Estratto del documento

In un segno ci sono due piani compresenti

signi cante: piano sicamente percepibile del senso, parola pronunciata o

scritta, il concetto

signi cato: piano non materialmente percepibile, l’informazione veicolata dal

piano percepibile, il contenuto

il signi cante, attraverso la mediazione di un signi cato con cui è associato e

referente

che esso veicola, si riferisce a un elemento della realtà esterna, un

(triangolo semiotico)

un codice si può de nire come un insieme di corrispondenze tra signi cati e

signi canti e un segno come l’associazione di un signi cante e un signi cato

arbitrarietà

tutto il segno è arbitrario, viene scelto per convenzione

i rapporti che ci sono tra signi cante e signi cato non sono dati naturalmente,

ma posti per convenzione, quindi arbitrari

livello 1: è arbitrario il rapporto tra segno e referente

livello 2: è arbitrario il rapporto tra signi cante e signi cato

livello 3: è arbitrario il rapporto tra forma e sostanza del signi cato

livello 4: è arbitrario il rapporto tra forma e sostanza del signi cante

Vi sono dei segni linguistici che appaiono almeno parzialmente motivati:

onomatopee: riproducono iconicamente nel signi cante ciò che designano,

ma vi è comunque convenzionalità arbitraria inscritta nel singolo sistema

lingua, non sono quindi naturali come sembrano (in italiano si dice

chicchirichì mentre in inglese cock-a-doodle-doo, in francese cocorico ecc.)

ideofoni: espressioni imitative o interiezioni descrittive che che designano

fenomeni naturali o azioni (boom, zac, bau-bau)

iconismo nella morfologia: idea di pluralità, più materiale nella realtà sarebbe

evocata o suggerita o riprodotta nella lingua dal fatto che la forma plurale

contiene più materiale fonico rispetto al singolare. (uomo > uomini, child >

children, parole più lunghe che implicano più cose)

fi fi

fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi

fi fi fi

fonosimbolismo: teoria sviluppatasi negli anni 80 secondo cui nel segno

linguistico ci sarebbe più motivazione di quanto si pensi, che in realtà

all’interno dell’arbitrarietà gioca un ruolo importante il modo in cui

pronunciamo i suoni.

non è il suono in sé ma il mio modo di processare il suono che nell’inconscio

fa sì che io percepisca un suono e lo colleghi ad un’idea.

ad esempio, con i suoni occlusivi possiamo immaginare gure “spezzate”,

oppure associamo la vocale i (stretta e lunga) con “cose” piccole (piccino,

piccolo, little), la O con “cose” grandi (boss, gross)

teoria facilmente smentibile doppia articolazione

il signi cante di ogni segno linguistico è costruito su due livelli

morfemi,

1. i unità minime che hanno sempre un signi cato e vengono

riutilizzate per formare altri segni, mattoncini che creano cose sempre

nuove (gatt-o / gatt-ino)

fonemi,

2. i unità ancora più piccole che però non hanno un signi cato (g-a-

t:-o / g-a-t:-i-n-o) trasponibilità di mezzo

Il signi cante (messaggio) può essere trasmesso sia attraverso il canale

fonico-acustico (il parlato), sia attraverso il canale visivo-gra co (la scrittura)

le due opzioni non sono quasi mai compossibili (tranne ad esempio nella

sottotitolazione o nel linguaggio dei segni)

il parlato è sempre prioritario

- in senso antropologico: non tutte le lingue parlate sono scritte (solo 1/10),

tutte le lingue scritte sono anche parlate

- in senso ontogenetico: ogni essere umano impara prima a parlare e poi a

scrivere

- in senso logenetico: la scrittura si è sviluppata molto tempo dopo il

linguaggio verbale linearità

il signi cante (messaggio) si realizza tramite una produzione di segni (parole)

che si sviluppa in modo lineare nel tempo (parlato) e nello spazio (scritto)

fi

fi

fi fi fi fi fi fi

discretezza

la di erenza tra le unità della lingua è assoluta e non relativa o quantitativa

le parole sono sempre discrete (= separate)

nella lingua quindi il signi cato non varia in proporzione al variare del

signi cante, né viceversa

onnipotenza semantica (o plurifunzionalità?)

per alcuni la lingua è onnipotente, quindi ogni messaggio può essere

traducibile in una lingua umana

MA non tutti i contenuti veicolabili attraverso il linguaggio verbale umano

possono essere tradotti in codice diverso (ad esempio non si può “tradurre”

(non si può esprimere a parole) azioni manuali, come fare il laccio alle scarpe

o il nodo alla cravatta) o anche se si può non è detto che vengano poi recepiti

funzioni della lingua

la lingua è uno strumento. non ha valore in sé, ha valore quando è utile,

funzionale

serve per:

• esprimere il pensiero

• trasmettere informazioni

• intessere o mantenere o rompere rapporti sociali

• manifestare sentimenti e stati d’animo

• risolvere problemi

• creare mondi possibili (mentire o sognare)

6 fattori della comunicazione, ognuno caratterizzato da una funzione

speci ca [schema di Jakobson*]:

- emotiva: emittente

- conativa: ricevente

- poetica: il messaggio

- fàtica: canale

- metalinguistica: codice

- referenziale: contesto

ff fi fi fi produttività

si possono produrre messaggi sempre nuovi

possibile grazie alla doppia articolazione

creatività regolare, ancorata a un numero limitato di regole e principi

applicabili ricorsivamente

uno stesso procedimento è riapplicabile più volte (anche in nite) per produrre

nuove parole (morfologia) e messaggi (sintassi)

si passa da un inventario chiuso (suoni > morfemi) ad uno aperto (> parole >

frasi) distanziamento e libertà da stimoli

si possono formulare messaggi relativi a cose lontane, distanti nel tempo,

nello spazio

con la lingua si può immaginare (parlare di un’esperienza in assenza di tale

esperienza) e parlare anche di un mondo irreale

potenza immensa di produzione di lingua grazie all’immaginazione, al sogno

trasmissibilità culturale

tra innatismo (ciò che deriva dal nostro essere biologicamente esseri umani,

quindi avere un apparato fonatorio, la mente)

e relativismo (ciò che ci deriva dall’esperienza non solo di vivere nel mondo,

ma di vivere in un determinato mondo culturale) per esempio, abbiamo tutti la

capacità di produrre suoni ma in base al contesto culturale li produciamo in

modo diverso (gli arabi producono suoni più “bassi” nella gola ad esempio

“ogni uomo nasce in una lingua”

questa interazione fra componente innata e culturale in uisce molto

sull’acquisizione e l’apprendimento della lingua no al periodo della

prepubertà linguistica (periodo critico, 0-10 anni)

complessità sintattica

ogni lingua organizza in modo più o meno complesso le regole di produzione

delle frasi (sintassi / pragmatica)

elementi da considerare:

- ordine degli elementi fi fl fi

- le dipendenze

- le incassature

- la ricorsività

- il tipo di legame espresso con congiunzioni

- discontinuità nella strutturazione del messaggio

equivocità

lo stesso signi cante può avere signi cati diversi e creare equivoci

il linguaggio umano tra oralità e scrittura

linguaggio: capacità di comunicare attraverso un codice di segnali condivisi

da una specie animale (umana o non umana)

lingua: modalità di attuazione della facoltà di linguaggio tipicamente umana,

che si presenta di erenziata in diverse comunità ma con caratteristiche

uniche ed esclusive:

• è economica in quanto a dispendio energetico

• è creativa e semplice

• permette di liberarsi dal contingente e comunicare oltre i limiti di spazio/

tempo e vero/falso

• costituisce un sistema aperto, adattivo rispetto al tempo e al contesto

• l’emittente può raggiungere contemporaneamente più riceventi e la

ricezione è contemporanea alla produzione del linguaggio

la facoltà verbale di produrre lingua è esclusiva alla specie umana

è naturata qualitativamente e quantitativamente nel corso dell’evoluzione

dell’Homo Sapiens Sapiens, quando l’uomo ha sviluppato le precondizioni

anatomiche e neuro- siologiche necessarie per l’elaborazioni sica e mentale

della lingua

1. un adeguato volume del cervello

2. una conformazione del canale fonatorio “a due canne” (canna orale lunga e

faringe breve > canna orale corta e faringe lunga, cassa di risonanza)

fi ff fi fi fi

linguaggi non verbali - intenzionali e non

• dati dalla chimica (reazioni ormonali)

• dalle reazioni spontanee (espressioni del viso che non si possono

controllare e che fondamentalmente subiamo)

Ekman & Friesen, 1972 (https://www.may eldschools.org/Downloads/

17%20I%20Can%20See%20it%20All%20Over%20Your%20Face2.pd

f)

rabbia, sorpresa, disgusto, paura, felicità, tristezza = emozioni

immediate che non si possono nascondere e non si possono ngere

• dalla prossemica (gestione dello spazio tra interlocutori, tutto ciò che

riguarda il contatto sico, strettamente legato anche alla cultura)

• dalla gestualità dalla lingua alla scrittura

(molto probabilmente) la scrittura nasce per cercare il rapporto con il divino,

comunicare direttamente con l’aldilà

i sistemi di scrittura:

• semasiogra ci (disegno > messaggio)

sistemi che non utilizzano simboli linguistici bensì adottano disegni

motivati analogicamente e ideogra e che rappresentano iconicamente

concetti o idee ↓

• pittogra ci (disegno > parola)

con l’introduzione del sistema cuneiforme, i disegni (ora pittogrammi)

persero la loro forma iniziale e divennero segni convenzionali, meno

intuitivi e generali e più criptici e speci ci.

• glottogra ci (simbolo > parola o suono)

sistemi di scrittura che fanno uso di simboli linguistici, suddivisi in

logogra ci

1. (1 carattere = 1 morfema)

fi fi fi fi fi fi fi fi fi

ad es. gerogli co egiziano, alcune migliaia di parole costituite da

tre segni: un fotogramma un pittogramma e un determinativo

(che indicava il campo semantico relativo alla parola)

fonogra ci

2. (1 carattere = 1 suono)

sillabogra a (1 carattere = 1 sillaba),, abjad (1 carattere = 1

consonante), abugida (1 carattere = 1 consonante + 1 vocale),

alfabeti (1 carattere = 1 consonante o 1 vocale), gra a di tratti (1

carattere = 1 conformazione articolatoria)

altri elementi importanti quando si parla del rapporto di oralità e scrittura

sono il legame simbolo-sacralità-pote

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ludogarr di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della lingua italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Pompeo Flavia.
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