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La perfezione degli dei e la loro somiglianza con gli uomini
Non avere passioni o affetti. La gioia eterna degli dei è solo pieni della convinzione di perfezione e pienezza di se stessi. Si dilettano della propria potenza. Proprio per tale motivo, secondo Epicuro, è inutile prostrarsi davanti alle statue o temere dei irati. La perfezione degli dei è il fondamento della religione stessa: bisogna venerare senza aspettarsi niente in cambio. Gli dei sono simili agli uomini poiché essi li immaginano con fattezze mortali. Da questo punto di vista, il pensiero di Epicuro risulta essere carente: gli dei assomigliano all'uomo solamente esteriormente, non interiormente.
All'interno del paragrafo, Velleio cita il principio della isonomia, ossia l'equilibrio. Se infiniti sono i dolori degli uomini, infinite sono le beatitudini degli dei; se infiniti sono i mondi, infiniti sono gli intramondi.
Storicamente, l'isonomia fu un termine greco utilizzato sia in campo giuridico sia in campo medico. Per quanto
concerne il primo, l'isonomian contrassegna deil'uguaglianzacittadini di fronte alla legge. In campo medico contrassegna fra le diverse partil'equilibrioIppocrate,del corpo. Gli umori del corpo, secondo si devono equilibrare.Principi vari dell'epicureismoSecondo Velleio, poiché gli dei non avvertono bisogni e stimoli, essi non possono agirecome gli uomini. Egli parla di come l'impossibilità di conoscere forme d'azione umane.ozioMentre gli dei di Epicuro vivono nell'ozio, il dio degli stoici agisce nel mondo,tormentandosi affaticandosi.eVi è, pertanto, un Dio affaccendato con mantici e incudini alla creazione dellarazionalità.Velleio critica tale finalità, ponendo una certa distanza tra Zenone ed Epicuro. Secondoopera della naturaquest'ultimo, il mondo si è costituito per senza che fosse necessaria unaesecuzione ispirata ad un preciso progetto. l'uomo è libero diVelleio, inoltre,Respinge l'idea di fato. Difatti, nella casualità di Epicuro decide per se. Da questo punto di vista critica sia il principio dell'heimarmene - fato - sia quello delle idee da vecchierelle e ignoranti. - divinazione -, reputandole Cita, difatti, gli mantike aruspici, gli oracoli, gli interpreti... Nonostante Epicuro abbia liberato l'uomo da questi terrori, non bisogna rinunciare alle divinità. La religione diviene gli uomini partecipano alla religione della perfezione: tradizione senza temere l'ira degli dei, bensì venerando la loro bellezza.
Prende la parola Caio Cotta
Dal capitolo 61 in poi, prende la parola Caio Cotta. Quest'ultimo fu un filosofo scettico favorevole alle tesi di Carneade. Nonostante l'incarico di pontefice massimo, Cotta mette in discussione l'esistenza degli dei. Il filosofo in questione, ritiene che la discussione di tali tesi sia molto più facile all'interno di una cerchia privata, rispetto
all'assemblea pubblica. Cotta pone l'accento su alcuni punti fragili:- Prolempsin: l'esistenza non è una nozione comune, difatti vi sono popoli barbari i quali non prestano minima attenzione agli dei. Cita il sofista Protagora poiché esso è stato esiliato da Atene a causa delle sue opinioni. Secondo Cotta, molti sono atei, tuttavia pochi ammettono tale agnosticismo a causa delle sanzioni;
- Teoria degli atomi: poiché ogni composto atomico nasce nel tempo, persino gli dei hanno un principio e una conseguente fine. Da questo punto di vista, il concetto di felicità e di eternità si sfalda.
- Fattezze umane: tale credenza non è altro che un artificio pedagogico, utilizzata per innalzare l'uomo, per lusingarlo ed anche per favorire il lavoro artistico. Inoltre, riprendendo il discorso di Aristotele, essi non possono assomigliare agli uomini, l'agire dev'essere legato al...
fine.poichèPoichè ogni organismo è attratto dai propri simili, il bisogno di immaginare gli dei confattezze umane proviene da una forza naturale. Difatti, se gli animali avessero la capacità diragionare, ognuno porrebbe la propria specie al primo posto.Senofane.
Nel paragrafo 28, Cicerone cita Secondo quest'ultimo, ogni singola religione immagina le divinità in base alla propria Inoltre, nel paragrafo 123, identità somatica.Cotta fa riferimento all'isola di Serifo dove, essendoci solo conigli, gli abitanti non erano a conoscenza della presenza di altri animali. speculano intorno agli Pertanto, la filosofia di Epicuro nasconde una forma di Essiateismo.dei, avendo paura di dichiarare tali affermazioni.Aristotele Aristotele.Cotta fa riferimento alle tesi di Secondo quest'ultimo, vi è un nesso indissolubile tra l'attività e la felicità. In quanto essere di ragione, solamente quando realizziamo ciò che
siamo in potenza giungiamo alla felicità.un’energia Inoltre, secondo Aristotele, l’uomo non è passivo. Nell’occhio vi è che gli permette di vedere e, di conseguenza, di provare piacere. Difatti, quando ci inoltriamo in un paesaggio estraneo osserviamo con attenzione: tale attività intensiva ci provoca un grande senso di piacere. Ecco il paradosso: gli dei si compiacciono della loro perfezione sebbene non agiscano come gli umani. Nel nostro corpo tutto è non vi è nulla di superfluo: un esempio lampante è la razionale, capacità di parlare. non possono essere felici. In base a tale filosofia, gli dei di Epicuro Proprio come negli umani nei quali un solo dito in più sarebbe una seccatura, per gli dei gli arti sono inutili. Il riferimento alle dita non è certo casuale, difatti la viene considerata lo strumento manoprincipale volto allo sviluppo della ragione. Genesi delle credenze religiose genesi delle credenze VieneIntrodotto un argomento precedentemente affrontato, ossia la religione. Secondo Cotta, ciò che diviene utile all'uomo viene considerato come una sacralità. La religione, pertanto, nasce dalla perfezione del cosmo o dai bisogni che vengono divinizzati. Gli dei di Epicuro non rientrano in queste spiegazioni, essi non compiono alcuna buona azione.
Cotta cita il filosofo secondo il quale: divino è ciò che giova alla vita umana. Prodico, inoltre, secondo Cotta, una stirpe trasforma in dei gli antenati fondatori della città, gli eroi i quali hanno posto radici in terra straniere... l'apprendimento.
L'accademico pone l'accento sul considerato fondamentale per il gioco, bambini, pur oziando, giocano e, pertanto, sono sempre in movimento.
Ulteriori critiche affrontate da Cotta:
- Perché gli uomini devono essere costretti al culto e alle cerimonie per dimostrare la loro
- Nessun servizio, pertanto nessuna
pietà, fedeltà e il loro rispetto verso gli dei? • Perché gli uomini credono nell'esistenza di determinate verità? Secondo Cotta, così come strumento di Crizia, la fede negli dei non è altro che mera Non è altro che unopolitica.governo. Infine, tra il paragrafo 121/122, Cotta pone l'accento sul logos descritto dagli stoici. Poiché la filosofia stoica promuove il contatto con gli uomini e l'importanza della ragione, egli la difende. Difatti, secondo Cotta gli epicurei sbagliano nel reputare deboli coloro i quali provano benevolenza e bontà.
Secondo libro All'interno del secondo libro, Balbo difende la filosofia degli stoici. Secondo quest'ultimi, la divinità impersonale ovunque presente. ragione è una fuoco cosmico. Secondo tale dottrina vi sono dei al cui termine divampa il Di tempo inciclitempo, il fuoco brucia il mondo, portandolo alla rinascita. Essa non è altro che una eterno
ritorno.ripetizione di ciò che si è verificato, un vero e proprio
Prende la parola Balbo
Nel difendere tale razionalità, Balbo fa riferimento a due teorie:
- La ripetizione, la regolarità e il movimento meccanico dimostrano la veridicità del logos.
- Tale punto di vista viene proposto dai primi stoici - Zenone, Cleante e Crisippo -;
Il mondo è divino nella varietà e nella diversità presentata dalla terra. Tale visione viene
- proposta dagli stoici Panezio e Posidonio durante l’età di Cicerone.
Posidonio e Panezio furono dei grandi viaggiatori, difatti il primo iniziò a studiare la
corrispondenza fra le fasi lunari e le maree. Proprio per tale motivo pose l’accento sulla
secondo cui ogni singolo elemento è strettamente legato.
simpatia cosmica
In maniera tale da provare la perfezione del logos, Balbo pone l’accento sull’esistenza del
Poiché esso rappresenta il fuoco cosmico, ossia la
Razionalità divina, coloro i quali dubitano della suddetta mettono in dubbio l'esistenza stessa dell'astro. La divinazione, a differenza degli epicurei, gli stoici praticano la divinazione. Le forme di divinazione più diffuse erano l'arte degli aruspici e degli auguri. I primi immolavano gli animali, esaminandone le viscere in cerca di segni premonitori; i secondi osservavano il volo degli uccelli.
Così come gli epicurei, gli stoici riconoscono le "notizie comuni" presenti nella ragione dell'uomo. La nozione comune non è altro che la certezza della presenza degli dei.
Successivamente, Balbo pose l'accento su alcuni principi riguardanti le origini del divino nell'uomo. Proposte da Cleante, le ragioni furono quattro:
- Divinazione e precognizione;
- Intensità dei benefici forniti dalla natura;
- Terrore causato dalle calamità e avversità naturali;
- Perfezione del cosmo.