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Il ruolo della radio durante la guerra

Il periodo dell'armistizio e del blackout lasciò gli italiani privi di notizie, ma la radio divenne protagonista in un paese diviso in due fazioni. Un esempio è il rapporto che la radio stabilì con la Resistenza francese: fu dai microfoni della radio che De Gaulle annunciò il 18 giugno 1940 la nascita di un governo in esilio, chiamando i francesi alla resistenza all'occupazione nazista. Ancora, il generale De Gaulle, in Radio Brazzaville, nel luglio del 1944, pronunciò il discorso che definiva il suo programma di governo e il suo progetto di decolonizzazione.

Un altro esempio è l'eroica resistenza della città di Leningrado al lunghissimo assedio dell'esercito nazista, sostenuta, raccontata e celebrata dall'emittente radiofonica della città. Creata nel 1941, per moltissimi mesi riuscì a mandare in onda un regolare palinsesto autonomo, almeno fino al 23 marzo 1942, quando...

tornò sotto il controllo dei comitati direttivi centrali di Mosca. La programmazione comprendeva undici edizioni del radiogiornale, denominato "Ultime notizie". Ma parlava di tutto, come il contenitore pomeridiano intitolato "Radiocronaca" con discorsi sulla letteratura e reportage che raccoglievano le voci dei cittadini comuni). Radio Londra, Radio Brazzaville e Radio Leningrado.

Possiamo cogliere due osservazioni: come i rapporti tra informazione e propaganda non possono essere separati con un taglio netto, anche in contesti profondamente democratici la sovrapposizione della funzione di propaganda su quella di informazione è un esito inevitabile. Inoltre, vi è un indiscutibile rapporto tra la radio e la guerra. La radio trova nella guerra il terreno più fertile per crescere. Grazie la sua natura "leggera" che essendo agile, mobile, poco costosa ecc. la rendono particolarmente adatta. Lo vediamo in episodi come la Guerra fredda.

(Radio Praga e il suo notiziarioOggi in Italia), i movimenti di liberazione (Che Guevara che organizza la stazione radio Rebelde).Tutto questo perché la radio abbiamo già detto essere prettamente un medium novecentesco, si adatta e si forma con gli avvenimenti di questo secolo e a sua volta ne viene condizionata fino a modificarsi per adattarsi e sopravvivere.

2. La divulgazione culturaleL’idea di affidare alla radio il compito di diffondere presso il pubblico contenuti di cultura anche altarisale all’epoca dell’origine dei broadcast. I programmi di divulgazione culturale occuparono una parte molto vasta dei palinsesti di tutti gli enti radiofonici europei. Si va oltre il 50% del palinsesto in Italia, Germania e Gran Bretagna (sebbene condizionati dalle politiche dei regimi nazifascisti: Condottieri e maestri, Protocolli dei savi di Sion).La radio ha costruito veri e propri formati per le sue proposte culturali che potremmo dividere in tre aree: la prima sono

Le "conversazioni". Ovvero interventi, spesso di vere e proprie lezioni di esperti che illustrano i più vari argomenti. Dalla storia alla letteratura, dalle scienze all'agricoltura.

All'avanguardia in questo settore fu la radio pubblica inglese che nel 1927 diede vita a un Dipartimento di educazione degli adulti, così da superare le forme di ascolto frammentato e occasionale per trasformarlo in un ascolto organizzato in gruppi. Come le radio rurali che la politica di comunicazione del fascismo in Italia aveva installato in ogni villaggio (Ente Radio Rurale, es. Duce e i bimbi. La radio per le scuole).

Altre proposte proseguirono la caduta del fascismo: fino al 1975; oppure con recensioni, letture, antologie di scrittori classici e contemporanei, approfondimenti dei temi trascurati dalle organizzazioni ufficiali dell'istituzione. Nacque nel 1945, ebbe anche la versione televisiva dal 1963. Nella fascia preserale e durava 28 minuti.

L'Inghilterra, BBC, Third Programme, con la decisione nel 1946 di aprire un nuovo canale, il un canale in cui si concentrava la cultura alta, il meglio della letteratura, l'arte, musica e che affiancava i già esistenti Light Programme l'Home Service dedicato all'intrattenimento popolare e che rispecchiava i gusti e le richieste della classe media. Anche in Italia quelli furono gli anni della nascita di un Terzo programma. Aperto il 1° ottobre 1950, il "terzo" si ispirava apertamente all'esperienza inglese e costruiva il suo pubblico del futuro. Per entrambi i casi, inglese e italiano, non si può dire che si siano pienamente realizzati, tanto è che nel 1975 il canale fu riorganizzato. Per secondo abbiamo l'ambito della diffusione della musica. Non intesa come quella del "music box" ovvero della radio come fonte di intrattenimento musicale; ma proprio come musica "seria" in contrapposizione alla

musica leggera. La musica seria o classica ha stretto un legame fortissimo con la radio. In Europa le opere liriche in cartellone nei teatri divennero oggetto privilegiato di trasmissione radiofonica. I vari enti radiofonici intrapresero però una strada alternativa, quella della costituzione di proprie orchestre. Già nel 1924 nacquero l'Orchestra sinfonica di Lipsia e quella di Monaco, l'anno seguente la Grosses Funk-Orchester di Berlino e l'Orchestra sinfonica di Milano. Poi si ampliarono e nacquero la Grande Orchestra per la radio di Genova, nel 1930 la ORTF Symphony Orchestra, l'Orchestra della Radio di Mosca, in Francia con l'Orchestre National de l'NBC e la Symphony Orchestra negli USA da parte della BBC.

In questo contesto possiamo trarre che la musica classica è centrale nei palinsesti radiofonici nei paesi Europei, essa aiuta a rafforzare l'identità culturale nazionale (Il melodramma viene identificato)

accostato al periodo fascista) e comunque la proposta musicale non rinunciò a cercare strade nuove. La sostituzione delle dirette teatrali con esecuzioni delle orchestre create appositamente per le emittenti propongono una selezione e una distribuzione originale dell'immenso repertorio della musica seria. Ciò ha suscitato pesanti critiche: svuotamento dei teatri e delle sale da concerto, la presenza di una tecnologia che comunque non garantisce una qualità acustica paragonabile all'originale, l'ascoltatore che si trova solo e isolato, l'allargamento della proposta musicale a un pubblico molto più vasto e assai meno competente... inautenticità e massificazione.

Tra la fine degli anni Venti e i primi anni Trenta in Germania, Inghilterra, Italia e USA le radio cominciarono ad assumere il ruolo di committenti, affidando a nuovi compositori il compito di scrivere composizioni musicali originali espressamente pensate per la trasmissione radiofonica.

Unavera e propria musica “radiogenica”. Si passa anche dalle produzioni radiofoniche in diretta allaregistrazione dei programmi e alla loro messa in onda in differita.Infine, come terzo punto, abbiamo il teatro. Anche esso si è “adattato”, ovvero la sua riscrittura deltesto teatrale si è modificata in una forma più idonea alle esigenze del linguaggio radiofonico. Poi, laradio italiana a partire dagli anni 50, metteva in onda la “prosa” e più avanti si formarono i cicli.Infine, lo sceneggiato, che sconfinò dal vasto territorio dei testi teatrali per affrontare anche altrescritture letterarie e proporle in forma radiofonica. Per esempio, popolare fu il genere del romanzo,biennio tra il 1948-1949, spesso tradotto per la radio in una struttura a puntate.

La guerra dei mondiFamosa è la messa in onda del romanzo di fantascienza da H.G. Wells, il 30ottobre 1938, contaminando i generi radiofonici: fiction e

importante ruolo nella promozione e diffusione della musica popolare. Il secondo aspetto riguarda la nascita dei programmi di intrattenimento radiofonico. Negli anni '30 e '40, la radio americana diventa il principale mezzo di intrattenimento per le famiglie, con programmi comici, drammi, varietà e quiz show che attirano milioni di ascoltatori. Questi programmi diventano veri e propri fenomeni di massa, con protagonisti come Jack Benny, Fred Allen e Orson Welles. Negli anni successivi, la radio continua a evolversi, introducendo nuovi formati e generi, come i talk show, i programmi di musica rock e i programmi di notizie e informazione. La radio diventa sempre più un mezzo di comunicazione di massa, capace di raggiungere un vasto pubblico e influenzare l'opinione pubblica. Oggi, nonostante la concorrenza dei mezzi di comunicazione digitali, la radio continua ad essere un importante mezzo di intrattenimento e informazione, con una grande varietà di programmi e stili che soddisfano i gusti di diverse fasce di pubblico.ruolocapillare di promozione dei prodotti musicali, di formazione del gusto e di ampliamento delleproposte.La musica registrata quindi si afferma sotto forma di canzone. Un componimento di breve durata,royalty songs,con un testo verbale ("canzonetta"). Si tratta di brani musicali fatti per essere vendutie acquistati, monetizzati dagli autori, diventando uno dei prodotti fondamentali dell'industriaculturale, rispecchiandone perfettamente alcune esigenze: la standardizzazione del formato: treminuti, ritmo ballabile, regolarità dell'uscita dei prodotti, la corrispondenza alle richieste delmercato. La storia della canzone è profondamente legata alla radio.I programmi di canzonette sono stati punto di riferimento centrale nei palinsesti della radiodell'home entertainment.americana, elemento centralePer secondo: America, 1946, il sociologo Paul Lazarsfeld, scrive un volume sulla radio stilando unelenco dettagliato dei generi della radio, molti dei

Quali appartenevano all'area dell'intrattenimento. Il laboratorio dei generi aveva cominciato a operare negli anni 30. Ovvero un'emissione in blocchi differenziati in base alle caratteristiche e ai gusti dell'audience, fra cui anche le esigenze della pubblicità. Importanti sono le figure dei pubblicitari, le loro decisioni influivano sui contenuti, formari, casting dei personaggi e quindi sulla fortuna dei generi. La pubblicità stessa diventa un genere della radio. Si tratta di sponsor ma anche dell'inserimento all'interno di un programma di un "comunicato commerciale". In Italia veniva chiamato "spot", avevano spazio nella radio classica sotto forma di micronarrazioni, di scene di vita e canzonette.

Fra gli altri generi vi era anche lo serie di avventure per il pubblico degli adolescenti derivate dai fumetti, thriller e pulp, sit-com e soap opera (genere più famoso, con proseguimento televisivo).

a forma rettangolare e il suo colore bianco ne fanno un oggetto elegante e raffinato. La sua consistenza morbida e profumata rende l'utilizzo della saponetta un vero piacere per la pelle. Grazie alla sua formula delicata, è adatta a tutti i tipi di pelle, anche quelle più sensibili. La saponetta è un prodotto versatile, utilizzabile per la pulizia del viso e del corpo. Il suo profumo delicato lascia una piacevole sensazione di freschezza sulla pelle. La saponetta è un elemento indispensabile nella routine di bellezza di ogni donna.
Dettagli
A.A. 2020-2021
15 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cosimotoledano di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della radio e della tv e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Buscemi Francesco.