio contemporaneamente, finché non fu trovato un accordo tra i

vincitori e i vincenti. La basilica rimase i musulmani e fu definitivamente trasformata in moschea al suo interno la tomba del Battista che l’Islam bene era come profeta.

Il complesso ho una pianta quadrangolare di 157 × 100 m, metà di questo spazio occupato dalla luminosa sala di preghiera scandita in tre navate da file di eleganti colonne con capitelli Corinzi e sopra stonati pulvini che sorreggono

gli archi su cui poggia una seconda fila di colonne di minori dimensioni, che sostengono il soffitto a capriate lignee.

Quattro pilastri, al centro della navata mediana sorreggono la cupola e formano una sorta di transetto, al quale in fondo si staglia il mihrab ornato dalle tarsie marmoree. Il cortile porticato antistante la sala della preghiera doveva

rifulgere su ogni lato gli splendidi mosaici sopravvissuti solo in parte. Privi di raffigurazioni umani animali questi paesaggi sono chiaramente ispirati alla concezione islamica dei giardini del Paradiso e sono realizzati con schemi

iconografici ancora di tipologia classica e bizantina.

Nel 750 il regno degli Omayyadi furono sconfitti dalla nuova dinastia dei califfi provenienti dall’oriente, gli ABBA siti, che li costrinsero a fuggire fino in Spagna dove dovettero vita all’emirato di Cordova. Il primo atto del nuovo

califfo avviene nel 762 con la sostituzione di Damasco come capitale a quella di Baghdad concepita come il nuovo cuore del potere e il centro dell’universo secondo l’Islam. Lungo le mura che delimitano la circonferenza si aprono

porte orientali, le popolazioni all’interno sono suddivisi in gruppi etnici in isolati che a quanto pare erano di forma circolare concentrica. Il centro di questo complesso era costituito dal palazzo del califfo, intorno al quale edifici

amministrativi. Sono invece giunti fino a noi i resti di samara la città sul Tigri a circa 100 km a nord di Baghdad la città fu costruita a tempo di record interamente in mattoni crudi, come la tradizione mesopotamica. Più

stupefacente la grande moschea singolare rivive 2000 anni di distanza la memoria delle ziqqurat sumeriche.

All’interno di un poderoso muro provvisto di 44 torroni semicircolari, una selva di ben 464 pilastri in mattoni stoccati dipinti in marmo, sostengono le coperture dei portici, disposti su tre lati del vasto cortile e della sala di

preghiera che si apriva su quarto lato .suo complesso svetta il minareto che si avvita verso il cielo per un’altezza di 50 m:

• sorge sono zoccolo quadrato ed è accessibile dall’esterno attraverso la rampa

• La rampa ma mano che si sale diminuisce la curvatura e aumenta la pendenza, in modo che i piani della torre mantengono la stessa altezza

• Dopo cinque giri si arriva alla sommità

• La parte coronata da un cilindro con otto nicchie, secieche e una con una scala che conduce alla terrazza dal quale si lanciava il richiamo alla preghiera

La penetrazione araba in Occidente fu altrettanto fulminea che in oriente. Furono annesse all’Islam l’Egitto, la Libia e la provincia dell’Africa dell’impero romano ovvero la Tunisia, erano regioni strategiche per la loro fertilità e questa

vasta area veniva nominata Maghreb perché si ritrovava Occidente della Mecca.i palazzi e le moschee che un po’ alla volta sorsero comunque si caratterizzarono per uso prevalente della pietra, secondo la malizia tradizione edilizia

di queste regioni, e per l’intenso di Piero di colonne, capitelli e rivestimenti marmorei che gli edifici rovina delle grandi città romane fornivano in abbondanza.

grande moschea di Kairouan nel IX secolo la dinastia fu a capo di un emirato che comprendeva la Tunisia, Libia occidentale orientale, parte dell’Italia tra le quali la Sardegna, la Sicilia e Malta. Espressione dell’architettura di

questo periodo è la grande moschea costruita nell’836.

• protetta come di consueto da un altro muraglione ;

• A una pianta rettangolare di 125 × 75 m;

• È dominata dalla mole massiccia del mira Neto 11 m dal di base per 30 di altezza, la cui forma quadrangolare e a tre piani con una cupola alla sommità;

• Il vasto cortile della moschea e circondato da portici con colonne, capitelli e pulvini di età romana e bizantina che sorreggono archi a tutto sesto;

• Un nartece con al centro una cupola d’accesso alla sala della preghiera dove oltre 150 colonne parte delle quali accoppiate suddividono lo spazio in otto campate

17 navate, conferendo un aspetto di foresta fortemente evocativo a quell’idea di paradiso;

• Per l’equilibrio delle sue proporzioni, da qualunque angolazione lo servi questo magnifico ambiente è uno degli esempi più compiuti di sala ipostilia;

• La navata centrale più ampia delle altre e nel punto di intersezione con un’ultima campata in una seconda cupola che innalza il suntuoso mihrab;

• il mihrab è inquadrato da due colonne di marmo rosso decorato con pannelli in marmo bianco con motivi floreali eseguiti a rilievo o a traforo;

• La semi cupola in legno dipinto con tralci di vite, mentre tutto intorno alla nicchia si distinguono preziose piastrelle in ceramica dai riflessi metallici importati da

Baghdad;

La Mezquita - Cattedrale di Cordova costruita intorno al 784 e terminata nel 988, occupa rispettivamente una superficie di 22.800 m quadri. L’edificio era chiuso da un alto muro coronato da merli, in cui si aprono

numerose porte inquadrate da finestrelle e finte elogi. I motivi geometrici sono realizzati alternando pietra e mattoni creando così un elegante bicromia bianco rossa. La moschea una pianta rettangolare che l’esito di quattro

successivi ampliamenti, il complesso una struttura di compattezza formale perché tutti gli ampliamenti sono puntualmente uniformati al progetto iniziale.

Dal cortile si accede alla sala della preghiera, che origine era scandita in 11 navate la cui centrale più ampia. I primi tre ampliamenti dell’edificio

furono realizzati in asse longitudinale allungando la sala della preghiera e poi il cortile. La sala di preghiera si arricchì di altre otto navate ma il

mihrab e il minareto e tu non furono spostati rimanendo pertanto decentrati.

Le oltre 850 colonne che sostengono il tetto della sala preghiera furono recuperate dei monumenti di età romana fatte venire addirittura da

Bisanzio e Cartagine. Affinché apparissero tutte uguali furono infissi nel terreno arrivando addirittura all’altezza di 13 m, infatti fu adottato il

sovrapponimento di due ordini di archi.

> inferiori = più

Dettagli
A.A. 2022-2023
51 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/01 Storia dell'arte medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulisettimo03. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Di Fabio Clario.