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GUIMARD E BERLAGE
Insieme a Ruskin, Viollet le Duc fu uno dei teorici più importanti dell’architettura contemporanea. Le
sue teorie sono largamente basate sull’idea che i materiali devono essere usati «onestamente» e
che, come accade per il tempio greco, la forma esteriore dell'edificio dovesse riflettere la struttura
dell'edificio. Questo razionalismo strutturale è chiaramente influenzato dagli scritti di Ruskin. Egli
infatti in The Seven Lamps of Architecture (1849) riteneva l'onestà dei materiali e della forma come
uno dei sette principali compiti dell'architettura. Le tesi di Viollet esercitarono l’influsso più rilevante
sull’opera del catalano Antoni Gaudì, del belga Victor Horta, del francese Guimard dell’olandese
Berlage.
L’esotica Casa Vicens di Gaudì rivela l’influenza di Viollet-le-Duc, non solo per il razionalismo
strutturale, ma anche per la ricerca di uno stile “regionale”. Con quest’opera, Gaudì formulò per la
prima volta l’essenza del suo stile, gotico nei principi strutturali ma carico di una forte ispirazione
mediterranea e islamica. Come scrisse Ary Leblond, Gaudì era alla ricerca di “un gotico pieno di luce,
collegato strutturalmente alle grandi cattedrali catalane, che facesse uso del colore, come i Greci e i
Mori; un Gotico per metà marittimo, per metà continentale ravvivato da una ricchezza panteista”. Il
progetto si distingue per l’abbondante decorazione, i colori e i motivi naturalistici e le forti evocazioni
dell’architettura araba ed orientale.
Nel 1884 Gaudì fu incaricato di proseguire i progetti della Sagrada Familia di Francisco del Villar. I
piani più bassi furono completati in uno stile gotico di transizione. Procedere verso l’alto significa
confrontarsi con la crescita dell’autore e il suo divenire uno degli architetti più originali degli ultimi
duecento anni.La ricchezza dell’arte di Gaudì consiste nella riconciliazione tra fantastico e pratico, tra
soggettivo e scientifico, tra spirituale e materiale. Le sue forme non furono mai arbitrarie, ma radicate
nei principi strutturali e in un complesso mondo privato, carico di significati sociali e simbolici.
Gaudì si allontana dal razionalismo strutturale con la realizzazione di Casa Milà (1906-1910). Né la
struttura né il procedimento costruttivo sono espressi in modo esplicito. Al contrario, enormi blocchi di
pietra vennero scolpiti in modo da simulare una parete rocciosa erosa dal tempo. La facciata è in
continuo movimento, con i suoi davanzali profondi e sovrapposti.
In Belgio, dopo la pubblicazione degli Entretiens di Viollet-le-duc, la Société Centrale d’Architecture
de Belgique intraprese una forta campagna a favore della ricerca di un nuovo stile nazionale. Il
desiderio era quello di liberarsi dalle influenze straniere.Questo nuovo stile viene raggiunto da Victor
Horta nella fase matura della sua carriera con la realizzazione, a Bruxelles, dell’Hotel Tassel. Horta
diventò uno dei primi architetti a fare ampio uso del ferro nell’architettura residenziale, trattandolo
come se fosse un filamento organico insinuatasi nell’edificio per sovvertire la pesantezza delle pietre.
E’ considerato uno dei primi edifici in stile Art Nouveau per il suo uso innovativo di materiali ed
elementi decorativi. Horta si discostò dalle tipiche convenzioni architettoniche realizzando le colonne
che dominano la parte anteriore in ferro, anziché in pietra. Queste sottili colonne di ferro ospitano una
grande vetrata che crea un senso di apertura e leggerezza all'edificio. Gli elementi in ferro all'interno
sono volutamente visibili e sono modellati secondo forme organiche e vegetali che riportano alla
mente le sperimentazioni in ferro di Viollet-le-Duc. Le forme naturali sono poi riprese nei disegni della
carta da parati. 6
Così la prima matura affermazione del nuovo stile fu una sintesi tra l’ispirazione formale proveniente
dalle Arts and Crafts inglesi, l’enfasi strutturale del razionalismo francese e le forme e le strutture
astratte della natura.
La Maison du Peuple, costruita per il partito socialista belga tra il 1897 e il 900, è l’opera più originale
della produzione di Horta. Sviluppando i principi di Viollet-le-Duc sfruttò brillantemente un linguaggio
di pietra, mattoni, ferro e vetro per creare un’architettura che esibiva la propria struttura.
In Francia l’incontro tra l’Art Nouveau e le teorie di Viollet-le-Duc avviene nell’opera di Hector
Guimard (1876/1942). Egli crea esperienze spaziali stupefacenti nei volumi delle sue costruzioni, in
particolare la casa Coilliot e la sua doppia-facciata (1898), caratterizzata da linee vigorose e
asimmetriche, antesignane di quelle che saranno le creazioni di Le Corbusier.
Il piano terra era pensato per ospitare il negozio di ceramiche del committente Coilliot. La trovata
geniale di Guimard consiste nel pubblicizzare tramite le decorazioni fantasiose delle pareti esterne
dell’edificio l’attività compiuta al suo interno.
Guimard ebbe un grande successo - nonostante gli scandali - nella costruzione delle edicole
d'ingresso delle stazioni della metropolitana di Parigi, elaborate e voluttuose strutture in ferro battuto e
vetro, influenzate dallo stile dello stesso Viollet-le-Duc. L’ingresso della fermata della stazione
Porte Dauphine, una delle poche edicole rimaste, conservando, per di più, la sua configurazione
originale (le altre sono state smantellate), mostra una struttura di ferro chiusa anche lateralmente da
pannelli decorati e una copertura di vetro che segue un movimento ondulato e rimanda alle forme
naturali di una enorme falena. Concepita e modellata con le sue forme sinuose e lo stile appariscente
sul mondo vegetale, questa struttura, tipico esempio di Art Nouveau urbano, sembra portare
frammenti di natura nel cuore della città moderna.
In Olanda fu l'architetto Hendrik Berlage a mettere in pratica le teorie di Viollet-le-Duc nella ricerca di
uno stile nazionale. Egli progetto ininterrottamente per quasi cinquant’anni, ma la formulazione finale
del suo linguaggio architettonico avviene con la realizzazione della Borsa di Amsterdam. La struttura
in mattoni portanti dell’opera era esattamente articolata secondo i principi del razionalismo strutturale.
Barlage modificò più volte il progetto dell’edificio, con l’intento di semplificare il suo aspetto
progressivamente fino a raggiungere una forma estremamente severa. Berlage dava grande
importanza al muro in mattone, che conferiva forma e spazialità alla struttura, e considerava tutto ciò
che vi era fissato come un impaccio.
CHARLES RENNIE MACKINTOSH E LA SCUOLA DI GLASGOW 1896-1916
In Scozia, l’esperienza artistica più significativa è costituita dalla scuola di Glasgow, un gruppo d’arte
che si formò negli anni settanta dell’Ottocento. Tra i protagonisti del collettivo della scuola di Glasgow
vi erano i cosiddetti "Quattro", tra cui l’architetto Charles Rennie Mackintosh, che definirono i
canoni stilistici dell'arte di Glasgow, rispettando le linee estetiche del Liberty e riprendendo elementi
dal revival celtico, dall'Arts and Crafts inglese e dal giapponismo.
Riguardo alla progettazione Mackintosh assunse la posizione tradizionalista di Ruskin, sostenendo
che i materiali, come il ferro e il vetro, non avrebbero mai sostituito la pietra per la loro "mancanza di
massa”. La sede della scuola di Glasgow, progettata da lui stesso, è infatti una costruzione molto
massiccia. Presenta tre lati di granito grigio locale e il quarto in muratura.
LA SECESSIONE VIENNESE: WAGNER, OLBRICH, HOFFMANN
In Austria, il movimento artistico dominante a cavallo tra il XVIII e il XX secolo fu quello della
Secessione Viennese. La sua fondazione ufficiale avvenne dopo che, sotto la guida di Gustav
Klimt, gli architetti Joseph Olbrich e Josef Hoffmann si distaccarono dall’Accademia delle Belle
Arti. Vari artisti aderirono a questa associazione di artisti per liberarsi dal conservatorismo
accademico e per seguire la via della sperimentazione e dell’innovazione. Lo stesso Otto Wagner,
7
professore di architettura dell’Accademia, dimostrò le sue simpatie per la Secessione, realizzando la
Majolikahaus (1898) in stile Art Nouveau.
Nel 1898 Olbrich costruì la sede della Secessione.
Il padiglione è considerato la sintesi dei principi architettonici enunciati dai teorici della Secessione
Viennese. L'idea di Olbrich deriva da un disegno di Gustav Klimt, che prevedeva una costruzione
cubica, sormontata da un frontone simile a quello di un tempio in cui era riportato il motto della
secessione: “Al tempo la sua arte, all'arte la sua libertà” . Nel complesso si arriva alla realizzazione di
un edificio estremamente rigoroso, in controtendenza con le architetture eclettiche in voga a quel
tempo.
Il disegno di Klimt è mantenuto soprattutto per quanto riguarda l'ingresso, che sembra circondato da
un'aura mistica all'interno della quale possono
accedere solo gli iniziatici, dove la conoscenza avviene attraverso l’arte. I serpentelli decorativi
rappresentano l’unione dei due diversi spiriti dell’uomo, quello apollineo e quello dioisiaco.
Elemento di grande novità decorativa è la cupola traforata composta da migliaia di foglie di alloro in
rame ricoperte da lamine d’oro (simboleggiano la consacrazione ad Apollo, dio delle arti) la cui
lucentezza contrasta con le pareti semplicemente intonacate di bianco. La cupola permette
un'illuminazione naturale dall'alto sugli spazi espositivi interni.
Olbrich viene inviato nella colonia di Darmstadt dal granduca Ernst Ludwig Haus. Durante i nove anni
del suo soggiorno, realizza la sua opera più progressista, l’Ernst Ludwig Haus, edificio che
rappresenta la monumentalizzazione dei temi che Olbrich aveva abbozzato nella sede delle
Secessione.
Dopo la morte prematura di Olbrich, Hoffmann fu il suo successore come principale architetto della
Secessione. Nel 1905 Hoffman iniziò a lavorare al suo capolavoro, il Palazzo Stoclet, costruito a
Bruxelles tra il 1905 e il 1910. La residenza suburbana di gusto moderno è un incastro di volumi
geometrici netti rivestiti da pregiati marmi grigi contornati. Tra le altezze dei vari parallelepipedi, svetta
una torre a gradoni culminante con quattro statue di atlanti che circondano una cupola traforata con
foglie di alloro. La planimetria ha una conformazione libera,con stanze rettangolari, curvilinee o
ottagonali a seconda della specifica esigenza di funzionalità.
Un’altro capolavoro della Secessione è il palazzo viennese della Cassa di Risparmio Postale di
Wagner. Questo edificio viene chiamato dai viennesi “scatol