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Riassunto esame Storia della musica, Prof. Chegai Andrea, libro consigliato Musiche nella storia. Dall'età di Dante alla Grande Guerra, Andrea Chegai, Franco Piperno, Antonio Rostagno, Emanuele Senici Pag. 1 Riassunto esame Storia della musica, Prof. Chegai Andrea, libro consigliato Musiche nella storia. Dall'età di Dante alla Grande Guerra, Andrea Chegai, Franco Piperno, Antonio Rostagno, Emanuele Senici Pag. 2
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PROFESSIONALE

Sintesi delle scuole organistiche ferrarese e napoletana e il culmine dell'arte organistica in Italia del tempo si ravvisano nell'opera di Frescobaldi, carriera irrequieta, ambiziosa e spregiudicata non a torto lo ha fatto avvicinare a Caravaggio. Allievo di Luzzaschi->tastierismo fantasioso e sperimentale. Nella Ferrara appena ri-acquistata dallo stato pontificio, dopo la morte senza eredi di Alfonso II d'Este, F. entra nelle grazie della famiglia dei Bentivoglio e del cardinale Aldobrandini->preso possesso della città e dello Stato estense a nome dello zio, papa Clemente VIII, e a spogliargli di tutte le loro preziosità artistiche, musiche e musicisti compresi. Con Bentivoglio Frescobaldi va a Roma nei primi anni del Seicento->organista in Santa Maria in Trastevere; segue il padrone nelle Fiandre e ad Anversa pubblica la sua prima opera, libro di madrigali dedicato a Guido; se ne stacca nel 1608 per fermarsi a Milano. Enzo Bentivoglio lo

richiama a Roma ma G. temporeggia e riesce a trattare sul compenso offertogli; organista in San Pietro in Vaticano, suona trionfalmente per la prima volta il 1 novembre 1608. Conscio delle proprie ineguagliabili capacità di strumentista e abile nel trattare i propri affari, entra al servizio del potente cardinale Aldobrandini, avranno un rapporto non facile né privo di contenziosi artistici e finanziari. Nel 1615 viene ingaggiato dalla corte mantovana di Ferdinando Gonzaga, ma l'ingaggio non va in porto a causa delle esose richieste di G. e della fredda accoglienza dell'ambiente musicale mantovano. La sua attività a Roma sembra divenire definitiva, con prestigiose uscite editoriali e molti riconoscimenti, tra cui uno stuolo di musicisti che desiderano averlo come maestro. Tuttavia, questa attività viene interrotta da un periodo fiorentino, al servizio del granduca Ferdinando de' Medici, presso il quale Frescobaldi sperimenta anche la nuova monodia vocale. Rientrato a Roma, al servizio del cardinale Barberini, riprende il suo posto di organista.

SanPietro (con aumento di stipendio), F. assiste ai prestigiosi allestimenti dell'opera barberiniana e si trova a contatto di personalità del calibro di Gian Lorenzo Bernini. Forse prese parte a questi spettacoli, ma i documenti lo segnalano con certezza attivo come tastierista in esecuzioni di drammi sacri presso l'Oratorio del Santissimo Crocefisso nella chiesa di San Marcello, esecuzioni caratterizzate dall'apporto di cospicuo gruppo e varietà di strumenti.

Memoria Maugras:

Questo grande Frescobaldi offrirà mille sorti d'invenzioni sul suo clavicembalo sopra note tenute dall'organo. Ha acquistato tanta fama in Europa non senza ragione: per ben giudicare la sua profonda scienza occorre ascoltarlo improvvisare delle toccate piene di ricercatezze di invenzioni mirabili. Come autore cura l'edizione delle sue raccolte divenute più celebri Fiori musicali di diverse composizioni, toccate, kirie, e studiate: canzoni, capricci e ricercari in

partitura a quattro utili per sonatori, summa della sua esperienza di organista ecclesiastico pensata anche come testo didattico e ristampa delle Toccate, vero testamento della sua arte organistica di tipo virtuosistico e improvvisativo. Curò le proprie edizioni con cura maniacale preferendo, con poche eccezioni, incisione xilografica su rame ed è in grado di dare informazioni di tipo esecutivo e interpretativo. La preparazione delle edizioni gli costò molto tempo e molti denari, che ricavava dai lauti proventi della propria professione; meticolosità e pignoleria del suo impegno editoriale concorsero da subito a caratterizzare il profilo biografico. Emerge un figura nuova, autorevole e incisiva ma coerente con i tratti di spiccato individualismo che hanno caratterizzato le personalità degli strumentisti di rango delle epoche precedenti e che solo ora, nei primi decenni del Seicento, iniziano ad essere presenti anche nella professionalità dei cantanti (Peri, Caccini,

Rasi) e compositori(Monteverdi). Autorevolezza del personaggio e spiccata individualità dei suoi opera sono frutto di matura consapevolezza autoriale che non si fonda sull'idea del testo - per la musica strumentale molto più tardi - ma ancora su aspetti e peculiarità di tipo performativo e manuale. Gradimento su percezione sensoriale (non intellettuale o razionale) suscitato dalle proprie esecuzioni tastieristiche; Toccate e partite d'intavolatura di cimbalo -> modo chiarito con elencazione di precise e celebri istruzioni esecutive affinché possa essere replicato dal lettore. Estemporaneità inventiva ed esecutiva della toccata, causa prima del successo di Frescobaldi, lo induce a incoraggiare l'esecutore a un libero uso dei materiali proposti nel libro: i passi e gli affetti sono liberamente rimescolabili, selezionabili, modificabili e la toccata stessa può essere interrotta in qualsiasi punto o dar vita a libere improvvisazioni.

Toccata non è dunque un testo definitivo e modificabile ma un canovaccio suscettibile di infinite reinvenzioni. Non è applicabile a composizioni in stile rigoroso come le fantasie, i ricercari e i capricci sopra diversi oggetti contrappuntisticamente elaborati, ma in diversi casi difficoltà e modernità della scrittura tastieristica delle edizioni frescobaldiane potevano costringere esecutori meno abili di lui a drastiche semplificazioni. Celebri pagine come quelle della Toccata IX del secondo libro, in fondo alla quale Girolamo consapevolmente scrisse "non senza fatica si giunge al fine". Rilevanti anche composizioni nel genere della variazione che elaborano melodie e giri armonici alla moda o temi originali; si intravede il Frescobaldi intrattenitore del raffinato consesso di frequentatori dei salotti romani di casa Borghese, Aldobrandini, Bentivoglio, a stretto contatto con esperienze compositive ed esecutive dei cantanti e di altri generi di strumentisti.

che suonano strumenti diversi possono collaborare insieme per creare un'esperienza musicale unica. Frescobaldi suggerisce che questi strumenti possano suonare in modo allegro e che il musicista si affidi al buon gusto e al giudizio nel guidare il tempo, che è lo spirito e la perfezione di questo modo e stile di suonare. SONARE CON OGNI SORTA D'INSTRUMENTI Il protagonismo individualistico, tipico della musica strumentale solistica, è assente nella musica d'insieme, che vede la partecipazione di più esecutori in un'esecuzione collettiva e nella creazione di un evento sonoro con caratteristiche estetiche e finalità sociali diverse da quelle finora individuate nella musica per liuto o per cembalo-organo. Gli stessi esecutori che suonano strumenti diversi possono collaborare insieme.

Appartengono all'anonimato delle categorie sociali più basse. Musica d'assieme utilizzata in contesti cortesi a aristocraticie in ambiti cerimoniali, protocollari e conviviali; nei primi può essere praticata da gentiluomini e gentildonne o passivamente da chi fruisce quando eseguita da musicisti professionisti, che sono sempre affidatari delle esecuzioni pubbliche per rituali civici, diplomatici o ecclesiastici o degli intrattenimenti privati in occasione di feste, danze e conviti. Fra gli strumenti coinvolti -> distinzione estetica e sociale; prescrizioni di Baldassar Castiglione limitano alle tastiere e agli strumenti ad arco quelli appropriati al gentiluomo. Banditi strumenti a percussione o a fiato, soprattutto alle donne (cosa disgraziata). Restano prerogativa dei musici pratici, spesso in gruppi molto eterogenei: il bolognese Bottrigari, umanista e teorico della musica, descrive con qualche disappunto un assieme costituito da un clavicembalo grande, una spinetta grande,

tra lauti di varie forme, una gran quantità di viuole e un'altra di tromboni, due cornetti uno dritto e uno torto, due ribecchini e flauti grossi dritti e traversi, un'arpa doppia grande e una lira che generava una confusione accompagnata da una discordanza, che ha più offeso che dato piacere. Simile eterogeneità unita a perfetto accordo e sorprendente armonia, era soprattutto frequente presso le corti, come quella estense, che attribuivano alla musica un importante ruolo rappresentativo; a Ferrara erano celebri i concertoni di voci e strumenti con cui il duca Alfonso II accoglieva, allietava e stupiva illustri ospiti a visita. Inventari redatti alla morte del duca elencano non meno di 45 diversi strumenti fra cui una quindicina di viole, flauti grossi, sei arciliuti, una dozzina di strumenti a tastiera e altri strumenti rari e bizzarri. In dimensioni ridotte complessi di musica strumentale sono presenti anche presso semplici aristocratici o accademie: nel Dialogo

Della musica di Doni si menzionano intrattenimenti musicali in casa di un nobile piacentino, marchese Malvicino, dove si ascolta musica di liuti, strumenti, pifferi, flauti, voci, e l'Accademia Filarmonica di Verona (1543) possedeva formidabile strumentario utilizzato per l'esecuzione strumentale di brani vocali da parte degli accademici.

L'uso di musica d'assieme per occasioni conviviali mostra di essere sottolineato perché molto frequente e spesso attestato dalla pittura contemporanea. Papa Leone X era solito allietare i propri pasti, soprattutto se in compagnia di ospiti di riguardo, con esecuzioni di musiche strumentali (liuti e fiati). Celebri i banchetti offerti dal cardinale Ippolito d'Este a ospiti illustri: nel 1529 resero indimenticabili le infinite portate per oltre cinquanta commensali i suoni di svariati strumenti in diversa combinazione: liuto, arpa, cetra, flauto ecc...

La musica d'assieme nel corso del Cinquecento tarda ad avere

Un repertorio autonomo -> gruppi strumentali eseguono perlopiù polifonia in origine scritta per le voci come madrigali, mottetti, chansons francesi che per gradevolezza melodica e la prevalente verticalità dell’assetto polifonico, ben si adattano all’estemporaneo assieme strumentale. Frequente è osmosi fra repertorio organistico e musica d’assieme, anche in conseguenza della prassi di stampare in libri-parte musiche di concezione contrappuntistica originariamente pensate per le tastiere o per studio: è ciò che le stampe del tempo segnalano con la frequente locuzione “da sonar con ogni sorta d’instromenti”. Esecuzioni polistrumentali di chansons francesi sollecitano, non prima degli anni Settanta, l’avvio della composizione di originali canzoni per assiemi strumentali imitanti il modello vocale.

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
94 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/07 Musicologia e storia della musica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lel_27 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della musica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Chegai Andrea.