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LA SAPIENZA POETICA
Vico dà molto peso alla poesia, infatti è la disciplina delle prime due età, esprime la conoscenza che l'uomo ha della realtà che lo circonda, ha un valore estetico, filosofico e conoscitivo = IDEA DI VERO POETICO, la poesia ha un valore autonomo.
Vico si inserisce nel filone dello studio e interrogazione dell'origine del linguaggio, secondo cui in origine il linguaggio non era parlato ma cantato (= Rousseau), serve ad esprimere le idee dell'essere umano ed è legato alla socialità (patto sociale).
Problema del linguaggio:
- è indispensabile per fondare la società.
- non può svilupparsi senza la società.
"Iliade" "Odissea"
Vico prende parte alla QUESTIONE OMERICA: si pensa che siano scritti di Omero, ma gli studi filosofici mettono in evidenza la presenza di prove che mettono in dubbio che queste opere siano effettivamente sue ma che invece siano scritti collettivi.
interventi di molti autori (processo disedimentazione). SETTECENTO BRITANNICO
L'illuminismo nasce in Inghilterra e viene poi importato in Francia tra il XVII e XVIII secolo attraverso scambi culturali e pensatori come Voltaire. A causa delle differenze socio-politiche tra Inghilterra e Francia, l'illuminismo prende delle inclinazioni differenti:
- FRANCIA: impianto morale = livello superiore di radicalità della critica sociale religiosa.
- INGHILTERRA: impianto gnoseologico = tolleranza e democrazia.
Gli iniziatore dell'illuminismo inglese sono John Locke (padre dell'empirismo) e "Ottica" Isaac Newton (rivoluziona la fisica, scrive opere filosofiche tra cui del 1704: opera scientifica e filosofica, fa un esperimento della luce bianca). Con loro si afferma un NUOVO MODELLO DI RAGIONE che funziona in maniera induttiva e sperimentale.
DIBATTITO RELIGIOSO
In Francia e in Inghilterra sono appena terminate le guerre di religione. In Inghilterra c'è
Una maggiore tolleranza e Voltaire durante il suo esilio descrive come i quaccheri (setta/confessione del cristianesimo con posizioni eterodosse) riescano a vivere integrati nella società. C'è un atteggiamento meno integralista per quanto riguarda lo scisma protestante, perché il potere religioso è commisto con quello politico. Da un lato c'è un tentativo di irrobustire e potenziare la tolleranza, dall'altro lato di dimostrare che non necessariamente la ragione si scontra con i principi della fede = di Locke mette in luce come i dogmi alla base del cristianesimo siano accettabili in maniera razionale (posizione deista).
DEISTI INGLESI
In Inghilterra si sviluppa la corrente del DEISMO, è la convinzione che nel fondamento di tutte le religioni positive (storiche) vi sia un unico nucleo di precetti morali accessibili o con la ragione o con l'istinto naturale:
- DEISMO RAZIONALISTICO: si
DEISMO SENTIMENTALE: il sentimento ci rende consapevoli dell'esistenza della divinità e delle sue leggi (la coscienza di Rousseau). La rivelazione è quindi considerata superflua, i testi sacri e il ruolo del prete (mediatore tra il fedele e Dio) perdono la loro centralità. Per i deisti la religione diventa una questione intima/diretta tra ogni essere umano e la divinità, c'è un attacco alla centralità della chiesa secolare. Dio è concepito sia come un Dio personale, ma anche e soprattutto come un principio creatore e ordinatore dell'universo. Tra i deisti, ci sono alcuni qualificati come LIBERI PENSATORI, ovvero come sostenitori dell'autonomia della ragione (proto illuminismo): Anthony Collins, John Toland e Matthew Tindal. ANTHONY COLLINS 1676-1729 Collins individua i tratti caratteristici del libero pensiero, che risiede nel servirsi liberamente della propria razionalità perverificare la validità delle proprie conoscenze. Il libero pensiero si deve applicare in tutte le sfere della conoscenza, ("Tractatus theologico-politicus" anche nella teologia e nella religione di Spinoza).- FRANCIA: analisi anticlericale e sovversiva della religione, l'obiettivo dei materialisti era quello di distruggere l'ordine ecclesiastico.- INGHILTERRA: testi innovativi che sostengono delle idee controcorrente per l'epoca, ma con l'obiettivo di promuovere i valori della tolleranza e dell'armonia sociale. JOHN TOLAND 1670-1722 "Cristianesimo senza misteri". È un libero pensatore che vuole ricostruire il fenomeno del cristianesimo come un fenomeno storico (insieme a Spinoza e Tindal), perché sono degli uomini che hanno interpretato e scritto il testo sacro. Inoltre sostengono che se si trova qualcosa che va al di là della ragione o cheècontraria ad essa, deve essere rifiutata come pregiudizio, poiché inquinal’essenza della vera religione.
I dogmi religiosi devono essere ricondotti al loro significato pratico e alla loroutilità per la condotta degli uomini, c’è un tentativo di conciliare la sfera religiosacon quella pratica dell’individuo.
La conclusione è che le sacre scritture hanno un valore informativo e storico, manon prescrittivo.
Toland comunque non cerca un conflitto con la religione convenzionale.
MATTHEW TINDAL 1656-1733
Tindal nel 1730 scrive l’opera “Cristianesiamo antico come la creazione”.
Ha una posizione radicale, considera il vangelo come una riproposizione dellareligione naturale. Sostiene che tutto quello che c’è di buono nelle sacrescritture altro non è che una riproposizione allegorica della legge naturale, c’èuna superficialità delle sacre scritture.
MORALISTI INGLESI
Nel Regno Unito, che
comprende l'Inghilterra (Oxford e Cambridge), Scozia (Edimburgo) e Irlanda (Dublino), si sviluppa la corrente dei MORALISTI: - sviluppano un'importante riflessione sull'etica; - applicano il metodo sperimentale newtoniano allo studio della natura umana (Hume); - rifiutano il modello antropologico hobbesiano che nella descrizione dello stato di natura aveva espresso una visione antropologica negativa: l'uomo moralmente incline all'aggressività nei confronti del prossimo, animato solo dall'amore di sé (homo homini lupus). ERRORE DI HOBBES: secondo i moralisti Hobbes sbagliò a privare la morale di un fondamento universale negando che essa sia radicata in Dio e nell'uomo. Essi sono universalisti, sostengono che sia necessario individuare un fondamento universale dell'etica che possa valere sempre. Tra i moralisti inglesi abbiamo: Conte di Shaftesbury, Francis Hutcheson, Bernard de Mandeville e George Berkeley. CONTE DI SHAFTESBURY 1671-1713Il suo nome completo è Anthony Ashley Cooper, III° Conte di Shaftesbury. Fu allievo di Locke. Ha una visione ottimistica e armonicista della natura umana (VS Hobbes). Fonda in maniera universale la morale attraverso un sentimento di benevolenza comune a tutti gli uomini = SENSO MORALE (simpatia di Hume).
Il senso morale ci consente di cogliere immediatamente/intuitivamente la differenza tra bene e male attraverso il legame che si sviluppa tra il senso morale e il senso estetico, noi consideriamo bello o brutto ciò che è rispettivamente moralmente giusto o sbagliato. In questa prospettiva sia ciò che è bene sia ciò che è giusto e bello, hanno un carattere oggettivo e assoluto perché si radicano nel senso morale (fondamento universale) VS RELATIVISMO CULTURALE, secondo cui una cosa non può essere giusta per me.
Il senso morale ci dà fondamento e oggettività alla morale ed è ciò che consente agli uomini di vivere socievolmente.
Fonda l'etica e la politica. FRANCIS HUTCHESON 1694-1746
Hutcheson è un convinto sostenitore della BENEVOLENZA (senso morale), essa consente agli esseri umani di sviluppare la loro socievolezza e da cui derivano tutte le azioni virtuose. Indaga il rapporto tra il singolo e la comunità, ipotizza una regola per stabilire quando un'azione è buona nella prospettiva più generale "l'azione migliore è quella che procura la maggiore felicità per il maggior numero di persone" = estendere il bene a più persone. L'idea di essere in grado di misurare la felicità con dei criteri oggettivi, potrebbe essere uno strumento utile per le riforme sociali.
BERNARD DE MANDEVILLE 1670-1733
Mandeville è di origine olandese ma opera in Inghilterra. "Favola delle api, ovvero dei vizi privati e pubbliche virtù" del 1714,
è un immaginario collettivo nel quale si pone in maniera polemica rispetto agli altri moralisti britannici:
- MORALISTI: bisogna perseguire la benevolenza e condannare l'egoismo.
- MANDEVILLE: noi in maniera ipocrita tendiamo a condannare l'egoismo e gli altri aspetti dell'esistenza umana, ma essi sono fondamentali per il mantenimento della società stessa.
La prova a sostegno di Mandeville è la sua favola (modello di Esopo) con annessa spiegazione teorica (saggio/interpretazione filosofica). Le protagoniste sono le api all'interno dell'alveare e sono la metafora degli inglesi in Inghilterra. Le api sono viziose, corrotte, lottano per essere le migliori e stare meglio, ma l'alveare in questo modo funziona benissimo, è in perfetta salute. Un giorno, le api (false) chiedono a Zeus di liberare l'alveare dai vizi e Zeus le accontenta: le rende buone e benevole, ma dopo poco tempo l'alveare va a rotoli. Senza i vizi la
società non può stare in piedi; l'egoismo è la molla per il progresso e la prosperità, senza la volontà di essere migliori degli altri la società non si sarebbe mai evoluta; il vizio preserva la società dalla stagnazione/accidia e la conflittualità naturale tra gli individui è la condizione necessaria del progresso. Non dobbiamo condannare in blocco tutti gli istinti competitivi dell'essere umano, perché sono fondamentali nella società come le passioni benevole. Mandeville favorisce la necessità del giusto mezzo, bisogna regolamentare i vizi. GEORGE BERKELEY 1685-1753 Berkeley è considerato uno dei tre grandi pensatori settecenteschi insieme a Locke e Hume. Ha una biografia interessante ed era un religioso: - DUBLINO, TRINITY COLLEGE: studi + vita molto piena. - STATI UNITI, LONDRA: missionario, prova a me