GRAZIE ALLA FORTUNA.
Altro elemento che serve è una eccezionale preparazione filosofica che rende l’individuo
capace di poter sostenere il passaggio.
Lo shock socratico:
Questo passaggio è qualcosa non di graduale ma qualcosa di radicale, per questo è un
evento decisivo che Jonas chiama come “ ereignis“. Infatti nel momento in cui si esce dalla
caverna Jonas parla addirittura di un “Socratic shock”, perché può esserci un momento di
crisi, perplessità, sgomento, una rottura con le certezze precedenti, una sorta di dolore e
soprattutto disorientamento, in quanto uscita dalla caverna è faticoso e doloroso. Nei
confronti di questa luce nuova l’anima spesso rifiuta tutto ciò e preferisce ritornare nella
caverna dove era più comoda.
L’idea del bene durante la salita:
Dopo questo colpo socratico molte anime cedono di voler tornare nella caverna, e questo
viene paragonato al comportamento umano comune, che tende a ritirarsi nella famigliarità
delle opinioni. I futuri filosofi però che sono i pochi eletti riescono a resistere e ad andare
avanti in questo percorso perché la loro natura è adatta all’ascesa, sono pazienti riescono
ad affrontare le difficoltà. l’esito di questa ascesa è proprio l’incontro con la luce, che viene
personificata nel sole, e che rappresenta l’idea del bene.
Questa luce così importante ha due ruoli: il primo è un ruolo gnoseologico, in quanto la luce
rende gli oggetti intellegibili, senza questa luce gli oggetti non si potrebbero conoscere nella
maniera che Platone intende. Questo perché senza questa luce gli oggetti non avrebbero
neanche un valore ontologico, ecco perché la luce stessa ha ruolo ontologico, dà realtà,
essenza e vitalità alle cose.dunque la luce, o meglio l’idea del bene è quella forma suprema,
la forma di tutte le altre forme che giustifica la realtà e la unità delle idee(da qua la gerarchia
ontologica delle idee di Platone).
Il ritorno politico:
C’è anche un intento politico e pedagogico dopo l’ascesa e dopo dopo aver visto il bene: il
filosofo infatti ha l’obbligo di tornare nella caverna, per una sua missione pedagogica e
politica.chi conosce il bene infatti deve contribuire a guidare la città in modo giusto, in modo
tale che la filosofia possa realizzare il suo scopo pratico ovvero formare dei governanti che
non mirino soltanto al loro vantaggio ma al bene comune.
7. Senso, confini ed elementi della Paideia in Platone
Jonas non si limita ad una lettura allegorica della struttura conoscitiva platonica, dunque
della caverna, si sposta poi su un piano pedagogico e politico, sulla base del programma
educativo per i futuri governanti filosofi. Esporrà dunque quegli elementi principali
dell’educazione dei filosofi collegandoli al valore supremo della giustizia che per Platone e
giustifica il lo Stato .
-Lezione 9 tenuta il 2 aprile del 1963.
In questa lezione Jonas si concentra sul curriculum sulle pratiche che devono rendere i futuri
dirigenti capaci di giudizio e azioni virtuosa. Si concentra non solo sul curriculum , ma anche
sulle forme corrette di giudizio e valutazione, in quanto Jonas insiste su come vadano
coltivate capacità di giudizio stabili e fondate, non semplici opinioni, la formazione di abiti
solidi e ben fondati, dunque l’importanza di disposizioni abituali che portano all’azione
virtuosa e infine l’eliminazione o il rifiuto consapevole di opinioni fondate su credenze mitiche
o su narrazioni ingannevoli.
Jonas chiede al suo uditorio di immaginare una nuova kallipolis platonica: bisogna
immaginare una nuova città ideale platonica la cui struttura impedisce che il filosofo turni ad
essere un martire, dunque il destino tragico del filosofo dovrebbe essere evitato. il
raggiungimento di questa organizzazione politica porterebbe a due obiettivi:
l’amministrazione di tutto il corpo dei cittadini secondo giustizia, e la realizzazione del fine
più alto dell’umanità ovvero la felicità, che si raggiunge con una buona vita solida e
coerente.
Per far sì che questi scopi vengono raggiunti Jonas spiega come sia importante accettare
l’ipotesi che dietro questo progetto platonico ci sia un presupposto molto forte ovvero un’idea
stabile, immutabile e certa della giustizia (Jonas parla di ipoteca onto assiologica ). Per
giustizia si intende ovviamente l’armonia, un equilibrio olistico funzionali tra le parti della
città, una città ben organizzata con delle distinzioni nette e gerarchiche, dove ognuno è al
suo posto con una corretta distribuzione di beni. (in questo modo l’individuo potrà essere
felici, perché saranno in ordine se è in ordine anche la città anche le sue parti interne ovvero
ragione, emozione, ed appetito)
-lezione 10 tenuta il 9 aprile del 1963
Questa lezione è molto breve, Jonas lascia poche righe su tematiche importanti che non
vengono però sviluppate:
● La linea divisa, un accenno che rimanda alla distinzione fra i diversi gradi di
conoscenza
● Possibili letture tardive del del bene dove ciò non si ipotizza che ci siano
interpretazioni che tendono a matematicizzare il bene
● Il paragone del bene con il sole: Jonas ribadisce che il bene deve essere inteso
come primo primo principio in senso forte e lascia aperta la suggestione di una
lettura che tende al neoplatonico
-Lezione 11 tenuta il 16 aprile del 1963
In questa lezione troviamo altre considerazioni sul bene :
● Il bene inteso come causa della conoscenza e della verità: per Jonas la tesi centrale
è l’idea del bene che è causa della conoscenza e insieme causa della verità delle
cose, e dunque non è identificabile col piacere essendo separato, puro, assoluto e
intelleggibile.
● Il bene al al di là dell’essere e al di là della verità: per Jonas il bene non è un
semplice ente fra gli enti, ma essendo il primo principio dell’essere non rientra tra gli
esseri da cui l’essere deriva, per questo viene definito “aldilà dell’essere”. Jonas
definisce il bene anche come aldilà della verità , in quanto si apre a qualcosa che
trascende la sola dialettica che va verso una conoscenza più elevata.
● Affronta anche l’ambivalenza tra l’intuizione e la conoscenza: per Jonas” c’è
un’intuizione del bene stesso che in un senso è conoscenza in un altro senso non lo
è”. Jonas dunque avverte che l’accesso al bene a una dimensione cognitiva ma
anche anche in qualcosa che sfugge dalle categorie della conoscenza razionale,
dunque ha anche una componente non cognitiva, ma per questo non irrazionale.
● Affronta anche il tema dell’eros, il suo ruolo e del simile che conosce il simile:
parlando sempre di intuizione Jonas spiega come arrivare al bene implica anche una
forma di amore, amore per l’essere, per il vero essere. e in questo senso la frase “in
simile conosce il simile“ che Jonas prende da Platone, è intesa facendo riferimento
all’affinità tra soggetto conoscente e oggetto conosciuto che permette
l’avvicinamento alla verità.
1. Dimensione politica e prospettiva cosmologica
-Lezione 12 tenuta il 23 aprile del 1963
In questa lezione Jonas riprende l’aspetto politico ed etico del progetto platonico,
riprendendo anche la distinzione tra opinione e opinione vera.
Jonas parla della reazione di Platone alla morte di Socrate, che è determinante in quanto
per Jonas la morte di Socrate diventa un trauma che motiva Platone a progettare una forma
di governo che eviti che la città imponga la morte ai filosofi.
Il progetto di Platone mira ad una comunità organicamente integrata e il suo obiettivo è
quello di trasformare i cittadini attraverso l’educazione: tutti devono essere integrati nella
comunità, ciascuno conosce e accetta il proprio ruolo.le differenze sociali non vengono
cancellate ma valorizzate, la società e gerarchica funzionale, con ruoli ben definiti.
Alla fine della lezione Jonas fa un riferimento al Timeo dal punto di vista cosmologico:
Infatti nel Timeo trova la cosmologia platonica, ovvero la scienza possibile del cosmo, su cui
Jonas fa delle considerazioni, sia sulla figura del demiurgo, sulle operazioni che lui compie,
sul ruolo dell’anima, sulla necessità di un cambiamento nel cosmo per rendere il mutevole
simile il più possibile all’eterno, fa delle considerazioni sul tempo che viene visto come
immagine mobile dell’eternità e come un medium ontologico in cui la forma si incarna.
Dunque la dottrina della conoscenza e dell’essere diventa la base di un progetto educativo e
politico molto ambizioso per Platone, fondato su presupposti ontologici e assiologici forti: se
si nega l’idea della giustizia il progetto perde giustificazione.
Capitolo quattro: Platone sistematico
1. Uno sguardo teorico
Si comincia a parlare del secondo ciclo di lezioni tenute da Jonas, che a differenza del primo
(in Term Notes) Jonas aveva fondato un’impostazione più storica della filosofia, attenta alla
cronologia, nel secondo ciclo intitolato “ Major Systems of Philosophy “ Jonas è concentrato
sull’analisi del sistema dentro cui sono presenti posizioni lontane e diverse sia nel tempo che
nelle strutture che le caratterizzano, stabilendo però anche dei confronti accostamenti che
puntano alle affinità o alle dissonanze, a differenza invece di uno sviluppo progressivo e per
via di un accumulo continuo. Dunque non stiamo parlando di una costruzione passiva e
cronologica dei vari filosofi, ma questa unità che va a creare Jonas di una pluralità, ovvero di
un insieme di elementi diversi che però stanno insieme non è casuale, ma è frutto di una
selezione di alcuni aspetti rispetto ad altri.
Bisognerà questo modo prendere in considerazione altre lezioni tenute da Jonas sempre
nella stessa scuola di New York nel periodo che va dal 18 giugno al 25 luglio del 1963.
1. la nozione di sistema
Jonas fa questo lavoro sistematico solamente in un secondo momento in quanto per lui non
avrebbe mai potuto presentare Platone Tando magari dei contenuti e andando più nel
dettaglio, ma sarebbe sarebbe servito una presentazione introduttiva della struttura
complessiva.
Questa costruzione di un sistema implica una violenza sulla realtà in quanto riduce l’infinito
molteplicità dei fenomeni ad un insieme coerente rinunciando in questo modo alla
complessità per raggiungere l’unità.
-Lezione 1, tenuta il 18 giugno del 1963
Jonas si preoccupa di definire ai suoi studen
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